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Autore: Foundmesoulmate    15/05/2013    1 recensioni
«Apri gli occhi, Harry.» E il piccolo obbedì, aprì gli occhi e lasciò che Louis annegasse in quelle iridi. «Sì, allora ho fatto la cosa giusta.»
Harry sorride e si asciugò gli occhi lucidi.
«Ti amo Louis William Tomlinson.»
«Ti amo Harry Edward Styles.»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hands.

Era
sera ed erano tutti pronti per l’ennesimo concerto, esaltati per le urla che si sentivano da fuori, agitati per paura di sbagliare e tremendamente in ansia perché in quel silenzio i cuori battevano più forte del normale. Una sera come le altre, insomma. Nemmeno Louis aveva voglia di spezzare quel silenzio come al solito, aveva i suoi pensieri per la testa. Il suo pensiero per la testa. Harry era messo come lui, più silenzioso del solito e meno sorridente. Avevano litigato la sera prima e ora sospiravano per parole dette troppo forte, per gli sguardi troppo taglienti e per le lacrime intrappolate ancora fra le ciglia. Non si ricordavano nemmeno la causa scatenante della litigata. Forse Harry che non ne poteva più dei baci che Louis dava a Eleonor, forse Louis che non ne poteva più di mentire anche a sé stesso e allora la frustrazione aveva preso il sopravvento, forse perché non avevano ancora fatto l’amore quella settimana e ne sentivano il bisogno. Tanti potevano essere i motivi fatto sta che loro non si guardavano eppure i loro occhi si cercavano l’un l’altro, fatto sta che ora erano più tesi del solito, fatto sta che dovevano parlare, fatto sta che li avevano chiamati sul palco. Sorrisi a trentadue denti, vestiti lindi e pinti, voci cariche e pochi pensieri in testa esclusi i testi delle canzoni.
«Risolverete, ora pensa a cantare.» Sussurrò Liam all’orecchio di Louis prima che mettessero piede sul palco. "Harry, pensa a cantare. Avrete tempo per parlare." Disse piano Zayn a Harry pochi secondi prima che iniziassero a cantare.
Le luci, le voci, le parole, i testi, le urla, i pianti, i sorrisi.
Un concerto in piena regola. Poi gli scherzi, le risate e i cori. C’era proprio tutto. Ma allora perché Louis non ce la faceva a essere felice come gli altri? Fissava sempre il pavimento ma si accorse solo in quel momento di non averlo mai guardato, si accorse che durante i concerti – durante tutto il tempo – fissava gli occhi di Harry e ci si perdeva dentro. Il pavimento non lo conosceva, i suoi occhi sì.
E anche Harry realizzò le stesse cose, non rideva come al solito perché non aveva gli occhi di Louis addosso e perché non poteva guardarli, lui aveva totalmente bisogno di quello sguardo per sapere che stava facendo la cosa giusta. Un po’ come Louis. Entrambi avevano bisogno l’uno degli occhi dell’altro per sapere che stavano facendo la cosa giusta.
Era il momento dei tweet delle fan. Le solite cose, le solite domande stupide, le solite domande a cui non avevi problemi a rispondere ma quella sera ne arrivò una che fece rinsavire Louis e Harry dalla loro trance. “Prendete la mano della persona che amate di più su quel palco.” E Harry sapeva che doveva prendere la mano di Louis ma non lo fece, guardò Niall prendere quella di Liam che prese quella di Zayn – una catena – e si avvicinò. Louis era impassibile, fermo, al centro del palco con gli occhi rivolti a Harry. Doveva fare qualcosa. Doveva. Così fece qualcosa, un gesto inaspettato che sorprese anche lui. Si avvicinò a Harry e prima che potesse afferrare la mano di Zayn gliela prese. La strinse forte nella sua e non lasciò nemmeno il tempo al più piccolo di sorridere perché le sue labbra gli avevano impegnato la bocca. Louis stava baciando Harry. Davanti a tantissime fan. Davanti a telefonini, a videocamere, a Zayn, a Liam e a Niall. Davanti a tutti. Lo stava baciando forte, lo stava baciando da lasciarlo senza fiato, lo stava baciando con gli occhi chiusi e lo stomaco in subbuglio. Lo stava baciando e capì che avrebbe dovuto farlo molto tempo prima. Nel frattempo Harry alzò le loro mani intrecciate verso il cielo. Vittoria, amore, libertà, amore. Volevano dire tanto quelle mani intrecciate. Baci proibiti, abbracci necessari, sguardi allusivi, risate spontanee, parole, giuramenti. Volevano dire “Io sono qui e non ti lascio più.” “Ecco, non lasciarmi che se lo fai io come faccio?”. Erano veri e propri dialoghi di opere romantiche, di mattinate estive, di notti passate a fare l’amore – a cercarsi, a volersi e a trovarsi nascosti in qualche sogno.  E mentre si baciavano Louis prese con la mano libera il fianco di Harry e se lo tenne ancora più stretto, si assicurò che non scappasse, si assicurò di stare facendo la cosa giusta. Le urla e i boati non c’erano, gli sguardi commossi dei loro amici, la rabbia del management e tutto il resto non c’era.
«Apri gli occhi, Harry.» E il piccolo obbedì, aprì gli occhi e lasciò che Louis annegasse in quelle iridi. «Sì, allora ho fatto la cosa giusta.»
Harry sorride e si asciugò gli occhi lucidi.
«Ti amo Louis William Tomlinson.» 
«Ti amo Harry Edward Styles.»
  
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