15/05/2013
1 recensioniI just want to be beside you.
"Ho trovato un lavoro." annunciai a Lilith appena entrato nel nostro appartamento.
"Davvero?! Che cosa?" chiese eccitata la donna che amavo più di me stesso.
"Meccanico, non guadagno tanto, ma con un pò di straordinari dovremmo riuscire a pagare i debiti e l'affitto." sfiorai delicatamente le sue labbra con le mie, mentre appendevo la giacca all'attaccapanni senza guardarla in faccia per la menzogna che le stavo raccontando.
"Amore..." incominciò subito preoccupata.
"Lo so, piccola. Non ti preoccupare, ce la faremo.".
L'ultimo lavoro che avevo trovato era come cameriere, ma dopo troppi straordinari ero stato male e mi avevano licenziato.
E non avevo trovato realmente lavoro come meccanico. Avevo fatto un colloquio con il direttore della palestra a tre isolati dal nostro appartamento, avevo infatti scoperto di essere un bravo giocatore di boxe e lui mi aveva offerto £500 per ogni partita e in caso di vittoria £800. Non potevo dirlo a Lilith, non avrebbe mai accettato una cosa del genere, che mi facessi prendere a pugni per pagare la spesa. E avevo semplicemente deciso di non dirglielo, per quanto sbagliato potesse essere.
Erano tre mesi che giocavo a boxe, ed ero migliorato molto. Nonostante i primi incontri non mi abbiano soddisfatto, mi ripagai negli ultimi cinque. Cinque vittorie consecutive.
Era il 5 Ottobre, il nostro anniversario, stavamo insieme da cinque anni e io l'amavo sempre di più, giorno dopo giorno, e quando stavo accanto a lei era sempre come la prima volta, dei bisonti nello stomaco, rombi del cannone al posto del cuore, cervello sparito, gambe molli, gola secca, brividi su per la schiena. E quando sfioravo quelle labbra! Così morbide e soffici, che sapevano sempre del suo burrocacao alla vaniglia e delle mentos a cui non sapeva mai rinunciare.
Decisi che quella sera saremmo andati al ristorante "Lil, vestiti elegante, alle 19 dobbiamo partire." le annunciai con un sorriso soddisfatto.
"Dove andiamo?" chiese allegra mostrando le fossette ai lati della bocca.
"Ti porto fuori." ammiccai.
Lei strabuzzò gli occhi "Come?" agitò velocemente la testa "Ma possiamo..?"
"Ho messo da parte per un pò, e oggi dobbiamo festeggiare, non mi interessa nient'altro." la strinsi in un abbraccio e la baciai. Posò le sue piccole mani sulla mia nuca e io la presi per i fianchi e l'avvicinai. Dovevo farle sentire che effetto mi faceva, dovevo farle sentire il cuore che batteva solo per lei. Lei e nessun'altra.
"Dovrei prepararmi." mi sorrise con ancora le labbra sulle mie.
"Uhm." non volevo staccarmi da Lil, e la strinsi ancor di più.
"Amore...".
"Che c'è?" feci l'innocente.
"E' tardi!" rise "vuoi andare a festeggiare o no?".
"Si che voglio, vatti a preparare!" la cacciai scherzosamente.
Dopo una buona mezzora la chiamai oltre la porta bianca del bagno "Lilith? Sei pronta?".
"Aspetta! Non entrare! Devo finire" mi urlò agitata.
Quando uscì rimasi letteralmente a bocca aperta. I capelli castani lasciati mossi sulle spalle. Indossava un vestitino corto bianco con dei fiori cuciti un pò dappertutto. Quel vestito. Lo ricordo benissimo, lo indossava al ballo di fine anno, quando facemmo l'amore per la prima volta.
"Tutto bene?" mi chiese avvicinandosi.
Eh? "Si... Si, perchè?" chiesi confuso.
"Hai gli occhi lucidi" mi fissò premurosa.
"Oh, si... E' quel vestito...".
"Te lo ricordi?" era emozionata.
"Ovvio, Lil." le risposi uscendo e chiudendo la porta di casa a chiave.
Andammo a piedi al ristorante, e quando arrivammo davanti la grande porta lei indietreggiò.
"Non possiamo entrare. Non possiamo permettercelo...".
"Lil, oggi possiamo permetterci tutto, va bene?".
"NO! E il mese prossimo come faremo? E quello dopo ancora?" gesticolava agitata.
"Per favore, amore. Oggi è il nostro giorno, oggi niente regole quindi adesso entriamo e mangiamo ciò che più ci piace." la presi per mano.
"Sicuro?"
"Sicurissimo.".
Cenammo benissimo e anche se non potei regalarle altro oltre ad una cena decente, fu una serata stupenda, dopo il ristorante andammo al luna park dove salimmo sulla ruota panoramica e le comprai dello zucchero a velo alla fragola.
"Andiamo?" chiese con le guancie arrossate dall'affanno e tendendomi una mano.
"Andiamo." entrammo in casa e passai la notte con lei tra le braccia, come fossimo un'unica cosa, e facemmo l'amore, con tutto l'amore che avevamo.
Stavo tornando dalla palestra quando vidi un manifesto attaccato al bar sotto casa: "CERCASI CANTANTE, INTRATTENITORE. £500 ALL'ORA. ORARI 18:00-2:00. PER INFORMAZIONI CHIEDERE DENTRO."
Beh, niente male. Come cantante me la cavavo e avrei potuto smettere di essere preso a pugni.
Entrai e senza pensarci due volte mi proposi, avrei fatto una prova quella sera stessa ed essendo già le le otto di sera salii in casa per cambiarmi e per poi scendere a cantare.
"Hey." mi salutò Lilith appena entrato.
"Hey." le feci il verso girandomi e sorridendole.
"Possiamo parlare?" le vidi mordersi il labbro. E se si morde il labbro vuol dire che è preoccupata e tesa.
"Lil, che c'è?" mi avvicinai per abbracciarla.
"Perchè non me lo hai detto?" mi guardò negli occhi. I suoi due pozzi blu lucidi.
"Che cosa?" sbiancai, non poteva saperlo.
"Il giorno del nostro anniversario. Volevo farti una sorpresa e sono andata alla ditta, ho chiesto di te. E non sapevano chi fossi. Sono tornata a casa e ti ho visto davanti la palestra mentre un tizio ti dava una busta. Cosa hai combinato?" scoppiò a piangere.
Non ce la facevo. La donna che amavo lì a piangere tra le mie braccia per colpa mia.
"Lil, io..." non sapevo che dire. Avevo combinato un casino e ne ero consapevole. Ma era l'unico modo per sopravvivere, non avevamo soldi.
Perchè non mi aveva detto che lo sapeva? Glielo chiesi subito dopo.
"Perchè non ci ho capito niente, e volevo fossi tu a chiarire. Ma non sei venuto a parlarmi, quindi eccomi qui." cercò di asciugarsi le lacrime "Mi dici cosa hai fatto? Quei lividi non ci sono perchè hai sbattuto di qua e di là a lavoro, vero?".
"No." le risposi "gioco a boxe." le confessai.
"Ma l'ho fatto per noi." provai a scusarmi.
"Non dire così!" altre lacrime mi bagnano la camicia nera "Lo sai che non mi interessa avere una casa a due piani, un cane, una macchina lucida, cibo a volontà e un maggiordomo! Lo sai benissimo che mi basta starti accanto. Ma io non voglio vederti farti del male, voglio che tu stia bene, perchè io ti amo e non posso sopportare che tu ti faccia prendere a pugni per un piatto di pasta in più!".
"Volevo solo rederti felice." le confessai sussurrando talmente tanto piano che non mi aspettavo mi avesse sentito.
"E io voglio solo stare accanto a te.".
Salve salvinoo (?)
Non volevo mettere uno spazio autore, quindi non mi dilungo troppo.
Non ho messo il protagonista, volevo sapere a chi avete pensato dei ragazzi leggendo questa storiellina scritta così su due piedi, chi vi ispira? Io sinceramente ho pensato ad Harry lol c':
Ringrazio tanto Valentina per la recensione e per i consigli, come hai visto l'ho modificata un pò e ho aggiunto dettagli, anche se non è ancora al massimo del suo splendore.
Spero vi piaccia, ora scappo.
Grazie per essere arrivato/a fin qui ♥
Saru x