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Autore: agata74    15/05/2013    8 recensioni
Ana ha lasciato Christian. In questa storia ne ho immaginato la separazione in modo un pò diverso, a partire dal punto di vista cronologico.....ma non solo!
- "Era sul punto di incontrare il leone sul suo territorio di caccia e lo stava per fare su tacchi a spillo e in abito da sera."
- "Se solo avesse allungato la mano lo avrebbe ripreso. Sarebbe stato facile. Era scritto in quegli occhi grigi, che le stavano offrendo, ancora una volta, una muta resa. Ancora una volta, continuò a combatterlo. Ancora una volta vinse. Ancora una volta, lui non si sarebbe arreso."
- "La guardava con lo stesso desiderio che prova l'assetato, come se lei fosse stata acqua nel deserto, in cui, ormai, lui arrancava in cerca di ristoro. Lei era la sua acqua, la sua salvezza, senza di lei sarebbe morto."
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A Tina e Marisa curiose di leggere...
A Frency70 che, con grande gentilezza e sollecitudine, si è impegnata ad accompagnarmi in questa avventura, con i suoi suggermenti, le sue correzioni e, soprattutto il suo incoraggiamento. Grazie.

Vorrei accompagnarti nei tuoi sogni
sorridere al tuo risveglio.
Sarò la tua gioia ed il tuo tormento
la tua quiete ed il tuo vento

 

Il soffio del vento trasporta voci lontane




Non era come Ana lo aveva immaginato, quel posto era ancora piu' bello.
《Non posso crederci Kate, come diavolo ho potuto farmi convincere?》 La voce di Anastasia era ormai tra il piagnucoloso e l'isterico. Per tutto il tragitto in macchina non aveva fatto altro che millantare sicurezza e fiducia in se stessa. Ovviamente ne' Kate, ne' Ethan se l'erano bevuta.
Giunti nelle vicinanze di Bellevue, aveva cominciato a sentire il peso di ciò che stava per fare.
Era sul punto di incontrare il leone sul suo territorio di caccia e lo stava per fare su tacchi a spillo e in abito da sera.
I suoi più cari amici erano in ansia per lei. Lo sapeva e la cosa non le piaceva per niente. Un conto era che la situazione fosse fonte di stress per lei, ma non voleva far stare male anche loro.
Ethan e Kate erano, ormai da tanto tempo, la famiglia che non aveva mai avuto accanto. Su di loro aveva imparato a fare affidamento. Condividevano gioie e dolori, come solo i fratelli ti consentono di fare. Nessuna recriminazione, nessun giudizio, ma solo complicità vera e profonda. Erano i sentimenti con cui Ana aveva imparato ad affrontare la vita, non era più sola. Perciò doveva trovare un modo per superare la serata. Non sarebbe stato facile, lo sapeva.
Scesero dalla macchina e, in sincrono, le due ragazze fecero un profondo respiro,  come a dire "ci siamo, inizia lo spettacolo". Avevano l'aria di ballerine pronte a fare il loro ingresso sul palcoscenico su cui il cigno danza prima di morire....
Guardandole, il dolce Ethan, alzò platealmente gli occhi al cielo. Erano bellissime. Diverse nell'aspetto, simili nel cuore.
Kate indossava un aderente abito dai colori sgargianti. Mille sfumature di rosso fasciavano le sue curve mozzafiato. Molte teste si voltavano al suo passaggio! Sempre!
Ana, dalla bellezza meno consapevole e, per questo, ancora più attraente, era vestita di seta. Il suo abito grigio perla era morbido, scendeva da un taglio sotto il seno a coprirla con grazia. Seppure morbido, l'abito riusciva a mostrare la sua sinuosa figura.
La festa a casa Grey era l'evento che ne anticipava altri, che si sarebbero svolti durante i mesi estivi in tutta Seattle. Si trattava di un esclusivo ballo di beneficenza, il cui ricavato sarebbe stato devoluto in favore di un programma che dava sostegno a madri sole e con problemi di droga, si chiamava "Affrontiamolo insieme".
I Grey erano particolarmente vicini all'associazione. Avevano dovuto affrontare le terribili conseguenze delle violenze subite dal loro figlio, quando questi era ancora un bambino indifeso e viveva con la madre naturale, prima che loro lo adottassero.
La casa sembrava uscita dalle pagine di una favola per bambini, musica, luci, sfarzo. All'esterno fiaccole accese lungo il viale illuminavano il percorso. Gli alberi e le siepi del giardino erano stati decorati con lucine bianche, che conferivano al luogo un'aura incantata.
Si poteva immaginare che da un momento all'altro Cenerentola percorresse lo scalone esterno, spinta a fuggire da dodici sordi rintocchi, lasciando dietro di sé un costernato principe difronte ad una brillante scarpetta.
Anastasia indugio', con un sorriso tirato, su quel pensiero. Anche lei era fuggita all'imprvviso, ma non a causa dei dodici magici rintocchi, bensì per sei brucianti sferzate di cintura sul suo fondo schiena.
Il dolore fisico era sparito, certo, ma quello dell'anima era ancora presente, vivo, pulsante. Quel dolore aveva schiuso le porte alla paura, aveva messo in luce un anfratto buio della sua anima, che non pensava di dover affrontare mai più. 
Ma non poteva pensarci, poiché aveva ben altra battaglia che l'attendeva. I suoi dolorosi ricordi avrebbero avuto un'altra occasione per riaffacciarsi alla sua mente.
Quando in passato aveva immaginato di partecipare a quella festa pensava che sarebbe entrata in un mondo meraviglioso, diverso dal suo, che era fatto di normalità. Avrebbe affrontato quell'universo parallelo al fianco di un uomo magnifico, che con delicata fermezza le avrebbe cinto i fianchi, accompagnandola in quel mondo.
Ma anche nel sogno tutto le era parso oltremodo irreale. Ora ne era consapevole, era totalmente irreale e assurdo.
Trovarsi lì era sbagliato. Avrebbe dovuto andare via, anziché procedere sul tappeto srotolato per facilitarle il cammino. Verso cosa? Verso chi? Lontano da chi?
Il loro capo aveva praticamente imposto a Kate e a lei di partecipare a quella festa. Il Seattle Times, per cui lavoravano, era il giornale che aveva ottenuto l'ambita esclusiva per l'evento benefico e mondano dell'anno. Le donne e gli uomini più in vista della città sarebbero stati presenti e il direttore del giornale stava loro col fiato sul collo da un mese.
Anastasia capiva la necessità che fosse presente Kate, giovane astro nascente del giornalismo della città, che avrebbe intervistato gli ospiti e scritto l'articolo, ma lei? Cosa ci faceva lì, dal momento che il suo settore, arte e letteratura non era particolarmente coinvolto? A meno che le varie starlette di turno non si fossero date alle letture impegnate, senza che il mondo se ne fosse accorto però!
Le era stato detto che lei avrebbe dovuto intervistare il noto pittore Trouton. L'artista aveva donato alcune delle sue tele per l'asta di beneficenza della serata. Anastasia era felice dell'opportunità, ma temeva che dietro a quella curiosa coincidenza ci fosse un abile burattinaio, che muoveva i fili con spregiudicata sapienza.
Kate rivolse subito alcune domande ai padroni di casa e, con grande attenzione, sistemò le altre interviste per dopo cena e durante il ballo. Si sarebbero svolte come amichevoli scambi di impressioni. Niente di più falso. Lei avrebbe cercato e trovato il suo scoop.
Nonostante i tentativi di sottrarsi al supplizio, ad uno di quei sontuosi tavoli, coperti da morbida stoffa color lavanda, c'era ormai seduta anche Ana....
La stessa stoffa, ma di una tonalita' piu' scura, ricopriva anche le eleganti sedie. Al centro di ciascuno di quei palcoscenici, su cui da li' a poco deliziose pietanze avrebbero meravigliato le papille gustative dei numerosi ospiti, erano disposti candelabri da cui scendevano delicate ghirlande, raggi inattesi, verso ciascuno dei commensali.
La musica ammantava, come bruma leggera l'interno della struttura, che ospitava i tavoli, e si diffondeva tutt'intorno.
Certe volte il soffio del vento trasporta voci lontane e cosi', ancor prima che i suoi occhi lo scorgessero tra gli ospiti, il vento lo porto' da lei.
Com'era possibile che dopo tutto il tempo trascorso, gli eventi accaduti, Ana potesse ancora percepire la sua vicinanza in modo così profondo?
D'altronde lui glielo aveva detto "Sarò la tua quiete ed il tuo vento".
Quel vento, ormai da tempo, si era fatto tempesta nel suo cuore.
Si voltò verso l'origine di quel soffio. I suoi occhi, attirati da quel richiamo mai dimenticato, seppero esattamente dove trovare quelli di Christian.
Solo ai loro occhi avrebbe concesso quell'istante di intimo incontro.
Notando il cambiamento della sua espressione e seguendo la direzione dello sguardo di Ana, anche Kate lo vide avvicinarsi. Ana Sentiva sull'amica il peso della sua stessa ansia. "Oh no, ti prego Kate la mia da sola riempirebbe un cargo!" pensò con impeto, sperando che Kate riuscisse a percepire i suoi pensieri. A volte ci riusciva!
Anche Ethan, che sedeva al suo fianco, si irrigidi'. Cerco' con tutte le sue forze di nasconderlo, ma falli' miseramente.
Il suo istinto si mise in allerta, "il predatore si avvicinava". La preda ora era sotto la sua custodia e Ithan, come un perfetto guardia caccia, non avrebbe permesso al predatore di farle del male....
Guardia caccia, preda e predatore...... e la festa divenne giungla.
Come sempre lo stile di Christian era impeccabile. Incredibilmente bello nel suo smoking, appariva perfetto a chiunque lo vedesse. Appariva, certo, perché perfetto, Ana lo aveva scoperto, non lo era.
Possedeva un innato senso dello stile, che lo rendeva affascinante e che, nello stesso tempo metteva in soggezione. Tutti a quel tavolo, chi per un motivo chi per un altro, erano schiacciati dalla sua ingombrante vicinanza. Era sempre così, in sua presenza tutto il resto veniva eclissato. Un bagliore improvviso che cancella le ombre.
《Buona sera, signore e signori》 esordi' Christian appena fu di fianco al loro tavolo.
Rivolse un cenno educato a ciascuno dei presenti, ma fra tutti scelse proprio Ana come referente del suo saluto.
"Che simpatico figlio di puttana!" Penso' lei con un sorriso tirato. Ma non gli avrebbe concesso nulla, nemmeno un tacito rimprovero.
Anzi, fu proprio lei a rispondere per prima:《 Buona sera Christian, come stai?》 Chiese con finta tranquillita'.
Stava battagliando su due fronti: tenere a bada Christian e rassicurare Ethan e Kate. Sarebbe stata una lunga serata! I suoi amici dovevano recepire il messaggio "se io sono tranquilla, dovete esserlo anche voi". Lo avrebbero fatto?
Lo sperava con tutto il cuore. Lo sperava con lo stomaco, che in quel momento stava facendo un'escursione vicino ai suoi piedi.
Gli altri risposero al saluto con un affettato sorriso di circostanza. "Bene, bravi! Ora vediamo di continuare così" pensò ancora Ana.
Nel rispondergli non potè non guardarlo ed i suoi occhi non poterono non incatenarsi a quelli di lui.
Fu solo per un istante. Quanto può durare un istante? Un frullo d'ali? Un soffio nel vento? Quello fu lunghissimo.
"Sono solo i suoi occhi, non è lui", si ripeteva. "Non è lui che mi sta stringendo tra le braccia, togliendomi il respiro. Sono io che gli sto dando questa possibilità". Ormai i suoi pensieri erano un turbine.
Nessun cedimento nella muraglia che cingeva il suo cuore. Mai più breccie avrebbero offerto il passo al dolore.
Doveva smettere subito, Ana lo sapeva.
Se solo avesse allungato la mano lo avrebbe ripreso. Sarebbe stato facile. Era scritto in quegli occhi grigi, che le stavano offrendo, ancora una volta, una muta resa.
Ancora una volta, continuò a combatterlo. Ancora una volta vinse. Ancora una volta, lui non si sarebbe arreso.
《Bene, grazie Anastasia. Felice di rivederti a questa festa dopo.....tutto il tempo trascorso》 Le rispose, indugiando sull'ultima parte della frase, guardandola senza staccare gli occhi dai suoi, senza curarsi di apparire scortese con gli altri.
Le persone intorno a quel tavolo erano, per lui, parte dell'addobbo.
Mentre parlava, il fuoco scorreva negli occhi di quell'uomo consumato dal desiderio per la donna che lo stava sfidando, ancora....
No, non si sarebbe arreso. Stava riorganizzando la sua linea di attacco.
In quel breve momento, che occorse ad Ana per rispondere a quel saluto velato di impudenza, come in un flashback degno dell'omerico Ulisse davanti ai Feaci, tornarono nella mente, nell'anima, nel ventre tutti gli eventi che l'avevano condotta là dove si trovava.
Era trascorso molto tempo da quando i loro sguardi erano incatenati non in una disputa silente e dolorosa, ma in una dolce promessa d'amore.





A chi leggerà.
Grazie per essere arrivati fin qua!
Spero che il primo capitolo della storia, che vorrei raccontare, vi sia piaciuto, se così non fosse vi prego di farmi sapere se c'è qualcosa che posso fare per migliorare nei prossimi....
Un abbraccio
Agata74
 

  
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