Quel mostro di Suocera – Mangiamorte.
 

Se c’è una cosa che ho imparato in cinque anni di fidanzamento, è di sicuro:
 Attente alla Suocera.
 Dico sul serio.
 I ragazzi devono preoccuparsi del Suocero, che dopo un po’ si ammorbidisce a causa delle pressioni della moglie, che sa essere molto persuasiva, non so se mi spiego.
 Ma noi ragazze?
 Il marito non serve a nulla, la Suocera tende ad ignorarlo o, in casi gravi, a perseguitare anche lui.
 Con il risultato che ci troviamo sole di fronte a un Mostro che va oltre ogni portata.
 No, non esagero.
 Ho sfidato i Mangiamorte e Merlino solo sa quanti altri pericoli, ma contro la suocera non si può nulla.
 
 
Quel giorno mi smaterializzai di fronte ai cancelli di Villa Malfoy mano a mano con il mio fidanzato. Sì, ero fidanzata con Draco Malfoy, niente più Furetto e Mezzosangue.
 Io ero nervosissima.
 Non perché avrei dovuto stare con Draco davanti ai suoi genitori per dirgli che stavamo per sposarci, nossignore.
 Ma per la reazione della Suocera.
 Fummo scortati da un elfo nel Salone Azzurro, una piccola stanza tonda con i divanetti color cielo e panna, e trovammo Lucius e Narcissa ad attenderci.
 Scambiai con il primo un sorriso – lui mi aveva accettata, lasciava a sua moglie il compito di ostacolarmi – e la seconda mi separò da Draco, fingendo di non vedermi.
 Stronza.
 Prese al braccetto i due uomini della sua vita e mi lasciò indietro.
 Sbuffando, li seguii lungo uno dei tanti corridoi illuminati dalla luce naturale del sole, con la parete esterna ricoperta di finestre. Ringraziando il cielo non pioveva.
 Notai la scarpa slacciata. Mi chinai per rifare il laccio e sentii qualcosa tagliare l’aria sopra la mia testa.
 Alzai la testa in tempo per vedere un’ascia a doppio taglio sparire chissà dove.
 Mi voleva morta!
 Continuai a camminare con circospezione, pronta a chinarmi, saltare o buttarmi fuori da una finestra.
 Ne notai una aperta e, mentre mi chiedevo il perché, una mattonella si abbassò sotto il mio peso.
 Mi buttai in avanti e schivai per un pelo delle frecce e una vampata di fuoco.
 Ecco perché la finestra era aperta!
 Ero sempre più sicura del fatto che era Cissy il braccio destro di Voldemort e che, al confronto, la sorella doveva essere un agnellino un po’ dispettoso.
 Mi rialzai, spolverai l’abito da qualcosa di invisibile e ripresi a camminare. Per il resto del corridoio non accadde niente.
 A tavola schivai un fungo velenoso messo nel riso per uno scherzo del fato e evitai di bere perché la coppa di vino aveva un odore strano.
 Ci scommetterei tutto ciò che volete che l’aveva avvelenata.
 Arrivai al dessert ancora intera, ma lei non smise per un secondo di criticarmi.
 Ero troppo nella norma per il figlio, che meritava il top del top.
 Il figlio aveva il sangue purissimo, io no, e i suoi nipoti dovevano essere puri al 100%, non sia mai i geni della madre li facessero nascere con problemi fisico-mentali.
 Quando iniziò a commentare anche il mio respirare, iniziai a stufarmi.
« Credo, con tutto il rispetto, che suo figlio mi abbia scelta perché gli piaccio. Tu che ne dici, Draco? », dissi cortese, puntando gli occhi su Draco che deglutì.
Ringraziando il cielo, anche il Mostro si voltò, fissando negli occhi il figlio:
« Già, che ne dici, Draco? »
La voce era carica di speranza.
 Draco guardò me e lei alternativamente per qualche secondo, poi deglutì ancora.
Sentii Lucius mormorare qualcosa di simile a un ‘Ora ne vedremo delle belle’, ma non ne sono sicura, poiché aveva subito preso un luuungo sorso di vino.
 Vedevo le rotelle lavorare nel cervello di Draco.
 Scegliere tra noi due non doveva esser facile, riflettei.
 Infatti, potevamo rovinargli la vita entrambe.
 « Be’… Io… ecco, insomma… cioè… »
 « Allora?! », sbottammo in sincrono.
 « Her-Hermione, potresti p-provare a cam- », disse.
 Non finì la frase che lo assalii:
 « Idiota! Mi hai chiesto di sposarti e ora te la fai sotto davanti a tua madre?! Sì, mi ha chiesto di sposarmi, signora. E lei – lei – non fa altro che criticarmi! E basta, porca troia! Sì, diciamo le cose col loro nome, fanculo il Galateo! Sono stufa, cazzo, stufa! Sono cinque anni – Cinque! – che vado avanti così! E ora venite a dire a me cosa fare?! Sì, la ignoro quando parla, sì, ho un cervello mio e un mio caratteraccio. Ma, Merlino, amo suo figlio più di qualsiasi altra cosa e non mi impedirà di sposarlo! Chiaro?! »
Lei, scoppiò a piangere, dicendo che no, non andava bene e che il figlio non mi avrebbe mai sposata.
 Vedendo che aveva ottenuto solo l’attenzione del figlio, svenne.
 Sperai di averla fatta secca, ma non funzionò, l'erba cattiva non muore mai, ricordai tristemente.
 Si riprese e mi guardò con odio.
 Allo stato puro.
« Sono anche incinta! », dissi. Volevo dirlo con più calma ma mi uscì come un ruggito.
 Lei svenne davvero, tra le braccia del figlio, che svenne a sua volta.
 Lucius però sorrise.
 « Brava. Ma è vero? »
Annuii.
 Svenne anche lui.
 In tutta calma, ricominciai a mangiare il mio semifreddo.
 Se quella era la famiglia in cui sarebbe cresciuto mio figlio o mia figlia, ne avrei viste delle belle.
 
 
 
Angolino Autrice.
Ciao!
Che ne dite?
È molto, molto demenziale, ma è carina, credo.
Mi fate sapere cosa ne pensate? Se vi è piaciuta dovete leggere Niente è più dolce della vendetta di JulietAndRomeo, merita ed è una MiniLong davvero bella.Il seguito della mia fic si può trovare qui: QMSM - Viva la Gravidanza!

Baci,
Elthanin.