Videogiochi > Sonic
Segui la storia  |       
Autore: Kilian_Softballer_Ro    15/05/2013    1 recensioni
Una normalissima ragazzina, dal soprannome esotico, prende parte a una gita in montagna altrettanto normale...O forse no?
Verrà catapultata in un mondo che non si sarebbe mai aspettata nemmeno di immaginare, in compagnia di....No, questa è una sorpresa.
Crossover su:
- Sonic
- Il Signore degli Anelli
- Pokemon
E altri che vedremo in seguito. Buona lettura!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi tirai su lentamente, senza staccare gli occhi dalla nube. La Voce si era interrotta, come se avesse capito che l’avevo sentita.
-         Esmeralda? – Chiamò Blaze. – Ti senti bene? Cosa sta succedendo?
Non le risposi. Ero completamente disconnessa. Osservavo le volute di nebbia come ipnotizzata, e mi accorgevo appena di quello che mi succedeva intorno, della battaglia, di tutto…
-         Esme? Esme!
Una voce si era aggiunta a quella di Blaze. Beverly. – Che ha? Che le è preso?
-         Non lo so, poco fa ha detto di aver sentito qualcosa e si è messa  a fissare quella roba…
-         Esme? – Non sentii quasi la mano che mi si appoggiava sulla spalla.  –Esme, va tutto bene, avete ammazzato quel Nazgul. Torna in te.
Strinsi le labbra. Più guardavo quel fumo malefico, più sentivo di dover obbedire alla Voce. – Devo andare.
-         Ma che…E dove dovresti andare?
Per tutta risposta, indicai la nube.
-         Cosa? Ma  sei impazzita? – Beverly mi strinse la spalla con più forza.
-         Devo andare – ripetei. Feci un passo in avanti e lei tentò di trattenermi.
-         Questa cosa non mi piace. Resta qui, collega. Torna fra noi  - mi scongiurò.
Me la scrollai di dosso e continuai a camminare verso la nube. Ero come in trance. Beverly mi si parò davanti.
-         Fermati, Esme, porca miseria!
La scansai e mi misi a correre. Sapevo, nonostante non fossi più tanto lucida come poco prima, che con i poteri che avevo non mi avrebbe mai raggiunto. Sentii per poco i suoi passi dietro di me, ma dopo scomparvero anche quelli.
Corsi e corsi, e mi fermai solo quando fui al cospetto della nube.
Era più imponente di quanto avessi immaginato. Era alta almeno due o tre volte me, e si estendeva per metri e metri, forse chilometri. La guardai un attimo, incerta. Stavo facendo la cosa giusta? Ma poi la Voce tornò a farsi sentire, risuonando come un’eco nelle mie orecchie.
-         Vieni.
Chiusi gli occhi, feci un passo in avanti ed entrai nella nube.
 
Dapprincipio avanzai con le palpebre serrate, ma dopo qualche passo mi arrischiai ad aprire gli occhi. Non vedevo niente di strano. Cresciuta in mezzo a città trafficatissime, ero abituata ai nugoli di smog, e questo non era poi così differente. Per giunta, sembrava addirittura meglio, poiché non puzzava come gli altri.
Non potevo orientarmi, tutto intorno a me era uguale. Agitai il braccio, ma il fumo non si disperse nemmeno un po’. Mi accorsi comunque di avere ancora in mano la spada. Bene. Anche se l’ipnosi mi offuscava la mente, sapevo ancora che trovarmi in una qualunque situazione del genere senza armi sarebbe stato peggio.
Ero ancora lì che mi giravo e rigiravo su me stessa, cercando di capire cosa fare, quando vidi la luce.
Di primo acchito mi chiesi “Ma è possibile?”. Sì, era normale vedere una luce nella nebbia, dove non si capisce mai cosa possa averla generata, ma una luce nera?
Eppure era così. Una luce che sembrava del colore dell’oscurità stessa (lo so. E’ un’idea pazzesca. Ma lo giuro , fu la prima cosa che pensai e l’unica che mi convince tuttora) brillava poco distante. I miei piedi parvero muoversi da soli in quella direzione, e io non feci nulla per fermarli. Provavo un sentimento solo, in quel momento: desiderio. Volevo scoprire cosa generasse quella strana luminescenza. Lo volevo con tutte le mie forze.
Mi sembrava di essere in un sogno. In tutti i sensi. Innanzitutto non riuscivo a controllare il mio corpo, che si muoveva verso la luce come comandato, e provavo quel desiderio fuori luogo. E poi, proprio come in quei sogni in cui cammini e cammini ma non vai da nessuna parte, la luce era sempre alla stessa distanza. Stava lì, e girava su sé stessa, beffarda, mentre io la inseguivo e non riuscivo ad avvicinarmi.
Contemporaneamente, cominciavo a provare una strana nausea, quasi dovessi rimettere da un momento all’altro. Mi girava la testa, e la mia lucidità svaniva lentamente. Ma continuai a camminare, finché non risentii quella voce.
-         Eccoti, finalmente.
Mi bloccai, fissando la luce davanti a me. Era da lì che provenivano quelle parole.
La domanda mi uscì dalle labbra prima che me ne accorgessi.
-         Chi sei?
-         Credo che tu lo sappia già, mia dolce Esmeralda. – Il tono mellifluo suonava come se mi stesse prendendo in giro. – Io sono colui che può tutto. Ogni potere di ogni mondo è nelle mie mani, e presto anche il tuo lo sarà.
-         Come?
-         Guardati le mani, piccola Predestinata.
Non potei fare a meno di obbedire. L’aura verde, la mia aura, mi stava svanendo dalla pelle, come assorbita dalla nebbia. Alzai gli occhi. La luce era ora più vicina, e le mie forze e la mia ragione continuavano a scivolare via.
-         Il tuo potere sta svanendo. Lo sento…ah…sento la tua energia scorrere in me, ed è così fresca, e piena…Un peccato dovertela togliere.
-         Non puoi farlo – farfugliai.
-         Posso e lo farò. Ma naturalmente sarebbe uno spreco, è così…fulgido, nelle tue mani…che non saprei come utilizzarlo meglio. Perciò ti farò una proposta. Lascerò che tu mantenga tutti i tuoi poteri, ma solo se mi giurerai fedeltà e obbedienza.
-         Ti unirai alle mie schiere,  e combatterai per me. Con te nelle mie mani, tutti quegli sciocchi che dicono di rappresentare il bene saranno spazzati via, e con loro tutte quelle menti fresche di bambini che ancora non sono riuscito a prendere. Lo vorresti?
-         Lo vorrei. – dissi. Era vero. In quel momento avrei abbandonato tutto quello per cui avevo lottato nelle ultime settimane, e solo per inginocchiarmi e prostrarmi davanti a una luce e alla voce di un folle. Ero affascinata, e convinta. – Lo vorrei davvero. Ma come puoi dire che riuscirai a vincere? Non so nulla di te, non so nulla dei tuoi poteri e di come hai fatto a conquistare tutto questo. Dimostrami che puoi, raccontami come hai fatto, e io ti servirò per il resto dei miei giorni.
-         Oh,dolce fanciulla, è una storia breve. Ma te la narrerò. Così comprenderai il potere di colui che chiamano…il Nemico.
La forza che mi aveva reso quel burattino inservibile che ero ora mi costrinse a chiudere gli occhi, e a lasciarmi andare al suono della Voce.
-         Il mio creatore era un ragazzo molto intelligente. E molto, molto ambizioso. Mi creò con l’intento di ottenere un nemico invincibile, che nessuno potesse distruggere. Mi dotò di tutti i poteri di cui era a conoscenza, e di altri che non riusciva a nominare nemmeno nella sua testa. Ma poi crebbe, e mi relegò nell’angolo più nascosto della sua mente, come una fantasticheria infantile da dimenticare.
-         Ma ormai ero stato creato. Libero in questo mondo, potei assoggettare chiunque volessi, e molti mi seguirono senza che nemmeno li obbligassi. Li hai visti oggi. Combattono ancora tutti per me. E’ così che sono diventato potente come mi vedi ora, ed è così che ogni mondo, il tuo come il mio, mi appartiene.
-         Io sono il migliore. Io sono l’unico che può fare questo. E se ora tu ti unirai a me sarai parte anche tu di questo potere
-         Lo voglio. Voglio unirmi alle tue forze, e servirti fino alla morte.
-         Allora vieni da me, sciocca ragazza. Avvicinati e giura. Entra nella mia luce.
Un passo. Due passi. Ripresi a camminare verso la luminescenza, che ora si avvicinava. Volevo toccarla, entrarvi con tutte le mie forze, prostrarmi a quello che mi si era presentato come un dio.
La distanza si accorciava, e la  Voce era lì ad incitarmi.
-         Vieni, Esme. Vieni da me.
Ero a un metro da lui. Allungai un braccio, quasi timidamente, aspettando il grande potere che mi avrebbe riempita non appena lo avessi toccato…
Una freccia attraversò la nebbia, passò sibilando appena sopra il mio braccio, ferendolo, e sparì nel grigio. Ritrassi l’arto di scatto, spaventata. Il Nemico ruggì.
-         Sciocchi! Cosa credono di fare? Nessuno può ferirmi con una semplice arma! Vieni, Esme, vieni da me e sistemiamoli!
Stavo per obbedire, ma altri dardi ora volavano tutto intorno a me, schizzando fuori dal fumo e rituffandocisi dentro poco dopo. Una freccia volò dritta davanti ai miei occhi, e d’istinto mi ritrassi e scossi la testa per cancellarne l’immagine.
-         Tu! Entra!Ora!
Scossi ancora la testa, mentre altre frecce sibilavano nell’aria. Ma ora sorridevo. Non sapevo chi avesse avuto quell’idea, né come, ma l’utilità c’era stata.
L’incantesimo si era spezzato. Ero di nuovo lucida. Forte. E FURIOSA.
-         No. – Ringhiai alzando gli occhi di scatto.
-         Come osi…
-         Non entrerò nel tuo male, razza di bastardo! – Urlai a pieni polmoni.
-         Tu….Sciocca mortale….Hai scelto il nemico sbagliato!
-         Non ho sbagliato io – mormorai. Dentro di me sentivo crescere una potenza nuova, qualcosa che non veniva dal Nemico né da me stessa, ma da un altro luogo. Quale, non riuscivo a capirlo. Ma chiunque me la stesse inviando, era come se mi dicesse cosa fare. – TU hai scelto la nemica peggiore! – E obbedendo all’istinto di quel momento, a quella forza che mi spingeva, alzai la testa e saltai.
Mi parve di alzarmi di miglia e miglia, come volando. Intorno a me non vi era più la nebbia maligna, ma una luce, una luce bianca e pura, che sapevo essere parte del Bene.
Chiusi gli occhi e volai ancora più su, e ancora e ancora. E intanto che volavo, una nuova voce, carica di un potere troppo esteso perché riuscissi a capirne la fonte, mi parlava e mi riempiva le orecchie.
-         Vola, giovane Predestinata, vola. Cerca il tuo potere. Sai che esiste.
-         Chi sei? – Mi ritrovai a chiedere ancora, mentre un sorriso spontaneo mi si allargava sul volto. Era una voce buona, questa, una voce dal tono paterno e affettuoso.
-         Io sono colui che ha permesso tutto questo, che ha lasciato libere le menti di ogni bambino e ne ha fatto un’arma al servizio del Bene. Tu sai che il Bene esiste, e che non può perdere, perché è più puro dell’acqua più cristallina. Il Male è destinato a fallire. Il Bene a vincere.
-         La vittoria del Bene si ripete in ogni attimo, ancora e ancora, fino alla fine del tempo. – Mormorai. Non avrei mai potuto immaginare un’idea del genere, ma la frase era uscita dalle mie labbra come spinta, come se fosse la cosa esatta da dire in quel momento. E lo era davvero. Era un’idea perfetta.
-         Esatto. Tu sai perché tutto si ripeteva, nel tuo lungo viaggio. Tutto si ripeteva perché doveva ripetersi, perché se le storie non si ripetessero sempre, gli equilibri si romperebbero e  il Bene non potrebbe vincere. E allora vinci, piccola Esme. Vinci e credi nel Bene.
-         Io ci credo. – Ero piena. Ero carica. Un’estasi mischiata a consapevolezza di tutto, di ciò che era bene e di ciò che era male, mi avvolgeva, e quando spalancai gli occhi non mi aveva ancora abbandonato. Era il mio potere.
Aprii dunque gli occhi, ed avevo volato davvero. Ero sospesa per metri sopra la nube, e ogni combattente aveva gli occhi fissi sul cielo, fissi su di me.
Allargai lentamente le braccia. Il potere mi stava attendendo, e mi riempì all’istante. Un lampo accecò me come tutti gli altri, e fui avvolta da quell’aura verde che ormai mi sapeva di abbraccio ed era il segno della forza che avevo. Ma stavolta era diversa.
Questa volta mi ricoprì tutta, dentro, e fuori, in ogni anfratto del mio corpo e della mia mente, e mi si allargò intorno, un’altra nube, verde foresta, elettrica di potere e che si estendeva fino ai confini dell’altra. E il potere…oh, quel potere….mi sentivo incendiata di furore e di potenza, avrei potuto distruggere un continente con un soffio. Ma non era quello il volere del Bene.
Guardai la nube del Nemico, da cui usciva un immenso urlo di furore, e una forza che fino a pochi secondi prima mi avrebbe uccisa. Ma ora era per me poco più di un solletico. Il mio avversario non poteva più battermi. Trassi il respiro più profondo che avessi mai preso.
-         IO CI CREDO! – Urlai alzando le braccia e abbassandole in un attimo. L’onda verde  si contrasse e poi si ampliò, calando con tutta la sua potenza sulla nebbia del Male.
Accadde tutto in un attimo. Vi fu un’esplosione,  piena di frastuono come immagino sia quella di una bomba nucleare, e un vento fortissimo si alzò. Alzò anche tutta la polvere del terreno, e quando entrambi si calmarono, la nube non c’era più. E con lei erano spariti tutti i nemici.
Un lunghissimo istante di silenzio, e poi ci fu l’urlo di gioia.
Tutti i nostri soldati acclamavano, gridavano, sbattevano le spade sugli scudi, giubilanti. Io sorrisi stancamente. Il potere stava scemando, e l’apatia di prima minacciava di tornare.
Cominciai a scendere per tornare a terra, lentamente, poi sempre più veloce, precipitando come una lenta meteora. Non mi importava nemmeno di schiantarmi contro il terreno, la stanchezza mi stava sopraffacendo.
Due braccia forti e calde mi presero al volo prima che toccassi terra.
-         Esme? – Una voce nota era vicina al mio orecchio, rassicurante e preoccupata. Shadow. – Esme, è finita. Hai vinto. – I suoi occhi color rubino mi scrutavano dalla testa ai piedi, felici ma ansiosi. Dietro di lui vedevo spuntare le teste di qualcun altro. Credetti di riconoscere quella bionda di Legolas, ma in quel momento non importava.
-         Shadow – sussurrai. Andava tutto bene. Ero fra le braccia del mio riccio. – Shadow, sono stanca.
-         Lo so, piccola, lo so. Dormi. E’ finita. – Era così bella quell’idea. Mi si stava appannando la vista. Presto sarei crollata.
-         Shadow – chiamai ancora, anche se mi uscì un borbottio confuso. Lui comunque mi capì.
-         Cosa, Esme?
-         Non lasciarmi con Eragon. Io voglio te.
E dopo questo sussurro sdolcinato, mi arresi alla stanchezza e persi i sensi. L’ultima cosa che sentii prima di affidarmi al dio del sonno fu una frase di qualcuno lontano, ma eppure vicino.
- Siamo orgogliosi di te, Predestinata.

Sono ufficialmente un'invasata. Non scherzo. Mi sono messa davanti al pc dicendomi "Ma sì vediamo se riesco a scrivere qualche riga...."
Ho scritto per un'ora e mezza. Senza interruzioni. E dimenticandomi di studiare greco. Dopo questa, se il capitolo è pessimo potete farmi qualcosa di male, avete il permesso.
Comunque, a proposito del capitolo.....Esme è esplosa! (Sento l'eco dei "finalmente"....) E questo vuol dire che purtroppo siamo quasi alla fine. Il prossimo capitolo sarà l'ultimo. E...tutte le domande avranno una risposta, tutte i single avranno la loro metà, eccetera, eccetera. Quindi...attendete fiduciosi. E se vi è piaciuto questo capitolo, ripeto, recensite. Grazie.
A presto!
Ro =)
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: Kilian_Softballer_Ro