Serie TV > The Mentalist
Ricorda la storia  |      
Autore: Reiko87    15/05/2013    4 recensioni
Ecco a voi una one shot che mi è venuta in mente dopo aver rivisto la puntata 3x07.
“No, non può essere. Non lei, non la mia Theresa… Ne sono sicuro, non è da lei… Eppure…”.
Spalancando gli occhi, senza pensarci le afferrò il braccio all’altezza del gomito per trascinarla via con sé.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ecco a voi un'altra creazione forse un po troppo sdolcinata... Che posso farci se sono un'inguaribile romantica? :) Spero possa piacervi e se non chiedo troppo sarei felicissima se poteste lasciarmi una recensione per capire com'è venuta... i commenti che siano positivi o negativi sono sempre benaccetti purchè costruttivi. Grazie per il tempo dedicato... Ciao ;)
Ah! dimenticavo, il titolo è pessimo, ma sinceramente sono un po negata a sceglierli... quindi scusatemi! ;)
Ciao e buona lettura :)






Erano appena le 9 di mattina e già erano stati richiesti per un nuovo caso. Possibile che gli assassini uccidessero solo nelle ore più strane? Jane scese dalla sua ds celeste sbadigliando e pensò che dopo il caso Bajoran avrebbe potuto riposarsi un po’; ma si era illuso. Solo mezz’ora prima il suo cellulare aveva squillato insistentemente e la voce di Cho l’aveva avvertito di un nuovo caso.
Era appena arrivato sul luogo del delitto lasciando come suo solito l’auto in divieto di sosta, avrebbe sicuramente preso un’altra multa, ma non se ne preoccupò. “La lascerò sulla scrivania di Lisbon” sorrise al pensiero e diede uno sguardo in giro per individuare gli altri della squadra. Cho parlava con un agente locale per avere informazioni sulla vittima, mentre Rigsby e Van Pelt analizzavano ancora la scena del crimine con gli uomini della scientifica.
Ma dov’era finita Lisbon?
 
-Buon giorno ragazzi!- disse con un sorriso ampio sulle labbra.
 
-Hey- disse semplicemente Cho appuntando qualcosa che a lui sarebbe parso irrilevante sul taccuino.
 
-Ciao Jane- dissero invece in coro gli altri due agenti rispondendo al suo sorriso di poco prima.
 
Jane si guardò ancora intorno come a cercare qualcuno:
 
-Dov’è Lisbon?-
 
-Quando hanno chiamato in ufficio per avvertirci del caso lei non era ancora arrivata, ma sono riuscita a contattarla al cellulare. Sarà qui a momenti- rispose Grace con aria tranquilla.
 
Lisbon non era a lavoro? Solo a lui sembrava strana la cosa? Da quando conosceva Lisbon non le aveva mai visto fare un solo minuto di ritardo né prendere un singolo giorno di ferie. Non era da lei, era successo qualcosa. Se lo sentiva.
 
-Ah, eccola- la voce dolce e delicata di Van Pelt interruppe i suoi pensieri.
 
Si voltò a guardare nella direzione indicata dall’agente rossa e vide una piccola figura scendere da un suv nero. Lisbon sembrava rilassata e le sue labbra erano increspate in un leggero sorriso, come se un pensiero felice le stesse passando per la testa.
Jane pensò che qualsiasi cosa le fosse successa, non era nulla di spiacevole, visto e considerato che non sorrideva mai al mattino prima di prendere un buon caffè.
Mentre la donna si avvicinava, una folata di vento portò il suo dolce profumo di fragole alle narici del consulente. Adorava il suo profumo, soprattutto al mattino, era così fresco e rigenerante che non si sarebbe mai stancato di ispirarlo. Fece un respiro profondo aspettando che la dolce fragranza lo invadesse e conquistasse tutti i suoi sensi. Ma l’odore che ne trasse non fu quello che si aspettava. La sua Lisbon non aveva il consueto profumo di fragole dato da quel bagnoschiuma che usava.
 
-Hey, cosa abbiamo?- disse la mora facendo un lieve cenno col capo a mo’ di saluto e avvicinandosi a Cho per avere maggiori informazioni sul caso.
 
Jane non la salutò nemmeno e le si accostò iniziando ad annusarla, così come faceva qualche volta coi cadaveri.
 
-Ma che fai Jane?- disse Lisbon sorpresa da quell’atteggiamento.
 
-Mhh… No, nulla- disse il biondo consulente con aria ingenua.
 
Jane aveva già sentito quell’odore, ma non riusciva ad associarlo a nient’altro. Poi quando Lisbon tornò a dedicarsi ai suoi sottoposti, iniziò a squadrarla, cercando di afferrare qualche particolare che gli sfuggiva. Gli sembrò che Theresa portasse ancora i vestiti del giorno precedente. No, ne era sicuro, erano gli stessi indumenti che le aveva visto indossare quando l’aveva salutata la sera prima tornando a casa. Erano leggermente sgualciti. All’improvviso riuscì a collegare tutto, ecco a chi apparteneva quel profumo di muschio. “No, non può essere. Non lei, non la mia Theresa… Ne sono sicuro, non è da lei… Eppure…”.
Spalancando gli occhi, senza pensarci le afferrò il braccio all’altezza del gomito per trascinarla via con sé.
 
-Ma che stai facendo Jane!- disse la donna spiazzata da quell’atteggiamento.
 
-Vieni con me- disse in un sussurrò che sentì solo lei.
 
La portò vicino al suv nero con cui era arrivata senza mai lasciarle il braccio stando però attento a non farle male e fece in modo di nascondersi agli occhi indiscreti dei suoi colleghi voltando dietro l’auto.
 
-Si può sapere cosa ti prende? Cosa…-
 
Non fece in tempo a finire di parlare che una furia le si scagliò contro.
 
-Sei andata a letto con Mashburn?-
 
Rimase ammutolita. Non sapeva cosa dire o fare, ma sapeva che Jane se ne sarebbe accorto subito, in fondo lui era il mentalista. Quello che però non si aspettava era quel tipo di reazione da parte sua, aveva il fiato corto e gli occhi spalancati, in un evidente stato d’agitazione.
 
-Allora? Sei o non sei andata a letto con Walter Mashburn?-
 
-Non sono affari che ti riguardano-
 
-Oh mio dio… allora è vero! …Non posso crederci- disse voltando gli occhi, fino a quel momento fissi nei suoi, in direzione di un punto imprecisato sopra le loro teste.
 
-Davvero non me lo sarei mai aspettato da te, Lisbon… Ti ha fatto forse il lavaggio del cervello… Sei per caso impazzita? Come ti è saltato in mente?-
 
-Se proprio ci tieni sì, sono andata a letto con Walter e no, non sono impazzita- ora lo guardava con aria di sfida e leggermente infastidita da quel tono polemico.
 
-Ma dico Lisbon, tra tanti uomini proprio con Mashburn? Ora sarai una delle sue tante bamboline… Tu non sei così, tu sei diversa, sei bella e intelligente, sei una donna da storia duratura… Tu credi ancora nel vero amore  e lo cerchi disperatamente… Lui non fa per te!-
 
-Allora dimmi Jane, tu che sai tutto, chi sarebbe l’uomo ideale per me? …Tu forse?!-
 
Lisbon non si rese nemmeno conto di aver quasi urlato l’ultima frase, arrabbiata com’era per l’intromissione del collega. Pensava che non fosse capace di parlare in quel modo diretto a Jane, ma ormai era cosa fatta… e poi non riusciva proprio a capire cosa potesse interessare a lui della sua vita sentimentale.
Quando vide che da parte del consulente non arrivava nessuna risposta, decise di tornare al suo lavoro, ma una presa decisa e al tempo stesso dolce l’afferrò al polso. Jane aveva la testa bassa e fissava per terra insistentemente, mentre con la mano destra bloccava quella della donna che lo guardava stranita.
Lisbon si riposizionò di fronte a lui in attesa; sapeva che aveva qualcosa da dire, ma gli sembrò titubante.
 
-Io… Io so di non aver molte speranze di interessare ad una donna fantastica come te, Lisbon. Non ho più il conto di quanti siano i miei difetti, che battono decisamente quei pochi pregi che mi restano. Non ho il diritto di dirti nulla e non posso aspettarmi che tu resti ad attendere che io mi decida a fare qualcosa per dimostrarti quanto ci tenga a te. Ma devo dirtelo, per il bene che ti voglio, non buttare la tua vita come io ho fatto con la mia, non lasciare che le delusioni ti cambino. Tu sei la donna più pura e sincera che abbia mai incontrato. A rischio di sembrare… geloso… non lasciarti coinvolgere da uomini che non possano rispettarti, tu meriti di più, Lisbon, meriti un uomo che ti faccia sentire le farfalle nello stomaco come fosse il primo incontro anche dopo 40 anni insieme. Un uomo che ti ama e che darebbe la vita per te-
 
Lisbon rimase spiazzata da quel discorso, non aveva mai sentito il suo consulente parlare così. Decise di sorvolare sulla prima parte, non capendo esattamente quale fosse il vero significato di quelle parole. Non poteva voler dire quello che pensava… no?!
 
-E chi mai farebbe tutto questo per me? Io non ho mai conosciuto un uomo del genere- disse con un velo di tristezza negli occhi.
 
Fino a quel momento Jane era rimasto con lo sguardo basso, senza il coraggio di guardarla, ma in quel preciso istante capì che era l’ora di tentare il tutto per tutto; alzò lo sguardo nella direzione di quei splendidi smeraldi e rispose in un sussurro:
 
-Io lo farei-
 
Lisbon non potette credere alle sue orecchie, spalancò gli occhi a quella dichiarazione non potendone più travisare il significato.
Jane vide apparire un lieve rossore sulle sue guance che andava accentuandosi a mano a mano che i loro occhi si incatenavano.
Forse c’era ancora speranza dopo tutto.
Iniziò ad avvicinarsi cautamente per non spaventarla.
 
-Lisbon…- disse sussurrando il nome della donna quasi all’altezza delle sue labbra.
-Io non so cosa accadrà, ma non voglio più rischiare di perderti solo perché non ho avuto il coraggio di dirti cosa provo per te- e chiudendo gli occhi colmò la distanza tra loro con un tenero bacio.
 
Dopo qualche secondo si allontanò lentamente per darle il tempo di assimilare quello che era successo. Lisbon era stupita, tanto da non riuscire a muoversi, restando con gli occhi spalancati dallo stupore.
 
-Lisbon, io ti amo- disse infine traendo tutto il coraggio che gli restava –E ora puoi anche rifiutarmi, ma non avrò più il rimorso di non aver fatto qualcosa per fartelo capire-
 
Rimasero ancora un attimo così: occhi negli occhi senza proferire parola. Lisbon fu ridestata da un lieve movimento di Jane che la informò che se non avesse fatto qualcosa subito, l’uomo che amava e che le aveva detto di amarla sarebbe andato via e probabilmente non ci sarebbe stata un’altra occasione per loro.
Posò ancora lo sguardo sulla mano di lui che la tratteneva per il polso, e l’uomo interpretò il segno come fosse il momento di lasciarla andare.
Lisbon non sapeva proprio cosa dire, ma forse non servivano parole tra loro. Come diceva la sua canzone preferita? No More Words… Eh sì, basta parlare, bisognava agire.
Alzò la mano tremante per lasciargli una dolce carezza sulla guancia e un po’ insicura iniziò ad avvicinarsi a Jane. Stava facendo la cosa giusta? Al diavolo il buon senso, per una volta avrebbe seguito il suo cuore. Chiudendo gli occhi raggiunse la bocca del biondo consulente e lo baciò. Tremò ancora per i brividi che il contatto le provocò, ma in un secondo momento quella sensazione lasciò spazio a qualcosa di nuovo, un senso di completezza che nessuno dei due aveva mai provato prima. Lisbon prese l’iniziativa e, avvicinandosi con tutto il corpo, portò le braccia intorno al suo collo. Jane di rimando portò le sue intorno alla vita di quella meravigliosa creatura che l’aveva stregato e approfondì il bacio. Le loro lingue danzarono insieme in un meraviglioso valzer d’amore, facendo crescere la passione tra quei corpi complementari.
In un solo attimo di lucidità Lisbon, con gli occhi ancora chiusi, si staccò da quella presa infuocata poggiando la sua fronte a quella di Jane e spostò lentamente le mani dal collo dell’uomo per portarle alle sue guance lasciando i pollici a chiudere quelle meravigliose labbra che ora le appartenevano.  Entrambi sospirarono.
 
-Credo sia il caso di tornare dagli altri, infondo siamo in servizio- disse infine controvoglia.
 
-Maledetto lavoro…- disse semplicemente il consulente, provocando un sorriso nella donna.
 
-Su dai, andiamo-
 
Jane iniziò ad incamminarsi verso la scena del crimine per riprendere possesso delle proprie facoltà mentali che quella donna aveva portato via con il suo bacio. Quando aveva quasi raggiunto gli altri componenti del team si sentì chiamare alle spalle
 
-Patrick!-
 
E, voltandosi, si ritrovò tra le braccia quella donna minuscola dalla forza esplosiva. Erano di nuovo stretti in un abbraccio.
 
-Hey…- rimase basito. Poi continuò col suo solito fare da sbruffone –So che non riesci a starmi lontano neanche per qualche secondo, ma così mi sembra eccessivo!-
 
Lisbon gli diede uno schiaffetto sul braccio a mo’ di rimprovero.
 
-Avevo dimenticato di dirti una cosa.-
 
-Ah sì? Cosa?-
 
-Ti amo anche io-
 
Si guardarono ancora negli occhi sorridendo come se non esistesse il male sulla terra. Erano le due metà della stessa mela, e questo l’avevano capito. Ora non si sarebbero più lasciati.
Si baciarono ancora delicatamente per suggellare quel patto silente.
Poi si staccarono e, sotto gli occhi increduli dei tre agenti, intrecciarono le mani camminando verso una nuova vita.
Ne erano sicuri, sarebbe stato per sempre.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: Reiko87