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Autore: Clarion    15/05/2013    0 recensioni
“Quanto la notte è troppo lunga, cosa fai?” “Cerco di non pensarci” è questo che ha risposto a una domanda, giorni fa, o forse molto tempo fa. C’era qualcun altro quel giorno.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Chi riporterà lo splendore su questo pianeta alla fine?

 

“Chi riporterà lo splendore su questo pianeta alla fine?” si domandano in tanti.

“L’ultimo angelo è morto. Ora saranno le tenebre a dominare sul nostro mondo” se ne lamentano alcuni saggi. Sagan, la combattente del cielo è morta in battaglia. Le forze oscure del mondo ipogeo ora sono più potenti che mai. Cercano cibo, non si nascondono più. Questo mondo appartiene loro.

Nell’anno duemila ottantaquattro il pianeta ha nome di Demetrius, e angeli che combattono contro i demoni nel suo grembo oscuro sono realtà. Ora gli umani saggi sono mesti, perché hanno perso l’ultimo angelo. Ora chi combatterà per loro? Per il pianeta? Sarà il regno dei demoni, gli esseri sapienti e maligni nell’animo appartenenti alle profondità della terra. Porteranno a termine i loro piani, e trasformeranno gli umani in demoni come loro. Blasfeme creature, loro amanti della morte.

“Chi è il più forte tra noi?” è la domanda di Narr Daale, un demone che combatte contro un umano. Lunghi capelli bruni legati in una coda sottile e un orecchino a triangolo incorniciano le pallide fattezze. Sembrerebbe un’ombra, un’illusione sotto i raggi della luna. Danjel l’umano lo mira con astio. Quel demone sulla propria strada è stata una sfortuna. Ma se lo merita, è caduto nella trappola. Questo è soltanto colpa sua.

“Umano” pronuncia Narr Daale con disprezzo. “Chi ti credi di essere?” è la domanda dell’umano, posta con uguale disprezzo. Danjel spara al demone, ma a un tratto qualcosa lo blocca, le mani si paralizzano lentamente, poi il resto del corpo. – Ma non gli ho sparato? –, si accascia a terra, i piedi non lo reggono. – Maledetti demoni, con i loro stupidi giochetti –. Ora sono fottuto, pensa lui.

“Perché ti ribelli, tu non sei un angelo. Sei un umano, un insignificante umano” gli ricorda rabbioso il demone. “Sarai il nostro cibo” ride cattivo. Danjel non ci sta. – Questa non può essere la fine –.

Narr Daale si china su di lui: “Su di te non c’è molta carne, ma andranno bene anche le ossa”, gli afferra il braccio sinistro. “No! Un demone come te non può uccidermi”, urla Danjel. Ma il demone sta per sferrargli il colpo di grazia, eccitato dalla rabbia dell’altro, dall’odio, dall’odore di morte. “Non farlo” Danjel non riesce quasi a parlare, gli manca l’ossigeno, il suo corpo è ormai intorpidito. Si rassegna alla fine, forse perché non sopporta il dolore.

– Già, allora ammazzami – pensa l’umano. Lo schermo gli è caduto durante il combattimento, così l’ha guardato negli occhi, ha fatto un errore. Ma non è facile combattere contro qualcuno senza potergli guardare gli occhi. Narr Daale incrocia il suo sguardo, dritto nelle pupille. Quel contatto lo fa trasalire. Perché sente una disperata tristezza dentro. “Uccidimi” dice l’umano. Poi il demone capisce. Quella persona, quegli occhi trasparenti come il ghiaccio, quelli sono i suoi occhi, quell’umano è lui. Niente angeli, niente demoni. Di quel mondo alla fine è rimasto soltanto lui. Solo. “No!” grida allora. “No!”. Lì non c’è niente altro se non lui, e la propria cieca pazzia.

– Chi mi riporterà indietro? – quella domanda si nasconde nel nulla tutt’intorno.

“Quanto la notte è troppo lunga, cosa fai?” “Cerco di non pensarci” è questo che ha risposto a una domanda, giorni fa, o forse molto tempo fa. C’era qualcun altro quel giorno. Nemmeno ricorda la sua faccia. Sembra uno dei suoi soliti sogni. Ma ora scappa Danjel da questa terra straniera. Le due identità sembrano unirsi ora, non c’è nessuna differenza tra chi guarda, e chi agisce. Ora tutto si mescola insieme, non c’è più il bianco e il nero.

C’è soltanto l’errore.

Nessuna speranza. Soltanto il buio, e un ordine: “Uccidimi”. L’unico modo, l’unica strada per essere liberi. Narr Daale, chiudi gli occhi. Gli umani sono estinti, sei rimasto solo. Nessun sacrificio da compiere. Danjel, chiudi gli occhi, sei solo qui. Nessun demone da combattere. Solo il buio che appartiene a una ragione ormai persa.

Si sono illusi gli angeli, si sono illusi.

Ciò che resta è la follia. Si sono illusi.

Gloria  a Sagan.

Gloria agli angeli.

 

 

 

  
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