Chi riporterà lo splendore su
questo pianeta alla fine?
“Chi riporterà lo
splendore su questo pianeta alla fine?” si domandano in tanti.
“L’ultimo angelo è
morto. Ora saranno le tenebre a dominare sul nostro mondo” se ne lamentano
alcuni saggi. Sagan, la combattente del cielo è morta in battaglia. Le forze
oscure del mondo ipogeo ora sono più potenti che mai. Cercano cibo, non si
nascondono più. Questo mondo appartiene loro.
Nell’anno duemila ottantaquattro il pianeta ha
nome di Demetrius, e angeli che
combattono contro i demoni nel suo grembo oscuro sono realtà. Ora gli umani
saggi sono mesti, perché hanno perso l’ultimo angelo. Ora chi combatterà per
loro? Per il pianeta? Sarà il regno dei demoni, gli esseri sapienti e maligni
nell’animo appartenenti alle profondità della terra. Porteranno a termine i
loro piani, e trasformeranno gli umani in demoni come loro. Blasfeme creature,
loro amanti della morte.
“Chi è il più
forte tra noi?” è la domanda di Narr
Daale, un demone che combatte contro un umano. Lunghi capelli bruni legati
in una coda sottile e un orecchino a triangolo incorniciano le pallide
fattezze. Sembrerebbe un’ombra, un’illusione sotto i raggi della luna. Danjel l’umano lo mira con astio. Quel
demone sulla propria strada è stata una sfortuna. Ma se lo merita, è caduto
nella trappola. Questo è soltanto colpa sua.
“Umano” pronuncia Narr Daale con disprezzo. “Chi ti credi
di essere?” è la domanda dell’umano, posta con uguale disprezzo. Danjel spara
al demone, ma a un tratto qualcosa lo blocca, le mani si paralizzano
lentamente, poi il resto del corpo. – Ma non gli ho sparato? –, si accascia a
terra, i piedi non lo reggono. – Maledetti demoni, con i loro stupidi giochetti
–. Ora sono fottuto, pensa lui.
“Perché ti
ribelli, tu non sei un angelo. Sei un umano, un insignificante umano” gli
ricorda rabbioso il demone. “Sarai il nostro cibo” ride cattivo. Danjel non ci sta. – Questa non può essere la fine –.
Narr Daale si china su di lui: “Su di te
non c’è molta carne, ma andranno bene anche le ossa”, gli afferra il braccio
sinistro. “No! Un demone come te non può uccidermi”, urla Danjel. Ma il demone
sta per sferrargli il colpo di grazia, eccitato dalla rabbia dell’altro,
dall’odio, dall’odore di morte. “Non
farlo” Danjel non riesce quasi a parlare, gli manca l’ossigeno, il suo corpo è
ormai intorpidito. Si rassegna alla fine, forse perché non sopporta il dolore.
– Già, allora
ammazzami – pensa l’umano. Lo schermo gli è caduto durante il combattimento,
così l’ha guardato negli occhi, ha fatto un errore. Ma non è facile combattere
contro qualcuno senza potergli guardare gli occhi. Narr Daale incrocia il suo sguardo, dritto nelle pupille. Quel
contatto lo fa trasalire. Perché sente una disperata tristezza dentro.
“Uccidimi” dice l’umano. Poi il demone capisce. Quella persona, quegli occhi
trasparenti come il ghiaccio, quelli sono i suoi occhi, quell’umano è lui.
Niente angeli, niente demoni. Di quel mondo alla fine è rimasto soltanto lui.
Solo. “No!” grida allora. “No!”. Lì non c’è niente altro se non lui, e la
propria cieca pazzia.
– Chi mi riporterà
indietro? – quella domanda si nasconde nel nulla tutt’intorno.
“Quanto la notte è
troppo lunga, cosa fai?” “Cerco di non pensarci” è questo che ha risposto a una
domanda, giorni fa, o forse molto tempo fa. C’era qualcun altro quel giorno.
Nemmeno ricorda la sua faccia. Sembra uno dei suoi soliti sogni. Ma ora scappa
Danjel da questa terra straniera. Le due identità sembrano unirsi ora, non c’è
nessuna differenza tra chi guarda, e chi agisce. Ora tutto si mescola insieme,
non c’è più il bianco e il nero.
C’è soltanto
l’errore.
Nessuna speranza.
Soltanto il buio, e un ordine: “Uccidimi”.
L’unico modo, l’unica strada per essere liberi. Narr Daale, chiudi gli occhi.
Gli umani sono estinti, sei rimasto solo. Nessun sacrificio da compiere.
Danjel, chiudi gli occhi, sei solo qui. Nessun demone da combattere. Solo il
buio che appartiene a una ragione ormai persa.
Si sono illusi gli
angeli, si sono illusi.
Ciò che resta è la
follia. Si sono illusi.
Gloria a Sagan.
Gloria agli
angeli.