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Autore: AlyssaKamui    03/12/2007    2 recensioni
Facciamo che questa sarà una storia diversa dalle altre.
Facciamo che io ti do l'inizio, un punto di partenza, come finirà lo dovrai decidere tu.
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In precedenza era stata postata con un altro account. Poi l'ho cancellata e adesso rieccola con un finale lievemente diverso (quello di prima era banale).
Che altro dire? Buona lettura! E ovviamente i commenti positivi e negativi sono graditi^^


Facciamo che questa sarà una storia diversa dalle altre.

Facciamo che io ti do l'inizio, un punto di partenza, come finirà lo dovrai decidere tu.

E facciamo che il racconto finirà quando io lo dirò, ti sorprenderò, smetterò di scrivere e tu non ti renderai nemmeno conto che non c'è un continuo.

Non fidarti troppo di te, dubita dei tuoi stessi occhi.

Adesso immagina una città, una città come le altre, come la tua. E' coperta da un cielo scuro, tempestoso e le strade sono quasi deserte, fatta eccezione per un piccolo gruppo di adolescenti che chiacchierano appoggiati ad una panchina. Tu sei fra di loro.

Alzi lo sguardo, il vento ha cominciato a soffiare ma non ti importa, perchè dovrebbe?

Ad un certo punto la pioggia. E allora cominci a correre insieme agli altri, ridete e continuate a farlo finche il respiro comincia a farsi troppo pesante, finche non c'è più nessuno, finche non ti fermi esausto. Sei solo, i tuoi amici ti hanno lasciato indietro.

Dei passi, un fruscio.

Cominci ad avere paura?

Forza, riprendi a correre, alla fine della strada c'è un bar, puoi entrare lì dentro.

Un'ombra davanti a te, è il tuo migliore amico, non te lo devo descrivere io, sai chi immaginarti; da sotto un portone aspetta che la pioggia diminuisca.

Black out.

Ora non c'è più il tuo amico, c'è un cadavere che ti fissa. Il sangue si mescola alla pioggia sul marciapiede allagato.

E adesso? Adesso hai paura?

Urla, scappa via. Solo, completamente solo. O forse no? Chi l'ha ucciso?

Ecco la calda luce del bar, coraggio, pochi metri.

Una voce ti chiama, impaurita. Ma che ne può sapere della paura? Non ha visto il cadavere del suo migliore amico. Riconoscei la voce, impossibile non farlo. E' della persona che tante volte hai sognato, che tante volte ti ha fatto battere il cuore. Ti fermi, magari ha bisogno di aiuto.

Black out.

Di nuovo. Di nuovo sangue, di nuovo morte, di nuovo un cadavere. Non riesci ad urlare, stai tremando e pensi che tutto questo sia solo un brutto incubo.

Lì fuori c'è qualcuno che ha ucciso due persone davanti ai tuoi occhi, nessun essere umano sarebbe capace di fare una cosa simile.

Ancora non hai paura?

Nonostante le gambe molli riesci comunque ad arrancare fino al bar, apri la porta e la luce, il calore ti fanno sentire al sicuro. Il barista ti sorride, oramai sei cliente e ti conosce bene.

Hai bisogno di calmarti. E la polizia? Devi assolutamente chiamarla! Ma è innegabile che adesso non riusciresti nemmeno a parlare, sei sconvolto, stai piangendo. Ti guardi intorno, nessuno fa caso a te e alle tue lacrime; metti la mano in tasca con l'intento di prendere il portafoglio.

Eccolo, ne riconosci la consistenza, ma cos'è quell'altro oggetto? Li tiri fuori entrambi, il portafoglio è aperto e l'altro oggetto non è altro che un coltello, un coltello insanguinato.

Lo lasci cadere a terra e urli nuovamente. Nessuno fa caso a te, non esisti.

Oh si, hai paura.

Fisi atterrito il coltello ed è abbastanza visibile lo strano disegno creato dal sangue... e improvvisamente capisci...

  
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