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Autore: purplelight    16/05/2013    4 recensioni
Il Dottore si appoggiò al muro - e cosa vuol dire...? essere inconsapevoli è come essere morti-disse.
Rose si mise di fianco a lui , allungando la mano fino al suo viso e accarezzandolo dolcemente , lui la guardò. - Hai paura?- chiese.
Lei abbozzò un sorriso stanco - Si...ma- prese il suo volto con ambe le mani - se ci sei tu , in questo buio ,io non ho paura...-
Si guardarono , senza sorriso , con occhi tristi e lucidi....quello sarebbe stato un addio...
-Io si...- sussurrò il Dottore.
-Cosa? - chiese Rose alzando un sopracciglio , gesto che fece sorridere il Dottore.
-Ho paura- disse lui e i suoi occhi si coprirono di lacrime.
Rose sospirò e avvicinò le labbra alla fronte dell'uomo , dandogli un bacio leggero .
-Non averne....non ne hai bisogno, questo è normale, bisogna andare avanti ognuno per la propria strada-
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Doctor - 10, Doctor - 11, Doctor - 9, Rose Tyler
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un soffio di vento gelido spirò sui muri dei palazzi  che si ergevano, enormi, imponenti sotto la notte, nera e umida .
Le luci brillavano, parevano delle piccole fiammelle intermittenti inghiottite dalle tenebre. Una luna pallida sembrava appena illuminare i contorni della città.
Nelle strade regnava il silenzio, irreale, angosciante.
Rose si strinse nella giacca rossa di pelle. Si guardò intorno.
La strada di Saint Paul era deserta, delle carte svolazzavano in aria, colpite dal vento, sollevandosi e poi ricadendo, sfiorando appena il grigio cemento.
Era appena uscita dal lavoro.
Controllò l'ora, sull' orologio da polso. Erano le 22:30.
Sospirò esausta.
Ultimamente quella era la sua ora d'uscita...era oberata dal lavoro, ed era costretta a rientrare a casa dopo le 22...tutti i santissimi giorni.
Scansò il pensiero pessimista che si stava formando nella sua testa, era veramente una vita senza pace, la sua.
A volta si stupiva della sua capacità di sopportare tutto quello.... quella,... monotonia.
Ogni mattina si svegliava alle 8 , preparava la colazione per lei e sua madre, usciva, andava al lavoro...un lavoro che consisteva nel compilare moduli su moduli in una casa farmaceutica...nessun contatto umano, tutti i suoi colleghi a testa china sopra ad una scrivania di colore bianco, identico colore,identico modello, identiche penne, identici spazzi...tutto perfetto.
I muri bianchi parevano a volte chiudersi attorno a lei, strappandole il respiro in un misto di claustrofobia e vampate di calore inspiegabili.Fuori il cielo, perennemente grigio si estendeva per chilometri su di una città immensa, fitta di palazzi e di traffico. Un rumore costante e assordante durante il giorno ma di notte, era meglio non uscire...la gente viveva rinchiusa in casa, paralizzata dal terrore e le mura dei palazzi riecheggiavano di un silenzio assordante.
Guardò in cielo.
Non c'erano stelle. Solamente buio. Solamente una luce fioca che era la luna.
Scosse la testa.
Era in pieno coprifuoco.
Aveva paura, sì...poteva sentirli bisbigliare, le loro voci rauche, alcune basse altre stridule. Parevano osservarla, trattenendosi, aspettando il momento giusto.
Le avrebbero rubato l'anima, succhiandola, prosciugandola in un bagliore di luce bianca, sfregiandola....rendendola vuota.
I Rotkunuts tenevano le anime delle persone dentro le loro menti, costringendole ad un inferno eterno...fatto di silenzi e di buio...privandole della loro coscienza...della memoria..dell'emozioni. Negandogli il perdono.
Rose camminava lentamente...gli occhi sbarrati, vigili ad ogni movimento od ombra.
Si girava continuamente, con il cuore in gola, sentendole ridacchiare.
La casa era vicina.
Ancora 50 metri, dietro l'angolo.
Incominciò ad aumentare il passo. Si sentiva tremendamente tesa.
Le mani, strette, erano umide...di sudore.
Un rumore, come dei ferri che cadevano violentemente a terra. Non era dietro a lei...proveniva da una via adiacente. Dei lamenti strozzati.
Si voltò di scatto.
Chiuse gli occhi.
Dentro, si diceva di continuare a camminare, non voltarsi più, arrivare a casa ,chiudere la serrature e le imposte andare a dormire e dimenticare quei lamenti. Fare finta di non aver sentito niente...molti l'avrebbero fatto....
avrebbero usato quell'arma che lei odiava...l'indifferenza.
Scosse la testa. No.
Non doveva seguire il suo istinto quella volta. Quella volta non l'avrebbe fatto.
Continuò a camminare.
Ogni passo che faceva le sembrava pesante. Sembrava quasi trascinarsi sulla strada.
L'indifferenza.
Quella era la cosa che odiava veramente. La cosa che l'aveva sempre tenuta in una morsa costante, in quella condizione di perenne frustrazione.
Per tutti i suoi venticinque anni.
Quella non poteva essere una scelta. Non doveva.
Avrebbe dimenticato tutto il giorno dopo...se lo continuava a ripetere....
avrebbe dimenticato tutto ....
No.
Lei non era quel genere di persona. Non lo era mai stata.
Si maledì quando si girò, ritornando indietro a quel bivio, seguendo quella voce...

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Il vicolo era tremendamente buio.
Non si vedeva niente....
Di colpo la travolse il panico. Non doveva essere lì, lo sapeva. Quelle erano cose che era meglio lasciare perdere.
Sentiva le voci bisbigliare, eccitate...un brivido di gelo risalì dalla sua colonna vertebrale, facendole contrarre le mascelle, tremanti. I Rotkunuts la stavano sfiorando.
Poi ancora, quei gemiti...qualcuno stava lottando dentro al buio.
Non poteva restare ferma. L'avrebbero presa.
Prese un profondo respiro, malgrado il suo torace teso, stretto dalla paura.
Doveva entrare dentro al buio.
Allungò una mano verso il nulla. Si tranquillizzò,
Strinse i denti e avanzò,

Vide una luce accecante bianca esplodere nell'oscurità.
Poi piano sfumò. Riuscì ad intravvedere un volto. Due occhi scuri.
Un uomo stringeva un Rotknutus, tentando di allontanare la faccia del mostro dalla sua.
Rabbrividì....lo stava divorando.
Un fascio di luce sembrava afferrare il viso dell'uomo, risucchiandolo all'interno del mantello del mostro.
Rose indietreggiò spaventata ma poco dopo si ritrovò a terra, inciampando in un coperchio di metallo. Il rumore della caduta fu forte.
I due si girarono di colpo. Vide due occhi rossi brillare.
Il Rotkunuts rise buttando  a terra il corpo dell'uomo.
Lei lo vide avanzare velocemente verso di lei.
Cercò di rialzarsi ma inciampò di nuovo, il suolo era pieno di fango.
Si mise in ginocchio e cercò di scappare arrancando a gattoni.
Sentì la mano gelida prenderle la caviglia e trascinarla verso di lui. In quel tocco sentì la morte.
Poi lo vide.
I suoi occhi come due pozze di sangue, specchiavano il suo viso spaventato.
Un odore di bruciato. Intenso.
- Sei mia....- sussurrò poi la voce....la sentiva nella sua mente. Provò ad opporsi. Era troppo forte. Non riusciva più a muoversi. Gli occhi le si chiusero di colpo.
Sentì come un foro dentro alla testa, una mano strapparle via tutto, risucchiarla...i sensi parvero sgretolarsi.
Sentiva freddo. Tanto, troppo freddo.
Lo sentiva arrivare. Una  fitta...un dolore forte, fortissimo....reale.
Stava morendo...
Poi di colpo riuscì ad aprire gli occhi. Respirò. Il cuore a mille. Le mancava l'aria.
Era come se la mano che la stava stritolando dentro si fosse allentata.
Senti un urlò.
Il mostro si allontanò di scatto, come ferito.
Cercò di capire cosa stava succedendo ma il buio l'avvolse di nuovo.
Poi qualcuno le prese la mano. Era caldo. Una stretta forte e sicura.
Una voce...una voce nell' oscurità sembrò ridarle quel fiato che le era mancato....- Corri....-

Si sentì tirare. Doveva essere quell'uomo.
Corse.
Corse veloce perchè glielo aveva detto lui.
Corse perchè aveva paura.
Corse perchè era l'unica cosa da fare in quel buio intenso.
Non riusciva a pensare a niente.
Non riusciva a vedere niente.
Sembrava che non stessero andando da nessuna parte, era tutto nero...sentiva che c'era un suolo, lo sapeva perchè ci stava correndo su...ma non sapeva dov'era.
Eppure le era sembrato di fare pochi passi per arrivare lì. Pochi secondi nel buio più totale.
E ora, stavano correndo da più di dieci minuti.
Era spaventata.
Cosa stava succedendo?
- Ma dove stiamo andando...?- riuscì a dire, la voce era rotta dall' angoscia. Le sembrava di essere in un brutto sogno, in un incubo...non c'era niente di logico in quella situazione. Di nuovo sentì lo stomaco contratto dalla paura che stava ormai dilagando dentro di lei
-Siamo entrati in uno spazio vuoto...- rispose le voce.
Rose scosse la testa. Cosa? no non era possibile...
-Ma io sono entrata dalla strada principale....ma cosa....-
Sentì stringere la mano.
-Non avere paura...- disse la voce.
Il suo tono era deciso, gentile...forte...familiare. Si sentì calma. Non riusciva a capacitarsene ma quelle parole dette da quella «voce» la tranquillizzarono.
- Ma sto sognando?- sussurrò Rose.
Una risata. Calda.
-No! no...- esclamò la voce divertita.
Poi di colpo Rose andò a sbattere contro il corpo dell'uomo. Non poteva vederlo. Ma lo sentiva. L'uomo si era fermato.
-Cosa c'è?- domandò Rose e istintivamente si aggrappò a quello che le poteva sembrare il braccio, cercandolo nell'oscurità,
-Aspetta....- sussurrò di nuovo la voce.
Sentì dei movimenti. L'uomo stava frugando dentro a qualcosa.
Poi una piccola luce blu illuminò parte del suo viso.
-Ecco...adesso va meglio vero?- un sorriso....splendido.
Lo vide.
Gli occhi scuri, profondi... il viso, caratterizzato da dei lineamenti dolci,gentili....la fissava con un sopracciglio inarcato e un sorriso solare stampato sulla faccia.
-Ciao....-  sussurrò l'uomo.
-Ciao....- rispose Rose con gli occhi spalancati...era rimasta abbagliata da lui...eppure non era bello...era un uomo normale....non lo aveva mai visto in vita sua....stranamente però le sembrava così famigliare...così intimo...
-Hai paura?- le chiese.
Rose sospirò - tu che ne dici?-
Lui rise di gusto.
-Beh...in effetti...siamo nel vuoto...in uno squarcio temporale tra due dimensioni creato da dei mostri che succhiano l'anima...in effetti hai ragione...scusa...- continuò lui guardando nel buio.
- Ma cosa è successo...?- chiese  ancora Rose. Venne interrotta da delle grida.
Le voci intorno a loro urlavano, stridenti, entrando nella loro testa.
Sentì il dolore...non era il suo...sembrava quello di tante persone...urlavano nel buio.
Si tappò le orecchie ma di nuovo, ce le aveva dentro.
-Corri! corri più veloce che puoi!- urlò lui strattonandola.
Un muro scuro, violaceo si materializzò di colpo davanti a loro. Diventava sempre più grande, li circondò.
-Cosa sta succedendo?!- urlò di nuovo Rose in preda al panico.
L'espressione di lui si era fatta tesa di colpo. - Siamo caduti in questo squarcio...solamente...non so...ah...oooh...no!...si!....ohhhh!che idiota! ma certo!-
-Scusa?-
Lui le prese la mano, di nuovo e la tirò in avanti. Azionò quella strana bacchetta di ferro.
Un lampo.

Si ritrovarono in strada.
La luce della luna si era fatta più forte e li illuminava entrambi.
- Ma....ma...ma...ma cosa è successo? - sussurrò lei.
Lui incominciò a salterellare come un pazzo, arruffandosi i capelli freneticamente.
-Eravamo dentro alla sua mente...- sussurrò lui.
Rose scosse la testa ancora.
Lui sospirò sorridendo.
-Ohhh...aspetta che ti spiego...i Rotkunuts sono mostri...meglio dire alieni, anche se mostruosi ma alieni...comunque...loro vivono nell'ombra, si nutrono di anime, risiedono all'interno di esse...dopo averle assunte...noi siamo stati presi, succhiati, provati, toccati...ci sono entrati dentro...inversione....capisci?non siamo noi che viviamo dentro di loro...ma loro che vivono dentro di noi...capisci? ok...quando l'ho capito mi è bastato invertire di nuovo i legami sensoriali, eliminando il loro....ok?...e adesso siamo qua...vivi e vegeti...ah ah! pazzesco eh?- esclamò lui.
Lei lo fissò a lungo.
C'era qualcosa che non andava. Tremava ancora.
Era tutto strano....pazzesco....illogico.
-Tu chi sei?- sussurrò poi indietreggiando.
Lui sorrise.
-Il dottore...-


to be continued....



Olaaa....ciao,
Devo dire che come sempre il primo capitolo doveva essere più lungo ma pur troppo oggi sono stanca e non sono riuscita a scrivere di più.
Comunque...
Un universo alternativo....un dottore...che non è un dottore....( si capirà più avanti...)
una Londra oscura, frequentata da orribili mostri succhia anime....e...
poi?


un abbraccio!....allora, ringrazio di nuovo  i lettori che leggono solamente e i recensori che spero recensiranno questa storia.

Un abbraccio



  
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