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Autore: Nede    16/05/2013    9 recensioni
Long dedicata a tutte le autrici/lettrici che mi hanno sostenuta e continuano a starmi vicine.
E se Goten avesse avuto una figlia? E se la sua fidanzata nascondesse un segreto?
[Estratto]
Non c'era qualcosa da fare! Non c'era più qualcosa da fare!
Doveva rassegnarsi all'idea di non rivedere più il suo dolce sorriso, di non poterla tenere tra le sue braccia e che tutto ciò che aveva programmato per il suo futuro era diventato fumo.
Genere: Avventura, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goten, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Prima di farvi un quadro generale della trama, volevo informarvi che il titolo della storia è somigliante al titolo della storia “All'altezza di mio padre” di 9Pepe4. Non è una tentativo di copiare quel titolo, perché l'ho chiesto alla stessa autrice se potevo utilizzarlo. Proprio perché era l'unico che potesse far risaltare la trama della Long. Passando alla storia, questo è un piccolo prologo per farvi capire un po' gli eventi successvi. Nel primo capitolo si svolgerà la vicenda di come Aiko e Goten si sono incontrati fino ai mesi dopo questa adozione. Nella prima parte della storia, forse il personaggi di Goten apparirà OOC ma successivamente sarà trattato con il suo carattere originale. Inoltre volevo ringraziare Pepe per la disponibilità e dedicare questa storia a tutte le autrici che mi stanno vicine. Se trovate errori di qualsiasi genere, segnalate senza problemi.

Un saluto Nede.

 










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All ' Altezza di mia figlia

 

 

 

 

Prologo.

 

 

 

Non c'era qualcosa da fare!
Non c'era più qualcosa da fare!

Doveva rassegnarsi all'idea di non rivedere più il suo dolce sorriso, di non poterla tenere tra le sue braccia e che tutto ciò che aveva programmato per il suo futuro era diventato fumo; come quella sigaretta che portava sulle labbra...

 

Il secondogenito di Goku era in quella terrazza d'ospedale con gli occhi spenti, con un sguardo vago e con una sigaretta, tenuta tra le due dita, a cercare di dimenticare.

Si sentiva tradito dal destino e ...sì, anche da suo padre. Quel padre che era scomparso, che non sapeva nulla della sua vita e di cosa stava passando; perché? Perché lui era un eroe e in quel momento, il piccolo Goten, avrebbe voluto un suo abbraccio o almeno un misero “ Mi dispiace, figliolo”.

In quello stesso istante, preoccupato e dispiaciuto, atterrò Gohan che vide suo fratello diverso, freddo e tremendamente bisognoso di qualcosa che gli cambiasse la vita.

Si avvicinò a lui, gli prese l'oggetto puzzolente che non aveva mai sopportato e lo gettò via; Goten non si mosse, ma qualcosa dentro lui lo fece tornare il bambino di una volta.

 

 

Sei proprio un pasticcione, Goten!

lo prese in giro la sua dolce compagna che gli tirò una palla di neve sul viso. Lei rise come una bambina mentre, inseguita da Goten, correva verso un albero al riparo.

Tanto ti prendo, non riuscirai a sfuggir...

ed in quel piccolo istante, senza riuscire a terminare la frase, egli cadde sulla ragazza provocando le rise di entrambi.


Aiko, tesoro, ti avevo detto che non mi saresti sfuggita!

lei lo guardò dolcemente, con il suo sorriso sulle labbra, gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò all' improvviso.


Goten, sei proprio imbranato! Anzi ...il mio imbranato

disse non prima di riavere le labbra del corvino sulle sue e volare nel cielo per tornare nella loro abitazione.

 

Aiko era la sua ragazza, la sua migliore amica, la sua anima gemella e l'unica donna che aveva cambiato la sua vita.

Ed ora lei non esisteva più, perché se n'era andata via a causa di qualcosa che nemmeno gli stessi medici sapevano spiegare. Dicevano che lei aveva chiesto, come ultimo desiderio, che Goten facesse quell'atto di bontà che avevano sempre desiderato.

Lui aveva accettato, perché l'avrebbe fatto solo per lei, causando il disappunto di Gohan e dei suoi famigliari. In quel momento non importava ciò che la sua famiglia pensava; per lui contava solo il desiderio suo e di Aiko.

— Goten non puoi farlo! Non hai un lavoro e non puoi assumerti questa responsabilità. So che saresti un ottimo esempio, ma non hai nemmeno una moglie e hai perso lei da poco. Rifletti e non prendere decisioni affrettate, non puoi portare sulle spalle un peso più pesante di te

Senza nemmeno degnarlo di uno sguardo, Goten s'incamminò per rientrare nell'ospedale, non prima di rivolgersi al fratello, facendogli capire che il desiderio di Aiko era più importante di qualsiasi opinione.


— Gohan, io farò ciò che ritengo giusto e nessuno si dovrà mettere in mezzo. Nemmeno tu! E' la mia vita, il mio e il suo desiderio e non devi immischiarti. Secondo te, come credi mi senta? Aiko era tornata una settimana fa, dopo essere stata in Cina un anno, e io l'ho persa senza nemmeno starle accanto in quei sette giorni. E ogni giorni mi chiedo il perché non mi abbia detto che era tornata, quindi fatti gli affari tuoi e pensa alla tua famiglia.

 

 

Goten scomparve dietro quella porta, lasciando Gohan privo di un piccolo spiraglio di razionalità nel fratello.Sapeva che stava sbagliando e che presto se ne sarebbe accorto da solo.

 

E così che il secondogenito di Goku fece la richiesta di adozione, nello stesso ospedale dove era stata Aiko, e fermandosi a guardare nella sala dei neonati si soffermò sul visino paffuto di una piccola creaturina. I suoi occhi vennero catturati da una bambina dagli occhi color pece, dai ciuffetti neri che le ricadevano sul viso e dal modo in cui scalciava tra le braccia dell'infermiera.


 

La povera donna cercava in tutti i modi di farla calmare, ma non c'era nessun verso di riuscirci. Alcune ragazze, neo infermiere, tentarono di calmarla senza successo ed in quell'attimo un brivido, un sesto senso, un istinto o qualcosa che nemmeno lo stesso Goten aveva ben compreso fece segno all'infermiera di uscire. Lei lo guardò disorientata, uscì di corsa con in braccio la bambina per chiedere quale informazione desiderasse quel ragazzo.

— Giovanotto, hai bisogno di qualcosa? Dimmi in fretta per favore, questa piccola non vuole saperne di calmar...

 Non riuscì a terminare di parlare che gli occhi della bambina, con ancora piccole lacrime ai lati degli occhi, fissarono Goten incuriositi e lui la guardò sorridendo.
La prese in braccio, sotto lo stupore dell'infermiera, e la bambina cominciò a ridere contenta e a guardarlo felice.





 

Ora sapeva quale bambina, avrebbe fatto parte della sua nuova famiglia.

 

 

   
 
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