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Autore: bebraveforus    16/05/2013    1 recensioni
Si asciugò le lacrime e sorrise.
“Harry, sei la cosa più bella che ho. Per questo piango, per questo vorrei lasciarti andare, per questo dovresti essere felice ma non posso vivere sapendo che lo sei non a causa mia. Harry ho trovato le risposte. Noi non siamo un errore, noi siamo obbligati a vivere così e non abbiamo fatto nulla. Ci amiamo e basta ma se amarti è sbagliato, è un peccato preferisco sbagliare altre cento volte e preferisco avere un bel posto all’inferno piuttosto che rinunciare a tutto questo.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si piange anche per le cose belle, Harry.

Erano semplicemente persi nella disperazione di quell’attimo, nella violenza di quel frangente – annegati nel bisogno di capire che stava accadendo. Louis e Harry erano ancora abbracciati stretti, uno nella violenta morsa dell’altro, incatenati l’un l’altro quasi ingabbiati nella loro stessa voglia di essere liberi. Louis chiuse gli occhi e appoggiò tutto il peso del suo corpo, tutto se stesso ad Harry. Si lasciò letteralmente scivolare fra le sue braccia, si lasciò cadere ma con un sorriso spontaneo perché sapeva che sarebbe caduto sul morbido. Harry lo sostenne, lo abbracciò forte e si fece carico del suo peso, se lo mise meglio in braccio e lasciò che il più grande si accoccolasse a lui come un bimbo indifeso. Quella giornata era stata stressante per entrambi: due incontri col management – due sgridate, tre interviste con gli altri e nemmeno il tempo di restarsene un po’ da soli che era già ora dell’ennesimo concerto. Sapevano come ci si sentiva a essere un’arancia spremuta. Non era rimasto nel loro corpo nemmeno un briciolo di energia ma Harry accumulò quella poca che aveva – che non aveva – per portare Louis in braccio fino a casa. In un modo o nell’altro avere stretto a se quel corpo caldo, troppo caldo, avere quel volto a pochi centimetri dal suo gli dava la forza di arrivare fino a casa. In un modo o nell’altro riuscì ad aprire la porta di casa spostando il peso di Louis sulla spalla, frugò nella tasca e trovata la chiave la infilò nella serratura e la fece scattare. “Amore mio, siamo a casa.” Sussurrò quando mise piede oltre la soglia, Louis aprì piano gli occhi e dopo esserseli stropicciati baciò la guancia di Harry. “Grazie piccolo.” Sbiascicò con ancora la bocca impastata dal sonno e dalle urla contro il management. Harry lo fece scendere dalle sue braccia e con passo strascicato si diresse in bagno, si fece la doccia e cercò Louis per la casa, non trovandolo uscì fuori in terrazza. “Louis? Che ci fai qui?” Il più grande era appoggiato coi gomiti sulla ringhiera della terrazza e fissava un punto nel vuoto, stava in silenzio così Harry decise di abbracciarlo da dietro. Appoggiò il volto contro la sua schiena e avvolse le braccia attorno al suo stomaco, gli baciò piano la schiena e gli spazi fra una vertebra e l’altra. “Louis che succede?” “Harry, che abbiamo fatto di male?” “Niente, che abbiamo fatto?” “Non si risponde a una domanda con un’altra domanda.” Il più grande sospirò e prese le mani di Harry, le staccò dal suo corpo e si voltò verso di lui appoggiandosi alla ringhiera, Harry poggiò le mani ai lati dei fianchi di Louis e lo bloccò lì. La stessa sensazione di essere incatenati, ingabbiati. Bloccati su quelle terrazza alla ricerca di una risposta. “Louis che succede?” Scandì bene le parole Harry guardando dritto negli occhi Louis che non riuscì a sostenere lo sguardo, lo abbassò e appoggiò la testa sulla spalla di Harry. Il più piccolo stupefatto poggiò le sue grandi mani sulla schiena del più grande e lo strinse forte a se, lo lasciò sospirare fino a quando non si allontanò leggermente e mise le mani sulle spalle di Harry. “Harry, io ti amo. Perché deve essere un errore? Perché dobbiamo vivere così? Che abbiamo fatto?” Harry rimase spiazzato, gli occhi sgranati e le mani sui fianchi di Louis – li stringeva piano eppure con violenza, le dita a premere sopra i vestiti quasi a volerli strappare, solo per poter sentire la sue pelle. Che poteva dirgli? Quelle domande se le faceva ogni giorno e non ne veniva mai a capo. “E’ questo mondo che è sbagliato, noi non abbiamo nulla che non va. Se ci amiamo non può esserci nulla di sbagliato in noi, è l’amore la nostra unica risorsa Louis. Ci trattano così perché sono gelosi, non avranno mai quello che abbiamo noi.” Harry non sapeva se Louis aveva capito, se gli bastavano quelle parole a rincuorarlo così lo baciò. Le dita fra i capelli, gli occhi chiusi, gli uragani nello stomaco, le impalcature crollate – ossa, polmoni, cuore tutto distrutto – i ricordi scanditi dai respiri affannati. Erano così i loro baci: diversi. E non c’era aggettivo migliore per descriverli, aggettivo più bello per classificarli. Loro erano diversi: migliori. Quindi anche i loro baci lo erano, il loro fare l’amore lo era. Era tutto migliore, più necessario, più dolce, più tutto. A un certo puntò Harry sentì il sapore di sale sulle sue labbra. Louis stava piangendo. Il più piccolo interruppe il bacio preoccupato ma Louis lo prese per il viso e lo costrinse a ribaciarlo. “Non abbiamo niente di sbagliato.” Sussurrò Louis quando interruppe il bacio.

Fecero l’amore quella notte, finirono per piangere entrambi alla fine.
“Perché piangiamo, Louis? Non capisco.” Harry era vulnerabile, piccolissimo fra le braccia di Louis. Innocente col volto tinto di rosso per gli attimi vissuti poco prima.
“Hai mai pianto per le cose belle?” Harry annuì. “Ti sei risposto da solo, piccolo mio.” Il più giovane chiuse gli occhi lasciando cadere la testa sul petto del più grande. Era stanco, troppo piccolo per tutto quello, e Louis lo sapeva, Louis doveva lasciarlo andare. Sapeva che se l’avesse fatto dopo tutto Harry sarebbe stato più felice ma non ce la poteva fare. Gli accarezzò piano i ricci e lo coprì con il lenzuolo, lasciò le dita scivolare lungo la schiena di Harry, la accarezzò lentamente e sorrise.
Si asciugò le lacrime e sorrise.
“Harry, sei la cosa più bella che ho. Per questo piango, per questo vorrei lasciarti andare, per questo non ce la faccio, vorrei tu fossi felice senza di me ma non posso vivere sapendo che lo sei non per causa mia. Harry ho trovato le risposte. Noi non siamo un errore, noi siamo obbligati a vivere così eppure non abbiamo fatto nulla. Ci amiamo e basta. Ma se amarti è sbagliato, è  peccato preferisco sbagliare altre cento volte e preferisco avere un bel posto all’inferno piuttosto che rinunciare a tutto questo. Piuttosto che rinunciare a te.” 
  
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