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Autore: SixLeeMunster    16/05/2013    2 recensioni
Wednesday è tornato a Los Angeles, e ha deciso di rimanere in una camera d'albero per un mese, per una pausa dal gruppo e dalla sua carriera musicale
Incontra casualmente Amber Heard, giovane e bella attrice che sta girando the Playboy club, una serie tv sul famoso Hugh Hefner.
I due si scontrano subito, o meglio, lui è attratto da lei, lei non lo sopporta, ma in un certo senso la intriga. Cosa succede quando una bionda mozzafiato mette piede nella vita di una rockstar, e cosa succede quando il front-man dei Murderdolls stravolge la vita della bella attrice di Drive Angry?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.My home sweet homicide

And I'm so love sick, sick of you I guess I'll see you in hell But I'm sure you'd ruin that too

Joseph entró nella hall dell'albergo, la bottiglia di Jack Daniels vuota nella mano destra, la sua solita aria da annoiato sulla faccia, un ghigno appena abbozzato. 
L'ennesimo concerto terminato con successo, il suo ritorno a Los Angeles era stato clamoroso, ma ogni volta che lui tornava vi era il sold out. Si fermó davanti alla reception, mentre una bionda mozzafiato percorreva il lungo salone per dirigersi verso l'ascensore.
Se non fosse stato per il suo lato introverso, probabilmente l'avrebbe seguita e ci avrebbe provato con lei, sebbene la bionda fosse al di là delle sue possibilità. Insomma, lei era uno schianto, e lui Wednesday 13.
Si limitó a guardarla, a delineare quel corpo longilineo e le gambe lunghe che uscivano affusolate da quel vestito rosso, i capelli chiari che scendevano sulla schiena.
"Come posso aiutarla, signore?" La voce della receptionist lo fece ritornare alla realtà, dimenticando le sue fantasie erotiche per un momento.
"Joseph Poole. Il mio manager ha prenotato una stanza per conto mio." Lui  disse, con tono freddo e pacato, la voce roca, gli occhi nero fissi su quella della receptionist.
"Numero 27, secondo piano." Non aggiunse niente, si limitò a guardare sul registro e a consegnare le chiavi a Joseph.
Joseph ringraziò e si diresse verso l'ascensore, dove la sua bionda da urlo tentava ostinatamente di chiamare l'ascensore, pigiando ripetutamente quello stupido pulsante che si accendeva e si spegneva.
Lui si appoggió al muro con una spalla, togliendosi il chiodo di pelle, mostrando i suoi numerosi tatuaggi, e continuó ad osservare la ragazza.
"Maledizione" proferì lei, dopo aver capito che la sua ostinazione non avrebbe fatto arrivare più velocemente un ascensore.
"Devo dire che sei tenace." Joseph azzardó la battuta, con un piccolo sorriso sulle labbra.
Lei, di rimando, lo squadró, riservandogli uno sguardo di fuoco: "Ah ah, molto divertente."
"Lo è, in effetti."
"Cosa sarebbe divertente? Il fatto che questo dannato ascensore non arrivi, o il fatto che vorrei levarti quel sorriso dalla faccia?"
Lui ridacchió, divertito: non capitava molto spesso di trovarsi faccia a faccia con una bella donna, specialmente se questa aveva un bel caratterino "il fatto che, quando ti incazzi, sei davvero molto carina."
Carina? Lei non era abituata ad essere chiamata "carina", al massimo "bellezza" o "bomba sexy". Certo, non era una di quelle modelle di Victoria's Secret, ma era nella top 10 delle donne più belle del 2013, no?
"Ah, bene, mi mancava l'appellativo carina nell'elenco dei complimenti. Dovrei prenderlo come un complimento, metallaro?"
Joseph rise, "metallaro" era davvero inappropriato, ma dato che i loro mondi erano davvero molto diversi, poteva ben capire che lei non riuscisse a denotare la differenza tra "metallaro" e "psycho punk".
"Preferirei Joseph."
Lei si acciglió, mozzando una risatina di scherno: "scusa?" "Joseph. Il mio nome è Joseph, barbie." Il suo sorriso si allargó ancora di più, pronto a beccarsi l'ira funesta della bionda.
La bionda ringhió e si avvicinó così tanto, da lasciare che il suo profumo "Miss Dior" si mescolasse con quello di cuoio, tabacco e whisky di Joseph: "Non me ne frega un cazzo di come ti chiami, mi stai leggermente sul cazzo, tu e quel tuo ghigno schifoso, capellone."
"Che problemi hai con i capelli lunghi?" Chiese lui, senza toglierle gli occhi di dosso.
"Ho un problema con te." Ringhió, di nuovo.
"Oh, e di che genere, cherie?" Aveva un viso che aveva giá visto da qualche parte, ma non riusciva a capire dove. Dannata memoria, quando arrivavi a 36 anni, era difficile ricordarsi tutto.
"Non ti sopporto." Sbottó la bionda, che strilló isterica. L'ascensore arrivó in tempo prima che i nervi della bionda saltassero del tutto. Lei entró, pestando i piedi come una ragazzina viziata, e si appoggió alla parete di metallo, sbuffando.
Joseph ridacchió tra sè e sè: "a che piano, madame?"
"Che ti frega?" Sbottó nuovamente, massaggiandosi le tempie.
"Ok, come vuoi." Lui disse, continuando a ridere divertito e pigiando il pulsante con il numero due. Di colpo, la bionda sgranó gli occhi.
"Sei al secondo piano?"
"Così suona più come se tu volessi venirmi a fare qualche visita notturna." Si mise una sigaretta in bocca, accendendola e soffiando il fumo sul soffitto dell'ascensore: "e saresti la benvenuta, dolcezza."
No, non era possibile: anche lei stava al secondo piano, alla 26 per la precisione, e se avesse avuto quel decerebrato in giro per il piano, sarebbe uscita di senno. "Sogna, caro."
"Bionda è passata da "metallaro" a "caro."
L'ascensore si fermó e le porte si aprirono: la ragazza tiró un sospiro di sollievo ed uscì da quell'inferno che puzzava di nicotina, ma che nel contempo la intrigava. O meglio, lei non sopportava lui, non era tutto sto granchè, ma ció che interpretava, il suo personaggio, la sua aria da maledetto e quel suo aspetto da cattivo ragazzo, la eccitava. Perchè loro erano uguali, entrambi, senza saperlo, erano delle star. Lui era un front-man famoso, lei una famosa attrice: diversi, con dei ruoli da interpretare, eppure così uguali.
Ad un tratto, Joseph ricordó dove lui avesse già visto quella ragazza. Film come The Ward o Drive Angry.
"Amber Heard."
Amber si bloccó nel sentire la voce di quell'individuo pronunciare il suo nome: avrebbe voluto odiarlo, invece si ritrovó col pensare che fosse sexy.
"Che vuoi, ancora? Non è che sei uno stalker?" Rispose, acida.
"Reciti bene, mi sei piaciuta in Drive Angry."
Lei alzó le spalle e camminó fino alla stanza numero 26, tirando fuori la chiave.
"Questo sì che si chiama destino" Joseph rise di nuovo, mentre apriva la porta della numero 27.
Amber sbarró gli occhi, entró nella camera ed urló: no, non era possibile, quell'idiota di uno stalker metallaro -ops, pardon, psycho punk- era nella stanza di fianco alla sua. Addio serate bollenti, addio relax, addio tranquillità, se lo sarebbe ritrovato ovunque in quel mese di permanenza.
"Fanculo."
Nell' altra stanza, invece, Joseph, che sentiva ogni cosa che Amber faceva, sghignazzava. Buttó per terra tutti i suoi vestiti e si andó a fare una doccia calda. Quando uscì dalla doccia, potè origliare -per puro caso- una conversazione telefonica tra Amber e il suo manager.
"Tania?... Devi cambiare hotel, ho uno stalker che mi perseguita!... Come non puoi farci nulla?... Gli altri hotel sono tutti pieni?... Ma come faccio io?... Ma cosa vai a pensare?... Non è male, cioè non è un modello di Abercrombie, peró... Hey, Tania, che cazzo fai? Sei una manager o un pappone?... Quello mi rovinerà la vita, altrochè."
Rovinare era una parola grossa, al massimo le avrebbe mostrato come agiva un vero uomo.
Andó a letto col sorriso sulle labbra, mentre un pensiero nasceva nella sua testa. "Diventeró la tua ossessione. E mi amerai."





Eccomi qui, alla fine mi sono decisa a scrivere una storia sulla mia crack pairing preferita (oddio quanto li amo.) il mio mito, Wednesday 13, e la mia attrice preferita, Amber Heard. Io li vedo bene assieme. Siate gentili e commentate :)

  
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