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Autore: loverkatgraham    16/05/2013    1 recensioni
“Qualcuno sta parlando di me?”
Mi girai sentendo una voce familiare. Era lui, quel ragazzo dell’armadietto.
“Oh no.” Sbuffai roteando gli occhi e finsi un sorriso.
“Lui è Damon.” Disse Caroline.
“Piacere dolcezza.” Prese la mia mano e la baciò.
Roteai gli occhi per il suo comportamento. Non poteva salutarmi semplicemente come tutti gli altri?
“Già ci conosciamo.” Disse Damon, piegando le labbra in un sorriso beffardo.
“Purtroppo sì..” Roteai gli occhi, aggiungendo un sorriso nervoso.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore | Coppie: Caroline/Tyler, Elena/Stefan
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Un’estate intera passata a New York. Chi non sarebbe stato contento o comunque talmente emozionato da non voler più tornare nella propria città? Katie, Katie Wilson.
Katie è una ragazza di 16 anni, nata e cresciuta in una piccola cittadina: Fell’s Creek.
Determinata, sincera, cinica, permalosa, sempre sulla difensiva, abbastanza folle. Una ragazza che esprime sempre i suoi pensieri, una ragazza a cui piace divertirsi e non restare seduta sul letto a piagnucolare per una storia finita, una ragazza che darebbe la vita per le persone a cui tiene. Una ragazza che vuole, anzi, pretende sempre la verità dagli altri anche se a volte può far male. Una ragazza che non si fida molto, ma, soprattutto, una ragazza intuitiva.
Odia il suo nome per intero, per questo tutti la chiamano Kat.
Ha dei capelli lunghi, castani, leggermente mossi con dei riflessi ramati naturali, degli occhi color nocciola, un nasino piccolo e le labbra a cuore abbastanza rosee. Slanciata e non eccessivamente magra come tutte le ragazze cheerleader della sua scuola che lei non sopporta. Perché? Perché sono il classico tipo di ragazze che se non portano la taglia 40 riuscirebbero anche a non mangiare per una settimana.
Kat si accontenta anche della sua bellissima e tanto amata taglia 44, come le sue amiche.
Il motivo per cui Kat voleva tornare a casa erano i suoi amici, precisamente, i suoi migliori amici: Caroline, Bonnie, Elena e Matt. Persone con cui aveva trascorso gran parte della sua vita.
Non che la ragazza non sia stata contenta di visitare la Grande Mela, ma, era andata a New York perché suo padre aveva dovuto affrontare un colloquio di lavoro e non era il massimo trovarsi lì; dopo due settimane la vacanza iniziava a farsi più pesante.

Ero seduta all’aeroporto insieme ai miei genitori ad annoiarmi, tra sorrisi e lacrime della gente, quando mi squillò il telefono.
“Bonnie..” Sussurrai leggendo il nome sullo schermo.
“Booon!” Esclamai felicissima rispondendo al telefono.
“E finalmente domani ci rivediamo!” Disse Bonnie euforica a mo' di canzoncina.
“Già, non vedo l’ora..”
“Katie, andiamo.. Hanno chiamato il nostro volo!” Esclamò mia madre, affrettandosi a prendere le valigie.
“Chiamami Kat, mamma!" Sbuffai, "Bon, devo andare.. Ci sentiamo domani, un bacione. Salutami tutti!”
“Certo, buon viaggio..” Fece Bonnie per poi riattaccare.
Dopo sette ore strazianti di aereo e due ore di macchina arrivammo finalmente a casa.
“Casa, dolce casa..” Sospirai, poggiando un attimo la valigia per terra, mentre i miei genitori si dirigevano verso la cucina.
“Mamma, vado a disfare le valigie!” Urlai trascinando le valigie pesanti per le scale.
Appena entrata nella stanza le poggiai per terra e quasi non caddi con l'intero armadio che mi ero portata dietro.

Dopo essermi retta alla porta, cominciai a disfarle, mentre facevo l'ennesimo sbadiglio.
Rivolsi lo sguardo alla mia sveglia sul comodino che segnava le 23.00.
“Ah, che stanchezza!” Sbuffai buttandomi sul letto come un sacco di patate.
Non feci in tempo a sdraiarmi.
Dlin dlon!
Il campanello della porta.
Dormi, sdraiati sul letto, fai finta di dormire e se tua mamma ti chiama implorandoti di scendere, beh, allora mugugna, Kat!
“Kat, vai ad aprire tu.. Io e tuo padre stiamo sistemando la cucina!” Urlò mia madre.
COME NON DETTO!
Mugugnai.
"Katie!" Urlò mio padre, "Non far finta di dormire, le usavo anche io queste tattiche!"
COME NON DETTO, ESPERIENZA DEL CAVOLO!
Devono aver letto il manuale dei genitori perfetti.
Immagino già il titolo 'Come non farsi prendere in giro dalla generazione più scansafatiche e furba del secolo'.
“Ah, che diavolo!” Sbuffai alzandomi dal letto.
Cominciai a scendere le scale come un'automa, “Ho sonno e chiunque sia il maleducato che viene a suonare alla porta alle 23:00 me la pagherà!” Urlai, strofinandomi gli occhi per il sonno.
Aprii la porta e vidi un ragazzo.
WOW! Niente male come sveglia umana, pensò quasi sbiancando.
Era molto più alto di me, capelli castano scuro, occhi marroni-verdi, abbastanza muscoloso.
“E tu sei…?” Chiesi confusa corrugando la fronte.
“Cuginetta!” Esclamò il ragazzo posando le valigie dentro casa.
Subito mi abbracciò, sollevandomi da terra e facendomi girare.
Quasi mi lasciai sfuggire un urlo.
“Oh mio Dio, Alex! Ma… sei cambiato tantissimo!” Esclamai euforica, abbracciandolo ripetutamente.
NON POTEVO CREDERCI!
ALEX?
ERA PROPRIO LUI?
“Beh, considerando che l’ultima volta che ci siamo visti tu avevi 6 anni ed io 7!” Esclamò lui ridendo.
Fummo raggiunti da mia madre e mio padre che, sorpresi, si affrettarono a salutare Alex.
E' sempre stato come un figlio per loro ed un fratello per me.
“Finalmente sei arrivato!” Esclamò mio padre.
“Già!”
“No, scusate" Assottigliai gli occhi a mo' di investigatore, "Voi sapevate che sarebbe venuto qui da noi?” Esclamai.
“Sì, volevamo farti una sorpresa", risposero in coro, poi mia madre si rivolse di nuovo ad Alex, "Soltanto che dovrai dormire con Kat perché dobbiamo ancora sistemare la tua cameretta..” Subto gli diede un pizzicotto sulla guancia.
“Cioè, tu vivrai qui?!” Esclamai con una faccia estasiata.
“Già..” Sorrise.
Era contento, è vero, ma celava un velo di malinconia.
'Perchè quell'espressione?', pensai tra me e me.
“Bene, andiamo! Buona notte mamma, buona notte papà!”
Dopo aver dato il solito bacio della buona notte ai miei genitori, seguita da Alex, salimmo in cameretta.
“Ti aiuto..” Cominciai ad aprire la valigia di mio cugino.
“No, tranquilla..” Disse sorridendo.
“Vuoi forse farmi sentire inutile?” Chiesi io, inarcando le sopracciglia con una faccia divertita.
“Beh, se la metti così… aiutami… e di corsa!” 
Cominciammo a ridere e, tra battute, scherzi e risate finimmo di sistemare i vestiti e tutta la roba di Alex.
Entrai in bagno e mi preparai per andare a dormire. Non facevo altro che pensare all’espressione triste di mio cugino, dovevo parlargli.
Uscii dal bagno e vidi Alex sdraiato sul letto già con il pigiama.
“Ehi, ce l’hai fatta ad uscire dal tuo regno!” Esclamò Alex alzandosi dal letto.
“Vorresti dire che ci ho messo tanto?”
“Beh, ci hai messo mezz’ora… quindi… sì, ci hai messo tanto!” Esclamò il ragazzo ridacchiando.
“Sei fortunato che sono stanca questa sera, sennò ti avrei già preso a pugni..” Ridacchiai.
Stavolta fu lui ad entrare in bagno per lavarsi i denti ed io lo aspettai seduta sul letto, cercando di prepararmi un discorso.
Ehi, Alex, com'è quello sguardo prima?
NO, KATIE, PUOI FARE DI MEGLIO.
Alex, sai, prima ho notato che... Mh, naaah!
Alex...
“Ehi? Perché mi guardi così?” Chiese Alex.
“Bad boy, devo ricordarti per caso che per me sei come un fratello e che ti conosco meglio di chiunque altro, meglio delle mie tasche?” Sorrisi dolcemente.
“Già so di cosa vuoi parlarmi..”
“Perché quella faccia triste? Perché ti sei trasferito qui da noi?” Chiesi confusa.
“I miei stanno divorziando e sono stanco delle solite litigate, non ce la facevo più e… l’unica persona a cui ho pensato…” Disse Alex abbassando lo sguardo.
“Ehi, mi dispiace.. Vieni qui..”
Non potevo crederci, gli zii stavano divorziando.
Abbracciai mio cugino per più di due minuti, rimanendo in silenzio.
Sapevo che stava soffrendo anche se tentava di non farlo notare.
Lui aveva bisogno di me ed io ci sarei sempre stata.
“Senti, ora ci sono io.. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi cosa, anche la più banale, parlane.. Ti aiuterò sempre, sarò sempre dalla tua parte.. Chiaro?” Sorrisi apprensiva.
Alex ricambiò.
“Lo so, sorellina”, arricciò il naso nel dire quel nomignolo, “Ricordi quando ogni volta ti arrampicavi alla mia finestra per entrare nella mia camera ed ogni sabato sera
guardavamo un film o uno dei nostri cartoni animati preferiti? Dormivamo insieme e tu avevi quel pigiamino rosa con i pupazzetti.."

Sorrisi, presa dai ricordi.
"E… vedo che i gusti non sono affatto cambiati.." Fece riferimento al pigiama attuale, cominciando a prendermi in giro.
Subito lo fulminai con lo sguardo, mettendomi in ginocchio sul letto, pronta a parlare a raffica come facevo sempre.
Il suo classico era smontarmi e, beh, lui lo sapeva fare meglio di chiunque altro.
“Brutto farabutto! Allora ti dovrei ricordare di quando la mia migliore amica, Bonnie Bennett, aveva una cotta per te e tu eri tanto timido e ti vergognavi? Diventavi più rosso
di un semaforo, che femminuccia!” Esclamai, cominciando a prenderlo in giro.

“Oddio, me l’ero dimenticata!" Esclamò, buttando la testa all'indietro, ridendo.
“E domani la rivedrai!”
“La rivedrò?” Sgranò gli occhi.
“Sì, viene a scuola da noi e…”
“Ma io domani verrò ad iscrivermi alla vostra scuola, inizierò dopodomani..” Disse soddisfatto.
“Sì, ma tu dovrai accompagnare me..” Ribattei di nuovo.
“Cosa? Tu sei pazza! Io domani mattina mi faccio una bella dormita, alla faccia tua!”
Che stronzo! Sempre lo stesso, pensai ridendo fra me e me.
KAT, ORA SERVE LO SGUARDO DA ANGIOLETTO ED IL MUSETTO DA CAGNOLINO INDIFESO!
“Dai, dai, dai.. Ti prego, ti prego, ti prego..” Cercai di essere il più convincente possibile, sporgendo il labbro inferiore.
Dopo aver fatto il sostenuto, cedette.
“D’accordo, ma è un’eccezione.. Non farci l’abitudine..” Ridacchiò.
“Domani la rivedrai, domani vi rivedrete!” Ridacchiai divertita, canticchiando.
“Ma Bonnie Bennett era quella ragazzina bruttina, con l’apparecchio, un pò bassa ed un po’ scura di carnagione, giusto?”
“Sì, lei.. Non fare quella faccia, fidati, rimarrai senza parole! E’ davvero cambiata..” Affermai, sorridendo.
“Mah, io non credo..”
“Ed io credo che i ruoli si scambieranno..”
“Cioè?”
“Intendo che tu andrai dietro a lei, proprio come un vero cagnolino..” Cominciai a ridere di gusto, divertita dalle sue espressioni.
“Smettila!” Disse Alex divertito.
“Ma non credo proprio, ricorda che anche io so come zittirti!” Assunsi un’aria da superiore.
“Non vorrei doverti chiamare KATIE!” Esclamò Alex, sottolineando il nome.
“Ah, questo non dovevi farlo!” Esclamai, fiondandomi su mio cugino, per fare la lotta.
“Ok, ok.. Basta, ti prego..” Mi arresi.
“Mi sembra di tornare indietro..”
Ora sì che ero felice, così come lui.
BASTAVA COSì POCO.
“Che ne dici di dormire? E’ mezzanotte e mezza..”
ENNESIMO SBADIGLIO.
“Giusto.." Scoccò un occhiolino, "Buona notte sorellina..” Mi diede un bacio sulla guancia.
“Buona notte fratellone..” Ricambiai.
Dopo aver programmato la sveglia, c'infilammo sotto le coperte, ognuno girato dal proprio lato.
Domani sarebbe stata una bella giornata... soprattutto ricca d'incontri


 

  
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