Eccolo.
L'aveva visto.
Lui non si era accorto di lei, troppo preso dalla sua corsa affannata.
Eppure non era troppo distante perché lei non potesse chiamarlo.
- Shinichi!
Lui si voltò allarmato.
I suoi occhi color dell'oceano incontrarono quelli lilla già colmi di lacrime.
- Ran, non ora, ti prego! - implorò.
- E quando? - singhiozzò lei. - Sei sparito da mesi, non ti sei fatto sentire nemmeno per dire che eri da queste parti. Perché Shinichi?
Il pianto le impedì ulteriori parole. La dignità la convinse a nascondere il viso fra le mani e a non guardarlo più. Quel ragazzo le aveva spezzato il cuore così innumerevoli volte da non riuscire nemmeno a contarne i pezzi. Shinichi era sconvolto. Guardò un attimo nella direzione dove si stava dirigendo, scorgendo la figura inseguita allontanarsi sempre più dalla sua portata. Nonostante ciò, sapeva qual era la priorità.
- Al diavolo!
Si gettò su Ran, prendendo i suoi polsi fra le mani e scoprendole il viso arrossato. Lei si costrinse a guardarlo in faccia, e vide il suo sguardo disperato. Shinichi la fissò un attimo prima di tuffarsi sulle sue labbra e romperle il respiro. Fu un attimo troppo breve perché lei potesse realizzare quanto accaduto: tutti i suoi sogni si erano avverati grazie a quell'unico, fondamentale gesto. Prima di poter dire una sola parola, Shinichi la anticipò, soffiandole sul viso dolci ma addolorate parole.
- Perdonami Ran. Non posso fermarmi adesso… Ti prometto che un giorno ti dirò la verità. Tutta la verità. Adesso… Non posso. - E scomparve, lasciandola di nuovo sola.