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Autore: Layla Kurizawa    17/05/2013    0 recensioni
Giulietta si allenava con la spada in giardino. Era un’abile spadaccina, molto più brava di tanti di quelli che erano nell’esercito di suo padre, il re.
Si allenava ma faceva attenzione a non tagliare i fiori, tutto ciò che le aveva lasciato Tebaldo prima di morire. Da un giorno all’altro trovarono Tebaldo disteso a terra, con una spada conficcatagli nella schiena, e un fiore in mano. Si seppe chi erano i colpevoli, i Montecchi.Ma era decisa che l’avrebbero pagata.
E così per il suo quindicesimo compleanno organizzò un gran galà, per punire i colpevoli della morte di suo fratello.
Dal I capitolo:
"Adesso ti spiego:
Se io ti voglio uccidere ti uccido,
se io voglio rinchiuderti ti rinchiudo.
Insomma, di te faccio quello che voglio.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Giulietta era piena di odio.

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Verona

Anno ****

 

Oggi al palazzo reale della signorina Giulietta si sarebbe tenuto un ballo di gala per scegliere il suo futuro marito e tutti i ragazzi più importanti della contea, novantanove precisamente, si stavano preparando per l’avvenimento.
Intanto Giulietta si allenava con la spada in giardino. Era un’abile spadaccina, molto più brava di tanti di quelli che erano  nell’esercito di suo padre, il re.
Si allenava ma faceva attenzione a non tagliare i fiori, tutto ciò che le aveva lasciato Tebaldo prima di morire. Da un giorno all’altro trovarono Tebaldo disteso a terra, con una spada conficcatagli nella schiena, e un fiore in mano. Si seppe chi erano i colpevoli, i Montecchi.Ma era decisa che l’avrebbero pagata.
E così per il suo quindicesimo compleanno organizzò un gran galà, per punire i colpevoli della morte di suo fratello. La sera arrivò presto e tutti i pretendenti alla mano di Giulietta si presentarono. Iniziarono chi a ballare, chi a bere e, senza che nessuno se ne accorse, Giulietta si avvicinò a Romeo:
“Ciao.” Disse con tono freddo la principessa.
“Ciao! Io sono Romeo” le rispose con un tono molto dolce.
“So chi sei.” La principessa era fredda come il ghiaccio, quasi fosse cresciuta nell’artico. Ma no, le era successo qualcosa di peggio: aveva perso il suo unico eroe.
Giulietta continuò: “Vieni con me.”
E si diresse nelle segrete del castello, dove l’aspettava una serva.
“Hey!!! Perché mi porti qui??? Lasciami salire!” protestò Romeo, intimorito.
Giulietta non gli rispose, al contrario, parlò con la cameriera:
“Vanessa, apri la sua cella.”
“Subito, signorina Giulietta.” La cameriera ubbidì e aprì la cella.
“Cosa?? La mia cella??? Voi siete matte!” si dimenava Romeo, anche se Giulietta lo manteneva ferma.
Appena la cella fu aperta Giulietta ci buttò dentro il ragazzo e la cella si richiuse subito: Romeo non ebbe nemmeno il tempo di pensare a come fuggire.
“Giulietta perché?? Cosa ho fatto!?!?!?”
“I Montecchi hanno ucciso mio fratello e tu la pagherai.” Era calma.
Romeo si calmò: “Mi ucciderai?”
“Peggio.” Giulietta fece un lieve sorriso maligno.
“Giulietta, per favore.. lasciami andare…” Romeo la supplicò.
“Provi con le suppliche adesso? Ti spiego:
Se io ti voglio uccidere ti uccido,
se io voglio rinchiuderti ti rinchiudo.
Insomma, di te faccio quello che voglio.”
Romeo pianse e sussurrò:
“Io non c’entro niente con la morte di tuo fratello. Sono stati i miei cugini, Mercuzio e Benvolio a ucciderlo. Io lo stimavo tanto, era come un eroe per me…”
Le lacrime di Romeo caddero a terra. Giulietta si commosse interiormente e capì che Romeo era un bravo giovane.
Quindi Giulietta fece aprire le sbarre e disse:
“Romeo, puoi andartene. Puoi anche dirlo in giro, così mi arresteranno e salverai la vita dei tuoi cugini, che da oggi in poi dovranno guardarsi bene la notte.”
Romeo sorrise : “Giulietta.. perché mi hai aperto?”
“Vattene, prima che cambi idea.”
“Non me ne vado, se non mi dici perché mi hai aperto e perché sei così triste. Ti si legge sul volto che stai male.”
“Vieni con me.”
Giulietta condusse Romeo in camera sua, dove si sedette sul letto e iniziò a raccontare.
“Mi sento male da quando voi Montecchi avete ucciso mio fratello. Ogni volta che gli parlavo mi dava sempre degli ottimi consigli, mi aiutava… Quando ho saputo che era stato ucciso ho iniziato a chiudermi in me stessa, allenarmi alla spada per farvela pagare. In quanto a perché ti ho aperto non lo so.. Secondo te perché?”
“Non saprei.. forse perché ti sei innamorata di me..”
Giulietta tirò una freccetta al bersaglio e fece centro. Ciò era simbolico, ovviamente.


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Fine I capitolo
di
“La Sindrome di Stoccolma di Romeo: “Mi aveva imprigionato e mi sono innamorato di lei.”
 

  
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