Ciauuu!!!!!!! Avete visto? Lucy è tornata…! Più pazza che mai! Mi dispiace se non ho ancora postato il sequel di “A vampire story”… vi assicuro che ci sto pensando, solo che ho un vero e proprio blocco… così mi è venuta quest’idea e ho pensato che forse, se mi concentro su qualcos’altro, mi verranno anche delle idee per Verity no? Tanto lei è immortale… mica ha fretta no?? Purtroppo però noi non lo siamo, quindi cercherò di impegnarmi il più possibile!

Intanto, ho deciso di postare questo piccolo prologo… fatemi sapere che ne pensate e se per voi dovrei andare avanti… insomma, tenete conto che è solo un’altra delle mie sciocchezze, come al solito… non so se posso chiamarla storia… comunque sia, la dedico alla mia socia, Ely, che adesso sta leggermente male… pero che tu guarisca presto sociuzza… tvttttttb! Vorrei dedicarla anche a tutte quelle persone che hanno commentato sempre “A vampire story”… questa è per voi!

Beh, commentate e fatemi sapere che ne pensate!

Baci, Lucy!

 

Era notte fonda, ormai, ma non tutti riuscivano a dormire. Un ragazzo ascoltava il vento che soffiava, senza riuscire a prendere sonno e continuava a rigirarsi nel suo letto, insonne. Bill Kaulitz non aveva mai avuto problemi a dormire, anzi… era l’attività che gli riusciva meglio, prima anche rispetto a cantare. Eppure, quella notte, continuava ad essere disturbato dall’idea di aver dimenticato qualcosa… di aver tralasciato qualcosa di molto importante. Si sentiva incompleto e nervoso all’idea di non poter sapere di cosa si trattasse.

Intanto, dall’altra parte della città, una figura si aggirava da sola… come in cerca di qualcosa. O meglio, di qualcuno. Sentiva che il vento soffiava… poteva udirlo, eppure non riusciva a sentirlo sulla sua pelle. Non riusciva ad avere freddo. Vagava senza sosta, senza sapere dove stesse andando. Non aveva fretta. Aveva tutto il tempo del mondo… tuttavia si sentiva come se avesse davvero fretta… come se il tempo che stava usando fosse davvero prezioso. Mentre invece, come purtroppo sapeva bene, il tempo era l’unica cosa che le era stata concessa.

Bill, stanco di aspettare il sonno che tardava a venire, scese dal letto e si vestì rapidamente, convinto che se avesse fatto una passeggiata, magari quando sarebbe arrivato a casa, finalmente stanco, avrebbe potuto dormire per le poche ore che rimanevano. Si diede dello stupido perché non ci aveva pensato prima, ma decise di non sprecare altro tempo. Uscì di casa e il vento che fino a quel momento aveva soltanto udito, lo investì improvvisamente, senza pietà e senza ritegno. Cominciò a incamminarsi, rimproverandosi per non aver preso con se una giacca, quando vide una figura che camminava solitaria e pensierosa. Una ragazza. Si chiese, stupito, come non avesse freddo… ma la ragazza sembrava non avere coscienza di ciò che la circondava, quasi come se vivesse in un mondo a parte, dove esisteva solo lei. Dove tutto quello che la circondava in quel momento non esisteva… o forse semplicemente era diverso. Bill la vide fermarsi un attimo davanti al cimitero, fissandolo, sempre più pensierosa ed entrare, quasi con timore e venerazione. Bill non era un ragazzo curioso. Eppure la seguì.