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Autore: Iliofora    04/12/2007    6 recensioni
Tutti mi osservano, nessuno ha mai cercato di capire meglio chi sono, e non so se sia un bene o un male...
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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voglia di gridare

La voglia di gridare:




Una persona, dalla vita, può avere di tutto, a patto che sappia cosa vuole…
Io, contrariamente a quanto gli altri credono, non sono quello che voglio io, non lo sono mai stata.

E fa male, guardare gli altri, che già pensano di conoscerti, di sapere tutto di te.

Ma certo lei è la principessa delle Serpi, lei è bella, lei è ricca, lei è intoccabile…. Di ghiaccio, si può permettere tutto, dato che tutto le è dovuto, è una purosangue, è figlia di una delle più nobili casate di tutto il mondo magico!

Che stupidi… la gente non capisce, fa comodo non capire quando si ha degli amici, una famiglia, un posto da chiamare casa, perché tanto lì è tutto più bello, un  mondo più arancione. Sì, dico arancione, perché è quello il colore del calore e dell’amicizia, non rosa, non azzurro, non rosso, ma il colore del sole appena rosso, quando ha ancora quelle sfumature rosse-rosee.

Ma
io no, non ho una vera famiglia da ricordare quando mi sento triste, non ho dei veri amici su cui fare affidamento, solo tanti ragazzi simili a statue greche, freddi come il marmo che le compone, o un solo vero ricordo felice a cui aggrapparmi.

E’ normale, del resto, no?

Rinchiusa in una fredda prigione dalle sbarre dorate, la perfezione è la mia maschera, vestiti, trucchi, snobbismo, RICCHEZZA, non sono altro che la mia copertura, per un mondo che da me esige qualcosa che non sono.

Cresciuta con freddezza e lezioni di etichetta, perché infondo, io DEVO essere quella che glia altri guardano con distacco, la Dea, la ragazza impossibile, sapessero com’è la mia vita…

Il gelo di un’esistenza come la mia, passata in solitudine con i miei problemi, le mie aspirazioni, i miei sogni, i miei pensieri, per capire soltanto col senno di poi che la mia non è una vita libera.

Potrei essere paragonata ad una bambola, fredda e spietata, è così che mi hanno abituata a vivere, ma pensate veramente che io sia nata così?

Pensate che a 4 anni fossi così gelida? No, è il mondo che ci sta attorno che ci  vuole così, nel mio caso volevano una persona che incarnasse la perfezione.

Sono i momenti in cui mi guardo allo specchio, e vedo i vestiti alla moda, gli occhi finemente truccati, le scarpe col tacco, la pancia piatta, ogni piccola sciocchezza per cui ho dovuto rinunciare ad una parte di me.

Il tanto amato paio di vecchie scarpe da ginnastica, i 10g di pane a pranzo, che potevano trasformare una giornata, i sacrifici, le dita in gola per togliere tutto ciò che poteva corrompere la bellezza del mio fisico, perché si sa, il corpo è lo specchio dell’anima, ed il mio farebbe invidia a chiunque.

Che cosa ridicola, la gente vorrebbe essere come me, ma non vorrebbe passare tutto quello che ho passato io, e me ne vanto, perché ormai sono una macchina da guerra, pronta a spaccare il mondo, tanto non c’è niente da perdere.

 E  quando Lenticchia, San Potter o la Mezzosangue, spesso accompagnati dalla piccola piattola dai capelli rossi, mi passano si fianco e bisbigliano tra loro qualche insulto, o apertamente me lo dicono in faccia, non posso far altro che ridere.

E sia bene che la mia non sia una risata gaia, ma cinica,  di un cinismo che è l’unica cosa ad appartenermi; io non piango, MAI.

Non mi posso permettere di piangere, non rientra nei caratteri della mia gelida perfezione, come non posso deludere le aspettative di chi mi sta intorno e si aspetta da me determinati comportamenti.

Fiera, l’unico aggettivo che si addice al mio carattere, forgiato con la sofferenza, e non posso fare a meno di pensare di essere superiore a quelli che mi circondano, sempliciotti deboli, piegati dai sentimenti e dai buoni ideali, bleh!

Io non mi posso permettere nemmeno di amare, solo uno dei tanti sacrifici che servono per essere me, e a volte vorrei gridare, gridare a pieni polmoni anche per il semplice sfogarsi, senza dire alcuna parola. Manifestare tutta la mia rabbia nella maniera più violenta possibile, far capire agli altri che non sono quello che credono, che anche io ho dei sentimenti, una volta avevo anche dei sogni…

Ma io non posso, non posso dimostrare fragilità, così mi terrò sempre tutto per me, e come un bollitore sopra ad un fornello, prima o poi anch’io bollirò e fischierò, ma per il momento non posso far altro che nascondere tutto dietro la mia maschera di falsità e gelo.

Tanto nessuno lo verrà mai a sapere, vedrà soltanto la perfezione incarnata in un diavolo coi tacchi a spillo….






Perché questa è Pansy Parkinson.

  
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