La
voglia di gridare:
Una persona, dalla
vita, può avere di tutto, a patto che sappia cosa
vuole…
Io, contrariamente a quanto gli altri credono, non sono quello che
voglio io, non lo sono mai stata.
E fa male, guardare gli altri, che già
pensano di conoscerti, di sapere tutto di te.
Ma certo lei è la
principessa delle Serpi, lei è bella, lei è ricca, lei è intoccabile…. Di
ghiaccio, si può permettere tutto, dato che tutto le è dovuto, è una purosangue,
è figlia di una delle più nobili casate di tutto il mondo magico!
Che
stupidi… la gente non capisce, fa comodo non capire
quando si ha degli amici, una famiglia, un posto da chiamare casa, perché
tanto lì è tutto più bello, un mondo più arancione. Sì, dico arancione, perché
è quello il colore del calore e dell’amicizia, non rosa, non azzurro, non rosso,
ma il colore del sole appena rosso, quando ha ancora quelle sfumature rosse-rosee.
Ma io no, non ho una vera famiglia da
ricordare quando mi sento triste, non ho dei veri amici su cui fare affidamento,
solo tanti ragazzi simili a statue greche, freddi come il marmo che le compone,
o un solo vero ricordo felice a cui aggrapparmi.
E’ normale, del resto,
no?
Rinchiusa in una fredda prigione dalle sbarre dorate, la perfezione è
la mia maschera, vestiti, trucchi, snobbismo, RICCHEZZA, non sono altro che la
mia copertura, per un mondo che da me esige qualcosa che non
sono.
Cresciuta con freddezza e lezioni di etichetta, perché infondo, io
DEVO essere quella che glia altri guardano con distacco,
Il gelo di un’esistenza come la mia, passata
in solitudine con i miei problemi, le mie aspirazioni, i miei sogni, i miei
pensieri, per capire soltanto col senno di poi che la mia non è una vita
libera.
Potrei essere paragonata ad una bambola, fredda e spietata, è
così che mi hanno abituata a vivere, ma pensate veramente che io sia nata
così?
Pensate che a 4 anni fossi così gelida? No, è il mondo che ci sta
attorno che ci vuole così, nel mio caso volevano una persona che incarnasse la
perfezione.
Sono i momenti in cui mi guardo allo specchio, e vedo i
vestiti alla moda, gli occhi finemente truccati, le scarpe col tacco, la pancia
piatta, ogni piccola sciocchezza per cui ho dovuto
rinunciare ad una parte di me.
Il tanto amato paio di vecchie scarpe da
ginnastica, i 10g di pane a pranzo, che potevano trasformare una giornata, i
sacrifici, le dita in gola per togliere tutto ciò che poteva corrompere la
bellezza del mio fisico, perché si sa, il corpo è lo specchio dell’anima, ed il
mio farebbe invidia a chiunque.
Che cosa ridicola, la gente vorrebbe
essere come me, ma non vorrebbe passare tutto quello che ho passato io, e me ne
vanto, perché ormai sono una macchina da guerra, pronta a spaccare il mondo,
tanto non c’è niente da perdere.
E quando Lenticchia, San Potter o
E sia
bene che la mia non sia una risata gaia, ma cinica, di un cinismo che è l’unica
cosa ad appartenermi; io non piango, MAI.
Non mi posso permettere di
piangere, non rientra nei caratteri della mia gelida perfezione, come non posso
deludere le aspettative di chi mi sta intorno e si aspetta da me determinati
comportamenti.
Fiera, l’unico aggettivo che si addice al mio carattere,
forgiato con la sofferenza, e non posso fare a meno di pensare di essere
superiore a quelli che mi circondano, sempliciotti deboli, piegati dai
sentimenti e dai buoni ideali, bleh!
Io non mi posso permettere nemmeno
di amare, solo uno dei tanti sacrifici che servono per essere me, e a volte
vorrei gridare, gridare a pieni polmoni anche per il semplice sfogarsi, senza
dire alcuna parola. Manifestare tutta la mia rabbia
nella maniera più violenta possibile, far capire agli altri che non sono quello
che credono, che anche io ho dei sentimenti, una volta avevo anche dei
sogni…
Ma io non posso, non posso dimostrare fragilità, così mi terrò
sempre tutto per me, e come un bollitore sopra ad un fornello, prima o poi
anch’io bollirò e fischierò, ma per il momento non posso far altro che
nascondere tutto dietro la mia maschera di falsità e gelo.
Tanto nessuno
lo verrà mai a sapere, vedrà soltanto la perfezione incarnata in un diavolo coi
tacchi a spillo….
Perché questa è Pansy
Parkinson.