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Autore: Foggynightmare    18/05/2013    1 recensioni
Il professor Severus Piton finalmente riuscirà a trovare l'amore... Anche se non è l'amore che J.K.Rowling si aspettava. Tra lui ed Harry sucederanno molte cose...
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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I tre baldi Grifondoro stavano facendo colazione, parlando del più e del meno quando tutte le voci della sala grande furono messe a tacere da un agghiacciante e quantomeno familiare “Hem hem”
Si voltarono tutti quanti, tra l’ironia generale, verso la professoressa Umbridge, che a malapena riusciva ad arrivare al leggio di Silente.
“Buon giorno ragazzi e ragazze” iniziò con la sua vocina delicata e fastidiosa come una zanzara.
“Mi vedo costretta a disturbare la vostra colazione per annunciare che da domani, per chiunque sia interessato, sono disponibili lezioni teoriche extra di Difesa delle Arti Oscure  tenute da me, per… hem… verificare la vostra capacità di sostenere un programma più intenso della materia”
Non appena scese dal rialzo e tornò a sedersi per la sala si estese nuovamente un brusio indistinto e sorpreso.
“L’hai sentita?” Chiesero in coro Hermione e Ron a Harry.
“Si, l’ho sentita… state tranquilli, ho già detto che inizierò a preparare qualcosa per il nostro… progetto”
Hermione gli sorrise e tornò a mangiare il suo pudding senza badare troppo i due amici.
Ron e Harry presero a parlare delle formazioni di Quidditch e di come Ron fosse migliorato durante le ultime settimane, quando un ragazzino Serpeverde si avvicinò a Harry.
“S-Signor Potter?” chiese spaventato con la sua vocina fievole.
“Si?” chiese Harry un po’ sorpreso.
“Ho q-questa lettera da parte del professor Silente per lei” gli disse infine consegnandogli un foglio di pergamena.
“Grazie mille” fece Harry, ma il ragazzo se ne era già andato.
Era la prima volta in tutto l’anno che Silente gli prestava un minimo di attenzione quindi, abbastanza precipitosamente, srotolò la pergamena e lesse la scrittura sottile del preside.
 
Caro Harry,
Purtroppo il professor Piton non gode di ottima salute e mi ha pregato di rimandare la vostra lezione di questa sera a domani sera.
Buone lezioni.
Professor Silente
 
Harry sorrise e guardò gli amici.
“A quanto pare niente lezione con Piton oggi!”
Hermione lo guardò basita, poi esclamo, dopo un’intensa riflessione.
“Impossibile!” disse schietta “Oggi abbiamo pozioni con le serpi e dubito fortemente che non si presenti a lezione, o mi sbaglio?”
I ragazzi non sapevano cosa dire per contestare.
“Secondo me è una scusa!” soggiunse Ronald “La verità è che gli stai antipatico e ne ha abbastanza di averti nel suo studio tutte le notti!” ridacchiò poi.
Harry non sapeva bene cosa pensare. Doveva ammettere che gli dispiaceva. Voleva approfondire il discorso della sera prima e soprattutto lo voleva ringraziare per avergli retto il gioco con la Umbridge.
L’unica cosa da fare era andare a Pozioni e vedere come stava veramente.
“Può essere, o magari è stanco dei miei noiosi ricordi e aspetta che io faccia qualcosa di interessante prima di sondarmi nuovamente la mente, comunque se lo sa anche Silente non penso si sia inventato tante scuse, no?”
I due amici si guardarono e annuirono ad Harry.
“L’unica cosa è andare a vedere” disse quindi il moro “Hermione, a che ora abbiamo Piton?”
La ragazza consultò l’orario che teneva nella tasca e rispose.
“Tra un’ora!” poi si alzò, agguantò i libri e dopo aver salutato gli amici corse verso la lezione di Artimanzia.
“Noi adesso andiamo su dalla Cooman?” chiese Ron.
“Si, muoviamoci o prevedrà la nostra morte salendo le scale di fretta per essere in ritardo alla sua lezione” e così dicendo andarono verso la torre di Divinazione.
 
Cista un’ora dopo, con un’intossicazione da incenso non indifferente, si trovarono davanti ai sotterranei e andarono verso la sala delle Pozioni.
All’interno si poteva inalare un aspro odore di frutta marcia.
“Sediamoci qui” indicò Hermione e si sedettero tutti e tre nel tavolo che solitamente occupavano Pansy Parkinson e le sue amichette Serpeverde.
Attesero raccontando alla ragazza ciò che era successo durante l’ora di Divinazione e mentre lei rideva all’idea di Justin come ministro della magia, il professore entrò nell’aula.
“Buongiorno ragazzi. Andate a pagina quattro del vostro libro ed eseguite la pozione del gladiatore” ordinò freddo.
Harry lo esaminò abbastanza attentamente da notare i segni neri sul collo, che probabilmente erano sfuggiti agli altri studenti.
I loro occhi si incontrarono e Harry distolse lo sguardo per posarlo frettolosamente sul suo libro.
Pozione del Gladiatore
3 occhi di serpente
2 piume di barbagianni ù8meglio se bianche)
1 barattolo di reni di lupogirino del mar di Beringer
Mescolare a fuoco lento per venti minuti aggiungendo polvere di cordo di tricorno.
 
Ad Harry sembrava qualcosa di fattibile dopo tutto, quindi tornò a guardare il professore, cercando altri segni della sua malattia, che dopo naturalmente avrebbe verificato in biblioteca.
Pareva affaticato e continuava a passarsi le mani affusolate tra i lunghi capelli neri –puliti- mentre faceva smorfie.
Possibile che avesse male alla testa? Se si come mai i segni neri nel collo?
Harry aveva molto dubbi e mentre andava verso l’armadio per prendere le piume di barbagianni notò che l’uomo stava perdendo sangue dall’orecchio sinistro. Si affrettò a spostare lo sguardo sugli scaffali dell’armadio.
Non aveva senso da parte sua essere così atrocemente preoccupato per la salute di Piton, eppure continuava a ripensare alle sensazioni che gli aveva sentito provare la sera prima, al bacio e all’atteggiamento dell’uomo nei suoi confronti.
Mentre era immerso nei suoi pensieri mescolava il liquido violetto nel suo calderone. L’intuito gli diceva che in verità sarebbe dovuto essere arancione brillante. No in verità, non era l’intuito, semplicemente quello di Hermione era arancione brillante.
Poco prima della fine della lezione imbottigliò il suo intruglio putrido e si diresse verso la cattedra.
Aspettò ad essere l’ultimo nell’aula e quando consegnò la boccetta all’uomo, che la esaminò con le sopracciglia che arrivavano all’attaccatura dei capelli per la sorpresa, ebbe l’opportunità di vedere che i lividi neri si estendevano anche nei polsi del professore.
“Potter, dubito che sia l’esatta pozione, stava ancora facendo giochetti psichici?” chiese laconico Piton.
“No professore, semplicemente non mi piacciono i gladiatori” e così dicendo uscì dall’aula.
Trovò Ron ed Hermione ad aspettarlo, ma disse loro che doveva verificare delle cose in biblioteca e senza troppe informazioni volò al secondo piano, pensando a cosa avesse sentito riguardo malattie che presentavano lividi neri, affaticamento e mal di testa.
Nel reparto Medicamenti Magici non trovò nulla così si diresse nella sezione “Infermeria” e consultò un manuale di malattie, con relative cure, che lasciavano segni sul corpo visibili finchè non venivano debellate.
Sfogliando attentamente ad un tratto incappò nel “Morbo delle sette mandragole” che presentava lividi su tutto il corpo, affaticamento e dolori ovunque. L’unico modo per curarlo rapidamente era una pozione che poteva essere fatta soltanto durante la notte. Una nota lo incuriosì non poco.
Il doppio dell’effetto lo si ottiene se l’infermo sente l’affetto di una persona al momento dell’assunzione della pozione.
Harry si sentì sprofondare nel pavimento della biblioteca. Con tutta probabilità era proprio quello il problema del professor Piton e anche quest’ultima regola era rilevante per la buona ruscita della pozione.
Decise che sarebbe andato ad assistere il professore, voleva vedere se gli effetti aumentavano con la sua presenza.
Provava molto affetto per il professor Piton, anche tanto fastidio, questo non si poteva negare, ma iniziava veramente ad affezionarsi a quell’uomo così arcigno e tenebroso da serio, ma così bello e affascinante non appena distendeva i muscoli del viso.
Pensando alla scusa da usare con i suoi amici andò verso la torre Grifondoro e non appena dentro la sala comune si appisolò sulla sua poltrona preferita.
 
 
Quella sera, alle nove e mezza, Harry stava indossando il suo mantello dell’invisibilità per andare nei sotterranei. A Ron aveva detto che aveva sonno e sarebbe andato a letto presto.
Scese gli scalini affannosamente e dieci minuti dopo era di fronte allo studio del professor Piton.
Bussò tre volte e attese. Quel breve lasso di tempo basto per mandarlo in tachicardia.
L’uomo venne ad aprire e di nuovo si sorprese immensamente quando vide il ragazzo sull’uscio ad attendere che la porte venisse aperta, col mantello in mano e il viso rosso.
“Che ci fai qui signor Potter?” chiese abbastanza seccato Piton.
“Sono venuto a vedere come si sentiva, professore” rispose Harry, nascondendo il possibile imbarazzo e guardando l’uomo fisso in volto.
“Mi commuove questo suo interessamento per la mia salute ma sto bene, grazie” ribatté.
Harry superò il professore fermo sull’uscio e entrò dentro la stanza. Si avvicinò alla scrivania e notò lo stesso liro che aveva consultato in biblioteca.
“Non sembra stare molto bene e il morbo che ha non è una cosa tanto leggera” la voce di Harry era calma ma non celava la nota di panico che provava il ragazzo.
“Sono qui per migliorare l’effetto della sua pozione!” sorrise all’uomo che lo stava ancora guardando basito, fermo sull’uscio.
“Lei è qui perché prova affetto per me signor Potter?” sorrise malevolo Piton, ma non riuscì a nascondere la nota di piacere che provava a pronunciare quelle parole. Harry annuì.
Il ragazzo afferrò il mestolo e iniziò a mescolare l’intruglio che bolliva nel calderone.
Precipitosamente il professore gli si accostò e gli rubò il mestolo dalle mani ridacchiando –constatò  Harry- sensualmente.
“Apprezzo il suo aiuto Potter ma non mi servono le sue abilità da pozionista, poi è finita ormai” e con un sospiro aggiunse “La parte difficile sarà berla.”
Harry si fece più vicino all’uomo e sorrise nuovamente.
Ormai i loro corpi si sfioravano e Harry gli sussurrò dolcemente all’orecchio “Ci sono io”
Il professore si scostò leggermente e afferrò un mestolino e un’ampollina e iniziò a versare la pozione al suo interno.
Harry nel frattempo lo osservava attento e capiva sempre di più come mai on fosse un abile pozionista.
I movimenti dell’uomo erano semplici ed eleganti, il modo in cui pescava un po’ di pozione dal calderone era pulito e scorrevole, se così si poteva definire.
Non appena Piton finì di imbottigliare la pozione, si voltò verso Harry e il volto si stese in un sorriso ampio alla vista del ragazzo con la boocca spalancata e gli occhi fissi sul calderone.
“Bravo Potter, dovresti decisamente prendere spunto!”
A questa affermazione anche il ragazzo rise.
“Seguimi, forse è il caso che ci spostiamo in camera” biascicò Piton dolorante.
Non era proprio in quelle circostanze che Harry avrebbe voluto sentire quelle parole, però seguì l’uomo oltre una porta, in una stanza verde smeraldo, argento e nero.
Il ragazzo si guardò intorno e contemplò attentamente tutte le foto che aveva sulla mensola. Ne scorse una di Severus da giovane, affiancato da una donna molto affascinante che ne richiamava i tratti del viso.
“Potter, quando avrai finito di curiosare, pensi mi onoreresti della tua indesiderata presenza?”.
La voce del professore era molto sofferente e Harry preoccupato si voltò di scatto, totalmente impreparato per la vista che lo aspettava.
Severus si era tolto la casacca nera ed era rimasto a peto nudo, così erano lampanti i segni della malattia.
Enormi lividi neri si estendevano per tutto il costato, petto, braccia e schiena.
Il giovane  non potè trattenere un “oh” di stupore e bastò questo ad affliggere l’uomo.
“Non è piacevole da vedere, me ne rendo conto!” sbottò.
“Ora smettila di cianciare e vieni a darmi una mano se sei qui per questo!” e a queste parole Harry si scosse e si avvicinò al letto dove il professore sedeva.
“Devi aiutarmi a bere…” sospirò e si posò sui cuscini verdi che poggiavano sul letto.
Harry afferrò l’ampolla e prese delicatamente l’uomo da dietro la testa, a quel tocco Severus si sciolse un po’ e si lasciò condurre l’ampolla alle labbra. Il ragazzo inclinò lievemente in contenitore di cristallo e del liquido marrone scese nella bocca di Piton. Il professore iniziò a divincolarsi ma la presa di Harry era salda e gli fece trangugiare tutto il preparato. Una volta che l’ultima goccia fu sparita, Harry poggiò la nuca del professore nel cuscino e lo lasciò un attimo per andare a poggiare l’ampolla sul tavolo. Quando rientrò nella stanza i segni nel corpo del professore stavano scomparendo, ma lui stava facendo delle smorfie di dolore e Harry gli si accostò passando una mano sul petto dell’uomo.
“Vede, professore, senza il mio aiuto sarebbe ancora alle prese con l’ampolla” e gli sorrise dolcemente.
“Penso sia la prima cosa sensata che dici da cinque anni” disse Severus posando la sua mano su quella di Harry.
Il ragazzo doveva ammettere che sotto la casacca, Piton nascondeva un corpo muscoloso e asciutto, ancora in piena forma.
Ad un tratto la mano di Severus risalì per il braccio di Harry fino alla nuca, e poi avvicinò la testa del ragazzo alla sua per catturare le sue labbra con un bacio. Harry non si scostò, anzi, appena avvertì le labbra morbide dell’uomo sulle sue, sollevò la gamba destra e si mise cavalcioni sull’insegnante.
Questo provocò a Piton una smorfia ma trattenne comunque il ragazzo sopra di lui.
Dolcemente, Piton dischiuse le labbra di Harry e passò la lingua sul labbro inferiore del ragazzo, per poi entraare dolcemente in contatto con quella di Harry.
Appena il ragazzo avvertì la lingua dell’uomo si lasciò trasportare dalla passione del bacio, assaporando il sapore dell’uomo e il suo profumo.
Le mani di Piton accarezzarono la schiena di Harry suadenti e si infilarono sotto la maglietta, che rapidamente finì sul pavimento.
“Harry” sussurrò il professore. Era la prima volta che lo chiamava per nome e il ragazzo sussultò.
Le loro labbra si staccarono e il giovane scese dal petto dell’uomo.
“M-Mi scusi professore” disse allora imbarazzato.
“Di cosa ti scusi?” gli sorrise l’uomo. “Guarda i segni nel mio corpo”
Harry notò allora che ormai si vedeva solo la pallida ombra del morbo e sorrise di ricambio al professore.
“E’ possibile che sia la pozione a parlare ma mi piacerebbe che tu dormissi qui questa notte” fece Severus.
Harry sorrise malizioso e quindi l’uomo aggiunse “Mi metterò il pigiama”.
Il ragazzo rise e si mise di fianco all’uomo, con la testa poggiata sulla sua spalla.
“Penso che resterò qui…” gli sussurrò all’orecchio.
Severus però era già addormentato e con un sorriso sul volto. Harry per la prima volta dopo mesi si addormentò felice come non mai.
  
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