Fanfic su artisti musicali > Linkin Park
Segui la storia  |       
Autore: addictedtokenji    18/05/2013    3 recensioni
'Era una ragazza così carina, dolce e premurosa, e proprio non riuscivo a capire perché aveva avuto la pazza idea di ospitare un tipo come me nella sua, a parer suo, umile dimora.'
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chester Bennington, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                                                                 Capitolo 1

“Odiavo i sabato sera, specialmente le feste; le trovavo noiose e fastidiose. 
Sfortunatamente, però, ogni sabato, ero costretta ad uscire prima da un pub, disgustata, per colpa di Anne e Susan, due ragazze che amavano la vita e non sprecavano ogni occasione per viverla al meglio. 
Io ero completamente l’opposto. Il mio sabato sera ideale era composto da cioccolata calda, libro o musica, classica precisamente: riusciva a rilassarmi come nessuno aveva mai fatto.
Erano le tre e quaranta di mattina e stavo camminando verso casa, per metter fine a quella giornata. Odiavo camminare da sola, senza nessuno accanto, mi faceva sentire così poco protetta. Fortunatamente, però, la strada che stavo percorrendo era desolata; avevo contato solamente due prostitute e nessun spacciatore. Dopo essere uscita da quella festa oscena, piena di droga e alcol, avevo camminato per due, tre isolati, quando scorsi in lontananza, sotto un lampione, un ragazzo che si teneva in piedi malamente; aveva entrambe le braccia sul palo per evitare di cadere, barcollava e vomitava tutto. Sono sempre stata una ragazza curiosa, ma in quelle circostanze, la mia curiosità poteva essermi fatale. Chi era quel ragazzo? Aveva bisogno d’aiuto? Troppe domande, non riuscivo a darmi risposte, ma continuavo a camminare verso di lui che barcollava sempre di più. Mia mamma mi raccomandava sempre di non avvicinarmi a tipi così, soprattutto durante la notte, ma c’era qualcosa in quel ragazzo che lo rendeva debole. Stava cadendo, le gambe gli avevano ceduto, e non ci pensai due volte a cercare di sorreggerlo con le mie braccia esili. Tossiva. Lo misi delicatamente giù a terra, nonostante fosse leggero, ma io ero troppo poco forte, ed avevo paura.
Continuava a tossire, e dalla tasca prese una boccetta contenente delle pasticche.
Nonostante fossimo sotto una misera luce di un misero lampione, in una misera strada, si capiva perfettamente che si trattava di droga. Tossiva ancora, ne ingoiò una.
Poi due, poi tre. 

‘Perché?’ gli chiesi delusa.

‘Tanto… non ho nulla da perdere.’ Mi rispose con voce roca. Aveva una voce dura, ma dolce allo stesso tempo.

‘Smettila, te ne prego.’ Lo implorai. 

‘Aiutami…’ riuscì solamente a dire prima di cadere in un lungo e profondo sonno. 

Cosa dovevo fare? Erano quasi le quattro di mattina, ero sola su una strada deserta, con un tossicodipendente che dormiva ai miei piedi. 
Lo dovevo salvare, non avevo altra scelta. Dove lo avrei portato? Non riuscivo a muoverlo. Avevo paura, ero agitata. Dovevo essere forte, dovevo, non potevo abbandonarlo così. Non sapevo chi fosse ma aveva bisogno d’aiuto.
Lo portai a casa mia, era abbastanza leggero… me lo caricai sulle spalle e dopo dieci minuti eravamo a casa.
Lo poggiai delicatamente sul divano, gli tolsi la giacca, mi accorsi che era molto magro, gli sfilai le scarpe e lo coprii con una coperta leggera rossa e verde.  Dopo essermi presa cura di lui, mi lasciai cadere ad un profondo sonno, anche io, nel divano accanto, addormentandomi con la sua immagine che riposava beatamente accanto a me.”





“Il pomeriggio mi svegliai, aprii gli occhi e non capii dove mi trovavo. Cosa cazzo era successo ieri sera?
Avevo una coperta sul corpo, la mia giacca era accuratamente piegata, e sul tavolo vicino al divano dove avevo passato la notte c’erano svariati oggetti, tra cui un bicchiere d’acqua, ed una bustina di integratore.
Ero stanco e non volevo alzarmi da quel divano così accogliente, ero paragonabile ad un bambino che piagnucola per non andare a scuola la mattina presto. Dalla cucina proveniva un gradevole odore, saranno state zucchine e carne, sugo, insomma roba invitante. Avevo anche abbastanza fame, ma ero troppo stanco.
Presi il bicchiere d’acqua e lo bevvi, e riappoggiai il bicchiere, che fece rumore sul legno del tavolino.

‘Sei sveglio, allora.’ Una voce squillante e giovane fece dall’altra parte della stanza. Non risposi. Dopo circa dieci secondi avevo davanti una ragazza bellissima, magrolina, capelli biondi ed occhi verdi.

‘Buongiorno.’ Mi fece. Le sorrisi. Era davvero splendida.

‘Non ti ho preparato la colazione poiché sono quasi le due di pomeriggio… ho pensato di cucinare già il pranzo.’ Aggiunse.

‘Perché sono qui?’ domandai scettico.

‘Caro, ieri ti ho trovato sul ciglio della stata in uno stato pietoso, mi hai anche detto che dovevo aiutarti, perciò non ci ho pensato due volte nel portarti nella mia umile dimora.’ Disse sorridendo, e scherzando.

‘G-grazie.’ Risposi.

‘Io sono Alessandra, ma puoi chiamarmi Ale, sono di origine italiana e tu?’ 

Davvero non sa chi sono io? Eppure quasi tutti mi riconoscono. Per molti sono Chaz, per altri il tizio strano, per alcuni il cantante dei Linkin Park e per altri ancora, il tizio con le fiamme sui polsi.

‘Chester Bennington.’ Feci io.

‘Credo di averlo già sentito nominare… sei uno famoso?’ mi domandò.

‘Non credo.’ Sorrisi, mentendo. Non volevo essere riconosciuto, magari non quel giorno. Volevo rimanere per qualche ora in una casa qualsiasi, e considerato un 'ragazzo drogato' da una ragazza qualsiasi. Le avrei spiegato più in là molte cose. Oggi mi andava bene così. In fondo, non essere seguito dappertutto per un solo autografo o una foto, era piacevole.

Mi alzai dal divano e mangiammo entrambi tutto ciò che aveva preparato Ale. Un buonissimo piatto di spaghetti al ragù per primo, ed una fetta di carne per secondo, accompagnata da due contorni: insalata e zucchine.
'Il mio olfatto, in cucina, non sbagliava mai.' Pensai tra me e me.
Finito il pranzo, mi invitò per prendere un gelato al bar sotto casa, questo pomeriggio.

'Okay...' Risposi timido. Ci conoscevamo appena, ed io potevo passare benissimo per il 'ragazzo cattivo' o per un 'teppista', ma evidentemente ad Ale non importava. Mi piaceva questo carattere. 

'Beh, intanto che si fanno le cinque, cinque e mezza, aiutami a sistemare il salotto...' Mi disse sorridendo e lanciandomi un cuscino del divano dove avevo dormito questa notte. Ricambiai il sorriso, aiutandola a ripiegare la coperta verde e rossa con la quale mi aveva coperto la scorsa sera.

 
Ale era una ragazza così carina, dolce e premurosa, e proprio non riuscivo a capire perché aveva avuto la pazza idea di ospitare un tipo come me nella sua, a parer suo, umile dimora.”


                                           ______________________________________________
Buongiorno gente, oggi ho in servo per voi il primo capitolo - mezzo prologo di questa FF.
Di solito, scrivo OS, ma una mia amica mi ha consigliato di iniziare una FF, perciò, perché non seguire
il suo consiglio? Per prima cosa, è un racconto tranquillo, non mi vengono ancora molte idee, ma oggi, tornando da
scuola, ho visto un ragazzo alla fermata del bus simile a Chester da me descritto e da lì iniziò il tutto. 
 E vabbè, detto questo, spero che vi piaccia e ringrazio chi recensirà e chi leggerà, 
alla prossima. :*
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Linkin Park / Vai alla pagina dell'autore: addictedtokenji