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Autore: Lockheed    05/12/2007    1 recensioni
Storie, pezzi di vita, d'amori finiti o appena iniziati, di uomini, di donne, di ragazzi, di vecchi.
Legati tutti da un tema, una metafora. La strada.
Genere: Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa raccolta è nata mentre stavo per strada.
E la strada appunto è il tema di tutti questi racconti.
Sono storie, pezzi di vita, d'amori finiti o appena iniziati, di uomini, di donne, di ragazzi, di vecchi.
Non hanno un criterio, non c'è un filo logico che le accomuna, a parte che tutte ruotano attorno a un riferimento alla strada. Vi anticipo adesso che dovrebbero essere cinque storie, ma se me ne verranno in mente più avanti le aggiungerò, anche in base ai vostri giudizi.
Spero vi piacciano. Buona lettura! Ogni commento mi rende felice! ^^





Ascolto la musica uscire metallica dallo stereo della macchina, canticchiando sottovoce.
Guardo il semaforo rosso.
Ferma a un bivio.
Guardo le macchine filare lisce e veloci, senza intoppi, senza freni, senza dubbi.
Vedo arrivare una macchina, si ferma accanto alla mia, nell’altra corsia.
Il colore, il modello.
Solo un’occhiata veloce e capisco che potrebbe essere la tua.
Una sguardo di più e ne sono certa.
Il respiro mi si spezza, il cuore romba violento, la voce mi muore in gola.
Ti guardo.
Le tue dita tamburellano impazienti sul volante.
Come una tormenta mi colpiscono frammenti di quel rapporto che abbiamo condiviso.
Volevo insegnarti ad amare.
Tu, che mi dicevi sempre che non avevi mai amato nessuna.
Volevo sfidarti.
Ti avevo detto che mi bastava una notte, una soltanto.
No, non era vero. Lo sapevo, certo, ma ci speravo.
Ho perso.
Ti ho perso.
E mi chiedo quante donne hanno goduto in quella tua macchina.
Su quei sedili polverosi e ruvidi che anche a me avevano lasciato un segno sulla pelle.
Quante donne, ragazze, bambine, puttane.
E io.
Io sono tra loro.
Una fra tante.
Non pretendevo niente.
Non è colpa tua.
È stato un errore mio.
Forse non avrei mai dovuto incrociare i tuoi occhi.
Sarebbe bastato solo quello.
E adesso vorrei incontrarli di nuovo, solo una volta, un’ultima volta.
Ma tu non mi guardi.
Muovi piano la testa seguendo il ritmo di una musica silenziosa.
Verde.
Acceleri veloce e scatti avanti.
Fisso per un istante la sagoma che sfila voltando in una traversa.
Mi chiedo per un secondo dove stai andando.
Ma adesso non ha più importanza.
Dove vai tu, io non posso seguirti.
Schiaccio piano l’acceleratore, lascio andare delicatamente la frizione.
Io vado dritto.
Vado avanti.
Posso solo andare avanti.
  
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