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Autore: ferti    18/05/2013    0 recensioni
Bipolarismo cronico
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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4.febbraio.2013
Oggi mi sono chiesta se la federica di adesso, quella che conoscono tutti sia quella vera. Come la strega di Biancaneve ho coperto tutti gli specchi, ho smesso di guardarmi dentro per evitar di sentirmi dire che Biancaneve è più bella di me. Il mio alter ego ha riempito i miei polmoni e sbuffa veleno ad ogni sospiro. Non respiro più boccheggio, annaspo alla ricerca di una via d’uscita. La Federica vera era quella ragazza che amava guardarsi dentro, riempirsi di bellezza e uscire di casa a testa alta piena di amore per sé e per gli altri. Concretamente amava truccarsi, delineare gli occhi di nero per sembrare più grande, più … qualcosa che non era in grado di spiegarsi. Era una di quelle ragazze che saltellano per strada, guardano attraverso le pozzanghere e ci vedono mondi, ascoltano la musica e ne cantano sillabe stonate in lingue inventate ma che comunicano più di quaranta lingue vere. Ogni giorno Federica si svegliava convinta che il mondo le avrebbe donato qualcosa per cui valeva la pena lasciare il caldo dei suoi sogni e avventurarsi in qualcosa di misterioso e che suonava così arduo ma appagante. Ecco cos’aveva: la curiosità di vivere, di appassionarsi, di far brillare gli occhi ogni volta che qualcuno o qualcosa le toccava il cuore. Toccarle il cuore era facilissimo, bastava coglierla nel momento in cui era sola con i suoi pensieri. Ah i suoi pensieri come erano liberi e spensierati! Viveva di pensieri. Alcune cose succedevano solo nella sua testa, accadevano e si mutavano allegramente come diapositive della vita delle famiglie del mulino bianco. Era sempre stramaledettamente felice quella Federica là. Se, invece, ora guardo questa Federica qua, stento a credere nell’esistenza di quel folletto che lei ricorda. Quella che ora c’è,vive ancora nei suoi pensieri, salta le pozzanghere e cerca di leggerne i fondi come se fossero tazze di caffè. Ama il caffè e la sua potenza ristoratrice, scende per la gola e scalda le viscere piano, come un anestetizzante di ottima qualità, che rende il mondo vacuo e vuoto. La testa è quindi bassa, guarda il fondo delle cose con circospezione, non guarda più le mani, i nasi, le orecchie, i baffi e le rughe dei passanti ma solo le loro scarpe ben lucidate o bucate. Ha iniziato a dividere le persone in base alle scarpe e ha scoperto che possono dire tutto ciò che si vuol sapere. Nere: vivo ma non esisto. Marroni chiare: fatemi confondere vi prego. Brillanti: Esisto e vivo come voglio. Colorate: sono eccessivo e diverso dagli altri, io sì che sono trasgressivo! E così ha diviso le persone in base ai numeri, alle tipologie, ai colori, ai lacci, ai buchi, alle spille, alle foglie, ai rametti incastrati tra i lacci, alle calze che spuntano da delle all star banali. 
  
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