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Autore: Vampiresroads    19/05/2013    5 recensioni
E' un percorso crudele, quello della fama, della popolarità, ma soprattutto quello della vita e dei sentimenti, perché anche i nostri sono umani, e come ogni relazione, le cose cambiano, non sempre positivamente.
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Una fanfiction basata su cosa ci potrebbe mai essere davvero dietro lo scioglimento di questo gruppo epico, che, stranamente, è composto da gente come noi.
Genere: Drammatico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Perché?” Gerard entrò freneticamente nella stanza, non curandosi della violenza con cui sbatté la porta e senza accorgersi di aver fatto cadere un soprammobile, “Tu, ora, devi spiegarmi.”
Frank si voltò di scatto girando la seria su cui sedeva, forse stava leggendo, forse stava solo pensando.
“Cosa c’è Gee?” Cercava di mantenere un’aria tranquilla e annoiata, ma evidentemente stava balbettando troppo per riuscire a nascondere l’indecisione all’uomo-dai-capelli-di-mille-colori.
“Smettila di fare il coglione e spiegami.”
“Cosa, cosa?” La voce tremolante usciva veloce, “Spiegare cosa, Gee? Cosa?”
“Il concerto.”
“Sì.”
“Il concerto.” Scandii le parole, per concedere all’amico l’onore di intuire a cosa si riferisse esattamente.
“E… Qual è il problema?”
Gerard lo fissò per qualche istante senza espressione, così si calmò, si sedette sul letto, abbassò lo sguardo contando fino a dieci e, infine, respirò; respirò molto lentamente.
“Mancano cinque giorni, cinque, quando avevi intenzione di dirmelo?”
“Come lo hai scoperto?”
“Dopo tutti gli anni, i fottuti anni, che ti conosco pensavi non avrei intuito? Frank, andiamo, che stai facendo?” Mantenne un tono sconsolato, ma comunque calmo, così che il magone si impossessasse lentamente del suo stomaco, dei suoi polmoni, della sua gola.
“Non pensavo pesasse così tanto, potete esibirvi senza di me, i LeAthermouth no.”
“Sì, okay, prima sono i Levattelapesca, poi sono quelli, poi quell’altri. Andiamo, è la seconda volta che progetti di abbandonarci a un concerto, e quando partiremo per il tour che farai?”
“Quale tour?”
“MCR5, svegliati.”
“My Chemical Romance, ci credi ancora tu?”
“Qui sei tu l’unico che non ci crede, Frank, ma tu non ci hai mai creduto, vero?”
“Oh andiamo, vaffanculo. Cioè seriamente, sembra di stare in un film o in uno di quei libri molto depressivi che scrivono per far piangere i dannati. Smettila di fare il tragico, non è successo niente,  è stato bello, sì, vi  voglio bene, non voglio che i My Chemical Romance finiscano eccetera, ma lasciami vivere, Gee, okay?”
“Fottiti stronzetto, sei un falso pidocchio.”
“Calmati, Ge-”
“No, calmati sto cazzo. E la campagna, gli album, la lotta contro l’omofobia, le cazzate, gli anni, ma porca puttana Frank, inizierei a nominare tutto quello che non ho mai davvero detto durante questi anni con te- tipo l’amore o stronzate varie da teenager, ma a che cazzo serve se hai sempre fatto tutto per farmi un piacere? Ti facevo pena, vero? Tanto fai sempre così.”
“Riprenditi, la stai facendo un po’ grossa. Io ci credevo, ci credo, io ci tengo tantissimo, lo sai.
Lo sai, Gerard, sembri un ragazzino.”
“Non mi hai ancora detto perché.” Il roscio accese una sigaretta e si voltò, non voleva urlare né guardarlo; così, dopo quasi un anno che non toccava tabacco, fumò con un gusto tale che gli parve quasi un’ esperienza nuova.
Il fumo riempiva umilmente il silenzio.
“Te l’ho detto perché, loro non possono esibirsi senza di me, voi sì.”
Gerard si voltò sorridendo ironicamente, accompagnato da una tristezza dubbiosa, il tutto coronato da un pallore cadaverico quasi inquietante.
“I My Chemical Romance… Senza Frank Iero? Mi prendi per il culo?”
Iero rise di gusto, il perché va ad aggiungersi ai dubbi esistenziali dell’essere umano.
“Cazzo ridi, coglione?”
“Scusa, okay? La stai prendendo troppo sul serio, cioè, vabbè, non è successo nulla, basta, chiudiamola qui, è finita. Scusa non ti basta?”
L’irritato fissava i poster dei primi tempi sui muri della stanza, sporchi e distrutti, accanto alle recenti foto di Frank con le sue collaborazioni.
Tutto questo scatenava in lui un temporale di emozioni nostalgiche e fastidiose: inesprimibili.
“Nessuno dei tuoi gruppetti ti necessita quanto noi: guardati intorno, sono tutti presi da altre cose, ma quando non hanno nulla da fare riprendono i vecchi lavori e fanno qualcosa a caso tanto per non annoiarsi, e se proprio va bene ti chiamano.
Noi, invece, siamo una cosa sola.”
“Gee, scusa. Io faccio parte di loro, ora, io appartengo a loro. È cambiato tanto, lo so, e il tempo sembra aver stravolto le cose. Io non rinnego nulla della mia avventura nel gruppo, anche perché è stata probabilmente la più bella della mia vita, ma ora loro sono circa la cosa più importante della  nuova esistenza, dopo Jamia e i bambini, ovvio.”
Panico.
Era davvero crollato tutto? Anime di milioni di persone sembravano sgretolarsi e marcire lentamente.
“E noi?”
“Va tutto bene. Noi saremo felici, siamo cresciuti, siamo completi, la nostra strada…” esitò qualche istante e si fermò, cercando di preparare uno straccio di discorso, tanto per non fare completamente l’insensibile.
Nemmeno lui ne era felice, affatto.
Gerard lo fissava, sconsolato, senza alcun’ombra di interesse verso le sue parole,
era tutto così vuoto.
Tutto così vecchio.
Era quasi ridicolo, per quanto possa essere ridicola una leggenda.
Così il ragazzo riprese: “La nostra strada è la più bella che un gruppo possa mai concepire di percorrere. Abbiamo fatto qualcosa di epico, forse gonfiato, a volte, forse hai...- capì di star per offendere l’ascoltatore –abbiamo, anche esagerato a proposito della battaglia e dei sentimenti, ma è stato tutto abbastanza glorioso, grandioso ed epico, quindi ne è valsa la pena, non finisce qui.”
“E’ finita, sì, e vaffanculo.” Il roscio si alzò freneticamente, e la calma che aveva mantenuto per tutto il discorso sfiorò la luce fioca e venne fuori in tutta la sua potenza.
Picchiò il tavolo e iniziò a urlare come un pazzo: “Sei una troia, Frank! Un’emerita troia e io ti odio, porca puttana. È sempre stata una stronzata per te, ma ti rendi conto quanto danno stai facendo a tutti noi? Ci stai distruggendo e deludendo giorno dopo giorno. Uccidendo dall’interno, ma continui, continui. La tua bocca continua a sputare bugie e cose non dette, ma ti rendi conto? Lo so che non è facile a volte essere sinceri e che la situazione non sempre lo permette, ma ci stavi per abbandonare al concerto senza nemmeno dircelo, andando a suonare con quegli ipocriti dei tuoi amichetti!
Non ho parole, non capisci un cazzo davvero e spero con tutto il mio cuore, la mia forza e la mia anima che ti lascino senza gruppo, senza musica e senza amici, perché stai facendo la scelta sbagliata e non hai nemmeno le palle di ascoltarmi mentre ti parlo.
Mi stai ascoltando, Frank Iero?” Si fermò definitivamente, recuperando il fiato, cercando di calmare la spropositata violenza.
“Ti ascolto, Gerard. Mi dispiace, io vi voglio davvero bene, non è questo…”
Lo interruppe, senza pensarci su: “Appunto, ci vuoi bene. Ma tu non fai parte di questo bene, non è che vuoi bene al gruppo con te dentro esso. Tu vuoi bene a me, a Ray e a Mikey. E basta. Il bene che si vuole a un compagno di classe con cui hai a malapena rivolto la parola, ovvio, ma ci vuoi bene.
Oh, cazzo, sì, è questo quello che hai sempre farfugliato, sì… Esattamente questo.
E tutti i tuoi ‘I My Chem non hanno confronti, questo è il mio gruppo e fanculo gli altri’ sono andati a puttane davvero, insieme al tuo cervello, no?
Beh, evito di bestemmiare perché direi che l’unica persona con cui posso prendermela sei tu.”
“Non credi a ciò che dici.”
“No! Forse no, forse sono solo incazzato e non credo a una parola di quello che dico, però vaffanculo, Frank Iero, i My Chemical Romance finiscono qui.”
“Oh. Cosa dirai alla stampa?”
“Mi affibbierò la colpa, questa te la faccio scampare, ma continuo ad augurarmi che possano farti tutto il male del mondo, fuori di qui, tanto perché tu abbia ciò che hai  dato a me.”
“Pensaci bene, ora sei confuso, e i fan?”
“I fan non vogliono vedere ciò che sei diventato, credimi.”



Nota dell'autore: Grazie mille di aver letto, e niente, scazzo di un triste sabato sera, spero non vi siate annoiati.
So che è un po' un disastro e non è nulla di particolarmente interessante o originale, ma ne avevo bisogno,
Love you all.
  
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