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Autore: Shin83    19/05/2013    1 recensioni
Tre amici di infanzia, un ragazzo e due ragazze, vanno a Los Angeles per cercare di realizzare i loro sogni. Lui diventa un attore famoso, ma anche le ragazze ce la fanno.
C'è da risolvere, però, una questione di cuore...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mary, tutta per te.


Dreaming is free 
I don't want to live on charity 
Pleasure's real or is it fantasy? 


 
 
 
Chris, Mary e Claire si conoscevano da una vita o giù di lì. Erano praticamente cresciuti assieme e condividevano tutto o quasi. Erano un trio un po’ anomalo, era raro trovare un ragazzo e due ragazze così affiatati. Per capire quanto si volessero bene, la gente ormai li chiamava Qui, Quo, Qua.
Già a sedici anni avevano pianificato il loro futuro: si sarebbero iscritti alla UCLA, e avrebbero tentato di realizzare i loro sogni a Los Angeles: Chris voleva diventare attore, Mary una giornalista di costume e Claire una stylist. E dove farlo, se non nella città degli angeli?
Anche se, per realizzare il loro sogno, avrebbero dovuto salutare a malincuore la loro amatissima Boston.
 
Chris e Claire erano innamorati l’uno dell’altra praticamente dall’età della pietra. Peccato però, che entrambi erano convinti di non essere ricambiati. Ogni tanto provavano ad uscire con qualcun altro, ma i tentativi fallivano sistematicamente ogni volta.
Mary, ovviamente, era la confidente di tutti e due, aveva passato metà della sua vita a sorbirsi i pianti di Claire ogni qual volta Chris si faceva vedere con la ragazza di turno, e le fisime di Chris quelle rare volte che Claire usciva con un ragazzo.
Mary aveva provato più e più volte a convincerli a parlarsi, ma ogni tentativo risultava un buco nell’acqua.
Claire non si riteneva abbastanza bella per lui e Chris non credeva di essere sufficientemente interessante per una come lei.
L’unico contatto del terzo tipo che avvenne tra i due prima del trasferimento a Los Angeles fu al prom dell’ultimo anno.
Mary era riuscita ad andarci col ragazzo di cui era stracotta all’epoca: un fustacchione che ricordava vagamente Johnny Depp ai tempi di Cry Baby, Claire aveva fatto di tutto per non farsi invitare da nessuno, sfoggiando il suo miglior acidume per almeno dieci giorni, visto che Chris aveva invitato una cheerleader. Peccato che quest’ultima lo bidonò senza remore il pomeriggio stesso del ballo. Qui e Quo si ritrovarono dunque a fare da tappezzeria al ballo del loro diploma, ma riuscirono comunque ad ubriacarsi come se nulla fosse, e, nell’aula di arte, Claire finì per sbaglio con la testa tra le gambe di lui…
L’episodio  “P” venne insabbiato con molta celerità, e per qualche anno, neanche Mary venne a sapere di quell’“incidente”.
 

***


Finalmente arrivò il momento del trasferimento a LA: iniziarono l’università con entusiasmo, e la vita insieme era divertente, nonostante qualche sporadico litigio sul dover abbassare la tavoletta del water dopo aver fatto pipì o su come si dovesse schiacciare il tubetto del dentifricio.
Per evitare di “disperdersi”, i tre ragazzi rinunciarono all’alloggio universitario e presero un bilocale nei dintorni del campus. Stavano un po’ stretti, ma la zona e l’appartamento erano decenti.
Le ragazze dividevano il lettone matrimoniale della stanza da letto, Chris, invece, si era appropriato del divano della zona giorno.
La cosa bella di quella situazione, per le ragazze, era convivere con un metro e ottantaquattro centimetri di giovanotto bostoniano che stava decisamente venendo su benissimo.
Al liceo era carino e mingherlino, ma dall’estate dopo il diploma aveva deciso di fare palestra per mettere su un po’ di massa. Insomma, Hollywood non era proprio il posto per intellettuali puri.
Quello sboccio fisico fu accompagnato dal fatto che Chris aveva preso il vizio di girare per casa in mutande: da sempre amante del freddo ed abituato alle temperature del Massachusetts, quelle californiane lo portavano spesso a rimanere in desabillé.
Claire, ogni tanto (spesso),  avrebbe voluto prendere a craniate il muro quando se lo ritrovava girare così per casa, e Mary, da sempre una cultrice del bello,  non disdegnava le mise casalinghe del suo migliore amico.
Un giorno, mentre le due ragazze studiavano sul tavolo della loro sala da pranzo/cucina/salotto, o meglio, Mary stava studiando, Claire ci provava, visto che il loro coinquilino aveva deciso di stare in infradito e boxer bianchi e fare avanti e indietro per la casa, Dio solo sapeva per quale motivo.
“Capiterà il giorno che Claire ti ruberà la purezza, mio caro Christopher Robert Evans,” lo prese in giro l’amica. “Se non la smetti di sbatterle il pacco in faccia ogni qual volta ti prendono le vampate, ovvero, tutti i giorni.”
“Mary!!!” urlarono gli altri due all’unisono, scambiandosi uno sguardo imbarazzatissimo.
“E comunque, non sono più puro da un pezzo,” Fece lui.
Lei sghignazzò e disse: “Lo sappiamo, ce l’ha detto tua madre.”
Chris si accigliò e le fece la linguaccia, e a Claire, nonostante avesse voluto trovarsi in un'altra dimensione spazio temporale, sfuggì una risata.
 
I tre arrotondavano lavoricchiando, il ragazzo con qualcosa di saltuario come steward, in qualche spot tv o come comparsa, mentre invece Claire e Mary trovarono lavoro allo Starbuck’s dell’università.
Fortunatamente per Chris le cose cambiarono molto velocemente: riuscì ad iscriversi ad un’agenzia di talent coi primi soldi messi da parte e i provini divennero sempre più frequenti.
Ottenne la parte per qualche episodio della serie tv “Opposite sex” e quando andò in onda la puntata in cui si travestì da ragazza, le sue migliori amiche lo presero in giro per due settimane di fila.
“Belle tette! Quasi meglio delle mie.”
“Però devo dire che la frangetta ti sta bene!”
“Devi dirmi il nome del tuo shampoo.”
“Cavolo, con una minigonna del genere, mi vergognerei ad andare in giro. Che stacco di coscia, Evans!”
“Senti, insegnami a camminare e ballare sui tacchi, io ho quasi 20 anni e ancora non ci riesco.”
Lo esasperarono per giorni con battute del genere.
 
Col passare dei mesi anche la loro amicizia si rafforzò. Avevano avuto un po’ paura ad andare a vivere assieme, sapevano che tante volte, anche le migliori amicizie venivano distrutte dalla convivenza sotto lo stesso tetto.
Invece, loro tre fecero l’esatto contrario:  crescevano assieme litigando, condividendo, supportandosi.
Supporto che si rivelò fondamentale per Chris nel momento in cui decise di lasciare l’università a metà strada quando ottenne il suo primo grosso contratto: “Non è un’altra stupida commedia americana”, non era certo il film della vita, ma era il primo come protagonista, e chissà se gli avesse potuto spalancare porte molto più grandi.
In quel periodo, quando si trovavano sfatti di stanchezza, avevano preso l’abitudine di spaparanzarsi sul divano letto di Chris a guardare tv spazzatura e mangiare schifezze.
Claire la usava come scusa per farsi coccolare da Chris, idem lui. Per Mary era diventato un passatempo parecchio divertente, non mancava occasione per lanciar loro qualche battuta, che, per sua disperazione, non veniva mai colta da quei due tontoloni.
Una sera, mentre guardavano Il Grande Fratello, Claire si addormentò avvinghiata a Chris stile patella sullo scoglio, mentre lui la stringeva con un’espressione beata. Mary, che la sapeva fin troppo lunga e conosceva i suoi polli, scostò il plaid che li copriva e vide ciò che sospettava: un certo cambiamento di stato in una certa zona di Chris. “Lo sapevo! Se volete, vi lascio soli.” Bisbigliò all’orecchio dell’amico.
“Mary, smettila!” la rimproverò il ragazzo, premurandosi di rimettere la copertina al suo posto e iniziare a pensare ai gattini, per cercare di risolvere il problemuccio di Chris jr.
 Il film di Chris uscì, e le ragazze furono invitate alla premiere e all’afterparty. Non ci potevano credere, la loro prima festa hollywoodiana, quello che fino a poco tempo prima era solo un sogno per tutti e tre, era diventato realtà.
 

***

 
La ruota girava bene per Chris: iniziò a girare film con una certa regolarità, mentre Mary e Claire si laurearono.
La prima iniziò con qualche stage in un paio di giornali locali, ma si preparò il terreno per lidi migliori aprendo un blog, uno dei primissimi, quando i blogger erano davvero pochi, e scriveva i più svariati pezzi di costume come freelance. Col tempo i riscontri arrivarono e via via acquistava credito con varie riviste del paese.
Claire, dopo il master in moda e cinema, partì con vari lavoretti come aiuto costumista, sia in produzioni televisive che cinematografiche. Una volta le capitò di lavorare sullo stesso set di Chris, col film “The perfect score”.
 
La loro situazione economica era migliorata, soprattutto per il ragazzo, ma ancora non riuscivano a lasciare il loro bilocale vicino all’università. Iniziavano anche a vedersi molto meno, visti gli impegni e gli orari, quindi gli spazi ristretti regalavano loro quell’intimità che poco a poco si erano costruiti, compresa quella di girare tutti allegramente in mutande. Alla fine cedettero anche le ragazze, in fondo Chris aveva ragione, si stava proprio comodi in quel modo.
 
Quando Chris iniziò ad acquistare un po’ di notorietà tale da finire sulle riviste o siti web ‘pettegoli’, parallelamente, in casa, nacque un nuovo fenomeno alquanto bizzarro: capitava che alcuni giorni Claire si chiudesse in camera ad ascoltare il suo sterminato repertorio di canzoni più o meno angoscianti, che spaziavano dai Radiohead ai Placebo, senza dimenticare i Joy Division; insomma tutto fuorché allegro.
Inizialmente, entrambi i suoi amici coinquilini, non si spiegavano il perché di queste crisi “tagliavene”, come erano state prontamente battezzate da Mary.
Quest’ultima però, quando l’amica si chiuse per la terza volta in camera dopo aver sfogliato USA Today, iniziò ad intuire cosa stesse succedendo: Claire semplicemente voleva trovare una “cura” a dover sopportare l’idea di vedere il ragazzo, di cui era innamorata da quasi la metà della sua vita, finire sui giornali con presunti flirt con qualche squinzia, attricetta o modella a tiro. Per Mary, sapendo quello che l’amica provava per Chris, fu quasi immediata l’associazione tra le due cose, per Chris, non lo fu affatto, e non riusciva a spiegarsi cosa diamine le prendesse ogni tanto, anche se, piano piano, iniziò a farci l’abitudine.
Claire un’insicura di primo livello, e queste attenzioni da parte del ragazzo verso ragazze che lei riteneva migliori di sé erano una stilettata al cuore.
 
“Claire, tu ci istighi al suicidio collettivo.” Esordì Mary, facendo irruzione in camera, una serata particolarmente lamentosa.
“Esce con Jessica Biel, ti rendi conto?” rispose.
“Te l’ha detto lui?” chiese l’amica in tono interrogatorio.
“No, ma c’è scritto ovunque.”
“Quando la porterà a casa ci crederò.”
“Lui non porta a casa mai nessuna.”
“Ti sei mai chiesta perché?”
“Perché si vergogna a far vedere che ancora dorme su un divano letto?”
“No. Ma quando saprai rispondere correttamente a questa domanda, smetterai di farti le paranoie su Jessica Biel o su qualunque altra modella appaia sui giornali assieme a lui.”
Claire, che era già abbastanza intontita dal pianto, non capì cosa volesse dire.
Quella stessa sera, Chris tornò a casa con una magnifica notizia: aveva firmato per interpretare Johnny Storm in due film su I Fantastici Quattro.
Saltava e urlava per tutta la casa e Mary dietro a lui. Claire si perse il momento, perché dopo la strigliata dell’amica, complice anche una dura giornata di lavoro, si era addormentata pesantemente, e neanche le urla degli amici la smossero.
La mattina dopo, entrambe le ragazze si svegliarono con il profumo di caffè e brioches: Chris era ancora talmente su di giri che si era alzato prestissimo ed era andato a recuperare qualcosa da portar loro per fare colazione a letto.
Claire chiese spiegazioni e quando il ragazzo le disse del contratto, gli saltò al collo contenta. Stava per far versare tutto il caffè, per fortuna Mary riuscì a salvare la loro colazione. Quando la ragazza gli si sganciò da dosso, Chris tolse le scarpe e si accomodò in mezzo a loro per mangiare tutti assieme.
Dopo quel momento, Chris si assentò per un lungo periodo, Mary e Claire dovettero abituarsi a non trovare la tavoletta del wc alzata, calzini sporchi sparsi per casa e soprattutto un ragazzo in boxer vagante per un bel pezzo.
Mancava ad entrambe da pazzi, non sapevano più chi prendere in giro o su chi scaricare le colpe se si rompeva qualcosa in casa.
E Mary poteva giurare di aver beccato Claire ficcanasare nel suo armadio per rubargli una maglietta, non contando tutte le volte che l’aveva trovata addormentata sul divano abbracciata al suo cuscino.
Durante la promozione del film, arrivarono alle ragazze un sacco di cartoline, una per ogni posto che Chris aveva visitato.
Quando tornò fu festa grande: le ragazze si fecero trovare a casa e appena lo videro, gli saltarono letteralmente al collo, finendo tutti e tre a terra come dei sacchi di patate. Quella sera si ubriacarono come ai tempi della scuola e si addormentarono insieme sul divano letto.
 
Il tempo passava: andare a premiere ed afterparty ormai era diventata quasi un’abitudine, anche perché le ragazze riuscivano a farlo grazie al loro lavoro e non solo dietro invito dell’amico.
Tra le riprese dei due capitoli de I Fantastici Quattro, ci fu un’altra violenta crisi “tagliavene” di Claire, sempre per colpa di Jessica Biel.
Dopo l’uscita de I Fantastici Quattro e Silver Surfer, ci fu un momento di relativa calma per Chris, le serate sul divano stavano tornando un’abitudine regolare e anche il lavoro per Claire e Mary andava a gonfie vele.
Chris mancò ancora qualche mese per le riprese di “Il Diario di una Tata”, che erano a New York, ma le ragazze approfittarono di un weekend libero per andare a trovarlo.
Tornato a casa, in una serata di relax, mentre guardavano chissà quale reality show, Chris esordì: “Forse è arrivato il momento di cercarci un’altra casa.” Claire spense la tv, era un po’ terrorizzata perché in un lampo le tornò in mente quello che le disse Mary durante una delle sue crisi, e pensava che questa uscita del ragazzo fosse dovuta a dei motivi ben precisi: una ragazza.
“Mi sa che hai ragione.” Disse Mary. Claire non disse nulla.
“In fondo, siamo tutti sistemati, con uno stipendio decente. Possiamo permetterci una casa più in centro, con ognuno la nostra stanza, magari due bagni ed una vera cucina. Che ne dite?”
Mary approvò con un applauso entusiasta, Claire, che già di suo era sempre quella più restia ai cambiamenti, fece spallucce.
Chris si girò verso di lei, le prese il mento con una mano per sollevarle il viso e guardarla negli occhi e disse: “Andremo a cercarla tutti assieme, ne troveremo una con un bell’armadio per tutte le vostre scarpe, che qui ormai non ci stanno più, e con una cucina con un bel forno, così potrai farmi tutti i cupcakes che vuoi, ok?”
“Ok.” Rispose lei sommessa. E lui le baciò la punta del naso.
La ricerca non fu facile, ma trovarono questo bellissimo appartamento a Studio City: tre stanze da letto, due bagni, zona giorno con cucina open space e il salotto.
Tutti e tre si sbizzarrirono nell’arredamento delle loro stanze e decorarono con cura anche la grande sala comune e anche se il gusto femminile si scontrava con quello maschile, riuscirono a giungere ad un compromesso. Dopo dieci anni, ormai, sapevano come prendersi a vicenda.
 

***

 
Il 2010 fu un grande anno per tutti e tre: Chris aveva firmato con la Marvel per interpretare Captain America, Mary era diventata collaboratrice esterna fissa per Vanity Fair e Claire era riuscita ad entrare come regolare nel team di Patricia Field e aveva anche qualche cliente personale.
Dopo tanti anni di sacrifici, i tre ragazzi di Boston riuscirono a realizzare i loro sogni, restando amici come il primo giorno, forse anche di più.
Restava solo una cosa da risolvere, e Mary aveva l’impressione che toccasse a lei farlo, prendendo la situazione per le corna e porre fine a quello strazio che ormai durava da un’eternità.
 
L’occasione le si presentò facile facile.
Durante le riprese di Captain America, una sera, Chris era sul divano a guardare una partita di football, Mary aveva da lavorare e Claire mandava in loop All I Need dei Radiohead.
L’amica giornalista, esasperata perché non riusciva a concentrarsi sul suo pezzo, uscì d’impeto dalla sua stanza, andò da Chris, che stranamente indossava una maglietta ed era mezzo addormentato, lo prese dal colletto e lo trascinò davanti alla stanza di Claire, aprì la porta e ce lo spinse dentro.
Claire sobbalzò dallo spavento sul letto, Chris era frastornato.
“Ora basta, mi sono rotta!” urlò Mary, andando a spegnere lo stereo dell’amica.
Gli altri due la guardarono basiti.
“Voi due, non c’è bisogno che mi guardiate così, mi avete stufata e sapete benissimo di cosa sto parlando.”
Ancora nessuna risposta, erano come inebetiti.
“Sono almeno quindici anni che vi morite dietro e mi ammorbate con le vostre stronzate, ora fatemi la cortesia di farvi una sana scopata, che io devo lavorare e non vi sopporto più.”
E lì piantò così, senza ulteriori spiegazioni, chiudendo la porta dietro di sé e sghignazzando soddisfatta.
I due si fissarono per qualche istante.
Claire si alzò dal letto per avvicinarsi a lui, non ci fu bisogno di tanti giri di parole; lui le tolse la maglietta, lei fece altrettanto. Iniziarono a baciarsi e lui la prese in braccio.
Quella dannata palestra, pensò lei buttando un occhio sui pettorali di Chris in versione Steve Rogers.
Si lasciarono cadere sul letto, avevano almeno quindici anni da recuperare e quella notte non ci furono gattini che tenessero.
Mary, in camera sua, inforcò le cuffie e si fece disturbare volentieri dalla sua musica, sapendo che i due tontoloni nell’altra stanza finalmente avevano capito che non c’erano strafighe di turno che potessero mettersi tra di loro.
 
Qualche sera dopo, erano nel pieno di uno dei loro rituali: lettone di Chris, lui in mezzo e le ragazze ai lati tutti bene accoccolati, stavano guardando il solito, orrendo talent show.
Durante l’abituale chiacchiericcio che accompagnava quelle serate, Chris confessò che, da piccolo, con mamma Lisa, guardava le soap opera. La sua preferita era Dynasty.
Le due ragazze scoppiarono a ridere. “E queste cose perché saltano fuori solo adesso?” ridacchiò Mary divertita,”Dynasty poi, sto male.”
“Non ve l’ho mai detto proprio per evitare questo tipo di reazione,” Rispose offeso.
Risero ancora un po’, e dopo poco si addormentarono tutti e tre abbracciati, come non succedeva da un secolo.
L’indomani, che era una domenica ed erano liberi dal lavoro, Mary si svegliò per prima e andò in bagno a farsi una doccia.
Poco dopo, fu il turno di Chris e si spogliò per andare a lavarsi anche lui. Anche se, il ragazzo, svegliatosi con “cattive intenzioni” lasciò di proposito la porta del suo bagno aperta.
Claire era semisveglia nel letto, e, come al suo solito, affondava il viso nel cuscino di Chris, che aveva sempre quel profumo di fresco che la faceva impazzire.
Ad un certo punto, si sentì chiamare dal ragazzo: “Claire! Claire, per piacere, vieni in bagno!”
“Arrivo,” rispose svogliatamente la ragazza.
Scese dal letto, infilò le infradito e si avviò verso il bagno del suo, ormai, ragazzo. Trovò la porta aperta e uno spettacolo che qualsiasi ragazza del pianeta avrebbe ucciso per averlo: Chris tutto insaponato sotto la doccia. Lei rimase sconvolta un attimo: ancora doveva farci l’abitudine a tutto quel ben di Dio a sua completa disposizione, nonostante fossero almeno dieci anni che lui camminava per casa solo in intimo.
“Tesoro, non è che mi daresti una mano? Ho dimenticato gli asciugamani puliti di là in camera”.
“Va- va be-bene, torno subito” balbettò lei, e andò a recuperare i teli dal suo cassetto in stanza, tornata in bagno, si sedette in un angolino, tremendamente imbarazzata, senza sapere cosa fare. In quel momento, uscì dal bagno anche Mary, che trovò la porta aperta, azzardò un’occhiata e si trovò davanti alla seguente scena:  il culo tonico del suo migliore amico sotto la doccia, dal quale era difficile distogliere lo sguardo e la sua migliore amica seduta a terra, raggomitolata sulle ginocchia con degli asciugamani stretti tra le braccia e il viso affondato nella stoffa di questi.
“Claire, santo cielo, cosa stai facendo?”
La ragazza non rispose.
“Claire! Datti una mossa, dico, ma vedi che roba hai a disposizione? E’ tutto tuo e tu stai qui a piagnucolare. Dopo quindici anni che aspetti? Muoviti, spogliati ed entra nella doccia pure tu.”
La fece alzare e le strappò gli asciugamani dalle braccia appoggiandoli sul mobiletto a fianco.
In tutto ciò, Chris rideva sguaiatamente.
Mary guardò in cagnesco l’ultima volta l’amica e chiuse la porta del bagno.
“Hai sentito cos’ha detto? Forza, vieni a lavarmi la schiena, disse lui facendole l’occhiolino.
“Bisogna risparmiare l’acqua, facciamo la doccia in due!” proclamò ridendo.
La ragazza scoppiò a ridere e si convinse a spogliarsi. Lasciò maglietta e slip sul pavimento, aprì la porta a vetro e si infilò sotto il getto d’acqua assieme a Chris.
“Lo sai che tu, per me, sei sempre stata più bella di qualsiasi cheerleader o attrice con cui sono uscito?” lei lo guardò negli occhi e fece no con la testa.
“Vieni qui,” disse lui, avvicinandola a sé e piegandosi per baciarle il collo e poi il seno.
Lei gli afferrò il sedere marmoreo per stringerlo a sé ancora di più.
Continuarono a baciarsi per un po’, quando lui la prese sollevandola e la appoggiò al muro, lei gli cinse le gambe attorno alla vita. Lui la fece sua e lei affondò le unghie nella schiena sua massiccia.
Aspettavano un momento del genere da anni.
Quante notti insonni, sognandosi a vicenda facendo l’amore sotto la doccia, su quel divano che li aveva ospitati innocentemente per innumerevoli serate davanti alla tv, e chissà quanto altro.
Erano finalmente lì, insieme, insieme veramente.
“Chris, Chris,” ansimò, il ragazzo la stava facendo impazzire di piacere.
“Claire, ti amo.” Le bisbigliò in un orecchio.
“Anch’io ti amo, Chris.” Gli rispose, proprio prima di raggiungere l’orgasmo.
Quella doccia durò più a lungo del previsto.
E proprio in quell’occasione, Claire rispose correttamente alla domanda che Mary le fece qualche anno prima, mentre Fake Plastic Trees risuonava nella sua stanza e la matita nera colava dai suoi occhi.
 
“Ti devo un favore, Mary.”
Chris sorprese la ragazza, mentre faceva colazione.
“Come minimo, mi dovrai far conoscere Robert Downey Jr. e Ryan Gosling.”
“Sul primo possiamo lavorarci, visti i miei progetti lavorativi, sul secondo, pure.”
 
Chris mantenne la promessa: presentò RDJ all’amica durante la premiere di Captain America, qualche mese dopo. E il secondo ad uno dei vari party che si tenevano a Los Angeles durante l’Award Season.
Mary e Ryan iniziarono a vedersi piuttosto spesso, e le cene a quattro erano ormai frequenti, nell’appartamento di Studio City.
Fu una sera che Chris e Claire erano rimasti soli a casa a farsi un po’ di coccole, che lui le disse: “Dici che c’è bisogno di cercare una casa più grande?”



Premessa: io di solito non bazzico nell'area RPF. Ne leggo pochissime (per lo più in inglese), figuriamoci scriverle.

Ma, c'è un ma: la parte finale della Shot è la rielaborazione di un sogno fatto dalla mia amica Mary, ho riso e squittito troppo quando me l'ha raccontato e lei ha buttato lì: dovremmo scriverci una fan fiction. Nonostante i miei 'paletti', l'ho presa in parola; soprattutto per farle un regalo perché ha iniziato da pochissimo una nuova avventura e so che ha bisogno del supporto degli amici.
Quindi, è tutto merito (o colpa?) sua se ho pubblicato questa cosina e non nascondo di essermi divertita davvero un sacco a scriverla.

Chi mi conosce sa quanto sia ossessionata da Chris (non a caso Mary ha sognato proprio lui), quindi non c'è bisogno di spiegazioni ulteriori.
Chi non mi conosce è bene che resti all'oscuro di mia questa malattia. :-P

Un mega grazie alla Marti che ha betato, nonostante, come me, sia scettica sulle RPF.
  
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