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Autore: addictedtoLarry    19/05/2013    3 recensioni
"E' perso nel gioco" furono le ultime parole che sentii dire.
(..)
"Non piangerò fino ad addormentarmi,come uno stupido. Non piangerò fino ad addormentarmi,se lo farò morirò. Ora tu sei lì,in cielo portandoti dietro un pezzo del mio cuore,il più grande.Portandoti dietro tutti quei debiti e quei soldi.Abbiamo fatto le cose troppo velocemente,eravamo troppo giovani. Che tu sia maledetto,amore mio!"
Diceva la piccola lettera che avevo posato sulla sua bara il giorno del funerale.
(...)
Ero tornato ad Holmes Chapel per tornare a vivere a casa dei miei,sì perchè era li il mio posto.Ognuno di noi ne aveva uno,il mio credevo fosse al fianco di Louis ma non era così.Il suo posto era vicino a Dio circondato dagli angeli e a me non restava che casa mia,con la mia famiglia.
(...)
Ma quando misi piede a terra capì che quello non era seriamente il mio posto,che non dovevo vivere lì
(...)
Così capii che il posto dove tutto era cominciato doveva essere anche quello dove tutto avrebbe avuto fine.
[Larry Stylinson]
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Million Dollar Man.



"Arrivo ad Holmes Chapel tra 10 minuti" disse una signora bassa con capelli grigi sparsi qua e là sulla sessantina.
Mi voltai verso il finestrino dell'autobus sul quale stavo viaggiando,da quanto tempo che non tornavo lì?
Tutto era così diverso,o almeno così a me pareva. Alberi più verdi che mai, cielo azzuro più che mai e uomini,donne e bambini felici conversavano,giocavano e scherzavano sui prati freschi di quel quartiere di periferia.
Davvero quel luogo era così perfetto senza me? Davvero tutti erano più sereni senza me? Davvero tutto era più bello senza me?
Davvero io sarei riuscito a sopravvivere senza il mio Louis?
Lui se n’era andato una domenica, dicendo che sarebbe tornato lunedì stavo in piedi ad aspettare, ad attendere e camminare ma lui non tornò. Era andato in uno di quei tanti casinò che frequentava in quel periodo.
"Non si può continuare così,abbiamo troppi debiti" diceva. "Giocare ad azzardo fa recuperare tutto quello che abbiamo perso" ripeteva.
Ed io gli credevo,si gli credevo,perchè innamorato follemente di lui,perchè se per lui andava bene così era lo stesso per me,perchè illuso continuavo a sperare che tutto sarebbe tornato come i primi tempi:amore,dolcezza,romanticismo e ancora amore.
Illuso,così tanto illuso da sottovalutare quel problema che aveva,così illuso da non credere a tutti quei dottori che dicevano "Signor Syles,deve cominciare a fare qualcosa.Rischia la vita." "E' perso nel gioco" furono le ultime parole che sentii dire.
Ma no,non lo era.Lui era felice ed in quel periodo vederlo in quel modo era una cosa molto rara tanto quanto fantastica.
"In fondo siamo nati per morire,Haroldino. Godiamoci il momento e non pensiamo al futuro" esclamava quando,tornato ubriaco fradicio da quei pub,si giustificava per quei ritardi.
Sì,lui usciva ogni sera,e questo andava bene.Io a casa ad aspettarlo piangendo e lui fuori a recuperare i soldi persi,infondo cosa c'era di male? Lo faceva per il nostro bene,per il mio bene.

 
"Non piangerò fino ad addormentarmi,come uno stupido. Non piangerò fino ad addormentarmi,se lo farò morirò. Ora tu sei lì,in cielo portandoti dietro un pezzo del mio cuore,il più grande.Portandoti dietro tutti quei debiti e quei soldi.Abbiamo fatto le cose troppo velocemente,eravamo troppo giovani. Che tu sia maledetto,amore mio!" 

 
Diceva la piccola lettera che avevo posato sulla sua bara il giorno del funerale.
Se ne era andato,lasciando il mio mondo così insicuro e freddo. Vuoto,ovunque aveva lasciato il vuoto.E non solo materiale ma anche spirituale,anzi sopratutto spirituale.Un vuoto nella mia anima tanto profondo da non poter esser colmato ne ora e ne mai.
"La guida in stato di ebbrezza l'ha portato alla fine della sua vita terrena" Mi disse quel poliziotto al telefono.
Era un Lunedì pomeriggio,alle ore 16.23. Dopo un giorno di ansia e di ricerche l'avevano trovato morto dentro la nostra auto sulla statale per tornare a casa.
Ma non piansi quando seppi la notizia,anzi sembrò quasi così surreale e quindi non crebbi alle parole che avevo sentito.Così tornai seduto sul nostro divano ad aspettarlo...aspettarlo fino a tre giorni dopo quando sua madre venne a casa nostra per portarmi al funerale di suo figlio,dell'amore della mia vita,della mia vita. Li solo capì che era la fine.

-Ultima fermata per Holmes Chapel- disse sempre la stessa signora.
Scesi da quell'autobus,ormai diventato troppo piccolo per tutti i miei ricordi,pensieri e riflessioni. Inspirai profondamente e poi cominciai a camminare,così,senza un meta ben certa come se la mia vita sarebbe dovuta finire lì,in quel secondo.
Ero tornato ad Holmes Chapel per tornare a vivere a casa dei miei,sì perchè era li il mio posto.Ognuno di noi ne aveva uno,il mio credevo fosse al fianco di Louis ma non era così.Il suo posto era vicino a Dio circondato dagli angeli e a me non restava che casa mia,con la mia famiglia.
Ma quando misi piede a terra capì che quello non era seriamente il mio posto,che non dovevo vivere lì.Che anzi non dovevo vivere per niente. Che senso aveva la mia vita senza Louis? Che cosa ero io senza il mio Boo? Chi aveva cambiato il mio piccolo tesoro in quel'uomo senza emozioni il quale era diventato? Chi lo aveva portato via da me in quel modo così brutale?
Troppe domande,ed io ero troppo piccolo per saper rispondere...
Camminando mi ritrovai in quel prato dove io avevo conosciuto Louis,chi lo avrebbe immaginato che sarebbe diventato così importante per me?

*-Quindi tu non sei di qui?-
-Nah,io vengo da Doncaster-
-Ah Doncaster,bel posto quello li-
-Anche qui non è male.Anzi è fantastico! Ah che sbadato,piacere Louis!-
-Oh,Harry!-
-Che ne dici di scambiarci i numeri così magari ci sentiamo più spesso?-
-Sì certo-*


Così capii che il posto dove tutto era cominciato doveva essere anche quello dove tutto avrebbe avuto fine.
Lui voleva essere un uomo millionario ed io non ero mai riuscito ad accontentarlo.Aveva sofferto,giocato e infine era morto.
Non meritava tutto questo,io lo meritavo.Per non essere mai stato abbastanza attento,per non averlo mai amato come meritava,per non essergli stato accanto durante la sua "malattia",come la definivano quei dottori...
Estrassi la pistola che tenevo nella tasca della mia giaccia,la puntai alla mia tempia,presi un profondo respiro e...
Stop.Fine.Finalmente avrei potuto vivere per sempre con Louis e vivere di ogni suo sorriso fino all'eternità...
  
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