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Autore: Eerin    08/09/2004    8 recensioni
Pensieri di Mirtilla Malcontenta in un suo momento di rivincita verso il mondo da cui non si è mai sentita accettata. E' uscita di getto, quindi non prometto nulla, ma mi farebbe piacere un commento anche se negativo. (Scusate se ho messo HP come pg, ma MM non c'era)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Ehi.. cosa succede? Che c’è? Siete arrabbiati? Siete depressi? Perché non venite da me…? Perché non venite a prendermi un po’ in giro?? Ma sì! Su, sfogatevi! Prendiamocela tutti con Mirtilla! Tanto lei non sente niente! Tanto lei non prova niente! E se anche provasse qualcosa.. a chi importa dei sentimenti della povera, brutta, sciocca Mirtilla Malcontenta?? A nessuno… non è mai importato proprio a nessuno.
Eppure io non è che facevo nulla di male eh! Solo che non ero abbastanza bella… insomma, non avevo l’aria della vincente. E allora, chi era messo così male da preoccuparsi di uno straccio, di una perdente, di una sfigata cronica? Ma nessuno naturalmente!
Ma ho una sorpresa per tutti voi.. anche gli stracci hanno delle risorse. Anche gli stracci hanno i loro pregi (e guarda un po’! Molti più di quanti potreste immaginare nelle vostre stupide menti imprigionate in stereotipi che non valgono mezzo zellino!)… anche gli stracci vorrebbero vivere…
Almeno, io volevo farlo.. io… avevo un’amica. Olive. Olive Hornby. Mi ricordo, andavamo in giro sempre assieme, almeno all’inizio. Me lo ricordo.. passeggiavamo per i corridoi… una volta scoppiammo a ridere per mezzora. Si era perché… perché… c’era qualcosa in un quadro. Ah si, una vecchietta ritratta al quarto piano. Aveva perso la dentiera e continuava a imprecare. Quante risate! Proprio quel quadro al quarto piano. E’ ancora là…
Oh, mi sembra già di sentirvi protestare: “E a noi che importa??”. No miei cari, questo non è un problema mio. Non più… non mi interessa niente che non vi importi.. mi starete lo stesso ad ascoltare! Per una volta nella mia vita (…nella mia MORTE) nessuno s’azzardi a ignorarmi. So che è difficile per voi. So che non potete fare a meno di usare il vostro squallido tono di sufficienza.. per forza, non andrete mai oltre. Voi vivrete tutta la vita tranquilli col vostro 6, ma non vivrete mai l’ebbrezza di un 8, di un 9, di un 10. Non potrete rialzarvi dopo essere caduti in basso perché voi, miei cari, ci siete già in basso. Vi lascio annegare nella vostra mediocrità.
Queste sono le mie parole adesso, dettate dalla rabbia, dal rancore, dalla pena che provo per voi. Ma, purtroppo, non è stato sempre così. Prima io vi ammiravo, mi interessavo al vostro giudizio. Giudizio, su di me, immancabilmente negativo. Stavo male da morire… lo straccio soffriva. Ma tanto era solo uno straccio… Ma lo straccio viveva. Lo straccio amava. Mi ricordo.. Danny. Si chiamava così, quel Grifondoro? Ma certo che si chiamava così. Lo amavo con tutta me stessa, ma non trovavo il coraggio nemmeno per salutarlo. Olive no. Lei era sempre spigliata con tutti. Tutti adoravano Olive. Me compresa. Olive era l’unica che si desse pena di stare con me. Io e lei eravamo amiche. E Danny parlava sempre con lei. Così, glielo dissi. A Olive, dico. Le dissi che amavo Danny. Che ogni volta che lo vedevo il mondo diventava più bello, ma che alla sola idea di parlargli mi sentivo male. E lei rise.
Lei rise perché, disse, a Danny non poteva piacere una ragazza con gli occhiali. Guardava i miei occhiali e rideva, rideva, non si riusciva a fermare.
E fu allora che cedetti.
Fu allora che morii… ero morta dentro già prima di morire fisicamente. Perché Olive non era mia amica. Perché Danny non mi avrebbe mai amato. Perché per il mondo io ero come una caduta dalla scopa durante la finale di Quiddich: un gigantesco, incredibile errore di percorso.
Ora non ci credo più, ma prima lo pensavo davvero.. no, ora non cado dalla scopa. Ora posso volare. Posso acchiappare il boccino della mia vita...
Forse, per avere 13 anni, ragionavo troppo da grande. Poco male, visto che 13 anni li avrei avuti per sempre.
Quando mi chiusi in bagno… quando vidi quegli occhi… non capii subito d’essere morta. Ma capii che di colpo mi sentivo sollevata da tutto quel peso insostenibile. Durò un istante, ma fu l’istante più bello della mia vita e della mia morte. E poi ebbi tutto il tempo..
Il tempo di piangere…
Di infuriarmi…
Di fare i capricci…
Di sentirmi sola…
Di pensare…
Ma credo che ora questo sia passato. Ora andrò al quarto piano: Farò il solletico alla vecchia donna ritratta in un quadro. Le chiederò che fine ha fatto la sua dentiera.
Ora è il tempo di ridere.
  
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