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Autore: lovlove890    19/05/2013    1 recensioni
[Klaine
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Kurt vuole ritornare a vivere.
Kurt vuole riprendersi Blaine.
Blaine che ha sbagliato.
Ma che non è stato il solo.
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Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Klaine

Rating: Verde

Genere: Malinconico/Romantico/Fluff

N. d. A: in fondo

Note di betaggio: Gips & Annie

Parole: 1700 (dice Word)

 


I don’t want lose you again

 


A Annie,

perché mi sopporti.

Perché mi supporti.

E a tutti quelli che ne hanno bisogno.

 


Kurt aveva compreso una cosa appena aveva saputo della sparatoria.

Non voleva perderlo.

L’aveva già fatto una volta per averlo ignorato per troppo tempo, ed aveva sbagliato.


Ma la sparatoria che c’era stata un paio di giorni prima al Mckinley, gli era sembrato il segno che stava aspettando da tempo.  Così aveva prenotato il primo volo disponibile ed era partito, avvisando suo padre quando stava per imbarcarsi. 

Burt gli aveva risposto solo: “Torna figliolo. E fai ciò che devi fare per essere felice.”


Ed ora era lì, nella palestra di Lima, ad osservare Blaine boxare come un dannato per sfogare tutta quella rabbia dovuta a solo-lui-sapeva-cosa. Avrebbe atteso la fine dell’allenamento, sapeva che non era mai una buona idea interromperlo, a meno che non voleva sorbirsi la sua ira.


-°-


Erano ormai ore che Blaine era chiuso in quella palestra, a prendere a pugni quel sacco, immaginando che fosse la faccia di quel pazzo che si era introdotto a scuola e aveva sparato nell’istituto provocando il panico generale.

Non riusciva a capire come fosse potuto accadere.


È proprio vero che quando credi che le cose non possano andare peggio, loro lo fanno.


In quelle ore aveva creduto di non poter mai riuscire a farsi perdonare da Kurt.

Aveva creduto che non avrebbe mai potuto chiarire con i suoi.

Aveva creduto che non avrebbe mai potuto salutare suo fratello.


Ma per fortuna tutto era andato per il meglio, gli agenti li avevano liberati e stavano tutti bene.

Almeno questo.


-°-


Tirò un’ultima serie di pugni e decise che era ora di smettere, per quel giorno si era massacrato i muscoli abbastanza.

Si diresse alla panca a recuperare le sue cose, asciugandosi il sudore con un panno, e non notò subito chi c’era seduto sopra fino a quando non gli si avvicinò, quasi investendolo.


“Ciao.” Sentì dire da una voce conosciuta.

Si cavò l’asciugamano dal viso e vide Kurt, seduto composto come sempre, che lo osservava sorridendo.

“Ciao” non riusciva a pensare a delle frasi con senso compiuto.


L’ultima volta che si erano visti avevano fatto l’amore, ma poi Kurt non lo aveva più chiamato e lui non sapeva cosa fare.

Ci stava male.


“Cosa ci fai qui?” riuscì a chiedergli con un filo di voce.

“Sono qui per te. Papà mi ha chiamato per dirmi della sparatoria. E io volevo solo sapere se tu stai bene, per davvero.” Gli disse alzandosi.

Era talmente bello da far male.


“Sto bene. Mi hai visto. Puoi tornare a New York dal tuo ‘ragazzo’.” Gli disse con una certa amarezza nella voce.

“Non sto con Adam. Non ci sono mai stato veramente. Ci siamo solo visti per un po’, ma niente di serio.”

“E quindi? Dovrebbe interessarmi? Non vedo come mi dovrebbe riguardare, dato che mi hai escluso dalla tua vita da San Valentino. Quindi che cosa vuoi?”


Non gli era mai sembrato così arrabbiato.

Nemmeno per la stupida storia di Chandler.

Deluso sì. Ma non così nero.


Blaine gettò nella sua sacca l'asciugamano e la bottiglietta d’acqua ormai vuota, intenzionato a farsi una doccia, cambiarsi e andare a casa a rilassarsi.


“Blaine.”

Kurt evidentemente non era di quell’avviso.

“Blaine!” gli disse prendendolo per un polso. “Fermati. Dobbiamo parlare.”


“Di cosa? Di come tu mi abbia sedotto e scopato per bene a San Valentino, per poi lasciarmi a crogiolare nel mio dolore per due mesi e poi tornare alla notizia che c’era stata una sparatoria, per vedere se per caso il tuo giocattolino si fosse rotto? No Kurt, grazie. Sto bene.” Blaine aveva i lacrimoni per il nervoso.


“Blaine Devon Anderson. Se qui c’è qualcuno che dovrebbe essere arrabbiato sono io.” Kurt stava cercando di non alzare la voce.

“Sono io a essere stato tradito dal ragazzo che amo più della mia stessa vita. Sono io che l’ho visto piangere, e non per la commozione quando mi ha dedicato la nostra canzone. Sono sempre io quello che è stato lasciato in un letto e poi in un appartamento freddo al mattino prestissimo, mentre mi rigiravo in quelle lenzuola e non riuscivo a dormire.

Sempre io quello che a Natale ha cercato di esserti amico e superare la cosa, perché mi bastava riaverti nella mia vita o almeno così credevo. Ma a San Valentino ho capito di aver sbagliato, e la tua amicizia non è nulla se non mi stai accanto. Sempre. Ma non volevo ammetterlo con me stesso, ok? Perché lo sai che sono orgoglioso, e mi ci è voluta questa orribile notizia per capire quanto abbia bisogno di te nella mia vita.  Sono forse un mostro per questo?” alla fine stava urlando, anche se non avrebbe voluto.


Blaine lo fissava immobile. Il suo cervello si era spento e non aveva più capito nulla da ‘ragazzo che amo più della mia stessa vita’.

Il castano lo guardava furente.

Blaine si riscosse.


“No. Non sei un mostro. Sei semplicemente perfetto. E umano. Ti ho sempre amato per questa tua qualità. Ma in questi due mesi, due mesi Kurt, mi hai completamente ignorato! Hai ignorato le mie chiamate, i miei messaggi... Sei partito da Lima senza salutare dopo il matrimonio di Mr Schue. Hai evitato i miei tentativi di starti accanto. Che cosa avrei dovuto pensare? Spiegamelo. ” Anche Blaine si era trovato a urlare. “Io non volevo illudermi, ma lo hai fatto tu per me. E così come li hai costruiti, hai anche buttato giù tutti i castelli che stavo cercando di evitare. Nel modo più doloroso possibile. Ogni giorno mi dicevo: forse ha solo bisogno di tempo. Ma la tua chiamata non arrivava mai. E tu adesso sei qui a fare cosa? Illudermi di nuovo?”


Kurt gli prese le mani bloccandogliele al petto, stava gesticolando freneticamente.


“No Blaine. Fermati. Sono qui per te. Per restare. Sai, l’altro giorno stavo guardando Moulin Rouge e durante la performance di Come What May mi sei apparso tu, bellissimo, come al matrimonio del signor Schue, e abbiamo cantato quella canzone assieme. Ricordi cosa dicevo su quella canzone, sulle sue parole?”


“Che è più intima del fare l’amore?” Blaine si era leggermente calmato sotto il tocco di Kurt.

“Esattamente. Solo che l’ho capito solo ora. E ho fatto un casino e ho paura di essere arrivato tardi e mi dispiace di averci messo così tanto.” Gli disse dolcemente “Blaine. Possiamo ricominciare?”


“Scusa Kurt, ma ho bisogno del mio tempo. Io ti ho lasciato tutto lo spazio di cui avevi bisogno, ora per favore lasciami il mio.” Gli disse allontanandosi.

“Ok. Ma sappi che rimarrò qui, e mi troverai intorno quando meno te lo aspetti.”


-°-


Blaine davvero non lo capiva.

C’era veramente voluta una sparatoria per fargli capire quanto importante era lui per Kurt?


Gli aveva detto delle bellissime cose, certo, ma niente cambiava il fatto che per due mesi lo aveva completamente ignorato.

E che gli aveva detto che usciva con un altro.

Anche se sembrava che gli avesse appena confessato che fosse solo un modo per vederlo geloso.


Non era geloso. No.

Avrebbe solo voluto uccidere quel tizio che si permetteva anche solo di respirare la stessa aria del suo Kurt.


Dio, gli si sarebbe gettato fra le braccia se solo non fosse stato per la parte del cervello razionale (e arrabbiata) che lo aveva fermato.


-°-


Per fortuna la scuola aveva ancora un paio di quei pianoforti viola che avevano usato un paio d’anni prima per una delle lezioni del Glee.

E con cui Blaine gli aveva dedicato ‘It’s not unusual’.


Così, quando lo vide arrivare dalla fine del corridoio, andò vicino alla band e, appena Blaine mise piede in aula, le prime note iniziarono a risuonare. Fu un’esibizione splendida, si sentiva a casa come non lo era da tempo.


“Bravo, davvero.” Lo applaudì Blaine con le lacrime agli occhi.

“Grazie. Volevo vedere se l’acustica era ancora così pessima. Ora, scusami, ma mio padre mi aspetta per pranzo.” Gli rispose, abbandonando la stanza e lasciandogli un bacio sulla guancia, accompagnato da un sorriso di quelli che sapevano farlo sciogliere.


-°-


Quando due pomeriggi dopo Blaine aprì Facebook, trovò nei messaggi privati un file audio da parte di Kurt con la didascalia ‘Ascoltami’.

Lo fece senza esitare.

Era la traccia di ‘Somewhere only we know’, la canzone che gli aveva dedicato quando era tornato al McKinley.

Mentre la ascoltava non riuscì a trattenere le lacrime.


-°-


All’incirca una settimana dopo, Trent gli portò il DVD con alcune delle loro esibizioni insieme.

C’era anche ‘Candles’ e, non sapeva come, anche ‘Baby it’s cold outside’.


Guardò l’altro stupito. “C’è lo zampino di Kurt in tutto questo, vero?”

“Dagli una seconda chance” gli rispose solo quello, prima di girare i tacchi e andarsene.


-°-


Blaine non riusciva a trovare il coraggio di chiamarlo. E Tina era lì che lo rimproverava proprio di quello, quando sentì partire le prime note di Blackbird.

Non credeva che Kurt avrebbe mai trovato il coraggio di fargli una serenata simile a quelle che lui tante volte gli aveva dedicato.


Ogni volta che il castano cantava quella canzone lui si innamorava un po’ di più. Sempre se questo era possibile.

Appena finita la traccia, Blaine fece per alzarsi per andare a parlargli, ma vide spuntare da dietro le scalinate tutti i Warblers, Sebastian e Hunter compresi, così si risedette con un enorme sorriso sul viso.


Come le prime note di Teenage Dream  partirono dal piano, nella sua mente iniziarono a scorrere i ricordi, e le lacrime iniziarono a scendergli sul volto.

Il primo sguardo.

La corsa per i corridoi della Dalton mano nella mano.

L’esibizione.

La chiacchierata.

Couragè.

Tutti i mille momenti passati insieme.

Kurt lo vide e, piano piano, sempre cantando gli si avvicinò, guardandolo, fino a cantargli ‘Don’t ever look back’ sulle labbra.


Lasciò che gli Warblers, con Nick come solista, terminassero la canzone, mentre lui asciugava le lacrime di Blaine, del suo Amore.

‘I’ve found my missing puzzle piece, I’m complete.’ Canticchiò Blaine piano con gli altri prima di perdersi nel sapore di quelle labbra che gli erano mancate come l’aria. 


FINE

 

 

 

 

N.d.A: Questa shot è nata una sera tornando a casa ascoltando i Maroon 5.

E credo che in questo periodo ne abbiamo tutti bisogno. Soprattutto per arrivare con un minimo di sanità mentale alla 5x1 il 29 agosto. 

E' rimasta a vegetare per due mesi nel pc. finalmente ho deciso di tirarla fuori. 

Un po' perchè lo avevo promesso. 

Un po' perchè prima o poi la dovevo pubblicare. 

So... Eccola.
Tanto amore per quelle due cucciole di Giusy e Annie. <3 Ragazze siete molto preziose. <3

A presto. 

Sara <3 

 

 


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