Ci sono calzini e calzini

L’ennesimo cassetto compì un arco perfetto attraverso la stanza e atterrò sugli altri, mentre il contenuto volava ovunque.

«Hermione!» urlò Ron continuando a cercare nei cassetti ancora intatti nel mobile.

«Che c’è?» domandò la strega dalla cucina.

«Dove hai messo i miei calzini?» chiese lui di rimando, sovrastando il rumore di un altro cassetto che si schiantava al suolo.

Hermione si affacciò alla porta dopo qualche istante e si trattenne dall’urlare al marito per la confusione in cui era caduta la stanza dopo il passaggio dell’uragano Ronald: «Erano tutti nel tuo cassetto», disse con calma.

Ron alzò lo sguardo su di lei e la fissò con rabbia. «Non-quelli-che-sto-cercando», scandì.

«E quali stai cercando?» domandò lei appoggiandosi allo stipite della porta e incrociando le braccia al petto.

«Lo sai», ringhiò Ron mentre continuava a rovistare ovunque.

Hermione alzò gli occhi al cielo e decise di mettere fine al “massacro dei cassetti”: si avvicinò al marito e gli posò una mano sulla spalla.

«Stai forse cercando quelli arancioni con lo stemma dei Cannoni?» chiese non appena Ron ebbe dato segno di calmarsi.

«No, cerco i calzettoni a righe viola e gialle che zia Muriel usa quando va al mare», rispose seccato. «Certo che voglio trovare quelli dei Cannoni!»

Hermione si trattenne dal ridere pensando a zia Muriel al mare coi calzettoni: «Ron», iniziò con calma trascinandolo verso il letto e costringendolo a sedersi. «Ricordi che qualche settimana fa, quando me li hai dati da lavare, ti ho detto che uno dei due era bucato?» il mago annuì, dandole modo di trovare il miglior modo per dargli la notizia. «Ho chiesto a tua madre se poteva rammendarlo, ma lei mi ha consigliato di buttarli, perché li ha aggiustati troppe volte».

La bocca di Ron si spalancò sorpresa, così Hermione ne approfittò per riprendere a parlare: «Mi aveva detto che ne avrebbe comprato un altro paio, identico a quelli. Non pensavo che tu li avresti cercati così presto».

«I... m-miei... cal-calzini», balbettò il mago inebetito.

«Ron, mi dispiace tanto», disse Hermione con sincerità.

«Li hai già buttati?» chiese piano guardando negli occhi la moglie con speranza.

«Non penserai di usarli oggi?» domandò sorpresa. «Sono sporchi», aggiunse schifata.

Il mago ignorò il commento di Hermione. «Accio calzini dei Cannoni», ordinò poi agitando la bacchetta.

In pochi istanti due calzetti arancioni fluttuarono da chissà dove alla stanza da letto, tra le mani del mago, che li accolse con gli occhi colmi d’affetto, come se fossero le cose più care che aveva al mondo.

Hermione si schiarì la voce: «Non pensi che avresti potuto usare l’incantesimo prima ed evitare di ridurre la camera a un campo di battaglia?»

Ron si guardò attorno e si rese conto solo in quel momento di ciò che aveva combinato. «Non mi è venuto in mente», cercò di scusarsi passandosi una mano tra i capelli.

Hermione gli prese la bacchetta dalle mani: «Rimetti tutto a posto», disse risoluta prima di lasciare la stanza. «Alla maniera babbana», aggiunse, prima che Ron potesse protestare in qualche modo.

Il mago sbuffò e si grattò la nuca prima di iniziare a raccogliere cassetti, calzini e tutto ciò che aveva subìto la sua furia.