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Autore: YokoPucioLove    06/12/2007    2 recensioni
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Genere: Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Casca, Griffith, Guts
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: Questa fanfiction, ispirata al mio manga preferito (*_____* Ti Amo Gatsu, ti Amoooo *___*) racconta le vicende mai raccontate nel manga susseguitesi nel corso dei tre anni passati da Gatsu (*ç*) nell'armata dei falchi. Nello specifico racconterò le loro vicende raccontate da un punto di vista prettamente personale, e vi anticipo sin da subito che ogni capitolo sarà dedicato ai personaggi cardine del manga stesso. Avendo visto però sino all'episodio 25 e aspettando i volumi maximum da un amico per ora accontentatevi di questo XD. Sia mai che in futuro non ci farò un romanzo *O*


Sospeso tra la vita e la morte
No, non è un problema finire qui su questo campo di battaglia.
Non m'importa nulla. Prima poi la fine arriva per tutti,
E se arrivasse per me,
Se arrivasse per me.
Dannazione non lo so!

Gatsu continuava a combattere mentre recava sul suo manto logoro le effigi dell'Armata dei Falchi. Accanto a lui, i suoi compagni di battaglia, quei mercenari che per due anni lo avevano accompagnato e supportato durante le loro spedizioni.
Il sangue dei nemici fiottava lungo il suo viso, scuotendo il suo animo all'apparenza apatico.

Distruggere, distruggere e combattere.
Mi hanno insegnato solo questo, mi hanno insegnato a difendermi
Ed è questo che io devo fare.
Devo meritarmi quel pezzo di pane,
E' questo quello di cui m'importa.
Io sono un mercenario, combatto nell'Armata dei Falchi perchè lo voglio.
Dannazione è una mia scelta!

"Crepaaa!!"

I muscoli delle braccia sembravano contrarsi con rabbia, con estrema rabbia, perchè Gatsu sapeva, sapeva bene che quella scelta non era stata ponderata da lui. Non poteva ammetterlo verso sè stesso, poichè l'orgoglio lo divorava, lo divorava sino alle ossa.
Non lo avrebbe mai ammesso, e pure, dopo il duello con Grifis, la sua vita cambiò totalmente.
Per la prima volta, qualcuno l'aveva battuto senza la benchè minima difficoltà.
Ripensava a quella sciabola danzare, mentre rimaneva ipnotizzato dal candore di quella sensuale cascata di chiaro crine.
Gatsu aveva imparato a conoscere Grifis, aveva imparato a conoscere il suo carattere, aveva imparato a volergli bene, a modo suo.
Non lo dimenticava, continuava a ricordare quella spada cedere sotto i colpi di una semplice sciabola.
Ricordava il suo fisico, il suo prestante corpo cedere sotto l'impeto divino di un giovane suo coetaneo dal fisico non certo spropositato.
Un ragazzo nella media, addirittura forse sotto la media. Dall'aspetto longilineo, perfetto, incorniciato in un quadro chiamato esistenza.
E questo Gatsu lo sapeva, sapeva che tutto questo non faceva altro che alimentare la sua rabbia.
Vincolato ad un condottiero che lo sconfisse due anni prima, vincolato ad un condottiero amato da tutti.
E Gatsu, Gatsu sapeva anche che tutto ciò per cui aveva da sempre lottato, non era altro che la mera ricerca di un'ideale, nient'altro che l'inutile lotta interiore tra bene e male, giusto e sbagliato, vita e morte.

Guardami Grifis,
Guardami mentre fracasso i crani dei nostri nemici,
Guardami mentre mieto le stesse vittime che mieti tu.
Ti tengo testa.
Guardami, guardami,
Dannazione guardami!

La giustizia non esiste, e questo Gatsu lo sapeva bene. Il grande Gatsu, il Capitano Gatsu dell'Armata dei Falchi, come un normalissimo mercenario, alla stessa stregua di un comunissimo mercenario, paragonato a uno di questi, a combattere per un'ideale non proprio, a lottare per la propria sopravvivenza, solo per ricercare quel qualcosa che non aveva mai trovato. Ogni sua certezza, quella certezza che l'ha sempre reso diverso dagli altri suoi compagni, quella certezza che non era altro mancanza di un dubbio per un migliore futuro, iniziava ad oscillare, ad oscillare per quell'evidente invidia, un'invidia di cui non si capacitava, un'invidia che lo logorava, perchè lui, lui era il Capitano Gatsu dell'Armata dei Falchi.

Ogni cosa in cui credo,
Si sta sfaldando.
Grifis, te lo giuro
Quando sarà arrivato il momento
Io ti dimostrerò tutta la mia forza
Grifis, è una promessa!

La rabbia con la quale massacrava i suoi avversari non era lontanamente paragonabile a nessun'altra forza, a nessun'altra forza conosciuta in terra, tanto era l'impeto con il quale flagellava coloro che sul campo di battaglia vestivano un'effige diversa dalla sua.
In battaglia non puoi distrarti.

Devi combattere per la tua sopravvivenza.
Se mi distraggo rischio di fare una brutta fine,
Ma io non posso
Io non posso lasciarmi cadere,
Perchè io devo realizzare il sogno di Grifis.
Devo realizzare il suo sogno,
Perchè deve capire che io non sono meno di lui.

E mentre il suo avversario sul campo di battaglia osservava Gatsu con occhi carichi di paura Gatsu brandiva la sua spada con immeritevole giustizia.
Quel ragazzo dinnanzi a lui poteva avere quindici forse sedici anni. Lasciò la spada per terra, tremando. Quel ragazzo dai dolci lineamenti, i suoi occhi azzurri come il cielo, ed i suoi morbidi capelli dorati come il grano.

"P-pietà.."
La guerra non è mai una cosa giusta, e Gatsu lo sapeva, Gatsu lo sapeva.
E mentre il Capitano osservava quel giovane, il suo sguardo si dipinse di pietà, di rabbia allo stesso modo.

"Perdonami.."

Grifis, io devo raggiungere il mio obiettivo,
Io devo dimostrarti che posso batterti
E per questo motivo non posso perdere
Non devo cedere.
Ci vedremo alla resa dei conti, Grifis.

Il giovane osservando Gatsu indietreggiò, indietreggiò tremando, mentre Gatsu avanza, nel campo di battaglia finemente striato di rosso e terra.

Non è finita qui, non posso lasciarmi soggiocare così.
Vince solo il più forte.
Vince solo il più forte.
Non morirò, non oggi, non domani.

"IO VOGLIO VIVEREEEEEE!!!"

E lungo quelle morbide labbra dipinte di porpora, la spada vibrò muta, mietendo il grano senza rimorsi, mentre l'azzurro del cielo quel giorno, vide la notte avanzare sicura..

CONTINUA...
  
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