Author: Ino
chan
Fandom: Heroes.
Rating: Verde
Genere: Oneshot
Personaggi: Mohinder
Suresh. Matt Parkman. Molly Walker.
Paring: //
Disclamer:Purtroppo i personaggi in
questione non mi appartengono"per fortuna di Sylar e Peter! *ç*
e anche di Matt siamo sinceri" non ci guadagno un soldo bucato a
scrivere questa storia, ma almeno
soddisfo la mia voglia di pucciosità! >////<
Avvertenze: Spoiler seconda stagione Heroes.
"L'amore di un padre...”
Matt
sorrise.
Nonostante
tutto sorrideva ancora.
Nonostante
la perdita di Janice, nonostante la mancata paternità di quel bambino per cui
aveva fatto praticamente di tutto, nonostante quel potere che gli stava
mandando in pappa le cervella, nonostante tutto sorrideva...
Molly...
Quello
scricciolo era diventato tutta la sua gioia...
Quello
scricciolo che sorridendo lo chiamava papà nei suoi pensieri, mostrando
orgogliosa il suo nuovo cognome -Parkman.- vantandosi con i compagni che suo
padre era stato appena promosso a detective.
Sorrideva,
anche se sapeva che quello stato di grazia non era stato fatto per durare, che
il virus Shanti sarebbe tornato, che la guerra non era vinta, ma solo sospesa,
che stavolta probabilmente Mohinder non avrebbe potuto salvare il suo
angioletto..
Sorrideva
per non farle capire nulla, stringendole la mano, ascoltando i suoi racconti in
silenzio, pregando in quel Dio,in cui infondo aveva sempre creduto di prendere
lui e di lasciare andare lei... Lei che amava come il suo stesso sangue.
-Prigione!-
chiocciò Molly poggiando la pedina di Matt nel quadrato atto a prigione,
battendo le mani allegra, indicandolo-...Un poliziotto in prigione!-
-Ah
non fare tanto la superiore!- esclamò Matt indicando la sua pedina-Hai
abbastanza denaro per pagare il pedaggio? Guarda quanti alberghi ho lì!-la
bambina sgranò gli occhi poggiando il capo contro il piano di gioco-Non ho
tutti questi soldi!-
Si
guardarono ridendo, Matt fece per alzarsi a prendere le ciambelle dallo sportello
alto della cucina, ma fu bloccato dallo scatto delle chiavi nella toppa, si
volse con un sorriso di benvenuto che gli si gelò in bocca alla vista dello
scarmigliato indiano che fece il suo ingresso trascinando i piedi.
Mohinder,
gli occhi lucidi, il naso fasciato e la giacca a trascinare per terra, rivolse
un occhiata prima alla bambina, che lo fissava interrogativa poi all'uomo che
" forse
grazie alla sua dote" sembrava aver presagito quello che era successo. Lo
fissava con quel pacco colorato fra le
mani, con le sopracciglia talmente vicine che parevano quasi toccarsi.
Ricambiò
i loro sguardi...
Sentendo
il cuore contrarsi fino a fargli male, lo sentiva battere contro lo sterno,
mentre Molly gli si avvicinava chiedendo lumi per il suo comportamento e Matt
poggiava la scatola al tavolo e si avvicinava seguendo la piccola.
-Mohinder,
che ti è successo al naso?- chiese la piccola indicandoglielo, sfiorandoglielo con la punta delle dita, sorprendendosi
quando il genetista, piegato un ginocchio a terra lo abbracciò di slancio,
nascondendo il viso contro la sua spalla.
-Che
hai fatto?-
-Matt.-
Usando
il suo potere Parkman aveva scavato nella mente dell'indiano, come in un film
alla tv aveva visto il colpo partire e Bennet stramazzare al suolo come un
sacco, aveva sentito le risa perverse di quella biondina dell'aria antipatica e
le urla di dolore di Claire, quelle implorazioni ad un cadavere - Non morire
papà. Non mi lasciare!-.
Molly
si sentì afferrare per un gomito e trascinare a parte indietro, sgranò gli
occhi verso Matt, Mohinder si alzò cercando di spiegare, di dare un senso
logico al ricordo che sicuramente lui aveva visto ... Solo quello avrebbe
potuto farlo scattare a quel modo.
-Matt
ascoltami.-
-BESTIA!-
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Mohinder
andava avanti e indietro di fronte a quella piccola branda, le dita allacciate,
poggiate alla nuca, Matt stava facendo la valigia, con tutto l'intento di
finire al più presto e di dedicarsi al bagaglio di Molly.
-Che
diavolo stai facendo...Oddio, ragiona Matt.- esclamò cercando di afferrarlo per
un gomito, ritirando le mani con un verso quando questo lo scostò con
violsenza- Stai facendo una tempesta in un bicchiere!- cercò di afferrarlo per
le spalle, ma Parkman fu più lesto di lui, lo strinse per la camicia e lo
sbattè contro un muro, arrivando ad un niente dal suo viso.
-Se
per quel bastardo di Bishop sei arrivato ad uccidere Noah. Chi me lo dici che
un giorno non mi ritroverò un proiettile in fronte?- sibilò Matt battendogli
l'indice al petto-Forse giorno ti chiederanno indietro Molly e lo sai bene che
vivo io quelli non se la prenderanno, perciò...-
-Matt
io non vi farei mai del male.-
-Spiacente,
non mi fido. Io non mi rigenero come Peter e Claire, se mi arriva in colpo al
petto potrei non sopravvivere stavolta.- tornò al borsone, dove infilò un paio
di pantaloni, tre camice e della biancheria mentre Mohinder, mani nei capelli
lo fissava incape di trovare parole abbastanza convincenti per farlo rimanere e
non portarsi via la bimba.
Nessuno
dei due si rese conto del fagottino che li fissava dalla porta socchiusa, pugni
premuti in bocca per soffocare i singhiozzi che le facevano dolere la gola- Non
litigate...- sussurrò- sentendo le ginocchia venire meno Non litigate...-
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-Dov'è?
Cristo dove può essere!-
Matt
battè le mani sul tavolo per evitare di stringere attorno al collo di Mohinder,
uscendo dalla camera da letto si era diretto verso la cameretta di Molly per aiutarla a fare i bagagli, trovando un
bigliettino sulla scrivania che diceva- Vado via, non voglio che litigate per
colpa mia.-
-Matt
andiamo a cercarla!-
L'uomo
lo fissò terrorizzato, annuendo lentamente, accettando la giacca tesagli,
infilandola di corsa e seguendo l'indiano a rompi collo fuori dalla porta,
sbattendola,infilandosi nel buio della notte.
Erano
ore che giravano come trottole impazzite. Non sapevano più dove sbattere la
testa, Matt era ad un passo dal chiamare la polizia quando si accorse, di
quella creatura seduta alla fermata dell'autobus, il capo coperto da un pesante
cappuccio ornato di pelliccia da cui spuntavano due lunghi ciuffi biondi.
-Molly!-
urlò, si volse verso l'indiano scostato da lui di un paio di metri -MOHINDER
L'HO TROVATA!- esclamò correndo verso la piccola.
-Molly!
Molly amore!- le si chinò sopra poggiandole la mani alle spalle, scrollandola
accovacciandosi ai suoi piedi, scrollandola ancora per farla riprendere,
togliendole alla fine il cappuccio dal capo poggiando la fronte contro la
sua-HA LA FEBBRE ALTA!-
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Seduto
accanto a quel lettino, Mohinder si ritrovò a pregare come mai aveva fatto in
tutta la sua vita, strinse le dita a pugno, premendo le tempie fino ad
arrossare la pelle, lanciando un occhiata in cerca di conforto verso Matt, che
girò il capo stizzito.
Lo
vide chinarsi sullo zainetto che la piccola aveva portato nella sua fuga,
sfilando un quaderno e aprendolo ad una pagina precisa, lo guardò per un attimo
poi iniziò a leggere, con quel suo vocione leggermente roco.
-...C'era una volta una bambina che viveva in una bella casa
assieme alla sua mamma e al suo papà. Era tutto bello e lei era molto felice,
ma un brutto giorno un mostro nero venne e portò via la mamma e il papà.-
Leggeva
ad occhi bassi, leggermente piegato in avanti sulla seggiola, le guance
arrossate per lo sforzo di non piangere, leccandosi le labbra carnose come per
farsi coraggio
- ...Lei aveva paura, sapeva che il mostro nero voleva prendere
anche lei, così si nascose in una stanza della casa sperando di non essere
trovata. Pregò che qualcuno venisse a salvarla e così avvenne. Un principe
venne a salvarla. Un principe vestito di nero con una stella sul petto e una
pistola come fioretto. Lui la salvò promettendole di proteggerla per sempre.-
Mohinder
abbassò gli occhi, sapeva benissimo che era lui il preferito di Molly, non
c'era bisogno di quella favola per farglielo capire. Lo guardò cattivo, ma Matt
non accennò a terminare la lettura.
La bambina voleva bene al suo panciuto eroe, grande come un orso,
ma con il cuore tenero di una farfalla, ma non potè restare molto con lui.
Degli uomini freddi come la neve vennero e
la portarono via. Passarono i mesi e un brutto male colpì la bambina .
Passarono i mesi e la bambina era convinta di morire, quando....
Matt si passò due dita cercando di allentare la morsa del colletto
della camicia, poggiando gli occhi sul viso di Mohinder, che lo seguiva
interessato. Evidentemente si stava chiedendo come mai Molly non glie lo aveva
mai fatta leggere prima quella favoletta che parlava di lei.
... Quando un mago venne a trovarla. Era un mago molto giovane, del
colore della cioccolata, la bambina credeva che fosse un mezzo-mago,
un'aspirante stregone come Topolino e lo spiava nella speranza di vederlo fare
una qualche magia a far ballare le scope come nel film. Il mago fece una delle
sue magie e salvò la bambina.
Mohinder singhiozzava senza pietà con la faccia fra le mani,
ondeggiando sul posto,
Molly lo vedeva come un mago, un mago che fa le magie, la guardò
cercando in quel visino sedato dal farmaco che le scivolava direttamente in
vena, le tracce di quell'amore che permeava da quella panciuta calligrafia. Le
sfiorò la guancia, mentre Matt riprendeva la lettura.
...La bambina aveva trovato un nuovo eroe. Un eroe un po'
imbranato, ma pur sempre un grande eroe, un grande eroe e che le voleva bene e che la voleva
difendere anche da quello strano signore
con gli occhiali,anche se non ce ne era bisogno, perchè lui era il bravo papà
di una fata ballerina...
Claire ... Mohinder sorrise massaggiandosi il mento... Una fata
ballerina... La piccola era portata per le metafore.
Adesso sono passati 5 mesi dal giorno in cui il mostro Nero è
entrato nella vita della bambina, lei ora è felice, perchè è tutto come prima.
Non ci sono più la mamma e il papà è vero, ma adesso la bambina ha di nuovo una
famiglia. I suoi due eroi, il cavaliere con la stella sul petto e il buffo mago
ora si prendono cura di lei....
Le labbra di Matt tremarono violentemente mentre due grossi
lacrimoni rotolavano lungo le sue gunce - ... E oggi la bambina non ha
più due eroi, ora ha due....- la voce gli morì in gola facendolo
tremare- ...Dolci papà...-
Parkman chiuse il quaderno sospirando, poggiando lo sguardo sull'uomo
in lacrime di fronte a lui, sentendosi quasi in colpa nel vederlo così
costernato, si allungò attraverso il
lettino e gli poggiò una pacca sulla nuca china, costringendolo ad alzare gli
occhi.
-Matt...-
-Ora capisci perchè ho reagito così?-
-Si...- mormorò lentamente Mohinder scandendo bene ogni
lettera-..Ho capito.-
-Questa bimba...- gemette il detective roteando gli occhi al
cielo-...Ti considera suo padre, si considera tua figlia...- tornò a guardare
l'amico sorridendogli bonario come al solito- ... Tu non avresti fatto lo
stesso al posto di Bennet? Se ci fosse stata Molly al posto di Claire tu non
avresti venduto anche l'anima al diavolo pur di salvarla....-- si passò una mano fra i corti capelli neri
ridendo sottovoce- Io si.-
...............................
La mattina illuminò la notte con i suoi raggi d'orati, Mohinder si
svegliò dal sonno di piombo che l'aveva aggredito, sentendo quella manina
muoversi lentamente sotto la sua Si mosse, battendo le palpebre, incontrando
quegli occhioni verdi fissi su di lui:- Molly...- mormorò sorridendo.
-Dove sono?- chiese la piccola, voltandosi verso Matt che dormiva
a braccia incrociate e il mento incollato al petto-Dove siamo?-
Suresh si chinò un po' su di lei, parlando lentamente e sottovoce,
quasi non volesse svegliare Parkman -In ospedale...Non ti sei sentita bene
tesoro.- le scostò alcune ciocche dal viso, scoprendole le guance pallide- Come
ti è saltato in mente a scappare via così,eh?-
-Stavate litigando per colpa mia...- mormorò la bambina
asciugandosi gli occhi, tirando su col naso- ...Io non voglio che litighiate
per colpa mia....- tirò le labbra in una smorfia sofferta.-Non dovete farlo.-
Mohinder sorrise scrollando il capo- Ascolta ogni tanto capita che
gli amici litighino, ma poi fanno pace.-le accarezzò i capelli- Non devi
preoccuparti, non è successo nulla di irreparabile!-
-Avete fatto pace?-
Matt le fece un assonnato occhiolino-Il mago ha fatto una delle
sue magie.-sbadigliò stiracchiandosi, la bambina lo guardò per poi tirarsi su e
buttarsi fra le braccia di Mohinder che la strinse forte contro di lui.
Un vecchio proverbio indiano dice" Se l'amore di un uomo può
spostare le montagne, quello di un padre può rovesciare il cielo!" fino a
quel momento
Mohinder non l'aveva mai capito. I suoi genitori non si erano mai dimostrati
molto affettuosi con lui, il figlio inutile nato troppo tardi per salvare la
sorellina, ma ora, abbracciando con tutto il cuore quella bambina gli parve
chiaro come acqua di montagna.
Un padre per la propria creatura farebbe di tutto, anche
rovesciare il cielo appunto, Bennet aveva ragione, lui lo avrebbe capito solo
quando avrebbe avuto qualcuno da amare tanto quanto lui amava Claire.
I casi della vita... Entrambi "innamorati" di
quelle figlie non nate dal loro sangue, sorrise poggiandole un bacio sulla
guancia, facendola stendere.Alzandosi a malavoglia si allontanò dalla camera.
-Mohinder.-Matt lo aveva raggiunto in mezzo al corridoio, il volto
paffuto contratto in un espressione preoccupata- Che vuoi fare?- gli chiese
agitando le mani.
L'indiano gli sorrise bonario come al suo solito- Quello che un
padre deve fare.-
Credo che con questa terza fiction si sia capito quanto io ADORI questa dolce
famigliola. Fra le tre che ho scritto questa è la prima che mi è venuta in
mente, ma ultima ad essere pubblicata perchè non mi convinceva.Spero che vi
piaccia.