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Autore: Katie Who    21/05/2013    5 recensioni
Un piccolo approfondimento della scena Klaroline vista nella 4x23. Incentrato principalmente sui pensieri di Caroline e la mia idea sul saluto dei due.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Debutto solo ora nel fandom di Vampire Diaries, nonostante segua la serie, dalla sua prima messa in onda! E se non fosse per la bellezza dell'episodio andato in onda giorni fa, molto probabilmente non l'avrei mai fatto! Ebbene dopo aver visto l'ultima puntata della 4° stagione, sono rimasta con addosso una marea di "KLAROLINE FEELINGS". Ho sempre, sottobanco, parteggiato per questa coppia, vedendola un po' sbagliata e un po' giusta di volta in volta, e sono abbastanza soddisfatta della "fine" che gli è stata data, per ora.
Ovviamente a chi non ha visto l'episodio, sconsiglio la lettura, giusto per non rovinarsi uno dei momenti più belli che questo show ci ha regalato! Fatta questa premessa, spero vi piaccia, buona lettura!
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~Congratulations, Caroline.~





“He’s your first love. I intend to be your last, however long it takes.”
Disse, prima di baciarle la guancia, con slancio e delicatezza, caratteristiche che lo avevano sempre contraddistinto nel rapportarsi a lei. Lui che per partecipare al suo diploma, aveva messo in pausa i suoi piani a New Orleans, e che, come spesso avveniva a Mystic Falls, si era ritrovato a salvare la vita a lei ed ad buona parte dei suoi amici. Aveva perso il conto delle volte che l’aveva salvata, come anche di quelle in cui l’aveva, quasi, uccisa. 
Ora la stava lasciando libera di amare il ragazzo che le aveva sottratto, che avrebbe voluto al suo fianco quel giorno, come in tanti altri, ma che invece era stato costretto a dirle addio. Lasciar tornare lui significava però, non poter più avere affianco questo bellissimo imprevisto. Ci si era cullata, forse un pochino troppo in questo limbo d’incertezza, un’ indecisione che l’aveva cambiata, che l’aveva scavata dentro, che aveva incrinato qualcosa. Era lì, che percorreva  la lunga pedana dei diplomi sottobraccio all’uomo che l’aveva resa la Principessa di una favola a lungo bramata, e non riusciva a scacciare i mille pensieri che le affollavano la mente. Non era lucida, no, non lo era affatto.  
Ricordò  come anni prima, seduta al tavolo del pub si lamentava con Bonnie per essere stata respinta da Stefan in favore di Elena, di come alla fine lei non fosse mai la scelta, mai la protagonista. Le emozioni, l’avventura, la passione, il proibito, erano esclusive della sua migliore amica. Lei era Caroline, la reginetta senza regno, senza sudditi e senza nessuno che veramente la amasse.
Allora com’era finita a trascorrere il giorno del suo diploma ricevendo una dichiarazione d’amore dalla creatura più magica, insidiosa e misteriosa del pianeta? Sapeva come ci era finita, ma ricordare gli ultimi anni, non era piacevole, soprattutto per i ricordi legati a lui. Proprio lui che ora teneva a lei al punto da fare ciò che solo nei libri di favole le era capitato di leggere. Si stava sacrificando per amore. Stava permettendo al suo rivale di tornare da lei, non li avrebbe più ostacolati, e se lei l’avesse voluto, avrebbe potuto passare l’eternità con il suo primo amore, già…
Improvvisamente sentì freddo, lì dove prima c’era la fonte di un intenso calore, ora l’aria fresca di Maggio le accarezzava la pelle. Klaus le aveva lasciato andare il braccio, dovevano salutarsi, come era giusto che fosse. Caroline negli ultimi anni aveva detto addio a molte persone, aveva passato momenti terribili, buona parte dei quali grazie all’uomo che aveva di fronte. Così a lungo da dimenticare per quanto, aveva sperato e lottato per vederlo andare via e sparire dalla sua vita e da quella di tutte le persone a cui teneva, ed ora quel momento era arrivato. Ora. Nell’attimo più sbagliato e più giusto di tutta la sua vita. Combatteva contro il genuino istinto di riappropriarsi di quella stretta che la faceva sentire protetta ed allo stesso tempo libera.
Lui stava salutando lei, lei doveva salutare lui.
Doveva essere così, non era quello il momento giusto per scoprire cosa sarebbe accaduto se
La guardava come aveva sempre fatto, le leggeva dentro, molto probabilmente la capiva meglio di quanto non si capisse lei. Anzi era proprio sicura che fosse così. In quegli occhi chiari e quasi vitrei, per molto tempo, come tutti, aveva visto solo la bestia che vi si celava dietro. Come era potuta essere così sciocca da iniziare a notare l’evidente solo così tardi? Ora, in quegli stessi occhi che avevano portato terrore e morte, leggeva incertezza. Un impercettibile tremolio, che le lasciava intuire che perfino lui, Nicklaus Michealson, nel profondo della sua millenaria esperienza, sapeva di star correndo un rischio. Il rischio che per tutta la vita aveva scelto di non correre, e che, per evitare il quale, aveva compiuto gli atti più abominevoli che le fosse mai capitato di udire. Lui per lei era disposto a rischiare di rimanere nuovamente solo.
Lei con la sua solare giovinezza, quanto profondamente lo aveva segnato?
Quanti risvolti di questa scelta avrebbero potuto ferirlo?
Lui l’aveva scavata dentro, aveva voluto con forza imparare a conoscerla, aveva lottato contro i rifiuti, mentre invece a lei, aveva sempre lasciato fare tutto con una semplicità imbarazzante. Le aveva permesso, più di una volta, di umiliarlo, deriderlo ed ingannarlo, eppure, anche questa volta stava lasciando a lei le redini del loro percorso.
Solo qualche mese prima, se qualcuno le avesse detto che un giorno avrebbe tenuto a quell’essere al punto da commuoversi, autenticamente, per lui, Caroline probabilmente ci avrebbe riso su. Ed invece la sua vita era cambiata così tanto, lei con lui era cambiata così drasticamente, da sentir premere con violenza le lacrime all’idea che lo avrebbe sentito dirle addio. Le bastò chiudere gli occhi per un breve istante, per riuscire ad immaginare perfettamente il tono e l’intensità con cui avrebbe pronunciato quelle parole. Gliele avrebbe dette con la voce profonda, calma e vellutata, che riservava solo a lei, ma che il più delle volte aveva sentito increspata dalla rabbia e dall’odio.   
Capì che si era sbagliata quando un soffice vento le scostò una ciocca di capelli dalla fronte. In quel piccolo frangente di attimo, realizzò che non avrebbe sentito nuovamente quella voce.
Se ne era andato.
Se ne era andato senza salutarla, senza nemmeno darle l’occasione di ringraziarlo… per tutto.
Voleva arrabbiarsi, prendere il telefono ed urlargli contro quanto fosse carogna ad essersene andato in quel modo, ma invece le tornarono in mente le parole che le aveva detto poco prima.
“However long it takes.”
Sorrise, ancora una volta, nell’eterno tira e molla del loro rapporto, aveva vinto lui. Era sempre un passo avanti a lei. Era quello il suo saluto, non un addio, ma un arrivederci. Il potente vampiro Originario l’aveva lasciata prima di non riuscire davvero a lasciarla andare. L’aveva lasciata lì con la sua scelta da fare e la sua vita da vivere. L’aveva lasciata nel senso più positivo che questo termine può avere. Doveva vivere Caroline, doveva crescere, e doveva scegliere.  La lasciava libera di essere la Caroline che lui aveva visto in lei, e di cui si era innamorato piano piano. Giovane, ingenua, vitale, e frizzante.  E perché no forse anche un po’ frivola.
Si sarebbe vissuta il suo primo amore, sapendo che forse sarebbe anche stato l’ultimo, o forse no. Avrebbe vissuto e scelto se tornare da quel braccio che l’aveva sostenuta ed accompagnata nel giorno del suo definitivo addio alla vita da umana.
L’aveva lasciata con un arrivederci. Perché voleva che le ultime parole che avrebbe ricordato con la sua voce, fossero esattamente quello, l’arrivederci che le regalava il continuo della favola iniziata il giorno che lo aveva conosciuto. Una favola che li aveva visti rivali, complici, litiganti e ballerini, ma non ancora amanti. Così come il fuoco che per crescere ha bisogno di ossigeno, Klaus la stava lasciando respirare, la lasciava crescere libera di aprire o non le sue ali per spiccare un volo che lui aveva già vissuto, ma che con lei era pronto ad affrontare nuovamente. Ancora una volta lui l’aveva capita meglio di chiunque altro.  
Quanto ci sarebbe voluto prima che fosse certa di voler correre da lui? O quanto prima che fosse certa di non volerlo fare? Non lo sapeva, e non sapeva nemmeno immaginarlo. Ma lui le aveva instillato il dubbio, l’incerto, la precarietà. Il mondo non era fermo  e statico come le piaceva immaginare. Era una cosa ovvia e per molti scontata, ma lei non ci aveva mai pensato che con Tyler potesse davvero finire, le uniche volte che lo aveva fatto, nel bene o nel male, era stata a causa dell’ibrido. Adesso lo sentiva chiaramente quel fremito nel cuore, quello che un giorno le avrebbe fatto chiedere un “E se?” che l’avrebbe condotta nell’ignoto. Ci sarebbero voluti anni prima che si fosse sentita pronta ad affrontare qualcosa del genere, ma l’eternità era la loro compagna di vita ed anche grazie a lui aveva imparato a non temerla. Klaus poteva insegnarle come vivere l’immortalità, come assaporarne ogni piccolo frammento.
Un giorno, forse…
   
 
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