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Autore: s483    21/05/2013    0 recensioni
HARRY STYLES, FAMOSO CANTANTE DEGLI ONE DIRECTION E' GIUNTO A VERONA PER UNA DELLE DUE TAPPE ITALIANE DELLA BAND.....SOLAMENTE CHE, A QUANTO STANNO I GIORNALI, NON E' SOLAMENTE PER IL LAVORO CHE LUI E' QUI ORA....
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“Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelline,
allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte.”
Shakespeare, Romeo and Juliet -
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***
Senza dire nulla, facemmo l’amore. L’amore più bello di tutta la mia vita, l’emozione unica che non avevo mai provato, mai cercato e mai trovato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Romeo take me somewhere we can be alone

 


 


 


H:Sapevo che ti avrei trovata qua…. –
Kate: Harry Styles a verona… quale onore. Non si sente altro che voi al telegiornale – sospirò sorridendo portando alla bocca la sua tazza di the caldo. Era come l’avevo lasciata, bella e semplice, classica e minuziosa.
H: come stai? – accennai.
K: sto bene, ma non capisco cosa tu ci faccia qui…intendo in questo retro di questa libreria. –
H: beh…..mi sembrava logico venire a Verona….e salutarti – feci spallucce.
K: logico? – alzò il sopracciglio esterrefatta per poi poggiare la tazza sul tavolo. Ero ancora in piedi, davanti a lei con probabilmente un sorriso da ebete stampato sulla bocca.
H: Kate…. – mi sedetti difronte a lei – lo so che non ci sentiamo da quasi otto mesi…e sono tanti, ma…. –
Mi interruppe.
K: appunto perché ci siamo lasciati in modo “strano”, che mi sembra ipocrta la tua presenza qui oggi – sussurrò guardando fuori dalla finestra, dove piccole goccioline si appiccicavano sul vetro leggermente sporco.
H: Kate…. – sospirai. Non sapevo cosa dire, se non che ero immensamente felice di vederla, che nonostante tutto quel tempo, era stupenda ai miei occhi. Ai tempi del college eravamo molto uniti, molto amici, andavamo sempre da John’s backery per far merenda con grosse e burrose ciambelle colorate e the caldo a non finire; eravamo nello stesso corso di arti e spettacolo e ci divertivamo un mondo a prendere in giro i nostri compagni…eravamo una bella coppia, fino a quando da amici diventammo qualcosa di più. Me lo ricordo come se fosse ieri…eravamo tranquillamente nella sua stanza dopo una giornata frustante di scuola e lavoro e lì, lì capì che tra di noi non c’era una semplice amicizia. Un anno e tre mesi. Di noi, di qualcosa di speciale che a pensarci adesso mi fa ancora venire i brividi e mi fa battere il cuore.
H: hai ragione..non mi son più fatto sentire…ma mi dispiace un sacco, davvero- abbassai lo sguardo e cercai un suo contatto fisico portando la mia mano sopra la sua, sfiorandola.
La ritrasse piano, silenziosamente.
K: non puoi venir qua dopo quasi un’anno solo perché hai uno stupido tour e dirmi che ti dispiace –
H: hai ragione anche su quello……ma ti giuro che ho avuto mesi infernali…giriamo quasi ogni giorno, non abbiamo mai tempo libero. Questo dicembre sono venuto a Holmes Chapel pensando di trovarti, ma tua madre mi ha detto che non tornavi per le vacanze natalizie…-
K: e il tuo tanto soffrire per me ti ha portato a spendere un centesimo dei tuoi soldi per raggiungermi qua a Verona? Non mi sembra… -
H: stavo….stavo con Taylor – sussurrai sentendomi un ipocrita del cazzo.
Mi passai le mani nei capelli stringendoli quasi volendo soffocarli dalla repressione.
Appena ero atterrato a Verona il mio cuore aveva iniziato a battere come non mai, non riuscivo a comandarlo, sentivo dei brividi solo all’idea di essere sulla stessa terra di Kate. La mia ragazza appena dopo Xfactor. La mia ragazza fino a che sbarcammo in America e da bravo coglione alzai la cresta a causa di tutto quel successo che mi aveva inondato inaspettatamente. Ma nessuno mi aveva detto che ti avrebbe fatto perdere il senno. Ora tuttavia sono cresciuto e sto dando valore alle cose come sia giusto fare. Mi destai dai miei pensieri e dalle mie riflessioni e vidi Kate alzarsi provocando uno scricchiolio alla sedia.
H: aspetta….ti prego –
K: harry….non ti capisco –
H: non…non lo so neanche io… -
K: io devo continuare a lavorare, ho la libreria aperta e fino alle sei non stacco –
H: ti passo a prendere alle sei, fammi vedere la città! – presi iniziativa.
K: la città è piccola Harry, e le tue piccole fans sono ovunque –
H: si…ma loro non sanno che io sia già qua….pensano che tutti noi arriviamo domani mattina. –
Vidi Kate sbuffare e percorrere un corridoio stretto per poi sbucare in una vera e propria terra di libri.
Era molto bella quella libreria, piccola ed antica, scorsi libri usati e vecchi vinili appoggiati su un bancone. Sembrava uno di quei negozietti di Edimburgo o comunque dell’inghilterra vecchia…mi piaceva, profumava di qualcosa di prezioso.
Scorsi “il ritratto di Dorian Gray” leggermente stropicciato ed infilato tra altri due, “the Dubliners” di Joyce e “A room of one’s own” della Woolf. Li toccai e percepì che fossero antichi, almeno di quaranta anni fa. Sorrisi.
K: sono belli ah? amo questo lavoro –
H: come sta tua nonna Kate? –
K: sta bene, sta bene. Ormai ho preso un appartamentino non molto lontano da qui…Vivo sola – continuò a parlare mentre sistemava un'altra pila di libri probabilmente per bambini.
H:allora….stasera posso portarti a cena? –
K: harry…non sai neanche come muoverti…non la conosci la città! – sorrise scuotendo la testa.
Risi anche io, era sempre stata contagiosa la sua risata.
H: esiste internet! – dissi indicando l’Iphone che avevo in mano – a patto che… -
La vidi alzare un sopracciglio, mi piaceva tenerla sulle spine.
H: che….tu mi faccia vedere la casa di Romeo e Giulietta –
K: da quando sei diventato così romantico Styles? Chi delle celebrità devi conquistare? –
H: nessuna celebrità e nessuna nuova conquista. Devo solo riaprire qualcosa che avevo chiuso da tempo –
K: shakespeare? –
H: no, te –
K: scusa? –
H: niente…..fai come se non avessi detto niente… -
Si voltò ed un cliente sulla quarantina entrò sorridente.
H: em… - proseguì in imbarazzo.
K: va bene Harry, appena stacco alle sei, riordino e per le sette passi a prendermi qui? O devo cambiarmi perché mi porti in uno dei tuoi ristoranti super gettonati e costosi? –
H: stai bene così, passo alle sette – sorrisi accarezzandogli i capelli dolcemente. La sentì sussultare e chiudere gli occhi.
Gli schioccai un bacio sulla guancia che trovai terribilmente morbida, talmente tanto da volerla baciare una notte intera.
Uscì da quel negozietto e Paul mi aspettava fuori, notai che il cielo era molto nuvoloso, ma almeno, aveva smesso di piovere.
 
 
K: e questo……è il vicolo dell’amore. Qui tutte le coppie scrivono il loro nome, sperando sia per sempre –
Annuì. Era molto romantico, verona era romantica. Dopotutto Shakespeare era un fottuto genio, non poteva non ambientare Romeo e Giulietta qui.
K: più in là….. – disse distraendomi mentre avevo preso la sua mano ed avevo fatto coincidere le sue dita con le mie, stringendole – si, lì…è il balcone di Giulietta –
H: wow….è….emozionante –
Rimasi veramente stupito, era ormai sera e tutta quell’atmosfera faceva il suo effetto, devo ammetterlo.
H: quanta storia… -
K: e quanto amore… -
H: mi piacerebbe leggere il libro – affermai.
Kate si girò con gli occhi spalancati.
K: Harry Styles, non hai mai letto Romeo e Giulietta?! –
Scossi la testa, facendo labbrucce.
K: ma sei un caso disperato! –
H: heiii! – dissi prendendola per i fianchi facendo il finto offeso – come ti permettiiii! –
Finimmo abbracciati, con la sua schiena appoggiata al mio petto e il mio naso tra i suoi capelli che profumavano di vaniglia e cannella. Alzammo gli occhi verso il balcone di Giulietta e per un momento vidi tutto l’amore che una semplice persona poteva dare. Era bello essere innamorati, era bello innamorarsi, ma non era facile trovare l’amore. Io l’avevo trovato solamente una volta, poi l’avevo perso. Sorrisi appoggiando la mia faccia sulla sua spalla e la sentì sussultare sorpresa.
K: comunque devi leggerlo… -
H: lo hai a casa? –
K: come potrei non averlo! – urlò offesa.
Risi e la contagiai.
H: scusa scusa! – alzai le mani in segno di difesa, arridendo.
Mi avvicinai al suo viso e gli spostai una ciocca di capelli, delicatamente, per poi guardarla nei suoi occhi così scuri e così profondi.
“Credo di amarti ancora”.
Eppure non dissi niente. Sfiorammo il nostro naso, ma subito dopo una goccia ci colpì in viso. E poi due. Tre .Quattro. Una marea.
K: cazzo! –
H: che facciamo?! –
K: non so! –
H: leggimi romeo e giulietta- affermai, quasi fosse un ordine.
La vidi sorridere e mordersi il labbro.
K: vuoi venire da me? –
Annuì subito, volevo quella domanda, la desideravo.
Corremmo fino alla fermata di un taxi per poi entrarci completamente fradici e leggermente tremanti.
 
 
Salimmo le scale e mi fece entrare. Mi tolsi la felpa nera che era completamente fradicia e mi abbandonai ad osservare il piccolo ma pittoresco appartamento.
K: vado a cambiarmi che sono totalmente lavata ….vuoi una felpa anche tu? –
H: non credo mi andrebbe bene – la stuzzicai facendogli la linguaccia.
K: sei solo dieci centimetri più alto di me Harry, non tirartela! –
H: dove hai il libro? –
K: cerca nella libreria…secondo scaffale –
Feci scorrerei le mie mani in tutta quella libreria color mogano molto bella e vintage, scorsi molti libri comuni come “Dr.Jekyll and Mr. Hyde” o “The bell Jar” che piaceva tanto a lei. Poi arrivò il reparto Shakespeare, “Othello”, “Amleto”, “Midnight summer dream” e….finalmente, “Romeo e Giulietta”. Sorrisi e lo presi in mano, aprendolo subito in una pagina a caso e portandolo vicino al mio naso. Profumava di lei, di pagine vissute come la sua vita che mi era completamente sfuggita di mano.
 
K: che fai? Lo hai trovato? – chiese sbucando dalla porta con un maglione blu notte enorme.
Era molto bella, anzi, era bellissima.
H: ti aspettavo –
K: preferisci stare sul divano o sul letto? –
H: sul letto? – risposi usando la forma interrogativa.
K: vada per il letto – sorrise facendomi segno di raggiungerla.
La sua camera era molto piccola, c’era un letto, una scrivania completamente sommersa di fogli, penne e borse, un’altra libreria e dei vinili sparsi per terra.
K: non ho molto tempo per riordinare – si giustificò .
H: è bellissima… - gli accarezzai la guancia e sentì posarsi con tutto il suo viso sulla mia mano.
Mi appoggiai al muro stendendo le gambe sul letto morbido e aprì il libro mentre gli facevo accenno di accoccolarsi al mio petto.
Si appoggiò ponendo le sue mani sul mio torso e intanto che tenevo il libro con una mano, con l’altra gli accarezzavo i capelli.
H: leggo io? –
K: spero solo tu sia migliorato dalla High –
H: sempre poco fiduciosa… - la pizzicai.
K: la situazione è la stessa, di quando andavamo alla High –
H: solo che eravamo più piccoli, e più stupidi –
K: solo che eravamo così vulnerabili e ingenui –
H: eravamo belli –
K: molto –
Calò il silenzio ed io, inevitabilmente, ripensai agli anni passati.
K: ti ripigli ad iniziare?! –
H: oh si, giusto! –
Iniziai a leggere ed ogni capoverso era per me una poesia….non avevo mai considerato Shakespeare come uno dei migliori artisti e poeti di tutti i tempi.
 

“O sonno che ha sempre gli occhi aperti e non è mai sonno! Questo l'amore che provo, senza sentire amore in esso.”



Ci guardammo senza proferir parola…tutto era completamente perfetto, la pioggia fuori ricadeva rumorosamente e tutto quel calore proveniva solamente dal cuore, dal mio con il suo. Ci guardammo per un tempo infinito, e poi proseguì nella lettura.
 

“Queste gioie violente hanno fini violenti. Muoiono nel loro trionfo come la polvere da sparo e il fuoco che si consumano al primo bacio…”
 


Dopo aver letto questa frase non riuscì più a continuare. Avevo il bisogno di sentire che tutto non era cambiato, che io e lei potevamo essere gli stessi di un tempo, che io e lei eravamo uniti. Che le sue labbra erano perfette nelle mie, che le sue mani combaciavano solo con le mie. Gli presi il viso ed avvicinandomi a lei, la baciai.
All’inizio tranquillamente, poi approfondimmo il bacio e passando le mani sui suoi fianchi la strinsi a me.
Le nostre lingue si cercavano e si intrecciavano piano, lentamente, come se volessimo danzare e lasciarci trasportare.
Dopo un po’ ci staccammo e senza dire nulla ci abbandonammo a noi, continuando a leggere frasi di Shakespeare e tesserle a dolci baci incantati mentre il libro pian piano scivolava dal letto.
 
 

“Quando non sarai più parte di meritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelline,
allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte.”

 
 
Senza dire nulla, facemmo l’amore. L’amore più bello di tutta la mia vita, l’emozione unica che non avevo mai provato, mai cercato e mai trovato.
I nostri corpi nudi si sfioravano e combaciavano perfettamente, la sua mano intrecciata fortemente nella mia mentre piano la penetravo ed andavamo insieme, in quello che per noi era il paradiso.
 

 
Era mattina ed il mio cellulare non smetteva di vibrare.
Alzai la testa e vidi con mia gioia e sorpresa che avevo il petto completamente sotto la faccia di Kate che dormicchiava tranquillamente. Era molto bella.
H: pronto… - mi strofinai gli occhi.
…: ti rendi conto di che ore sono?!? L’una di pomeriggio! Tra due ore dovete fare il soundcheck! –
h: cazzo…. – sussurrai – dieci minuti ed arrivo-
…: fermo lì! Dove sei? C’è la piazza completamente gremita…non puoi muoverti da solo –
h: hem… ti mando la posizione…. –
….: dieci minuti e siam lì –
Sbuffai e vidi Kate muoversi, per poi aprire gli occhi.
K: um..? –
H: devo andare… -
K: capisco… -
H: stanotte sarò in viaggio per Milano… ti va di venire con me? –
K: a Milano? –
H: si… -
K: non saprei…..-
H: dai! – feci labbruccie.
K: si….ma poi? –
H: in che senso? –
K: ma poi….noi? –
Ci avevo pensato prima di addormentarmi stanotte, eppure non vedevo molte soluzioni. O veniva in tour con me, o veniva in tour con me.
H: io pensavo….che potresti venire in Spagna….e poi –
Ma mi bloccò.
K: per quanto devo seguirti Styles? –
H: non lo so….ma io ti voglio con me, al mio fianco –
K: ma io non posso lasciare la libreria, non posso lasciare mia nonna, non posso lasciare Verona. Me ne sono già andata da Holmes Chapel, non posso abbandonare un’altra città. Non ora –
H: ma….io….come facciamo? – percepì gli occhi pizzicarmi.
K: non lo so… -
Sentì il mio cellulare vibrare ancora, Paul era già giù probabilmente.
H: cazzo…. -
K: ti chiamano Harry….vai, sei in ritardo –
H: si ma….come facciamo? –
Avevo decisamente gli occhi lucidi ed avrei giurato di vedere anche i suoi così.
K: è una situazione di merda….come lo era un anno fa –
H: io….io non posso lasciare tutto adesso…insomma, è il mio sogno e poi comporterebbe… -
K: shh….hai già fatto la tua scelta – sorrise malinconica.
H: no! Io…io ti amo, capisci che è una scelta difficile –
K: sei sempre stato molto impulsivo… - disse sfiorandomi le tempie.
H: non sono impulsivo Kat, è la verità –
K: Harry….-
H: no ascoltami! Leggendo Shakespeare, stanotte mi ha aperto nuove prospettive, nuovi pensieri che tenevo nascosti da tempo ormai! Erano completamente incastrati in qualcosa chiamato “rimpiazzo” ed usavo una maschera per non far capire a me stesso ed agli altri che cosa volevo veramente…. Ma solo stasera ho scoperto che la cosa che volevo, era l’amore. Eri tu. –
K: ti stai facendo del male Harry…..mi stai facendo male. Tu non potrai mai essere al mio fianco per un periodo stabile. E questa cosa mi uccide, credimi –
Pianse. Pianse e non feci altro che abbracciarla.
Sentì il cellulare vibrare, ancora.
H: devo andare adesso….ma troviamo una soluzione ok? –
K: come facciamo a trovarla? –
H: significa che le settimane libere tra un tour e l’altro, Verona sarà felice di accogliermi –
Sospirò e uscendo dalla stanza abbandonai ogni ultimo dubbio, lasciando spazio alla felicità.
 
“Questa mattina porta una pace che rattrista; nemmeno il sole mostrerà la sua faccia. Andiamo via da qui, a ragionare di questi dolorosi avvenimenti. Per alcuni sarà il perdono, per altri il castigo immediato: poiché mai storia fu più triste di quella di Giulietta e del suo Romeo”

 
 
Riscriveremo un’altra storia dove io non sarò protagonista e lei non vivrà in un castello. Qualcuno riscriverà la nostra storia e la pubblicherà in qualche libro che finirà in fondo allo scaffale. Quella storia la voglio scritta con inchiostro nero mentre lo scrittore, chiaramente deluso dalla trama, affonderà in un mare di disperazione e disagio. Solamente alla fine capirà che io e lei eravamo perfetti, e lo siamo tutt’ora, per qualcosa di simile a per sempre.

  
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