TITOLO:
Tutto il mio amore…
AUTORE:
Marty.
SERIE:
Dragon Ball
PARTE: 1/1
PAIRING:
GokuXVegeta.
RATING:
songfic, PG.
DEDICHE:
ovviamente, dopo la parentesi della DF in 3 capitoli, torno a dedicare ciò che
scrivo alle mie sisters Lucy_Tomo e Silene e alla mia kitsunina!
RINGRAZIAMENTI:
in primis vanno ad Alessia, senza la sua folle telefonata questa fic non
sarebbe mai nata! Thank you Lal!
E poi grazie
a Micky_N e a Najka per le splendide storie che creano e perché mi insegnano
come si possa essere umili pur avendo un talento grande come il loro. Le stimo
moltissimo.
Infine
grazie un miliardo ai ragazzi della DB yaoi ML, che mi hanno ammessa con
affetto nel gruppo, e nonostante sia ancora poco vivace, io mi sento già a
casa!
Dedico anche
a voi questo mio esperimento di DB yaoi Ff!
DISCLAIMERS:
i personaggi sono di Akira Toriyama, la canzone che mi ha ispirata è di Paulina
Rubio (ovviamente con le dovute licenze poetiche…) la traduzione è mia!
NOTA 01: tra
gli asterischi i flash back, in corsivo il testo delle canzoni/poesie, i cambi
di POV sono segnalati…tutto come sempre insomma!
NOTA 02: non
cercate riferimenti temporali e/o di senso ad alcuna parte del manga o
dell’anime…sarebbe tempo perso…le mie Ff hanno luogo in un loro spazio-tempo
esclusivo…
ARCHIVIO: se
Ria o Erika o Benni (o chi per loro) la vogliono…la pubblichino pure! Mi
faranno solo felice! E naturalmente per l’archivio della DB yaoi ML!
Spero vi
piaccia…siate clementi, è la prima!
Marty
Tutto il mio amore…
di Marty
yo quiero que me quieras como soy…
yo quiero que me quieras porque sì…
yo sueño que me sueñas en color…
para ti todo mi amor…
Il sole filtra attraverso le tapparelle
abbassate.
Due figure annegate tra lenzuola bianche.
Profumo di fiori di pesco.
Una melodia accompagnata da una dolce voce
femminile invade lentamente la stanza, facendo tremare appena le palpebre di
uno dei due.
“Mmmh…” mugugna quest’ultimo, agitandosi
nel letto, evidentemente riluttante a svegliarsi.
Un braccio abbronzato, dai bicipiti
piuttosto pronunciati, si allunga su di lui e raggiunge la radio-sveglia sul
comodino, disattivandola.
Poi le lunghe dita indugiano sulla guancia
dell’altro, voltandone il viso in modo da poter incatenare lo sguardo e
scambiarsi il primo bacio della giornata.
********************************************************************
L’urlo atavico riecheggiò nell’aria tersa
del primo mattino.
Il principe dei saiyan balzò in piedi di
scatto, guardandosi intorno con sospetto per paura che qualcuno potesse essersi
accorto di quanto accaduto.
Si terse qualche goccia di sudore freddo
dall’ampia fronte, mentre faceva crocchiare contemporaneamente le ossa di collo
spalle e torace.
Poi si colpì la fronte con il palmo aperto
della mano, dandosi mentalmente dello stupido.
Chi diavolo poteva aver assistito
all’accaduto, se aveva appena finito di sterminare l’intero pianeta?
Si concesse così un lungo sbuffo irritato.
Che razza
di sogno…
Lui…il principe…il guerriero più potente di
tutta la Galassia e oltre…
In un…letto…
A lasciarsi…toccare da…
Da…
Già, da chi?
Non riusciva a ricordarlo.
I contorni del volto ed i dettagli del
corpo del suo fantomatico koi erano del tutto assenti in quel sogno.
Eppure c’era qualcosa, una sensazione
indescrivibile che avvertiva sotto la pelle: un calore sconosciuto lo avvolgeva
tutto, facendogli quasi desiderare di non essere in quel posto sperduto e
dimenticato nonché, grazie al suo intervento, completamente disabitato.
O almeno, di non esservi SOLO.
Da qualche parte quando era piccolo aveva
letto di un qualcosa chiamato “mating”, che faceva sì che ogni saiyan potesse
riconoscere immediatamente il suo compagno/a, anzi, in alcuni casi si
verificava una vera e propria “risonanza”, quando il pensiero dei due membri
della futura coppia si sintonizzava perfettamente ed ognuno immaginava o
cercava di raggiungere l’altro.
L’immagine del suo corpo nudo sotto i
lenzuoli bianchi tornò prepotentemente alla ribalta, facendo bruciare di
vergogna ed imbarazzo le guance ed il viso del fiero saiyan.
A quanto sembrava, la sua “mezza mela” lo
stava cercando, e in modo piuttosto insistente.
*******************
Dall’oblò della sua navicella, Vegeta
guardava stizzito i contorni di quel pianetucolo che aveva appena distrutto.
Batté il piede a terra.
Certo, nessuno lo sapeva…
Ma lui sì.
Non lo aveva raso al suolo meticolosamente
solo per semplice smania di potere.
Oh, no.
Lo aveva fatto per cercarlo.
E non era nemmeno il primo che subiva un
simile trattamento.
Sapeva che era lì, da qualche parte, e non
poteva smettere di pensare a quel maledetto sogno.
Lo aveva fatto ancora, molte volte.
Ogni volta era più nitido, eppure non
riusciva a cogliere il profilo della persona che aveva causato il suo frenetico
girovagare.
Una cosa però era ormai certa: si trattava
di un uomo, e non di un uomo qualunque: un altro saiyan.
Più forte di lui.
Anche se a tutti gli altri sarebbe sembrato
inconcepibile, era proprio così.
Il guerriero che giaceva con lui lo aveva
sconfitto.
Come faceva a saperlo?
Semplice.
Perché lui…il principe…l’uomo il cui
smisurato orgoglio era leggendario…
Nel sogno era l’uke.
Quando lo aveva capito, all’inizio aveva
urlato e si era infuriato: com’era possibile?!
Uke?!
Non riusciva a crederci.
Poi, però, aveva percepito la gioia che nel
sogno gli faceva scoppiare il cuore, l’amore che pervadeva la carezza che il
suo compagno gli riservava, la dolcezza nei suoi occhi che fino a quel momento
non ne avevano mai mostrato.
Ed aveva semplicemente accettato che per
lui quello era l’amore.
Diede una testata alla parete: si sentiva
così stressato da tutta quella situazione assurda che avevano iniziato a
cadergli i capelli.
Kuso!
Di questo passo avrebbe finito con l’essere
evidentemente stempiato, la prima volta che lo avesse incontrato…
E anche con un grosso bernoccolo, constatò
massaggiandosi la fronte offesa.
I giorni erano passati, e con loro le
settimane.
Aveva perlustrato terra, cielo, mare,
città.
E ancora niente.
Nessuna traccia.
Non ne conosceva il nome, e non sapeva dove
lo avrebbe incontrato.
Sedette richiamando le ginocchia al petto e
chiuse gli occhi.
Ora che si ritrovava solo, poteva lasciare
che i suoi sentimenti si palesassero senza doverli criptare per paura del
giudizio altrui.
La verità era che voleva essere amato, per
ciò che era e senza motivo alcuno, solo perché il sentimento era nato spontaneo
per lui, un ragazzo forte e determinato, che voleva avere sempre ragione e non
permetteva a nessuno di contraddirlo.
Immaginò di far costruire un grande palazzo
per loro due, dove avrebbero potuto vivere lontani dalla confusione e dalla
menzogna, privi di maschere e falsità, un sogno in cui la sua vita in bianco e
nero assumeva improvvisamente tutte le sfumature dell’arcobaleno.
Il radar pigolò debolmente, per informarlo
della presenza di un altro pianeta lungo la rotta: un piccolo mappamondo
azzurro e verde, dall’aria tranquilla e serena.
Vegeta sorrise ed impostò le coordinate,
per poi tornare a fissare lo spazio immenso intorno a lui. E prese ad
immaginare il sorriso, lo sguardo e la voce di quello a cui avrebbe donato il
suo cuore, muscolo che fino a poche settimane prima pensava servisse solo a
pompare il sangue.
************************
yo quiero que me quieras como soy…
yo quiero que me quieras porque sì…
yo sueño que me sueñas en color…
para ti todo mi amor…
Il sole filtra attraverso le tapparelle
abbassate.
Due figure annegate tra lenzuola bianche.
Profumo di fiori di pesco.
Una melodia accompagnata da una dolce voce
femminile invade lentamente la stanza, riportando prepotentemente alla veglia
uno dei due.
“Mmmh…” mugugna l’altro, agitandosi nel
letto, evidentemente riluttante a svegliarsi.
Il primo allunga su di lui il suo braccio
abbronzato, dai bicipiti piuttosto pronunciati, per spegnere la radio-sveglia
sul comodino e lasciarlo dormire ancora un po’.
Poi gli accarezza teneramente una guancia,
voltandone il viso in modo da poter incatenare lo sguardo e scambiarsi il primo
bacio della giornata.
********************************************************************
“No…”
Goku si coprì gli occhi con il braccio.
“No!” gridò un po’ più forte dimenandosi
nel letto.
Chichi si svegliò di soprassalto, scuotendo
preoccupata il marito.
Quest’ultimo si mise a sedere di scatto,
improvvisamente sveglio.
“Tesoro, cosa c’è?” chiese ansiosa la
donna.
Il saiyan si guardò intorno spaesato, come
per capire dove si trovasse, poi abbassò lo sguardo scuotendo il capo.
“Niente, cara, un brutto sogno” rispose
lasciando penzolare le gambe giù dal bordo del letto, mentre si allungava verso
lo schienale della sedia su cui aveva lasciato la sua tuta.
“Uhm…mi sembra che tu ne faccia spesso
ultimamente, sei sicuro di stare bene?”
“Ma certo, Chichi, non preoccuparti!
Io vado a prendere il giornale, ok?
Tu sveglia Gohan, quando torno andiamo ad
allenarci un po’!”
“Ma Goku!
Non fate altro!
Stai traumatizzando quel povero bambino, io
voglio che studi e diventi medico o avvocato e tu ne vuoi fare un mostro
sanguinario in tempo di pace!
Sei un bruto!”
Alzando gli occhi al cielo senza farsi
accorgere, Goku uscì sbuffando.
Sempre con quella storia!
Ma era mai possibile che sua moglie non
capisse quanto fosse importante non adagiarsi in uno stato di quiete, perché è
proprio quello il momento che i nemici aspettano per coglierti di sorpresa?!
Appena in strada rallentò il passo, per
riprendere a scrutare con attenzione la gente che incrociava, le vetrine, i
manifesti sui muri, le foto sulle pagine di giornali e riviste nell’espositore
dell’edicola.
Ma cosa stava cercando?
Non lo sapeva neppure lui.
Ormai era da varie settimane che faceva
quel sogno.
E non soffriva al risveglio perché lo disgustava,
tutt’altro.
Voleva solo che non si spezzasse in quel
modo, voleva vedere il viso della persona che amava e avrebbe amato per sempre!
La persona con cui doveva stare!
“DOVE DIAVOLO SEI?!
FATTI VEDERE, DANNAZIONE!
NON SENTI CHE TI CHIAMO?!”
Il grido gli esplose nella testa, ma evitò
di esternarlo per non far venire un infarto agli ignari cittadini.
Non sapeva nulla dell’aspetto che il suo
compagno avrebbe avuto, non conosceva il colore delle sue iridi, il sapore
delle sue labbra o la morbidezza della sua pelle…
Sapeva soltanto che voleva essere amato e
compreso, nel suo essere un po’ ingenuo e sempliciotto, da qualcuno che fosse
in grado di vedere cosa ci fosse dietro il sorriso gentile con cui nascondeva
la sua insicurezza e fragilità.
Voleva essere stretto forte solo perché
aveva avuto un brivido, e addormentarsi tra le braccia di un compagno che
avrebbe diviso con lui una casa, un letto, una vita.
Avrebbe voluto poter regalare i colori che
si agitavano nel suo petto alla persona amata, potergli mostrare quello che per
lui era importante, insegnargli come essere felice solo con le piccole cose.
Non si accorse neppure di essere arrivato
di fronte al cancello di casa sua, troppo preso dall’immaginare il suo riflesso
negli occhi dell’altro, i tramonti stretti stretti e i baci roventi che con
Chichi gli erano sempre mancati…
Ora gli era chiaro che non era amore quello
che lo legava a lei, ma un forte affetto travisato a causa di mancanza di
termini di paragone.
Quando si fosse trovato davanti al suo compagno,
lo avrebbe riconosciuto.
Non aveva alcun dubbio.
Il suo amore era tutto per lui.
Qualcuno gli tirò un braccio.
Chinò lo sguardo: era Gohan, e sembrava
molto preoccupato.
“Papà, vieni presto!
Stanno arrivando dei saiyan, molto forti,
sento le loro aure!
Tu non le senti?”
Goku si concentrò ed avvertì
l’avvicinamento di due guerrieri potentissimi.
Dalle loro parti si trovava anche Piccolo.
Sorrise: forse un po’ di sana lotta lo
avrebbe aiutato a non pensare a quella faccenda, almeno per un po’.
“Nuvola Speedy!” chiamò, saltando poi sopra
al cirro dorato che gli era giunto vicino.
“Andiamo, figliolo, ci sarà da divertirsi!”
disse al piccolo saiyan strizzandogli l’occhio, sfrecciando poi verso la
pianura dove i guerrieri sarebbero atterrati di lì a poco.
-Quando lo vedrò lo riconoscerò- fu il suo
ultimo pensiero inerente alla questione onirica.
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yo quiero que me quieras como soy…
yo quiero que me quieras porque sì…
yo sueño que me sueñas en color…
para ti todo mi amor…
Il sole filtrava attraverso le tapparelle
abbassate.
Due figure erano annegate tra lenzuola
bianche.
Profumo di fiori di pesco.
Una melodia accompagnata da una dolce voce
femminile invase lentamente la stanza, facendo tremare appena le palpebre di
uno dei due e riportando prepotentemente alla veglia l’altro.
“Mmmh…” mugugnò Vegeta, agitandosi nel
letto, evidentemente riluttante a svegliarsi.
Goku allungò su di lui il suo braccio
abbronzato, dai bicipiti piuttosto pronunciati, per spegnere la radio-sveglia
sul comodino e lasciarlo dormire ancora un po’, ridendo piano.
Poi le sue lunghe dita indugiarono sulla
guancia dell’altro accarezzandola teneramente, e poi ne voltarono il viso in
modo da poter incatenare lo sguardo e scambiarsi il primo bacio della giornata.
Ma quello che nei suoi pensieri avrebbe
dovuto essere solo uno sfiorarsi, si trasformò come sempre in una lotta che
culminò con lui sopra al compagno che apriva gli occhi riluttante.
Le onici del volto austero del principe dei
saiyan, ancora velate dal sonno, si addolcirono quando focalizzarono il profilo
amato, e le labbra dischiuse ad accogliere la lingua del compagno si
incurvarono leggermente.
Goku si staccò appena dal volto di Vegeta,
contemplandone il lento risveglio, per poi stringerlo in un abbraccio
soffocante, da cui quest’ultimo si divincolò imbarazzato.
“Che ti prende, Kaharoth? Sei impazzito?!”
Il moro rise, affondando il capo
nell’incavo della sua spalla e accoccolandoglisi accanto.
“No, amore, solo che stanotte ti ho sognato
e non posso credere di averti qui con me davvero…”
A queste parole Vegeta gli tuffò una mano
tra i capelli, scompigliandoglieli, e poi gli baciò la fronte.
“Neanche io” rispose in un sussurro, tanto
per non risultare troppo OOC…
* OWARI *
Please, non mi denunciare, Akira…ç_ç