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Autore: alister_    21/05/2013    1 recensioni
Raccolta di one-shot sui personaggi di Tekken.
#1: La donna accattivante della sera prima pare essersi persa nella notte, ma la cosa che più la infastidisce è quella tonalità spenta che torna ad infestarle lo sguardo e sembra dar voce a quel senso di fastidio che cerca di reprimere da quando si è svegliata.
#2: Jin Kazama, pensa, mentre svita meccanicamente la base della caffetteria. Si ricorda ancora della prima volta che l'ha visto, solitario e vagamente imbronciato all'angolo del ring, mentre suo nonno si prodigava in una delle sue solite esibizioni di forza mettendo al tappeto il mal capitato di turno.
#3:E' una serie di stereotipi viventi che si danno il cambio. La sua fornitura di maschera a forma di farfalla sembra non esaurirsi mai.
#4: Quando ha visto suo figlio, non ha provato niente. Steve Fox è solo un nome sulla carta, un incarico che non ha portato a termine perché confusa da una rivelazione improvvisa. Niente di più.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna Williams, Emily Rochefort, Julia Chang, Nina Williams, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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[Nina Williams]
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Lo sguardo che si riflette nello specchio è sempre lo stesso – vuoto. 

Si chiede se i suoi occhi fossero così inespressivi anche prima. Si chiede se lo sarebbero se la sua vita avesse fatto il suo corso, senza che la scienza si mettesse di mezzo e la riducesse ad una bambola senz'anima. 

Toglie la giacca, la getta su una sedia vuota, nell'ennesima stanza vuota di un albergo troppo pieno. 

Si gira di fianco. Il top di pelle lascia scoperto il ventre piatto, liscio. 

Diffidente, ne segue il profilo con una mano. 

E così ha un figlio. 

E' la rivelazione che continua a risuonare nella sua testa vuota da giorni interi, il pensiero fisso che si è innestato tra i brandelli di ricordi che rincorre da due anni senza riuscire ad afferrare. 

Un figlio, che ha quasi l'età che ha lei biologicamente e che, per di più, è inglese. 

Il pensiero la fa sorridere anche in queste condizioni. Un briciolo di senso dell'umorismo particolarmente sui generis è sopravvissuto al sonno criogenico. 

Un figlio di cui non sapeva nulla fino a quando non le hanno inviato quel fascicolo sul prossimo bersaglio. Un figlio la cui esistenza le è stata tenuta nascosta.

Prova sentimenti contrastanti, al riguardo. Li analizza ogni notte con calma, con la pistola sotto al cuscino e lo sguardo perso nel vuoto. A poco a poco, scioglie pezzi dell'enigma. 

Una parte di lei è arrabbiata. C'è una percentuale bassa – un 10% scarso – che vorrebbe afferrare l'automatica ed aprire un buco in fronte a quegli scienziati che l'hanno usata come cavia da laboratorio senza darle niente in cambio.
E' la prima volta in cui desidera davvero uccidere qualcuno, e non considera l'ipotesi solo per obblighi professionali.

Quell'ardore svanisce presto e torna l'apatia. C'è un buon 35% che prova sollievo. Sollievo per aver scoperto l'esistenza di questo fantomatico figlio solo quando ormai è impossibile anche solo immaginare un avvicinamento.
Non riesce a figurarsi, altrimenti, con quale faccia avrebbe potuto presentarglisi davanti, fresca dei suoi vent'anni di sonno criogenico, e rivelargli di essere sua madre. In queste circostanze assurde, invece, è manlevata da ogni obbligo. No?

C'è un 5% che, però, ancora si chiede cosa fare. Una minuscola eco di coscienza che, in quell'assenza di emozioni, ha davvero vita dura. Nina infatti la ignora. Passa oltre, al suo 50% dominante: l'indifferenza. 

La verità è che la soluzione dell'enigma è ben più semplice di quanto non sembri ad un primo sguardo. Si inganna da sola, fingendo di dover analizzare i propri sentimenti, perché la prospettiva di non averne è ben più deprimente – eppure vera.

Quando ha visto suo figlio, non ha provato niente. Steve Fox è solo un nome sulla carta, un incarico che non ha portato a termine perché confusa da una rivelazione improvvisa. Niente di più.

Ed ora si guarda allo specchio, si studia. Se il suo corpo  si fosse trasformato come quello di ogni donna, se avesse ospitato al suo interno un figlio e l'avesse alimentato per mesi interi, cambierebbe davvero qualcosa?

Vorrebbe illudersi, e rispondersi di sì. Vorrebbe credere di essere stata una persona diversa, prima del sonno criogenico, il tipo di persona in grado di affezionarsi a qualcosa di più che ad un'arma funzionale alle sue esigenze. Ma, dentro di sé, conosce già la verità – l'ha vista riflessa nello sguardo di sua sorella dietro strati di inganni è bugie:
Nina è vuota ora come lo era prima. L'amnesia è solo un'ottima giustificazione alla sua apatia. 

Per questo, forse, non riesce a ricordare: non vuole realmente trovare conferma alle sue supposizioni. Non vuole scoprirsi identica a sé stessa. 

Come potrebbe, una persona così, essere madre?

Se anche l'avesse tenuto in grembo nove mesi, se anche l'avesse dato alla luce e sentito piangere, se anche l'avesse allattato al suo stesso seno... Quel figlio non sarebbe che un conoscente con cui condivide parte del DNA. Un altro membro di una famiglia fantasma da lasciare in disparte, proprio come Anna. 

La vita di Nina è vuota, ma non c'è spazio per nessuno, tanto meno per un figlio. 

Gli occhi di Steve non somigliano affatto ai suoi: ne condividono il colore, ma sono pieni – di tristezza, solitudine, smarrimento.

Un figlio così è in cerca di una madre che gli tenda la mano e riempia il vuoto di una vita passata da orfano. 
Nina, con il suo vuoto, non può riempire niente. E l'unico modo in cui sa tendere la mano è impugnando una pistola.




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N/A:

Uh hu. Alzi la mano chi si ricorda di questa raccolta. Io no.
Non so quanto senso abbia aggiornare dopo due anni e mezzo, ma nello scrivere questa fanfiction mi è tornato in mente questo progetto, e così mi sono detta: perché no?
Di sicuro si noterà un po' di divario con i capitoli precedenti - sono pur sempre passati anni e il mio stile è cambiato non so se in meglio o in peggio.
Anyway, questa fic risale a qualche mesetto fa, precisamente alla Staffetta in Piscina @ piscinadiprompt, ed è nata a partire dal prompt: Tekken, Nina&Steve, "When love is a gun/separating me from you" (The funeral of hearts - HIM). Come si sarà intuito, è ambientata subito dopo Tekken 4 e la scoperta che Nina fa nel finale.




   
 
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