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Autore: Ronin_ai    21/05/2013    0 recensioni
Squall amava i temporali. Uno sguardo nella tipica routine mattutina per la famiglia Leonhart...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

STORMS
scritta da Ronin-ai, tradotta da Alessia Heartilly

Amava i temporali.

Amava guardare le nuvole di piombo ribollire sul vento. Amava la sensazione energizzante dell'atmosfera, il mondo in cui gli solleticava la pelle. Amava l'odore leggermente umido e muschiato che presagiva pioggia, e amava il modo in cui i lampi serpeggiavano nel cielo, il modo in cui i tuoni facevano tremare la terra. Il modo in cui il vento guidava le onde in una furia spumeggiante.

Sarebbe stato lì a guardarli il più spesso possibile, anche quando la Madre lo rimproverava per la sua attrazione per la pioggia e lo allontanava dalla finestra.

A Balamb c'erano tanti tipi diversi di temporale quante erano le stagioni. C'erano le piogge dolci e calde di primavera e di inizio estate; piogge che inzuppavano e nutrivano, e che correvano su venti delicati e leggeri. C'era l'occasionale temporale del nord-est che portava un nevischio sottile come spilli sulla città, tra venti che gemevano, e neve su montagne e colline. Poi c'era la stagione dei temporali, dalla tarda estate all'autunno; temporali che spesso civettavano con la forza degli uragani, che superavano raramente, con venti e piogge che minacciavano di ripulire l'isola da tutta la vita (ma ne era successo solo uno, di recente...)

Squall li amava tutti (beh, forse a parte gli uragani, comunque), e se gli fosse interessato pensarci, l'avrebbe semplicemente addotto a una qualche strana connessione cosmica con il suo nome. Forse sua madre lo aveva marchiato con quell'attrazione, dandogli un nome simile. Forse era il suo nome che aveva fatto tutto: Raine, pioggia.

Rimase in piedi sulla spiaggia, a guardare avvicinarsi il temporale, fremendo per il vento che giocava tra i suoi capelli. In attesa impaziente che quel potere fosse scatenato su di lui. Voleva sentire gli schiaffi del vento, il pungere della pioggia ghiacciata. Voleva sentire il formicolio che gli faceva rizzare i peli e che annunciava un flash frastagliato del fuoco del cielo... voleva sentire l'esplosione del tuono e sentire il borbottio nelle sue viscere al suo passaggio.

Il mare tuonava e il vento si alzò, frustandogli sprazzi salati in faccia, bagnandogli la maglietta bianca e i pantaloncini neri da jogging. Era appena passata l'alba, ma lui non riusciva a capirlo dalle nuvole color piombo che ribollivano. Nuvole che oscuravano l'alba rosso sangue, incenerendo l'avvertimento di un brutto colpo.

Aspettò, con l'eccitazione che saliva, come un corridore ai blocchi di partenza. Tutta la spiaggia parve trattenere all'improvviso il fiato, e poi...

CRACK!

Un lampo serpeggiò nel cielo improvvisamente nero, e il tuono esplose subito dopo. Anche il SeeD in attesa esplose all'azione, il rombo del tuono fu come lo sparo di partenza.

Il vento si alzò e gli spruzzò il mare in faccia, mentre lui correva alla massima velocità lungo la spiaggia. Il tuono rombò di nuovo, e un altro lampo scatenò un torrente di pioggia guidata dal vento. E lui correva, dritto nelle fauci del temporale, con gocce gelate che lo colpivano come rocce bagnate.

Qualcosa di elementale lo prese, spingendolo avanti, con la violenza del temporale che rifletteva la violenza del suo sforzo fisico. Spingendolo a sfidare il vento sulla spiaggia, anche se sapeva che non avrebbe vinto. Era sempre così.

Si svuotò la mente di tutto tranne il vento, la pioggia, la velocità delle sue falcate, il battito del cuore, e il rombo del tuono che seguiva i flash bianchi della Lancia di Odino.

Accolse il colpo gelido della pioggia che lo batteva, e aumentò la velocità finché gli sembrò di volare sulla spiaggia. Il vento lo spingeva e gli piegava la testa e lui combatteva, spingendosi a respingerlo.

Troppo presto giunse in fondo alla spiaggia e si fermò, con il respiro pesante, voltandosi a guardare il mare e il temporale. A occhi chiusi e braccia spalancate, lasciò che vento e pioggia lo colpissero, lo picchiassero, lo pulissero, lasciandolo fradicio fino al midollo, ma eccitato.

Era il suo momento di zen. La piccola follia che lo teneva sano di mente. Come combattere al Centro Addestramento, come le corse quotidiane sulla spiaggia, sfidare il temporale era solo un altro sfogo. Lo aiutava a schiarirsi la mente, le aggressioni e frustrazioni represse sul lavoro... in più, era proprio divertente.

Quistis lo avrebbe rimproverato per la sua doccia fredda, ne era sicuro; avrebbe fatto la mamma chioccia peggio che Ellione e la Madre sulla possibilità di raffreddarsi a morte. Questo nonostante il fatto che come SeeD di ormai quasi trent'anni, le possibilità che morisse per un temporale, per quanto forte fosse, erano scarse. Il suo rango di Comandante non l'avrebbe salvato, se tutto era contro di lui.

Zell avrebbe riso della follia della cosa e avrebbe voluto unirsi a lui, ma non era per questo che Squall correva la mattina presto. Gli piaceva la sua solitudine, e correre, per la maggior parte, era una sfida solitaria.

Selphie avrebbe solo pensato che era divertente. Ma Rinoa... e qui Squall sorrise dolcemente. Gli piaceva pensare che anche se lei non avesse capito del tutto, lo avrebbe comunque compreso.

Il temporale si fece più forte e Squall iniziò improvvisamente a sentir freddo. Era tempo di andare a casa. Si voltò verso la strada e cominciò ad avviarsi verso il Garden con passo sciolto.

*~*~*~*~*

Squall entrò in silenzio nell'appartamento, lasciando le scarpe fradice accanto alla porta, per evitare di sporcare il lindo tappeto color crema. Dopo aver riflettuto un momento, si tolse anche i calzini bagnati, e lanciò un'occhiata triste alle sue abusate scarpe da corsa, che ormai erano sulla via del pensionamento forzato. Si fermò un attimo ad ascoltare il silenzio, e sorrise entrando in camera da letto, guardando la forma immobile dai capelli neri sepolta sotto le coperte.

Poi andò in bagno e si chiuse piano la porta alle spalle, aprendo l'acqua della doccia e spogliandosi prima di infilarsi sotto il getto caldo. Rimase lì fermo per un momento, lasciando che l'acqua lo scaldasse prima di lavarsi.

Terminò la doccia e si fece velocemente la barba, uscendo silenziosamente dal bagno con un asciugamano stretto alla vita, i capelli asciugati da una salvietta ma ancora umidi, che gli arrivavano sotto alle spalle. Poi guardò l'orologio, ascoltando rumori che potevano provenire da una delle stanze dei bambini. C'era ancora silenzio, e... c'era un sacco di tempo prima di doversi alzare.

Poi fece un sorriso malvagio, e lasciò cadere l'asciugamano scivolando nel letto con Rinoa, accoccolandosi vicino a lei e abbracciandola. Lei sospirò e parve rilassarsi ancora di più nel sonno, ma non era quella l'intenzione di Squall.

Aveva il sangue che ribolliva; il temporale e la corsa l'avevano energizzato e rinvigorito, i bambini dormivano ancora, e c'era più di un'ora prima che il mondo pretendesse risposte da loro. Squall non intendeva perdere quel tempo.

Strofinando il naso contro la sua nuca, inalò il profumo dei suoi capelli e iniziò a lasciarle baci morbidi dal collo fin proprio sotto l'orecchio. Allo stesso tempo, accarezzò la pelle morbida della sua pancia ancora piatta. Lei fece un respiro profondo e si spostò, premendosi di più e sospirando piano.

Avvicinando le labbra lui sussurrò, "buongiorno."

Dandogli le spalle, lei sorrise ma tenne gli occhi chiusi, fingendo di dormire. Non scoraggiato dalla sua mancanza di reazione, Squall tornò a baciarla, dal collo fino alla spalla. Rinoa si accoccolò nel suo calore e infine boccheggiò quando una delle sue mani si alzò lentamente dalla vita e dall'addome a stringere e accarezzarle un seno. Le sfuggì un gemito basso, e rinunciò a qualsiasi pensiero di resistere.

Non che intendesse resistere. Un marito sexy e lussurioso come Squall era quasi impossibile da ignorare.

Voltandosi a guardarlo, gli sorrise, alzando una mano per accarezzargli le guance lisce. Non aveva bisogno di aprire il legame mentale per conoscere le sue intenzioni; era ovvio cosa voleva. Era anche ovvio cosa l'aveva portato lì. Poteva sentire i tuoni che rombavano, il sibilo della pioggia. Poteva vedere il temporale selvaggio ancora riflesso negli occhi del suo leone; sentire ancora l'odore pungente della brina su di lui, nonostante la doccia. Poteva ancora assaporare il vento sulle sue labbra quando lo baciò.

Nella luce grigia dell'alba da temporale, lo accolse. Accolse il sapore e la consistenza del suo bacio, la sensazione delle sue labbra che le correvano sul corpo e le baciavano e succhiavano i seni e i capezzoli. Accolse il peso solido e il calore del suo corpo quando le salì sopra e si sistemò contro di lei.

"Buongiorno," gli sussurrò allora, adorando il modo in cui il tempo aveva cesellato via la morbidezza da ragazzo. Adorando il modo in cui i suoi sorrisi iniziavano a lasciargli rughe agli angoli degli occhi. Amava persino il cenno di grigio che iniziava a vedergli sulle tempie. Non aveva ancora trent'anni e già cominciava ad avere i capelli bianchi. Sapeva perché, e non voleva pensarci. Non ora, non in quel momento.

"Quasi," sospirò lui, poi la baciò mentre scivolava in lei.

Aprirono infine il legame mentale, e li annegò entrambi in un turbine di emozioni e sensazioni. Quando lui iniziò a muoversi, Rinoa sentì l'eco delle onde che battevano la spiaggia guidate dal temporale, i venti che gemevano nella sua mente mentre si accelerava il respiro di entrambi. E lei cedette alla passione dolce e ricca che c'era sempre tra loro.

Con i corpi e le menti unite, si mossero insieme, ed ogni tocco, ogni bacio e ogni carezza aumentavano il fuoco e la passione. Con i cuori che battevano forte e il respiro affrettato, continuarono insieme fino a quando la tensione rilasciò un'ondata di piacere, lasciandoli entrambi ansimanti.

Rinoa avvolse le braccia intorno a Squall, abbracciandolo ferocemente, portandolo a baciarla dolcemente sul collo e poi sulle labbra. Si allungò a passargli le dita tra i capelli ancora umidi, affascinata come sempre dalla loro consistenza spessa e setosa. Li aveva lasciati crescere fin oltre le spalle. Gareggiavano quasi con quelli di Irvine in lunghezza, ed erano ormai abbastanza lunghi da poterli raccogliere in una coda senza che Squall pensasse di sembrare stupido.

Lui la guardò, con un'espressione serena, gli occhi pieni d'amore, scostandole i capelli dal viso. Lei gli sorrise ma non disse nulla, lasciando il momento così com'era.

Lui si era appena chinato per baciarla, anzi, l'aveva sfiorata con le labbra quando sentirono entrambi il suono che temevano: "PAPÀ!" "MAMMINA!"

Rinoa dovette ridere per la sensazione di shock e dispiacere che percepì da Squall, insieme al mesto pensiero: "cavolo. Ho dimenticato di chiudere a chiave la porta."

Si spostò velocemente da lei, con dispiacere di entrambi, e si prepararono agli uragani gemelli che si fiondarono nella loro stanza solo qualche minuto dopo. Quei due uragani, conosciuti anche come i loro figli, si lanciarono sul letto addosso ai loro impotenti genitori.

"OOF!" esclamò Squall, mentre suo figlio Saber gli atterrava dritto sullo stomaco, e poi cominciava a strangolarlo con un abbraccio entusiasta. "Wow! È un po' presto per far la lotta, piccolo. Calmati."

Nonostante l'arrivo precipitoso di suo figlio, Squall lo abbracciò. Saber ricambiò con un bacio sulla guancia di suo padre. Squall sorrise guardando gli occhi turchese chiaro di suo figlio, i capelli neri come l'inchiostro, e inviò a Rinoa, "spezzerà un sacco di cuori, tra qualche anno."

"Anche Julie. Fattene una ragione, tesoro, tu fai bambini meravigliosi. Faresti una strage se ti mettessi a fare lo gigolò," inviò Rinoa divertita, e scoppiò a ridere per l'espressione oltraggiata e i sentimenti scandalizzati che lui le mandò.

"Sai, metà viene dalla loro madre. Ma se vuoi davvero che lo faccia, ne terrò conto se ci troviamo senza soldi," le inviò Squall, riuscendo a sembrare serio persino con quella forma di comunicazione.

Rinoa ribatté, "ripensandoci, penso che ti terrò tutto per me."

"Come pensavo," inviò compiaciuto Squall.

"Buongiorno papà!" disse Saber, picchiettando il naso di Squall per attirare la sua attenzione. Squall lo arricciò, facendo ridere il bambino. Anche Julia ridacchiò piano. A quanto pareva aveva eredito la personalità più tranquilla di Squall, e se ne stava accoccolata tra le braccia di Rinoa, a guardare Saber e Squall.

Squall le guardò entrambe e sorrise, "buongiorno, Julie. Come avete dormito tu e tuo fratello?"

"Il temporale ci ha svegliati. Saber ha detto che ha fatto un sogno strano con te che giocavi sotto la pioggia, papà," gli rispose dolcemente la piccola.

Squall rise piano. "Beh, sarebbe una cosa sciocca da fare, no?" I bambini annuirono.

Guardando velocemente l'orologio, Squall disse, "perché non andate in camera a vestirvi? Mamma e io prepareremo la colazione tra poco. Ok?"

"Ok!" disse Saber saltando giù dal letto.

"Ok," ripeté Julia, con un ultimo abbraccio a Rinoa e un bacio sulla guancia a Squall, prima di scendere dal letto e seguire suo fratello.

"Hey, non dimenticate di chiudere la..." Le parole di Squall furono interrotte al chiudersi della porta, e sospirò di sollievo.

Poi si voltò a guardare Rinoa. "È ora di alzarsi."

"Già." Anche Rinoa sospirò, ma rimase ferma.

Squall la prese tra le braccia e la baciò di nuovo, stavolta dolce e affettuoso, e suggerì, "perché non ti fai la doccia e mi occupo io della colazione?"

"Va bene," rispose lei, lasciando riluttante il suo calore. Lui le sorrise dolcemente e uscì dal letto.

C'erano momenti, pensò Squall mentre si metteva l'uniforme da Comandante, in cui il legame che condivideva con Rinoa, l'anello che aveva al dito, sembravano insieme un fardello e un cappio che lo soffocavano. Avevano vissuto un brutto periodo qualche anno dopo la nascita dei gemelli, quando Rinoa aveva voluto un altro bambino e Squall aveva categoricamente rifiutato.

Ci era voluto un po' per superarlo, e Squall aveva infine capito (anche se aveva quasi perso Rinoa prima di farlo) che la sua paura di perderla per il parto stava avvelenando l'amore che condividevano, e il legame stesso. Era stata una cosa durissima da fare, affrontare e superare quella paura. Ma Rinoa non era rimasta incinta, e dopo quattro anni in cui non era successo niente, avevano immaginato che non sarebbe successo. Che il danno che aveva subito dando alla luce i gemelli aveva in qualche modo evitato gravidanze future.

O, cosa più probabile, che la maturazione dei suoi poteri di Strega avesse qualcosa a che fare con il mancato concepimento.

Ma quel problema ormai era superato, e se Squall a volte si sentiva soffocare, doveva ammettere che anche a Rinoa capitava, a volte. E fortunatamente, anche quando le cose si facevano davvero difficili, c'era sempre il legame, il nucleo di cosa e chi erano come Strega e Cavaliere, così come marito e moglie. E il fondamento di quel legame, a prescindere da come lo si guardasse, era l'amore.

Solido. Incrollabile.

Squall si lisciò all'indietro i capelli e li legò sulla nuca, pensando di tagliarli di nuovo, poi guardò il bagno, percependo l'opinione contraria di Rinoa. A quel pensiero grugnì, si lisciò la divisa e andò a preparare la colazione.

Con i bambini già in piedi, avevano la rara possibilità di fare colazione insieme. Troppo presto, comunque, Squall dovette baciare Rinoa e i bambini per salutarli prima di andare al lavoro. La giornata di Rinoa le lasciava un'altra ora per portare i bambini a scuola e cominciare il lavoro all'Infermeria del Garden di Balamb.

Fu mentre preparava i gemelli che le capitò di guardare le porte in vetro del patio, e vide che la pioggia si era quasi fermata. Anzi, quello che vedeva era per lo più nebbia grigia.

Nebbia... Alba... si fermò a quel pensiero. Non era l'alba, anzi; se il cielo fosse stato limpido; il sole sarebbe stato ben alto ormai. Ma comunque, la mattina nebbiosa e grigia faceva sembrare che il sole avesse appena iniziato a sorgere. Ma quelle due parole sembravano riecheggiarle in mente. Nebbia: mist. Alba: dawn.

Misty Dawn.

Rinoa ebbe una premonizione improvvisa e chiuse gli occhi, poi concentrò i sensi all'interno per confermare che ci fosse possibilità che si avverasse. Lentamente si portò la mano sulla pancia, e cominciò a sorridere.

Misty Dawn era un nome. E sarebbe appartenuto alla figlia che sarebbe nata nove mesi dopo.

Avrebbe ovviamente aspettato di averne conferma prima di dirlo a Squall. Si chiese cos'avrebbe pensato. Aveva la sensazione che stavolta sarebbe stato felice.

"Mami? Perché sorridi? Hai visto qualcosa di bello?" le chiese Julia.

Rinoa si riscosse dal suo sogno ad occhi aperti e sorrise alla bambina, dicendo, "sì, proprio così." Prese la mano della bambina e la guidò alla porta, prendendo la borsa e chiamando Saber, "tesoro, dobbiamo andare, sei pronto?"

"Sì," rispose lui, prendendo lo zaino e seguendole fuori.

*****
Nota della traduttrice: come per Mission Zero, della stessa autrice, vi devo dire che ci sono vari riferimenti ad altre sue storie che non sono ancora state tradotte (ma che l'autrice ha dato il permesso di tradurre, quindi prima o poi lo faremo XD). In particolare, tutta la faccenda del legame è spiegata in The Bells of Freedom (attualmente in corso) e On Angel Wings. Il problema del parto a cui si riferisce Squall invece è descritto in Red Skies. Per chi non volesse leggerle, riassunto rapido: tra Squall e Rinoa c'è un legame mentale dovuto alla magia che amplifica le sensazioni di piacere e dolore e permette loro di comunicare telepaticamente anche a distanza. Le difficoltà del parto di Rinoa sono state invece l'essere costretta a un parto naturale in seguito al rapimento da parte di Odine per studiarla mentre è incinta, quando invece avrebbe dovuto sottoporsi a un cesareo per la sicurezza sua e dei gemelli, e in seguito al quale è quasi morta.
Come sempre, grazie a Little Rinoa per il betareading e ogni commento sarà tradotto e inoltrato all'autrice. Eventuali risposte alle recensioni saranno tradotte e inserite dove possibile come risposta nei vari siti.
Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :) Alla prossima! - Alessia Heartilly

  
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