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Autore: FinnAndTera    21/05/2013    2 recensioni
0.1 Le movenze del suo corpo.
0.2 La sua pancia.
0.3 La sua torta di mele.
0.4 La sua cicatrice sul polso sinistro.
0.5 Il modo in cui indossava le sue camicie.
0.6 Come lo prendeva in giro.
0.7 Il modo in cui lo guardava prima di un bacio.
0.8 Il fatto che colorasse i disegni di Elicia.
0.9 La sua allergia alla polvere.
10 L'ostinazione con cui aspettava che tornasse da lavoro.
[Fanfic ripubblicata in seguito al furto di account].
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Maes Hughes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le dieci cose che Maes Hughes amava di sua moglie.




0.1 Le movenze del suo corpo.
(Ancor prima del suo viso gentile e del sorriso timido, era stata l’eleganza che emanava il suo corpo ad incantarlo; la schiena dritta e composta, il modo in cui muoveva la testa accennando ad un saluto, l’ondeggiamento dei suoi fianchi quando camminava pensierosa. Lasciava sempre che fosse lei ad alzarsi per prima dal divano o dal letto, in modo che potesse guardarla mentre, inconsciamente sensuale, si dirigeva verso un’altra stanza).


0.2 La sua pancia.
(Subito dopo la gravidanza, Gracia pretendeva che il suo corpo ridiventasse snello in meno di tre giorni e, quando questo non accadde, cominciò a guardarsi allo specchio con aria dispiaciuta, come se quel poco di grasso depositato sull’addome potesse costituire un muro fra lei e suo marito. Maes la giudicò una cosa ridicola e insensata e glielo dimostrò mordendole affettuosamente la pancia, facendo crollare ogni mattone di quel muro che solo e soltanto sua moglie aveva pensato di innalzare).


0.3 La sua torta di mele.
(La consistenza morbida e l’aroma squisito rendevano quell’alimento la perfezione assoluta; avrebbe potuto mangiarne in quantità industriali, forse avrebbe anche potuto nutrirsi per tutta la vita unicamente di quella torta di mele, ma in fondo sapeva che non era soltanto la gola a convincerlo di ciò, ma anche e soprattutto il sorriso con cui Gracia gli porgeva l’ennesima fetta).


0.4 La sua cicatrice sul polso sinistro.
(Se l’era fatta durante l’unico vero litigio che avevano avuto, quello all’inizio della loro relazione riguardo lo scoppio della guerra di Ishval. Gli aveva urlato contro quanto fosse inutile andare in guerra, quanto fosse sbagliato il mestiere del soldato, quanto fosse ingiusto lasciarla lì, impotente, mentre lui rischiava la vita per una stupida causa. Presa da un moto di ira aveva rotto un bicchiere frantumandolo sul tavolo e una delle schegge le aveva inferto un taglio sul polso sinistro. Maes l’aveva abbracciata, assicurandole che avrebbe preso un posto nelle retroguardie, che sarebbe tornato a casa sano e salvo, mentre quella minuscola ferita si cicatrizzava diventando il simbolo dell’amore che provava per lui).


0.5 Il modo in cui indossava le sue camicie.
(Le andavano davvero enormi, le maniche necessitavano di almeno quattro risvolti per permetterle di muovere le braccia con comodità, ma a lei non importava e indossava ogni mattina la camicia gettata alla cieca la notte prima, per poi andare in cucina a preparare la colazione. Nonostante le numerose taglie in più, quelle camicie sembravano adattarsi al suo corpo in modo naturale, adagiandosi sui seni e sui fianchi, coprendole le gambe fin sopra il ginocchio. E la mattina, insieme all’odore di uova strapazzate, Maes abbracciava il suo profumo mescolato a quello più delicato di Gracia).


0.6 Come lo prendeva in giro.
(Faceva finta di posare gli occhi su quel bell’imbusto di Roy, per poi dirgli quanto fosse bello, carismatico e affascinante il suo migliore amico in confronto a lui; “Ha degli occhi profondissimi, potrebbero incendiare qualunque donna”, buttava lì per caso, stuzzicandolo e deridendolo. “Io ho gli occhi belli e verdi, non puoi proprio lamentarti”, le rispondeva, sapendo benissimo che, in realtà, lei non aveva occhi che per lui).


0.7 Il modo in cui lo guardava prima di un bacio.
(Era un momento, un solo brevissimo momento, eppure lo assaporava come se fosse eterno: lei schiudeva le labbra lentamente, girava la testa verso sinistra – lui sapeva che amava essere baciata da quel lato – e lo guardava indugiando, con gli occhi semichiusi che nascondevano un luccichio d’eccitazione.
L’aveva baciata un miliardo di volte e forse anche di più, ma quello sguardo carico di aspettativa e la sua emozione nel ricambiarlo restavano sempre le stesse).


0.8 Il fatto che colorasse i disegni di Elicia.
(Elicia disegnava come se non ci fossero abbastanza immagini belle al mondo, disegnava cani, papere, trecce bionde, la mamma e il papà che sorridevano, Alphons con un gatto, la torta di mele della mamma, ma finiva sempre per lasciarli a metà, seccandosi di finire di colorarli. Allora Gracia, che voleva conservare ogni disegno fatto da sua figlia, aveva preso l’abitudine di sedersi accanto a Elicia e di colorare tutto insieme a lei: le bambine di Maes, tutto sommato, erano due).


0.9 La sua allergia alla polvere.
(Era assolutamente adorabile mentre combatteva con la sua nemica numero uno impugnando una vecchia scopa di legno; si era rifiutata di assumere qualcuno che potesse aiutarla a fare le pulizie non per non spendere soldi in più – per fortuna potevano permetterselo – ma proprio per principio. Starnutiva ogni tre minuti, portandosi una mano davanti al viso, ma non si arrendeva mai. Guardandola Maes si sbellicava dal ridere, ricordandosi del loro primo incontro in un reparto pieno di libri vecchi e polverosi della biblioteca di Central City).


10. L'ostinazione con cui aspettava che tornasse da lavoro.
(Glielo aveva ripetuto più volte che non era necessario che lei lo aspettasse in piedi ogni qualvolta faceva tardi a lavoro; era perfettamente inutile, anche perché la sua attività consisteva nello stare ad annoiarsi dietro ad una scrivania, senza correre alcun pericolo. Lei, d’altro canto, non l’aveva mai ascoltato.
E, infatti, da quella notte in poi rimase ad aspettarlo per tutta la vita).


Note d'autrice:

Purtroppo ho dovuto ripubblicare questa fanfic in seguito ad un furto di account. Spero che non accada mai più una cosa del genere e che i miei spucciamenti sulla famiglia Hughes rimangano intatti così come sono. *Abrraccia Maes e piange*
Data la mia rinascinta, offro biscotti a tutti.
Buona (ri)lettura. :3
   
 
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