Titolo: In
the space between Ponds
Serie: Doctor Who
Characters: Eleventh; Rory Williams; Amelia Pond; human!TARDIS (nominated)
Pairing: EleventhxRoryxAmelia
Rating: NC-14
Genre: Introspettivo, Sentimentale
Warning: threesome; slash
Words: 900
Disclaimers: I personaggi appartengono agli aventi diritto
Era rimasto davanti alla porta della loro stanza per tutto il tempo,
interrogandosi sul proprio tempismo.
Il proprio ego avrebbe detto che fosse perfetto, impeccabile, così come ci si
sarebbe aspettato dall'ultimo dei Time Lord, ma sarebbe bastato uno sguardo di
Amy (la sua Amelia Pond, dal nome ricamato di musica e favole della
buonanotte) per ricordargli i suoi ritardi, le sue mancanze e i suoi mille
piccoli difetti che lei gli aveva sempre perdonato. Amelia Pond, la ragazza che
aspettava e, pazientemente, aveva provato ad aspettare anche lui, allungando
alle volte le mani, sfiorando il legno colorato e poi ritraendole quando la
loro voce giungeva carica dell'erotismo di una coppia.
Avrebbe dovuto aggiungere un cartello quando aveva chiesto al TARDIS di
progettarla, con gli orari di visita e le regole dei coniugi Pond, così
che potesse sentirsi libero di prenderli più come suggerimenti -come i cartelli
di divieto o le maledizioni di mondi sconosciuti incise su cancelli chiusi da
secoli o le indicazioni delle etichette, sul lavaggio a secco delle camicie di
Rory- e, quindi, ignorarli ogni volta che ne avesse avuto bisogno.
Sfregò le mani, mulinò le braccia e si passò le dita tra i capelli più e più
volte, stringendo i denti per intrappolare tra le labbra la voglia di urlare e
chiedere pietà.
Non era mai stato bravo ad attendere, non lui che con astuzia si prendeva gioco
del tempo, andando avanti e indietro nel suo ciclo continuo, ed era riuscito ad
ingannarne la morte dieci volte.
Non lui, che era due volte il numero uno e undici volte se stesso.
Batté la suola delle scarpe laccate di nero sul pavimento di vetro, circondato
dai rumori del TARDIS e dai bisbigli di Sexy, che poteva ancora
immaginare stuzzicargli la guancia con i denti e farlo ragionare, sulla sua
presenza davanti alla porta, con una sola domanda:
Che cosa stai aspettando?
«In effetti... è un'ottima osservazione.» rispose a nessuno, schioccando le
dita.
Decise che quello era il momento giusto.
Per un po' dondolò sui piedi, non del tutto convinto, ma, nella stanza riempita
dalla camera da letto dei Ponds, le voci si erano fatte silenziose e questo fu
un ottimo motivo per invaderla, per tornare insieme a loro.
«Amy e Rory!» esclamò, sorridendo con il sorriso dei bambini, di quelli più
furbi che già da piccoli hanno scoperto quanto potere può racchiudere una curva
ben fatta sulle labbra.
«Ponds.» aggiunse, quel cognome aveva un fascino magnetico a cui non riusciva a
resistere. Avrebbe potuto ripeterlo per giorni -ed era già capitato lo facesse-
e non stancarsi mai del modo in cui la lingua rimbalzava sul palato a quel
tripudio di consonanti. Era come mangiare un budino fatto di parole e lui ne
aveva assaporato ogni lettera, sempre.
Le braccia si erano spalancate, ad abbracciarli idealmente entrambi, fingendo di
non sentire i «Doctor!» di rimprovero o di non vedere i gesti esasperati di Rory.
In fondo, sapeva, non sarebbe cambiato nulla, lui si sarebbe tirato a sedere sul
grande letto matrimoniale, insieme ad Amy, recuperando alla meglio le lenzuola
e, in silenzio, avrebbe aspettato.
Ah, il buon Rory, che sospirava guardando l'uomo con cui sua moglie era
fuggita la notte prima del loro matrimonio, senza il quale non avrebbe dovuto
aspettare duemila anni per sposarla, non avrebbe combattuto, ucciso, non sarebbe
morto e poi rinato, per tornare a correre pericoli insieme ad un Pazzo con
una cabina blu.
Il fedele Rory, che mosse un cenno indicando lo spazio tra lui e sua moglie,
piccolo, alle volte appena visibile a chi sapeva guardare, ma in cui il Dottore
si era fatto largo con semplicità, come se gli fosse sempre appartenuto.
Anche Amy sospirò.
«Dottore, vuoi darti una mossa? Non possiamo aspettarti per sempre.» mentì.
Aveva chiesto una sola volta, il Dottore, di essere aspettato, da una bambina
che si era fatta donna troppo in fretta, ma che non aveva più smesso di
farlo e aveva trovato qualcuno con cui condividere l'attesa. E ne era
sempre valsa la pena.
«Oh, Amy.» aveva sempre un sapore amaro il modo in cui Eleven lo pronunciava,
con il peso dei secoli negli occhi e il sorriso sgretolato dal ricordo di chi
aveva perso e chi si era lasciato indietro.
Ma non i Ponds, si era ripromesso -non i Ponds- mentendo anche a se
stesso.
Tornò a sorridere, senza dar loro il tempo di commentare o fare null'altro -
d'altra parte, che diavolo, era lui il Signore del Tempo lì dentro!
Con un balzo, si gettò sul letto travolgendoli entrambi, strappando loro gemiti
di dolore; non ci fu alcuna eleganza nello schiacciare la gamba di Amy e pesare
sullo stomaco di Rory con il proprio gomito, ma aveva ripreso il suo posto tra
loro e questo lo rendeva orgoglioso.
Era di nuovo insieme a loro.
Ed il sorriso affacciato al suo volto bastò per ripagarli di ogni attesa e di
ogni capriccio, mentre la bocca del Dottore ritrovava quella di Rory, rubandogli
un bacio, facendo lo stesso con Amy e di nuovo Rory e di nuovo Amy, baciandoli
una volta per sentire sulle labbra il loro sapore e due per mischiarli insieme
al proprio.
«Aha, guarda un po', non è meraviglioso? Il Dottore, il suo TARDIS e i suoi
Ponds.» rise e in quella risata c'era la meraviglia che solo la bellezza
dell'essere umano riusciva a suscitare così forte in lui.
«I miei Ponds.»
Note: Rimpiangerò sempre
Ninth, ma sono felice di poter affermare con sicurezza che tutto il mio amore
incondizionato va all'Undicesimo Dottore e, soprattutto, ai suoi companion,
soprattutto a Rory. Da brava slasher convinta sogno la Eleventh/Rory, ma, visto
che togliere Amelia dall'equazione si farebbe complicato, ho deciso che questa
sarà la mia OT3.