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Autore: feferica    07/12/2007    3 recensioni
Conan si ritrova faccia a faccia con gli uomini in nero, cosa farà ora che hanno in pugno le persone a lui care? Un nuovo personaggio entrerà in scena: sarà dalla parte di Conan o dei MIB? A volte le cose non sono come sembrano...
Genere: Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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01. Tra Malinconia e Presagi

La Fine dell'Incubo

Questa FanFiction è di mia invenzione, ogni fatto se realmente accaduto è una pura coincidenza, i personaggi appartengono a Gosho Aoyama; la storia non è a fini di lucro.

01. Tra Malinconia e Presagi

Era un’allegra giornata di primavera. Una ragazza dai lunghi capelli scuri stava guardando fuori dalla finestra, pensando a quel ragazzo per il quale versava continuamente lacrime invano sperando nel suo ritorno.

Era infatti questo ciò che le dava la forza di andare avanti, senza farsi prendere dallo sconforto che da quasi un anno gettava nell’ombra il suo splendido sorriso, capace di riscaldare il cuore a coloro a cui lo dedicava.

Era appoggiata al davanzale della finestra nella sua camera, assorta nei suoi pensieri, quando si ricordò di ciò che doveva fare.

Si alzò velocemente, cercando di scacciare i tristi pensieri che la rincorrevano, avviandosi verso la cucina del piccolo appartamento situato sopra all’agenzia investigativa del padre.

Accese il fornello e si mise a preparare la colazione per il padre e il ragazzino che da tempo ormai viveva con loro. Ancora una volta, fu rapita da quei pensieri tristi e non si accorse che una piccola figura si era avvicinata a lei sedendosi al proprio posto a tavola.

Finito di preparare il the si girò per appoggiare la teiera sul tavolo alle sue spalle, quando una vocina squillante la salutò: “Ciao Ran!”.

La ragazza sussultò al richiamo di quella vocina così squillante, che l’aveva distolta dai suoi pensieri, tanto che si rovesciò il the bollente addosso.

“Ahi!” urlò la ragazza che aveva sentito il petto e il braccio bruciarle.

Il the si era rovesciato sulla sua camicia da notte, macchiando sia la parte davanti che la manica destra. Il ragazzino, di nome Conan, le chiese: “Stai bene Ran? Perché ti sei messa a urlare?”

La ragazza ancora abbastanza spaventata per l’accaduto pensò, dapprima di sgridare il bambino per il fatto di non averla avvertita del suo arrivo, ma alla fine decise che era meglio evitare discussioni di prima mattina, e di andare a cambiarsi, visto che tra non molto sarebbe dovuta andare a scuola.

“Tranquillo sto bene, mi sono solo spaventata perché non ti ho sentito arrivare. Tutto qui.” Gli sorrise dolcemente, passandogli una mano sui ciuffi ribelli, probabilmente cercando di farglieli stare giù, ma invano. ‘È proprio come lui.’ pensò malinconicamente Ran.

Capendo che era impossibile fargli stare i ciuffi a posto, decise di andare a prepararsi per andare a scuola, anche perché non aveva abbastanza tempo per preparare dell’altro the.

Così si rivolse al piccolo che la osservava incuriosito dal suo strano comportamento: “Io vado a prepararmi, per favore sveglia papà e digli di andare a prendersi qualcosa al bar, dato che non ho il tempo di preparargli la colazione oggi. Poi và a vestirti anche tu, d’accordo?”, il piccolo gli rispose annuendo con la testa poco convinto.

Appena Ran si ritirò in camera sua, il piccolo Conan entrò nella stanza dove dormiva un russante Kogoro, a braccia larghe e con un po’ di bavetta che gli usciva dal lato destro della bocca.

‘Scommetto che sta sognando un’altra di quelle belle attrici della tv,’ pensò il piccoletto andandogli vicino, ‘non mi sorprende che sua moglie l’abbia lasciato, se non ci fosse stata Ran a quest’ora non so dove sarebbe.’ Pensato ciò iniziò a scrollargli la spalla, chiamandolo più volte, finché non si svegliò.

“Finalmente! Ti vuoi dare una mossa che è tardi? Ran ha detto che devi andare al bar a fare colazione perché non ha il tempo di prepararla oggi. Io vado a vestirmi.” Detto questo Conan lasciò Kogoro ancora mezzo addormentato nella sua stanza da solo e andò a prepararsi per uscire.

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Nel frattempo…

“Allora è questo è piano?”

“Esatto. Non ti preoccupare vedrai che andrà tutto per il meglio, fidati.”

“Ma se chiamassero la polizia?”

Una risata agghiacciante ruppe il silenzio che circondava i due loschi uomini vestiti completamente di nero.

“È possibile, sai che sono sulle nostre tracce…”disse con aria preoccupata l’uomo cicciotello vicino a quello che probabilmente era il suo capo.

“Bhe…” un momento di assoluto silenzio circondò i due uomini.

“…se hai intenzione di farti da parte…” fece un altro momento di pausa per accendersi una sigaretta,

“Sappi che non ho intenzione di lasciare vivo alcun testimone!” e detto ciò tirò fuori dalla tasca la sua pistola e la puntò alla testa dell’uomo che spaventato disse: “Okay. Hai vinto, ti aiuterò.”

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Conan uscì di casa con aria annoiata e iniziò a camminare al fianco di Ran verso la scuola. Per un breve tratto avrebbero fatto la strada assieme, poi lui sarebbe andato a sinistra mentre lei a destra.

Conan continuava a osservarla mentre lei cercava di nascondere quella sensazione di sconforto che provava dentro, era certo di conoscere la causa del malessere della ragazza. Era lui, o meglio il suo vero lui, ovvero Shinichi Kudo. Già proprio lui che le stava sempre accanto, era capace di ferirla come nessun altro, a causa di quella sua assenza. Ogni volta che vedeva Ran triste per lui, malediva quella sua curiosità e il giorno in cui andò con lei al luna park, infatti è stato proprio da quel giorno che la sua vita è cambiata radicalmente. Gli tornava alla mente il momento in cui gli uomini in nero l’hanno costretto a ingerire quella strana pastiglia, e anche quando al suo risveglio scoprì di essere stato trasformato da un ragazzo diciassettenne in un bambino delle elementari. Tutto come se fosse successo ieri, invece era gia passato quasi un anno, e lui non aveva ancora trovato un rimedio alla sua situazione. Anche Ai, l’inventrice della sostanza rimpicciolente, che al tempo stesso prese anche lei, non era ancora riuscita a trovare l’antidoto, e comunque anche se lo avesse trovato cosa avrebbe potuto farsene Shinichi? Certo avrebbe potuto finalmente tornare da Ran e confessarle i suoi sentimenti, ma di sicuro gli uomini in nero l’avrebbero subito trovato e ucciso, quindi era meglio aspettare che fossero loro a fare il primo passo sbagliato.

“Allora ci vediamo dopo la scuola Conan!” Ran lo stava salutando; non si era accorto che erano gia arrivati al bivio e che si sarebbero dovuti separare.

“D’accordo! Ciao Ran!”

“Ciao Conan!”

La guardò allontanarsi e una strana sensazione gli chiuse lo stomaco, subito si voltò sentendosi osservato.

Dopo aver accertato che nessuno lo stesse osservando si incamminò per la sua strada fino ad arrivare di fronte alla sua vera casa, ovvero quella della famiglia Kudo, una bellissima villa in stile occidentale. Affianco c’era la casa del dottor Agasa, un caro amico di Shinichi.

Arrivato di fronte al cancello di essa vide una bambina della sua età che stava uscendo con una cartella sulle spalle, proprio come lui. Si trattava di Ai Haibara, una ragazzina della sua stessa classe, ma cosa più importante nelle sue stesse ‘condizioni’.

Infatti il vero nome di Ai è Shiho Miyano, alias Sherry perché prima di ingerire il suo stesso farmaco sperimentale era una componente degli uomini in nero, ai quali si era ribellata dopo la morte della sorella Akemi, l’ultima componente della sua famiglia rimasta viva. Grazie agli effetti che ha avuto su di lei è risalita a Conan che le ha promesso di proteggerla da loro. Era da tempo ormai che lavorava giorno e notte per cercare di trovare un antidoto all’APTX4869, la sostanza rimpicciolente, ma senza risultanti, perché purtroppo non si ricordava i dati del farmaco.

“Ehi ciao Ai!” la salutò il piccolo detective.

“Ciao”, rispose stancamente la biondina.

“Non dirmi che sei stata ancora sveglia tutta la notte per trovare l’antidoto!” disse il detective vedendola stanca, “non dovresti stancarti tanto, potevi pensarci oggi pomeriggio, non credi?”

“Guarda che lo faccio solo per te. A me non dispiacerebbe poter vivere una vita tranquilla ricominciando tutto da zero, e poi pensa per te, so cavarmela benissimo da sola.” Rispose in tono freddo e distaccato, quasi fosse obbligata a dire quelle cose di risposta a una domanda sciocca e senza senso.

Conan rinunciò a risponderle, ormai abituato al fatto che quella ragazzina così fredda e distaccata preferisse starsene per conto suo e non ricevere consigli.

“Uffa un altro giorno di scuola!” disse alla fine il bambino rassegnandosi.

La ragazzina al suo fianco sorrise stancamente pensando a quanto fosse infantile quel ragazzo di 17 anni, e insieme si avviarono verso scuola.

Nel frattempo una macchina tutta nera partiva da un hotel lontano da Beika per raggiungere un luogo molto famigliare ai due rimbambititi.

CONTINUA…

Il primo capitolo non è molto ricco ma serve a introdurre la storia.
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Titolo prossimo capitolo:
02. Iniziano i Guai

  
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