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Autore: amy_m88    22/05/2013    0 recensioni
L’imperfetto è il tempo delle Fiabe, delle Favole..
Il y avait une fois; Once Upon A Time; C’era una volta. Iniziano così in ogni lingua del mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Disclaimer:

I personaggi citati appartengono all’autrice
CinziaBella1987 e sono i protagonisti della OS I Love You...
 
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale!

 
 

UN BACIO A TE

 
L’imperfetto è il tempo delle Fiabe, delle Favole..
Il y avait une fois; Once Upon A Time; C’era una volta. Iniziano così in ogni lingua del mondo.
C’era una volta il Principe Azzurro: l’imperfetto è un tempo passato.
 
Presente
 
La suoneria della sveglia irruppe nel silenzio mattutino della camera. Un braccio destro cercò a tentoni il pulsante di spegnimento; senza trovarlo. Le otto erano passate da dieci minuti.
Doveva alzarsi: riprendere contatto con una realtà che le piaceva poco e niente. Mmh, no!
Doveva alzarsi: riprendere contatto con una realtà che non era all’altezza dei suoi sogni. Meglio, forse!
Sogni. Mondo onirico: luogo dove non esistono barriere né muri. Nell’inconscio non esistevano limiti; e lei temeva l’assenza di regole. Logica: sostegno in caso di smarrimento.
Emma Dawson aprì gli occhi e un sorriso distese le sue labbra: qualcuno la stava osservando immobile, come in attesa del suo risveglio.
“Buongiorno, principessa!” salutò infatti, un re seduto su un sofà. “Come stiamo oggi? Programmi per la giornata?”
“Mmh, ‘gior..” uno sbadiglio tardivo “..no!”
“Volevo solo dirti che in salotto ci sono ospiti! Tua mamma non può intrattenerli più del tempo di un caffè!”
“Chi? Cosa? Come?” si catapultò giù dal letto allarmata. Chi l’attendeva?
“Sei attesa in salotto! Vai!”
“Ma sono in pigiama!” esclamò davanti ad uno specchio, come per far notare il piccolo trascurabilissimo dettaglio. Indossava un pigiama azzurro a pois, non certo un abito da ricevimento.
“Sei bellissima, vai tranquilla!” un sorriso si disegnò sul volto del re che, ora, si era avvicinato allo specchio per infonderle un minimo di convinzione. Convinzione che sfociò in un: “Ma chi si presenta all’alba? Io voglio dormire…”
Ma l’erba voglio non cresceva nemmeno in quel giardino.
 
Caro Diario,
 
Sera d’ottobre, piove!
Lei, nonostante l’ombrello blu elettrico aperto, aumenta il passo: odia la pioggia.
Lui, nonostante la pioggia, è immobile. Fermo ad osservare un punto indefinito.
Lei, gli si avvicina, porge l’ombrello e rimane lì: sotto la pioggia. Con lui. Per lui. 
 
Finalmente aria fresca. Incontra lei sotto casa. Lei non lo guarda, passa oltre.
Lui torna a casa, vede un biglietto, lo legge, prende il cellulare, compone un numero e attende. Attende.
Rispondono, sussurra un grazie e sorride …
 
Quel pomeriggio tutti avrebbe potuto vedere; tranne lui!
Lui lo avrebbe voluto vedere sempre. Sempre, non quel pomeriggio. Invece no.
Si incrociano, si guardano negli occhi, nessuno dice nulla, pochi secondi ed entrambi continuano a camminare per la propria strada..
Lei si era fermata sotto la pioggia per lui!
Lui aveva ringraziato lei per un biglietto pieno di promesse!
 
“Ti ringrazio, nonostante tutto…
Sei stato la mia luce quando mi sono trovata nella nebbia.
Quando avrai dubbi sui miei sentimenti non ricordare le mie parole, ricorda il mio sguardo! E se sarà stato il silenzio a parlare, sappi che sei il solo in grado di farmi illuminare gli occhi con un sorriso!”
 
Ieri ho scoperto come può essere straziante per me il tuo silenzio. Ignorandoti nel nostro ultimo incontro ho capito che il mio silenzio non era che un urlo.Un’osservazione semplice e pertinente è molto più efficace di un lungo discorso. [Gandhi]
La mia osservazione è il nostro silenzio.
 
Se ne è andato come gli ho detto di fare. Come faccio a credergli se non mi ha neanche tenuto per mano. Gli ho urlato di andarsene e se ne è andato. Mi ha visto piangere, o forse no. So solo che se ne è andato, perché?
 
Lui, il ragazzo al quale mi sto affezionando, lentamente. Incondizionatamente è un termine ancora lontano. E ho paura. Paura di poter finalmente dimenticare.
Proprio così. Paura di dimenticare l’affetto che ho provato. Ho paura che mi stia facendo dimenticare il ricordo di un affetto che per quattro anni mi ha coinvolto e stravolto come solo un’onda può fare.
 
Ho paura.

Emma Dawson

 
E’ una strana sensazione leggere la terza persona singolare nel proprio diario. Ci sarebbe da ridere, se non fosse altrettanto assurdo scrivere il proprio diario in terza persona.
Perché scrivo un diario? Per raccogliere sensazioni e riflessioni che con il tempo andrebbero perse.
Perché è bello rileggere i propri pensieri: ci si rende conto del costante cambiamento che affrontiamo.
Perché mi è sempre piaciuto scrivere emozioni; penso che le emozioni che si provano vadano scritte: diventano reali, ne prendi consapevolezza e di conseguenza puoi affrontarle per ciò che realmente sono.
Finchè rimangono dentro ciò che si vede può essere un miraggio, acqua nel deserto forse, pur sempre un miraggio!

Sera di pioggia, l’appuntamento
 
“Ciao Em!” si avvicina per i consueti baci sulle guance. Saluto che non sopporta in altre circostanze. Saluto che approva solo ed esclusivamente con lui. “Hai visto che tempo da lupi?”
“Sì ma ci sei tu!” risponde decisa. “Sei un vampiro, TommyBello!” aggiunge sperando di recuperare l’irrecuperabile.
“E il nostro ombrello!” esclama trionfante.
Ha un ombrello, proprio lui. Il ragazzo che, una sera d’ottobre, osservava punti indefiniti sotto la pioggia battente. “Senza di te avrei preso una brutta influenza, quella sera!” ricorda di fronte ad uno sguardo incredulo.  “Se la smetti di fissarmi così, ti offro un caffè!” propone indicando l’insegna del loro bar.
 
Sono seduti una di fronte all’altro, nessuno parla.
Lui si alza, saluta alcuni amici che stanno accordando due chitarre per il concerto che sarebbe iniziato da lì a due ore.
Lei legge il menù senza vederlo.
Lui torna al suo posto, fissandola.
“Spesso si ha paura di interrompere il silenzio, eh?” sussurra la ragazza.
“Parla per te. Io sto guardando la TV!” risponde lui, indicando il televisore appeso alla parete rossa.
“Ma io perché ti sto ancora dietro? Perché sono qui? Dimmelo!”
“Perché pendi dalle mie labbra!” ribatte appoggiando il mento sulla mano destra, convinto della ragione.
“Presuntuoso di un bambolotto!” continua lei alzando scherzosamente il tono di voce.
“Insisti ancora, testarda!” esclama lui in modo identico al suo.
“E’ questo che ti piace di me, lo so!” afferma decisa, incrociando le braccia al petto.
L’arrivo del cameriere interrompe quel battibecco senza capo né coda.
“Pago io, tranquilla!” non gli piace litigare troppo seriamente.
“Ovvio! Mi sembra tu abbia parlato di ‘offrire’ un caffè!”
“Certo che qualche volta potresti ringraziare senza giri di parole. Non mi offendo mica!”
“Potrei!” concorda “Se tu ammettessi che senza di me saresti perso!”  
“Io? Mai!” apre la porta, cedendole il passo.
 Guarda il foglietto che ha appena estratto dalla tasca dei jeans scuri. Inclina la testa. “Mi fai compagnia ancora un po’?” chiede infine, quasi con tono di supplica.
“Fammi pensare, come dire? No!” ruba la lista della spesa. “Prima devi raggiungermi!”  esclama correndo.
 
Due ore dopo i due stanno ancora passeggiando per le vie del paese: parlano di tutto. Spaziano dalla politica allo sport. Parlano di tutto, tranne di ciò che preme maggiormente ad entrambi.
Nessun accenno alla loro situazione: un limbo perfetto, un equilibrio sospeso tra amicizia e confidenza. Politica, sport, attualità; sì! Loro, no!
 
E’ un attimo. Elettricità!
Dal polso alla schiena.
E’ un attimo: in bilico tra i vorrei e i dovrei.
E’ un attimo: di eterno e profondo.
Un attimo!
L’attimo che lei aspettava da mesi, anni forse.
Senza dire nulla, afferra la sua mano.
Mano nella mano!
 
Lei e lui!
 
Io e Tom!
 
Presente
 
“Ma chi è che si presenta all’alba?”
 
 “Em, tu e TommyBello avete la mia benedizione ma abbiate pietà per i poveri nervi di tua madre!” concluse, scoppiando in una risata.
“Papààààààà!” e corse a prepararsi.
Con un sorriso a trentadue denti. 
 
Era tornato il sereno quella mattina.
Lui se ne era andato, lei aveva pianto, ma il sole era tornato a splendere…
 
Buongiorno, raggio di sole!
 
Note:
Ciao a tutti, complimenti a chi è arrivato fino a qui. Avete vinto un premio a scelta (foto, autografo). Oooook, torno seria.
Perché è nata questa OS? Non lo so, ho postato una foto accompagnata da due righe e qualcuno mi ha chiesto di scrivere.
Ammetto che scrivere di Emma mi è piaciuto ma rimarrà solo una parentesi, non essendo un mio personaggio.
Os molto breve, perché? Perché un flusso di pensieri non può essere infinito.
Bando alle ciance, spero sia stata di vostro gradimento.
Alla prossima (foto autografata)! 
   
 
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