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Autore: HachiXHikaru    22/05/2013    0 recensioni
"(...) cosa avrebbe dovuto fare? Il suo foglio per la scelta della carriera era ancora vuoto, buttato sulla scrivania, e i professori continuavano a sollecitarla di scegliere, ma lei davvero non sapeva che fare e aveva cominciato a non sopportare più la loro insistenza. Era arrivata a pensare di desiderare di non avere più futuro, così da non dover mai scegliere e rimanere al liceo assieme a tutti gli altri. (...)"
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Touko mosse lo specchietto che teneva nella mano sinistra. Ieri Beth glielo aveva prestato e senza pensarci se l'era messo in tasca, così ora ne approfittava per controllare il colore dei suoi occhi e dei suoi capelli. L'occhio destro era sempre viola, ma almeno il sinistro rimaneva azzurro. Spostò la testa, in modo da poter vedere i capelli; non sembrava ci fossero grandi cambiamenti. Lasciò cadere la schiena sul divano e sospirò, posando il braccio sinistro sulla fronte. Dopotutto la trasfusione di sangue non è stata inutile. Inclinò la testa verso destra, puntando gli occhi verso la televisione. L'aveva accesa da poco, sperando di trovare notizie relative a quello che era successo sull'isola, ma non aveva trovato molto. I canali locali erano oscurati, come se avessero staccato la corrente dall'intera Shorai e solo le reti del Giappone erano ben visibili, però quasi nessuno parlava di loro. Venivano accennati nei fatti di cronaca, ma l'unica cosa che veniva detta era che si era presentato un guasto nella centralina elettrica dell'isola. Questo serviva a tranquillizzare le famiglie a casa, eppure Touko ancora non capiva. Dopotutto l'esperimento era stato trasmesso in tutto il mondo. Spense la televisione, lasciando poi il telecomando per terra, e si mise a sedere sul divano, voltando la testa a destra, in direzione del laboratorio del professore. La luce era accesa, o meglio, era ancora accesa. Si alzò in piedi, distendendo le braccia per stiracchiarsi, e si rimise il cappello. In seguito si avviò alla stanza di fronte a lei, aprendo la porta senza preoccuparsi di bussare. Akito era seduto, dando le spalle alla ragazza, e con gli occhi puntati su degli schermi davanti a sé.
-Che stai guardando?-
Lui sussultò, non aspettandosi di sentire alcuna voce; forse si era scordato che ormai non era più solo in quel rifugio. Si voltò e Touko constatò che le sue occhiaie stavano pian piano aumentando.
-Ben svegliata-
-Cosa sono, registrazioni?-
Il professore annuì, voltandosi di nuovo verso gli schermi.
-Hai presente il passaggio che hai usato per raggiungere questo posto? Bè, devi sapere che non è l'unico-
La ragazza si ricordò del numero quattro disegnato sul muro.
-Dovrebbero essercene altri tre oltre quello che ho usato-
-No, sono tredici-
Lei sussultò; così tanti? Provò a immaginarsi la rete di tunnel che collegavano quel posto all'esterno e ai tredici edifici che nascondevano i passaggi. Sicuramente era utile per andarsene durante le situazioni scomode; strinse i pugni.
-Quindi è così che sei riuscito a sopravvivere, hai usato uno dei tuoi passaggi segreti-
Le lanciò un'occhiata senza risponderle.
-Non hai pensato di salvare anche gli altri?-
-Non c'era poi così tanto tempo-
Si trattenne dal saltargli addosso, pensando a tutte le persone che scappavano spaventate dalla bestia che il professore aveva creato. E lui, tranquillo, si avvicinava alla porta del passaggio segreto. Akito la guardava rimanendo in silenzio, immaginando cosa stesse pensando di lui e non riuscendo a trovare una buona ragione per darle torto; lui aveva solo pensato a salvare se stesso, mentre lei si era accollata la vita di altre sette persone. Non c'era da stupirsi se non potevano andare d'accordo.
-Sai, ho trovato alquanto difficile dormire assieme a te-
Lo guardò.
-Non facevi altro che muoverti e parlare nel sonno-
-Io non ho dormito stanotte-
Rispose lei secca facendolo trasalire. Era rimasta per tutto il tempo sdraiata sul divano con gli occhi chiusi, ma non aveva affatto dormito, non c'era riuscita, non perchè era preoccupata, ma perchè il sonno non l'aveva affatto raggiunta. Sicuramente doveva essere un altro degli effetti collaterali. Aveva anche aspettato, in silenzio, che Akito la raggiungesse per riposarsi un poco, ma non era mai arrivato e dubitava che si fosse addormentato nel laboratorio.
-Dici sul serio?-
Chiese lui con uno strano tono di voce, lei annuì.
-Sennò non sarei già sveglia a quest'ora-
L'uomo si mise la mano sinistra sul volto, abbassando gli occhi mentre lei lo fissava. Sembrava in qualche modo dispiaciuto e per un momento, uno soltanto, Touko si sentì in colpa per tutto gli sguardi carichi d'odio che gli lanciava.
-Non mi hai ancora spiegato cosa stavi facendo-
Disse poi lei con un tono di voce più dolce. Akito alzò la testa, per poi guardare ancora una volta gli schermi.
-In tutti i posti dove sono collocati i passaggi segreti ho posizionato delle telecamere in modo da poter controllare l'ambiente-
-Ma non c'è più corrente in tutta l'isola-
-Io ho un generatore di emergenza-
Touko sospirò rassegnata.
-Sei pieno di risorse tu-
Guardò gli schermi, portandosi la mano destra sotto il mento. Sicuramente le sarebbero stati utili per organizzare un'uscita in superficie e la successiva fuga dall'isola. Chiese un foglietto di carta e qualcosa con cui scrivere e, dopo essersi seduta, iniziò a scribacchiare qualcosa, chiedendo di tanto in tanto al professore dove conducessero i vari passaggi e maledicendolo per non aver disegnato una mappa di tutti i tunnel; in quel modo avrebbe fatto sicuramente prima.
-Hai anche delle ricetrasmittenti?-
-Mi hai preso per un agente segreto, ragazzina?-
La castana sbuffò.
-Vorrà dire che le costruiremo, ci servirà comunicare quando usciremo-
Akito sospirò, alzandosi dalla sedia, dirigendosi verso uno dei suoi armadietti e cominciando a frugare all'interno. Touko intanto gli fissava la schiena.
-Alla televisione non dicono ancora nulla di noi-
Lui non rispose, continuando a frugare.
-Eppure ieri tutto il mondo ha visto l'esperimento-
-Ti sbagli-
Touko alzò un sopracciglio.
-Solo Shorai e una rete privata del Governo lo hanno trasmesso, il resto del mondo lo avrebbe visto dopo-
La ragazza rimase in silenzio, assimilando quello che l'uomo aveva appena detto. Strinse i pugni, rischiando di rompere la matita che teneva nella mano destra.
-Quindi sapevano già che qualcosa sarebbe andato storto-
-Non proprio, volevano solo fare in modo di non scatenare il panico generale nel caso qualcosa fosse andato storto-
Touko non poteva crederci, le famiglie mandavano i figli su Shorai per garantire loro un futuro ricco e brillante, ma le autorità non battevano ciglio se si trattava di metterli in pericolo.
-E ora cosa hanno intenzione di fare? Come gestiranno il fatto che gli studenti non potranno più tornare a casa? Come si comporteranno nel sapere che ci sono dei sopravvissuti? Continueranno ad ignorarci?-
-Probabile-
La castana aveva gli occhi puntati sul professore, non riusciva a capire come facesse a mantenere la calma, lei avrebbe voluto prendere a calci qualsiasi cosa. Era furiosa, tremendamente furiosa, ed il desiderio di portare via tutti da lì cresceva sempre di più. Ma come avrebbero potuto fare?
Akito posò davanti a Touko tutti gli oggetti utili che aveva trovato per costruire delle ricetrasmittenti, poi si sedette davanti alla ragazza.
-Cerca di calmarti, agitarti non serve a nulla, inoltre se i tuoi pulcini ti vedessero in questo stato potrebbe generarsi il panico-
La ragazza tirò un lungo sospiro. Non sopportava ammetterlo, ma Akito aveva ragione, doveva mantenere la calma, solo in quel modo sarebbe riuscita a portare tutti in salvo. Guardò il cumulo di oggetti davanti a sé, poi alzò di poco gli occhi per fissare l'uomo che le stava davanti. Era davvero strano, quel professore; era esperto in tutto e sapeva ogni cosa e in quel laboratorio segreto aveva tutti gli oggetti possibili. Touko aveva letto in uno dei giornali di Meirin che le cose gli riuscivano bene al primo colpo, non lasciava niente al caso e finchè non era sicuro al cento per cento di una cosa non la provava; ma allora perchè quella volta era stato diverso? Un tipo preciso come lui come aveva potuto sbagliare? La ragazza avrebbe tanto voluto scoprire la verità.
-Ti sei imbambolata un'altra volta?-
Chiese Akito soffocando una risata e lei sbattè le palpebre.
-Non per niente sono stato nominato lo scienziato più affascinante del secolo-
-Ma piantala-
Sbuffò lei lanciandogli un'occhiataccia e lui rise. La irritava, ma era anche grazie a lui che poteva ragionare con mente lucida e fermare quella strana trasformazione. Le aveva dato quello che i suoi amici non potevano darle, una speranza di salvezza; ma ciò non toglieva il fatto che non lo sopportasse. Lui era la causa di tutti i loro mali, ed era anche la persona che al momento sapeva più cose su di lei. Non voleva parlarne con Meirin e gli altri, non voleva farli preoccupare più di quanto non lo fossero al momento, non voleva dare anche a loro quel peso; era una cosa che dovevano gestire lei e Akito.
Pensò per un momento a sua madre, chiedendosi se fosse preoccupata. Sorrise amaramente. Sua madre aveva sempre avuto fiducia in Shorai, lei aveva sempre creduto che fosse stata creata per fare del bene alle persone, per incrementare la ricerca e gli sviluppi. Chissà come si sarebbe sentita se avesse scoperto quello che stava succedendo. Chissà che faccia avrebbe fatto quando l'avesse rivista. Chissà se avrebbe mai potuto rivederla. Sgranò leggermente gli occhi nel sentire che le sue mani stavano cominciando a bagnarsi e si portò la sinistra sugli occhi; aveva cominciato a piangere e non se n'era neanche accorta. Akito alzò lo sguardo su di lei, per poi riabbassarlo subito dopo.
-Tornerete tutti a casa, è una promessa-
Lei lo guardò, ancora confusa, poi si passò un braccio sugli occhi e annuì.
Quando Meirin e Hiro entrarono nel laboratorio la castana era ritornata lucida e sorrise ai due dando loro il buongiorno. Quella la guardava leggermente stupita e quando affermò di essere sorpresa nel trovarla già sveglia Touko le mentì, accusando il professore di essere la causa dell'interruzione del suo sonno; la moretta passò gli occhi da uno all'altro, leggermente perplessa, ma parve accontentarsi di quella bugia.
-Che cosa state facendo?-
Chiese poi avvicinandosi all'amica.
-Ricetrasmittenti, ci servono per il piano di oggi-
-Che sarebbe?-
Touko lanciò un'occhiata a Hiro, che stava poggiato allo stipite della porta tenendo le braccia conserte.
-Preferirei dirlo quando ci siamo tutti-
Meirin prese il foglio dove la castana aveva scribacchiato la mappa dei passaggi segreti e cominciò a fissarlo cercando di capire cosa dovesse rappresentare.
-E questo che cos'è?-
Il professore notò che Touko era arrossita, probabilmente imbarazzata, e cercava in tutti i modi di togliere il foglio dalle mani dell'amica senza essere troppo brusca. Era incredibile, quella ragazzina. Coi suoi amici era gentile e premurosa, quasi che non le fosse successo niente, anche se cercava di essere sempre attenta a tutto quello che faceva. Con lui invece sembrava quasi un'altra persona e Akito aveva cominciato a chiedersi se con lui si sarebbe sempre comportata a quel modo.
Touko tolse finalmente il foglio alla moretta e lo rimise sul tavolo, posando sopra le braccia come per coprirlo, e intanto l'altra rideva.
-Dovrebbe essere una mappa, Meirin-
Quella alzò le braccia, a mò di scusa. Sapeva che l'amica non era molto portata per il disegno e ogni volta si divertiva a prenderla un po' in giro. E, nella situazione in cui si trovavano adesso, era bello poter concedersi di fare ancora queste cose; inoltre, era contenta che la castana avesse smesso di comportarsi come il giorno precedente e che fosse ritornata - più o meno - in sé. Se la sera prima non ci avesse pensato Zari a far ritornare in sé Touko ci avrebbe pensato lei, non avrebbe sopportato vedere ancora la sua migliore amica chiusa in se stessa, impaurita anche solo di incrociare gli occhi con loro.
Poco dopo si svegliarono anche gli altri, raggiungendo i compagni nel laboratorio e finalmente la ragazza potè spiegare il piano che aveva ideato. Per prima cosa parlò dei passaggi segreti che portavano da tredici diverse porte intorno al laboratorio ad altrettanti edifici, poi fece vedere ciò che aveva disegnato agli altri e Akito in un primo momento pensò che la ragazza si fosse data all'arte contemporanea. Gli altri conoscevano bene le - non - doti artistiche della castana e non si stupirono più tanto nel vedere cosa avesse prodotto; Ryosuke, però, non potè rimanere fermo senza fare niente. Si avvicinò a Touko, prendendole gentilmente il foglio con una mano, mentre con l'altra si sistemava gli occhiali.
-Scusa Aizawa, potrei ridisegnarla io?-
Lei annuì imbarazzata. Sapeva che Ryo era bravissimo nel disegno, infatti non capiva cosa ci facesse a Shorai, sarebbe stato meglio in una scuola d'arte a suo parere. Touko si alzò per fare accomodare il moro e fargli creare la mappa che lei non era riuscita a fare; infine cercò di concludere la spiegazione del proprio piano. Per prima cosa dovevano rifornirsi di cibo, quella era la priorità, inoltre avrebbero dovuto munirsi di armi per quando sarebbero usciti allo scoperto. Le telecamere del professore mostravano solo i luoghi esterni collegati ai passaggi e non c'era modo di vedere il resto dell'isola, per questo servivano le armi. Le ricetrasmittenti sarebbero servite per comunicare, così, se controllando le telecamere si fosse avvistata una minaccia tutti ne sarebbero stati messi al corrente; in quel modo Touko sperava di rendere più sicura l'emersione.
Nessuno ebbe da obiettare e tutti si misero all'opera. Elizabeth, Amir, Kyosuke e Hiro si posizionarono da una parte del laboratorio, intenti a costruire le ricetrasmittenti, mentre gli altri, con l'aiuto del disegno di Ryosuke, controllavano le uscite dei vari passaggi, studiandole nei minimi particolari e chiedendo al professore dove esattamente sbucassero i tunnel. La castana, che aveva saputo in precedenza da Akito che il tredicesimo passaggio portava al laboratorio principale dell'isola, riuscì ad escluderlo dalla discussione, facendo concentrare i suoi amici sugli altri cunicoli. A parte il primo - che portava a casa del professore - gli altri erano collegati principalmente a supermercati e negozi di dolci; inoltre il settimo passaggio portava all'unico negozio d'armi che era mai stato messo su Shorai.
-Non credevo che le piacessero le armi, professore-
Commentò con una punta di malizia Mei; Akito avrebbe tanto voluto ignorarla, ormai aveva intuito che loro due non avrebbero mai potuto avere una conversazione normale, quindi decise di risponderle per le rime.
-Quando lo costruii quel negozio non esisteva, al suo posto c'era ancora il buon vecchio Kobe e i suoi articoli per uomini soli-
Zari alzò un sopracciglio non riuscendo a capire cosa intendesse e Kyosuke sospirò sconsolato.
-Tutte quelle riviste andate bruciate...-
Elizabeth, rossa in viso per l'imbarazzante argomento di conversazione, diede un calcio al compagno dai capelli rossi, che piagnucolò chiedendosi cosa mai avesse detto di sbagliato. Nel laboratorio calò il silenzio e Zari ancora non capiva, cercando di trovare una qualche risposta negli sguardi degli altri, ma inutilmente. Tutti cercavano di guardare altrove, o fingevano di essere fin troppo occupati al momento; Akito, dal canto suo, se la rideva, vedere lo sguardo imbarazzato dell'Aizawa non aveva prezzo per lui.
-Come mai hanno deciso di mettere proprio un negozio di armi? Non possono venderle agli studenti-
Il professore guardò Amir e alzò le spalle. Aveva sempre capito molto poco le decisioni che il Governo prendeva a proposito dell'isola e non si era mai soffermato troppo a pensarci; d'altronde, anche se possedeva una piccola casa, a Shorai non ci stava quasi mai, poiché le volte che si recava lì all'insaputa di tutti si chiudeva nel laboratorio rendendosi invisibile al resto degli abitanti. Sapeva, però, che se il Governo faceva qualcosa non era per caso, anzi, e probabilmente quel negozio d'armi era stato costruito come ulteriore forma di difesa. Ma difesa da cosa? Sussultò pensando a tutte quelle creature che si trovavano in superficie. Touko si strinse nelle spalle, essendo arrivata alla stessa conclusione a cui era arrivato l'uomo. Li avrebbe volentieri presi a calci, uno per uno, ma doveva mantenersi calma davanti ai suoi amici, non voleva iniziare inutili discussioni, al momento le loro energie dovevano essere impiegate nel piano.
-Ora non abbiamo tempo per pensare a queste cose, continuiamo a lavorare, preferirei finire tutto prima di stasera-
Mormorò in seguito l'Aizawa e gli altri obbedirono, rimettendosi all'opera e parlando solo per discutere di cose tecniche inerenti al piano. Ad un certo punto alcuni di loro si fermarono e, affamati, mangiarono ciò che era rimasto nella dispensa; altri non riuscirono a buttar giù niente, troppo agitati pensando a quello che poteva esserci al momento in superficie.
Quando Elizabeth e gli altri finirono di costruire le trasmittenti doveva essere pomeriggio inoltrato; le provarono e il professore sistemò alcuni piccoli problemi come meglio poteva. Touko ne sistemò una all'orecchio destro e Akito fece lo stesso, un'altra la diedero alla piccola Zari, che era stata scelta dalla castana per sorvegliare i monitor e avvertire se ci fossero stati eventuali pericoli. Touko sapeva che la bambina era la più giovane tra loro, ma allo stesso tempo sapeva anche che era la più dotata e la più adatta al ruolo; e comunque ci sarebbero stati anche gli altri assieme a lei, quindi non era sola.
Mentre la castana dava ancora un'occhiata alla mappa disegnata da Ryosuke, Amir chiese come avessero deciso di procedere; dato che era stato impegnato a costruire le trasmittenti, non aveva prestato molta attenzione a quello che dicevano gli altri.
-Uno andrà per il cibo, mentre l'altro per le armi-
Rispose frettolosamente il professore mentre si stiracchiava le braccia; Amir gli lanciò un'occhiata, per poi guardare Touko, che cercava in tutti i modi di non incrociare il suo sguardo. Il ragazzo strinse i pugni, capendo chi fossero i due che sarebbero risaliti in superficie.
-Io vengo con te-
-No-
Rispose lei secca senza neanche guardarlo.
-La mia non era una richiesta-
Akito guardava stupito il castano; non lo credeva così determinato. Passò poi lo sguardo sull'Aizawa, lei aveva sperato che gli amici non facessero storie, ma evidentemente si sbagliava.
-Fà come ti pare allora-
Affermò poi cercando di mantenere un tono fermo e sperando che nessun altro decidesse di seguire l'esempio di Amir. Non voleva salire in superficie dovendo preoccuparsi di quello che sarebbe potuto succedere agli altri. A quel punto, però, Mei non potè più rimanere in silenzio. Fin dall'inizio avrebbe voluto accompagnare l'amica in superficie, ma aveva capito che era meglio lasciarla andare da sola. Ma ora non poteva restarsene con le mani in mano, voleva fare qualcosa per aiutare, senza dover caricare tutto il peso sulla castana - dopotutto non era giusto - e non si sarebbe lasciata fermare da nessuno, così come non lo aveva fatto Amir imponendosi su Touko. Studiando i passaggi creati dal professor Yamashita avevano notato che uno portava alla pasticceria Hikari, una delle più famose in città. A quanto pareva Akito andava pazzo per i dolci e di tanto in tanto, dopo la chiusura, si intrufolava nel negozio prendendo i dolci avanzati che il giorno successivo non avrebbe comprato nessuno; inoltre lasciava sempre qualche soldo in cassa. Alla fin fine Akito non era così stronzo come pensava Touko.
-Io vado all'Hikari-
La castana sgranò leggermente gli occhi, puntando lo sguardo su Meirin; tra tutti quanti, perchè anche lei? Si trattenne dal risponderle in malo modo e, dopo aver fatto un profondo sospiro, provò a parlarle con mente calma e lucida.
-Non ci serve niente da lì, Meirin-
La mora incrociò le braccia al petto, guardando l'amica in segno di sfida.
-Non ho intenzione di restarmene qui buona mentre tu rischi salendo in superficie. Vorrei venire con te, ma mi rendo conto che più siamo peggio è-
-Credi davvero che ti lascerei andare da sola per una motivazione così insensata?-
Touko stava cominciando a perdere la pazienza, ma la mora faceva finta di nulla.
-Pensala come ti pare, ma se sali tu, salgo anch'io-
La ragazza mosse la bocca, pronta a controbattere, ma Hiro la interruppe prima che potesse qualcosa.
-Non preoccuparti Aizawa, l'accompagno io-
La castana si portò la mano sinistra sul volto; ci mancava anche lui. Sotto sotto era contenta che Hiro non accompagnasse Meirin - sicuramente era molto meglio questo che lasciarla andare da sola - ma non poteva sopportare che non le dessero ascolto. In qualche modo, dopo gli avvenimenti del giorno precedente, si era convinta di esser divenuta una specie di guida per gli altri ed era sicura che avrebbero seguito ciecamente tutto ciò che decideva di fare senza controbattere. Ma evidentemente pretendeva troppo.
-Bene, io volevo tenervi qui al sicuro, ma sembra che non vi importi... Su, qualcun altro che vuole venire con noi?-
Chiese ironica e leggermente stizzita guardando i ragazzi. Zari la guardò, per poi abbassare la testa e torturarsi le mani, Kyosuke e Ryosuke si lanciarono un'occhiata senza dire niente e Beth si strinse nelle spalle. La castana sospirò sollevata, poi prese un'altra ricetrasmittente e la passò a Meirin, che la sistemò all'orecchio destro.
-Io accompagno il professore a prendere le armi-
Touko si volse lentamente verso Elizabeth, che pareva quasi trattenere il fiato, e la guardò con gli occhi carichi di rabbia; stava cominciando a non sopportare i più i loro capricci infantili. Sembrava quasi ci prendessero gusto a farle perdere la pazienza. Avrebbe tanto voluto tirare uno schiaffo a Elizabeth, ma probabilmente non sarebbe servito a niente, quindi l'unica cosa da fare era rimanere calma ed assecondarli. Però, cavolo, quanto la facevano arrabbiare. Si portò la mano destra sugli occhi. Perfetto, mancava il mal di testa. La bionda, che attendeva impaurita una qualsiasi reazione da parte di Touko, si chiedeva se avesse davvero fatto la cosa giusta. L'ultima cosa che voleva era far saltare tutto il piano e finchè erano solo la castana e il professore a dover salire in superficie non aveva trovato nulla da ridire - certo, era preoccupata, ma non si sarebbe sognata di offrirsi per accompagnarli. Quando, però, Amir aveva esordito affermando che sarebbe andato assieme a Touko tutto era cambiato - e anche Fujiwara non aveva aiutato.
-Se avete finito con i vostri stupidi discorsi direi che possiamo andare, non voglio ritrovarmi là fuori quando sarà buio-
Touko lanciò un'occhiata a Akito, per poi annuire piano. Carezzò la testa della piccola Zari assicurandole che sarebbero tornati presto con la cena e, dopo averle dato gli ultimi avvertimenti su quello che doveva fare, uscì dal rifugio assieme agli altri.

  
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