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Autore: larryslaughs    22/05/2013    2 recensioni
«Perché fai tutto..questo?» gli aveva chiesto con lo sguardo basso e Louis l’aveva trovato infinitamente dolce in quel momento, posò un leggero bacio sulle labbra aperte di Harry e «Non ho mai conosciuto nessuno che pensasse davvero che valessi qualcosa, finché non ho incontrato te. E allora l’hai fatto credere anche a me. Perciò, sfortunatamente, io ho bisogno di te. E tu hai bisogno di me.»
Larry (aka Louis/Harry) || Harry pugile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fighter.



Harry è sicuramente la persona più incoerente e imperfetta su questo pianeta. Harry ha una massa di ricci informi e un cuore duro come il marmo, freddo e pieno di fratture irreparabili.
Harry ha due fossette capaci di racchiudere il mondo intero e una sigaretta consumata fino alla fine tra le dita lunghe, sottili e pallide.
Harry ha due occhi verdi capaci di distruggere tutto ciò che incontrano e un sacco da box in camera.
Harry, però, ha Louis.

«Harry, smettila, ti prego» gli dice Louis mentre con una mano gli accarezza la carne viva al di sopra dello zigomo, ci passa lentamente le dita bagnate dalla saliva e ci soffia sopra sperando di attutirne il dolore.
Harry si dimena, sposta la testa dalla parte opposta ed emette un ringhio simile a quello di un lupo affamato, poi fissa il castano negli occhi, lo sguardo severo e Louis non può fare a meno di sorridere.
Perché, non si sa come, Louis è riuscito a trovare la luce in quell’immenso corpo nero davanti a lui, è riuscito ad amare una persona così tremendamente difficile senza nemmeno sapere come: ogni volta che sfiora i ricci di Harry è come se dei pellicani gli stessero strappando lo stomaco, sente qualcosa proprio all’altezza del cuore e non sa proprio spiegarsi cosa sia.
«Ci lavoro Louis» gli risponde chiudendo la mano in un pugno e sbattendolo contro il muro, il viso ad un palmo da quello di Louis ed il suo respiro sulle sue labbra sottili i rosee.
Louis sorride, scuote leggermente la testa e riporta la mano sulla ferita viva di Harry, la accarezza di nuovo con i pollici e ci lascia un flebile bacio che fa emettere dei piccoli grugniti al riccio che –nel frattempo- aveva chiuso un attimo gli occhi per il piacere che la bocca di Louis gli stava dando, lo stava (in un certo senso) risanando e gli andava bene così.
«Harry» carezza sul braccio tatuato «Ammazzare di botte le persone su un ring non è lavorare» gli aveva detto poi serio mentre lo faceva stendere sul letto, gli toglieva i pantaloncini sporchi di sangue e gli rimboccava le coperte blu; gli aveva tolto poi i polsini imbrattati di sudore e li aveva riposto nel cassetto di fianco a loro, si era seduto di fianco a lui e aveva iniziato ad accarezzargli i ricci lentamente, strofinando la punta delle dita di tanto in tanto contro la sua cute.
«Mhn, dovrò pur portare i soldi a casa, Louis» aveva ribattuto cercando di non chiudere gli occhi –perché chiudere gli occhi significava darla a vinta a Louis, fargli capire che in realtà aveva bisogno di lui, aveva voglia di lui-.
Ed era vero, Harry, abbandonato dalla famiglia alla tenera età di quindici anni, si era allenato fino ad ora con il sacco da box che teneva in camera, lo riempiva di pugni, calci, ci piangeva, ci sudava e si disperava contro quel tessuto che lo ricopriva, aveva solamente bisogno di una persona al suo fianco.
«Harry, te l’ho già detto, io-» «No!» aveva urlato Harry coprendosi il viso con le coperte e cercando di sbollire la calma contando i denti rotti fino ad ora.
«Haz..» aveva cercato di dire Louis, ma Harry si era spostato velocemente, aveva tirato un pugno alla mano di Louis che stava cercando di sfiorargli una spalla e aveva ripreso a parlare «No Louis, no, non mi conosci, non immischiarti in ciò che faccio, non permetterti di dire cosa posso e non posso fare, e no, non verrò a lavorare nel bar di tuo padre, no» e Louis un tuffo al cuore l’aveva sentito, ma era sparito subito dopo aver visto un Harry Styles con gli occhi spalancati e un sorriso trattenuto tra le labbra con un’ingannevole fossetta sulla guancia sinistra.

Il giorno dopo Harry era distrutto, stava sulla soglia di casa loro e si reggeva a malapena in piedi, aveva delle tremende e profonde ferite sulle gambe dalle quali sgorgavano litri di sangue, molte cicatrici ricoprivano il suo viso ed il labbro inferiore era spaccato in due.
Louis corse subito in suo soccorso, lo prese per le larghe spalle e «Oddio Harry, oddio che ti hanno fatto» aveva detto prima di stenderlo sul divano e mettergli un po’ di ghiaccio sulle ferite.
«Ho perso, niente soldi» aveva detto Harry prima di scoppiare in una leggera risatina coprendosi il labbro inferiore con l’indice, pulsava sotto il suo tocco; Louis l’aveva guardato, si era incazzato –perché sì, diamine, Harry doveva smetterla di mettere a repentaglio la sua vita, la vita di Louis e la loro situazione.
«Sei uno stupido, cristo!» gli aveva urlato allora mentre stringeva una garza sul polpaccio cercando di fermare la fuoriuscita di sangue.
Harry strabuzzò gli occhi, lo fissò per qualche istante con le sopracciglia corrugate e «Come, scusa?» gli aveva sibilato contro mentre alzava leggermente la chioma riccia.
Louis non si arrabbiava mai –e per mai si intende mai-, non diceva mai parolacce, non alzava mai la voce e soprattutto non lo sgridava così tranne quando era veramente arrabbiato.
«Sai quanto cazzo –e una- mi preoccupo ogni cazzo –e due- di giorno per te? Lo sai?» gli aveva sbraitato contro mentre gli prendeva il mento tra le dita: gli occhi rossi e la gola secca; Harry era spaventato, per la prima volta in vita sua, di Louis, non l’aveva mai visto così, quindi automaticamente scosse la testa.
«Te ne esci la mattina presto e non so nemmeno dove vai, ti alleni tutto il diavolo di giorno e la sera torni a casa distrutto, pieno di ferite e sanguinante, mi fai morire ogni singola volta Harry! Sai quanta paura ho di perderti su quel ring? Sai quante volte, quando non ci sei, ho paura di rispondere al telefono perché non voglio sentire un ‘Harry è morto, l’hanno sconfitto’? Lo sai Harry? Sono io che mi prendo cura di te, e tu non fai assolutamente niente per ripagarmi, e non ce n’è bisogno, perché mi va benissimo prendermi cura di te, è come se fossi nato per questo, ma dovresti smetterla»
Harry, cuore di pietra e freddo come il ghiaccio, scoppiò in un pianto silenzioso prima di coprirsi la faccia con le mani fasciate. Non doveva darla vinta a Louis, non doveva innamorarsi: lui era Harry Styles e faceva incontri di pugilato per portare il pane a casa, era il male.
«Penso che dovrei farmi un bagno» disse solamente prima di alzarsi lentamente e dolorante.
Louis sorrise e «Sì, lo penso anch’io, ti aiuto» gli aveva detto prima di aiutarlo a salire le scale e portarlo in bagno.
Lo aveva spogliato con il cuore a mille, aveva percorso il contorno dei suoi addominali con le dita e aveva visto i suoi occhi chiudersi lentamente mentre sentiva il suo respiro iniziare ad affannarsi.
Aveva accarezzato i suoi fianchi magri e gli aveva lentamente tolto pantaloni e boxer, lasciandolo completamente nudo davanti a lui. Non era la prima volta, erano già stati a letto insieme mentre Louis sussurrava dei ‘ti amo Harry’ sporchi di sperma e amore tra i cuscini, ma ora era diverso.
Gli aveva lasciato dei baci su tutte le ferite: uno sul collo, uno sulle spalle, uno sotto al capezzolo destro –Harry iniziava a sentire qualcosa di caldo sotto l’ombelico, dio- e molti altri sulle gambe.
L’aveva poi fatto entrare lentamente nella vasca e aveva iniziato a lavarlo con una spugna imbrattata di sapone.
«Louis così mi eccito» gli aveva detto Harry mentre la mano di Louis scivolava sulle sue cosce pulendole, Louis arrossì, «Stai zitto» gli aveva solamente detto mentre passava la spugna sulle gambe lunghe e magre.
«Louis, perché?» aveva chiesto dopo un paio di minuti, «Perché cosa?» aveva risposto Louis mentre si tirava su le maniche della maglietta ricadute sulle braccia prive di muscoli.
«Perché fai tutto..questo?» gli aveva chiesto con lo sguardo basso e Louis l’aveva trovato infinitamente dolce in quel momento, posò un leggero bacio sulle labbra aperte di Harry e «Non ho mai conosciuto nessuno che pensasse davvero che valessi qualcosa, finché non ho incontrato te. E allora l’hai fatto credere anche a me. Perciò, sfortunatamente, io ho bisogno di te. E tu hai bisogno di me.»
Ed Harry aveva sentito qualcosa all’altezza del petto, aveva sentito qualcosa battere così velocemente da mozzargli il fiato e una voglia tremenda di baciarlo come mai aveva fatto con nessun altro, e lo fece: gli prese il viso tra le mani tremanti e gli baciò le labbra così forte da strappargliele, gliele accarezzò e sussurrò un leggero “grazie, sei tutto” che sperava passasse inosservato a Louis.
Poi prese la mano che impugnava la spugna e la posò sotto il suo ombelico, all’altezza del suo bacino, sfornò un sorriso a trentadue denti, posò un bacio sulle labbra di Louis e «Non hai pulito il punto fondamentale».



  
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