Concerto? Sì, fuori però.

Decisi di andare lì nella speranza che qualche bagarino mi vendesse un biglietto, ma non ce n’era nemmeno uno.
Una ragazza mi aveva avvisato che quelli che vendevano loro erano falsi, non mi andava di buttare via dei soldi per niente.
Dopo molto tempo ancora non avevo trovato il biglietto, era tardi ormai, quasi tutta la gente che era in fila già era entrata, forse non ce la facevo ad entrare e ad realizzare il mio sogno.
Dei genitori li vendevano a delle ragazzine, ma siccome io e la mia altezza non dimostrano 14/15 anni non me lo vendevano. Ho 18 anni, lo so, sono sprecata, ma a me piacciono, non posso farci niente.
22:30, il concerto stava quasi finendo.
Piansi come una disperata, stetti lì fuori con le mani sulla ringhiera a cercare di ascoltare qualcosa.
Finalmente riuscii ad sentire una canzone, Back For You. Le lacrime iniziarono a scendere, il vento le stava asciugando, il mio viso incastrato tra le due sbarre.
Il concerto finì, rimasi ad aspettare, il mio telefono scarico si spense.
Tutti se ne andarono, io rimasi lì a piangere, le guardie impassibili non mi degnavano nemmeno di uno sguardo.
Ad un certo punto uscì un camioncino con i vetri scuri, si fermò davanti a me, all’inizio non ci feci molto caso, ma poi vidi che stava succedendo qualcosa, allora alzai lo sguardo, poi lo riabbassai appena vidi la guardia salire. Abbassai nuovamente la testa, rimettendomi a piangere; il trucco sbavato mi sporcò la maglia bianca.
Iniziò a piovere, sentii la porta del camioncino aprirsi, un ragazzo scese, si abbassò e mise la sua mano sulla mia testa, mi parlò.

“Ehi… Tutto bene?” Mi chiese.

Alzai la testa, dallo stupore occhi e bocca si aprirono, il ricciolino era davanti a me.

“Oddio mio. Ma… Ma tu sei il tizio che ha appena finito di cantare lì dentro?” Chiesi balbettando.

“Sì, perché stavi piangendo?” Mi chiese sorridendo.

“Beh... perché non avevo il biglietto, ma... ma questo è molto meglio!” Esclamai.

“Ti stai bagnando!” Disse togliendosi la felpa nera e mettendola sulle mie spalle.

“Qual’è il tuo nome?” Mi chiese sistemando la felpa.

“Christal.” Dissi con gli occhi lucidi.

Alzai lo sguardo, vidi quattro ragazzi nel furgoncino che salutavano con un sorrisetto sulle labbra, ma subito lo sportello venne chiuso. Harry chiuse la portiera.

“Verso che ora vai a casa?” Mi chiese riavvicinandosi.

“Non lo so… il mio telefono si è scaricato non posso chiamare mia mamma per farmi venire a prendere…” Dissi non togliendo gli occhi da lui.

Mi fece alzare, prese le mie braccia e me le infilò nelle maniche nella sua felpa, poi me la allacciò.
Mi diedi un occhiata, risi quando vidi che le maniche erano fatte per contenere i muscoli di Harry, non per le braccia come le mie.
“Toh, usa questo.” Mi diede il suo cellulare, io ancora ero sotto shock.

Chiamai mia mamma, le dissi di venire a prendermi, non tolsi gli occhi da quel ragazzo che mi stava sorridendo.
Appena chiusi la chiamata lo ridiedi in dietro, lo ringraziai, e lui mi abbracciò.
Mi salutò, ma prima di entrare lo chiamai.

“Harry…!” Dovevo dirgli quello che ogni fan direbbe al proprio idolo.

Si girò.

“I love you.” Dissi sorridendo.

“I love you too.” Rispose.

Salì in macchina e il furgoncino se ne andò.

Mi risedetti, abbassai la testa, ma subito dopo la rialzai, guardai il cielo e urlai.

Concerto? No, li ho visti faccia a faccia.

AHAHAHAHAHA NO.
Ovviamente è tutto inventato, ovviamente non ho 18 anni,
ovviamente non avevo il biglietto, ovviamente non accadrà mai,
ovviamente non ho la felpa di Hazza, ovviamente che palle!
Quando toccherà anche a me? Ma non m'importa se è Harry o Niall o Liam
o Zayn o Louis, uno di loro mi basta.
-Ale