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Autore: aasil    22/05/2013    4 recensioni
Inizia dopo la 4x23 quindi attenzione SPOILER!
"Sarei andata al college, con le mie migliori amiche e Damon mi avrebbe accompagnata.
La speranza e la gioia riempivano i miei pensieri, impedendomi di mettere in conto qualche imprevisto che nella vita può sempre essere in agguato."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lieto fine?

 

 

 

L'acqua continuava a salire, stava per sommergermi completamente.

Non avevo scappatoie, la cassaforte era troppo stretta per permettermi qualsiasi movimento.

Sapevo che era impossibile riuscire a scappare.

Inspirai l'ultima boccata d'aria prima che il mio angusto spazio fosse del tutto riempito.

Sentii un tonfo, avevo toccato il fondo, in ogni senso.

Elena aveva scelto Damon, non mi sarei mai dimenticato le parole dolci che gli aveva dedicato.

Le parole che avrebbe dovuto dire a me.

Sentire la sua voce spezzarsi mentre gli dice va che lo amava mi aveva dato il colpo di grazia.

Era stato come se mi avessero strappato il cuore dal petto, un dolore lancinante e incontrastabile.

In fondo a me stesso però avevo sempre saputo che tra loro c'era qualcosa di più.

Elena condivideva con mio fratello un mondo fatto di sguardi, gesti e sorrisi che io mi sarei solo potuto sognare.

In quel momento di sconforto però con me c'era Lexi, l'unica persona che aveva sempre una parola giusta da dirmi per risollevarmi da qualsiasi situazione.

Avevo un disperato bisogno di lei, che mi salvasse, che mi dicesse che non ero il dopplenganger di un mostro ma che Silas stava bluffando per confondermi.

Si sarebbe spacciato per me, girando per Mystic Falls con la mia faccia. Avrebbe preso la mia vita, o ciò che ormai ne restava.

Non potevo sopportare una situazione del genere, presto avrei avuto bisogno di sangue, dovevo trovare il modo di uscire.

Se avesse parlato con Silas, Damon si sarebbe accorto che non ero io, mi conosceva troppo bene. Avrebbe chiamato Bonnie per un incantesimo di localizzazione e mi avrebbero trovato.

Bonnie.

Silas aveva lasciato intendere che l'incantesimo della sua pietrificazione funzionava fino a che la strega era in vita.

Non poteva essere morta, era per forza un'altra delle malvagie trovate di quel mostro.

Non riuscivo a pensare, ero confuso, l'acqua mi dava fastidio e iniziavo ad avere fame.

Sarei potuto durare in quello stato per qualche giorno, dopo circa una settimana avrei iniziato ad impazzire, poi mi sarei essiccato fino a quando la mia bocca avesse riassaporato il gusto caldo e dolce del sangue.

Non potevo lasciar passare così tanto tempo, iniziai a battere con tutte le forze che avevo contro le pareti, inutile, come previsto.

 

 

***

 

 

Aprii gli occhi, stirandomi dolcemente, con la mano sfiorai la guancia morbida di Damon.

I capelli corvini erano scompigliati sul cuscino e il petto si alzava e abbassava lentamente.

Mi avvicinai ancora a lui, annusando il profumo della sua pelle nell'incavo del collo, per poi appoggiarvi dolcemente la testa.

Amavo sentire il contatto dei nostri corpi, io gli appartenevo.

Avevo avuto bisogno di tempo, forse fin troppo, prima di accorgermene.

Fin dal nostro primo incontro ero sempre stata attratta da lui, tra noi c'era stato tutto: odio, rifiuto, amicizia, passione, e infine amore.

L'amore più vero che avessi mai provato per qualcuno.

Avrei amato per sempre anche Stefan, ma ormai solo come un fratello.

Damon mi possedeva, mi sconvolgeva, con lui potevo essere davvero me stessa senza paure.

Accarezzai con la punta dell'indice il suo petto scolpito, non mi sarei mai abituata a tanta perfezione.

Per la prima volta nella mia vita avevo trovato il mio posto nel mondo in quel momento non avrei voluto essere da nessun'altra parte.

I miei infiniti problemi e le mie incertezze erano svaniti, anche se avrei per sempre sentito la mancanza di Jeremy.

Katherine stava senz'altro per risvegliarsi da umana, o forse lo aveva già fatto.

Mi chiesi se avrebbe cercato immediatamente un vampiro per farsi ritrasformare o se avesse colto l'occasione di una vita da umana.

Non era più un mio problema al momento.

Silas giaceva a metri e metri sott'acqua, pietrificato, non mi sarei più dovuta preoccupare dell'identità delle persone che mi circondavano.

Stefan sarebbe di lì a poco partito per farsi una nuova vita. Mi dispiaceva l'idea di non vederlo più in giro, ma era giusto che andasse avanti e trovasse l'amore della sua vita, proprio come avevo fatto io.

Sarei andata al college, con le mie migliori amiche e Damon mi avrebbe accompagnata.

La speranza e la gioia riempivano i miei pensieri, impedendomi di mettere in conto qualche imprevisto che nella vita può sempre essere in agguato.

Mi spostai, appoggiandomi su un gomito per poter osservare meglio quella meraviglia d'uomo che avevo davanti.

Il suo carattere aveva tanti difetti e imperfezioni e questo era il motivo principale per cui lo amavo.

Era diverso da chiunque altro, mi sorprendeva ogni volta che diceva qualcosa, così imprevedibile e volubile rendeva ogni giorno che passavo con lui una scoperta.

Lo avevo conosciuto lentamente, ero riuscita a rompere la corazza di spine che portava addosso e andando più in profondità avevo trovato una serie infinita di sentimenti repressi che mi avevano sciolto il cuore.

“So che è interessante guardarmi in adorazione, ma se continui così ti verrà una paralisi facciale” Disse aprendo un occhio.

Scoppiai a ridere, gettandogli un cuscino sulla testa.

Mi venne un'idea improvvisa e prima che si togliesse il cuscino dalla faccia sparii.

“Elena? Dove sei?” Sussurrò nel vuoto.

“Cercami” Ridacchiai, sfrecciando per la casa in in cerca di un nascondiglio.

“Sono un vampiro molto più vecchio e veloce di te, ti troverei in un batter d'occhio. Ti concederò qualche secondo di vantaggio.”Continuò lui, con voce seducente.

Andai in una delle camere degli ospiti e aprii un armadio, consapevole che lui mi avrebbe sentito. In cucina smossi qualche cassetto e passeggiai sulle scale scricchiolanti del salotto.

Poi sfrecciai in giardino e mi appollaiai su uno dei grandi alberi secolari, osservando la scena dall'esterno con i miei sensi amplificati.

“Voi donne a volte siete così banali.” Bisbigliò una voce al mio orecchio.

Non mi aspettavo di avere qualcuno così vicino, per la sorpresa scivolai dal ramo, ma non toccai terra.

Qualcuno mi teneva fra le braccia stringendomi a sé.

Immersi i miei occhi in quelle due pozze azzurro ghiaccio, il suo ghigno di vittoria si trasformò in un sorriso dolce prima di appoggiare la sua fronte alla mia.

Il suo alito fresco si infrangeva sulla mia bocca dischiusa, rendendomi impaziente di un contatto.

“Ho vinto, adesso posso decidere il premio” Sussurrò maliziosamente.

Non gli lasciai finire la frase, baciandolo con quanta più passione avevo in corpo.

 

 

***

 

 

Mi svegliai a casa di Matt, o meglio, di Tyler.

Era l'unico che per ora sapeva che ero tornato in vita, ma non gli avevo ancora detto come era accaduto.

Dovevo inventarmi una versione dei fatti plausibile ma che non includesse la morte di Bonnie.

Avevo un mal di testa insopportabile che non mi permetteva di pensare con lucidità adatta. Per il momento avrei solo detto di non ricordare nulla, prima o poi mi sarebbe venuto in mente qualcosa di più credibile.

Mi alzai per fare colazione, avevo bisogno di tempo prima di presentarmi da Elena e la cosa migliore per il momento era rimettermi in forze.

Mentre aprivo il banchetto della cucina per prendere i cerali notai un ombra dietro, di me.

Mi voltai mai non vidi nessuno.

Prima che potessi di nuovo dedicarmi al mio pasto sentii un dolore lancinante allo stomaco, una lama affilata era conficcata nel mio addome.

Prima di svenire ebbi a malapena il tempo di intravedere il mio assalitore.

 

   
 
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