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Autore: Gun    22/05/2013    5 recensioni
Madara è stato sconfitto, la guerra è finita, così come giunge al limite la vita di Naruto.
C'è una cosa, però, che lo tiene ancora ancorato al mondo: Sasuke.
Dal testo:
"Eppure non sei triste." - "Io verrò con te." - "No, puoi." - "Devo."
Presenza di linguaggio scurrile.
(Naru-Sasu, con accenni di Kaka-Saku).
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Naruto Shippuuden
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Essendo questa la mia "prima volta", mi autoconcedo il diritto di essere emozionata.
L'unico consiglio è quello di seguire i vari link posti tra le righe (anche perché c'ho messo più tempo ad adattare la musica che a scrivere la One-shot, cruciatemi).
Ci vediamo giù, ammesso e concesso che ci arriviate...





._____________~ Kiss The Rain ~_____________.

 

 

 

 

Pioveva, quel mattino, se si può definire mattino un’alba appena accennata dai pochi colori dipinti all’orizzonte.

Uno spettacolo poco sereno faceva da sfondo, nel campo di battaglia.

Cento o più corpi giacevano a terra, stremati o al limite della vita.

Shinobi di ogni villaggio alleati contro il nemico comune, che era stato sconfitto quella notte stessa.

Il corpo di Madara Uchiha giaceva privo di vita al centro del campo dove fino a pochi istanti prima si era svolta la battaglia finale.

Poco lontano dall’antagonista, il corpo seminudo del neo-eroe di Konoha e dell’intero mondo rimaneva disteso sull’arido terreno.

Il viso quasi irriconoscibile; dalla fronte e dal labbro inferiore scie di sangue scorrevano lente andando a macchiare la terra.

Il petto tonico ed abbronzato sfigurato all’altezza del cuore da una ferita che sembrava tutt’altro che lieve. Giaceva lì, inerme, in una pozza di sangue; il respiro appena accennato.

Sapeva che sarebbe stata questione di poco, poi avrebbe potuto rivedere i suoi genitori, quei genitori che conosceva solo grazie a degli ologrammi fatti di chakra e racconti di miti ed eroi.

E poi c’era anche lui: Jiraya, il suo maestro, il suo mentore. Sorrise flebilmente, chiedendosi se dall’altra parte avrebbe potuto allenarlo ancora, poi si rese conto che non sarebbe servito poi a tanto: i suoi nemici ormai li aveva sconfitti tutti.

Eppure c’era ancora qualcosa che lo teneva ancorato a quel terreno, che gli impediva di chiudere gli occhi per l’ultima volta, di esalare l’ultimo respiro.

Voltò la testa automaticamente verso destra. Sasuke.

In un attimo le immagini della battaglia appena conclusa gli illuminarono la mente.

<< Sasuke… >>

Lui aveva combattuto al suo fianco per tutto il tempo.

<< S-Sasuke… >>

Era merito suo se Madara era stato sconfitto.

<< S-Sa… Hey, Sasuke. >>

Merito del suo Chidori, che si era unito al Rasengan per la prima, e probabilmente ultima volta.

 

 

<< Ti sento, Naruto. >> gli sorrise stanco, ma vivo.

<< Come stai? >> gli chiese, mentre una calda lacrima andava ad unirsi alla scia di sangue che gli solcava il viso.

<< Meglio di te. >> gli rispose Sasuke, orgoglioso come sempre.

<< Avvicinati, ti prego. >> implorò Naruto.

Sasuke fece leva sui gomiti e lentamente strisciò verso il compagno, che allungò una mano come a volerlo aiutare, sebbene non potesse.

Si fermò solo quando fu vicino abbastanza da far combaciare le rispettive braccia destre.

<< E tu? Tu come stai, dobe? >> domandò, celando malamente la preoccupazione.

<< Io sto bene, Sasuke, ora sto bene. Sei a casa, sei tornato. Sei qui. Ce l’ho fatta, finalmente. >> si sforzò di sorridere, mentre alla prima lacrima andavano ad aggiungersene molte altre.

<< Casa mia è questa? Ti faccio notare che siamo in un campo abbandonato. >> sdrammatizzava, Sasuke, per non guardare in faccia la realtà.

<< Non è poi così abbandonato, sai? Ci sono io, ci sei tu. >> andò a sfiorargli una ciocca di capelli sporca di sangue, eppure esternamente morbida.

Vide il viso di Sasuke contrarsi in una smorfia di dolore, per un attimo gli parve di vedere i suoi occhi diventare lucidi, quasi umani, poi si convinse che il suo, di dolore, gli giocava brutti scherzi, e che la pioggia non era a suo favore.

Sasuke non rispose, continuava a guardare gli occhi blu del compagno, che aveva resistito fino all’ultimo; che aveva trovato la forza per il Rasengan anche quando Madara gli aveva bucato il petto.

Era fatto così, Naruto.

Non si arrendeva mai.

Fino all’ultimo.

<< Questa è la fine, lo sai, vero? >> riprese, continuando a sorridere a stento.

Da lontano Sakura e Kakashi scorsero i compagni.

La kunoichi fece per correre verso i due ragazzi per prestargli soccorso, quando la forte mano di Kakashi andò a bloccarle il polso.

<< No, Sakura. >> le disse, guardandola.

E lei capì.

Pianse silenziosa, mentre Kakashi faceva scivolare le dita dal polso fino al palmo, per poi intrecciarle con quelle di lei. La ragazza fece un passo indietro, poggiando una guancia al petto dell’uomo, che portò la mano libera sulla nuca di Sakura e prese a carezzarla lentamente.

Restarono in quella posizione per molto, molto tempo.

<< Non è la fine, stupido di un dobe! Sakura arriverà presto e ti curerà e poi- >>
<< Sasuke, no. >>
<< Ma- >>
<< Ascoltami, per una volta. >>
<< No! No, cazzo, no! Ce l’hai fatta, hai salvato questo branco di idioti, e non so nemmeno perché! Ora starai bene, guarirai, tornerai a casa, diventerai Hokage e sposerai quella piattola coi capelli rosa che tanto ti piace! Sarai felice, Naruto! >>
<< Era questo il mio compito, Sasuke, è finita. Non ci sarà un continuo. >>
<< No! Non che no lo era. Perché l’hai fatto, eh?! Ti hanno odiato, disprezzato, insultato, e rovinato la vita, e tu ti fai ammazzare per loro?! Sono loro, quelli che devono morire, Naruto, non tu! >>
<< E poi sono io la testa quadra. >>
<< Rispondimi! >>
<< Non c’è bisogno che io ti spieghi, Sasuke, tu lo sai già. >>
<< Sei un idiota! Un fottutissimo idiota! >>
<< S-Sasuke… >>
<< Che vuoi?! >>

E forse quella sul viso di Sasuke non era solo pioggia; e se lo era, gli stava cadendo dagli occhi.

<< Stai piangendo. Non l’avevi mai fatto prima. >>
<< Lo so. >>
<< Eppure non sei triste. >>
gli disse, mentre con la mano continuava ad accarezzargli il viso.

 

 

<< Io verrò con te. >>
<< No. Tu vivrai. Ti sposerai, ed avrai figli. Il Clan Uchiha ritornerà ad essere quello di una volta, e un giorno, quando sarai vecchio morirai. Solo allora, Sasuke, solo allora ci rivedremo. >>
<< Non posso. >>
<< Puoi. >>
<< Non voglio. >>
<< Devi. >>
<< Io voglio andare davvero a casa, Naruto, sono stanco. >>

Si rimproverò mentalmente per l’atteggiamento da vittima che assunse, sebbene la vittima non fosse lui.

<< Sarai a casa, Sasuke, a Konoha. >>
<< Konoha non è casa mia, Naruto, lo sai. >>
<< Sì che lo è… >>
<< Casa mia è dove sei tu, idiota. >>
<< Promettimelo, ti prego. >>
<< No. >>
<< Promettimi che vivrai anche per me, realizza i miei sogni e sposa Sakura. Vivi, e sii felice. >>

Storse la bocca quando Naruto pronunciò il nome della ragazza: la amava, lui la odiava per questo.

<< Non sposerò mai una persona che non amo. >>
<< E allora innamorati e sposa un’altra donna, voglio solo che tu sia felice. >>
<< Non posso amare un'altra persona. E non posso essere felice. >>
<< Io non sarei potuto esserlo in qualsiasi caso, quindi fallo. >>
<< Perché? Sakura è innamorata di te. >>
<< Io non lo sono. E non avrei mai potuto sposare la persona che davvero amo. >>
<< Naruto… >>
<< Tu lo sai perché sono ancora qui, vero, Sasuke? Tu sai perché non posso ancora morire? >>

Una fitta al cuore lo colpì all’improvviso, facendolo tossire violentemente: era quasi giunta l’ora, non avrebbe retto oltre.

<< Dicono che se si muore lasciando questioni irrisolte poi si torna sottoforma di fantasmi, ed io voglio riposare in pace. >>

Sasuke spalancò gli occhi continuando a guardare l’altro: la ferita all’addome faceva male, ma in confronto a quello strazio era un semplice fastidio.

<< Ti prego, Naruto, basta, ti prego. >>

Continuò a piangere, e per un attimo Naruto pensò che quello non era il suo Sasuke. Il suo freddo, distaccato e pacato Sasuke.
Egoisticamente si ritrovò a preferire il vecchio compagno, quello che non gli avrebbe mostrato le sue emozioni, perché in quel momento soffriva solo per il suo pianto.

Poi si rese conto che se avesse ricevuto l’indifferenza del vecchio Sasuke avrebbe fatto dieci volte più male di quel pianto soffocato.

<< Perdonami, Sasuke, se non sono riuscito a riportarti a casa, perdonami se non sono mai stato più importante della tua vendetta. Perdonami se te lo dico solo ora, che è tardi. Perdonami se l’ho capito solo in punto di morte, perdonami se la prima volta sarà anche l’ultima, perdonami per tutte le cose che avrei voluto darti, e se questo momento è tutto quello che abbiamo, ma… >>

<< Ti amo, Naruto. E mi dispiace... è colpa mia, non tua. Mia, Naruto, solo mia. >>

Continuò a piangere rumorosamente poggiando la fronte al suolo, mentre sulla terra le sue lacrime si confondevano con la pioggia. Formulava frasi sconnesse, mentre Naruto veniva colto dalla sorpresa di quella rivelazione, tanto incredibile quanto inaspettata.  

<< Ti amo anch’io, stupido, testardo ed orgoglioso Sasuke. Mio stupido, testardo ed orgoglioso Sasuke. Ti amo anch’io. >>
<< Perdonami, Naruto… Sei tu che devi perdonarmi. >>
<< Non c’è niente di cui debba perdonarti. >>

Rimasero a guardarsi per infiniti secondi, i visi contratti in espressione di dolore –fisico e sentimentale- e quell’addio immondo che pendeva grigio sui loro corpi stanchi.

Guardarono in faccia la realtà: uno sarebbe morto e l’altro sarebbe sopravvissuto. Ed ancora una volta maledirono in silenzio quella vita che gli aveva tolto tanto, che era stata ingiusta fino all’ultimo.

<< Hai ancora una promessa da farmi, Sasuke. >>
<< Non posso perderti ora che ti ho ritrovato, non farmi questo! >>
<< Io sarò sempre con te, non pensare di liberarti di me tanto facilmente. >>
<< Non voglio vivere questa vita sapendo che tu non ne farai parte. >>

Si girò sul fianco a fatica solo per ritrovarsi di fronte a lui ed avere una buona visuale degli occhi che tanto amava, anche se la vista cominciava a diventare offuscata.

Portò una mano a carezzargli una guancia, scostando lentamente una ciocca di capelli: Sasuke era così pallido, più del solito, ed anche la sua ferita era piuttosto grave, sebbene non potesse vederla.

<< Dimmelo ancora, Sasuke. >>
<< Ti amo, Naruto. >>

Si avvicinò e gli sfiorò le labbra con le dita, sporcandole del suo stesso sangue.

<< Tu lo sapevi che le labbra sono la parte più sensibile di tutto il corpo? Perfino più sensibili dei polpastrelli... Forse è per questo che ci si bacia e non ci si stringe la mano… per sentire la persona che si ama il più possibile… >>
<< Ci siamo già baciati una volta, ricordi? >>
<< E non solo una volta. >>
<< Ti amavo già allora. >>

Avrebbe voluto chiedere perché, allora, aveva scelto la vendetta e non lui, ma decise di tacere per il bene di Sasuke.

<< Ricominciamo da capo, ti va’?

Piacere, sono Naruto Uzumaki, forza portante della Volpe a Nove Code, vivo a Konoha, figlio del Quarto Hokage Minato Namikaze e dell’ex Jinchuuriki del Kyuubi, Kushina Uzumaki. Il mio sogno è diventare Hokage come lo è stato mio padre. Ho frequentato l’accademia ninja, ed ora faccio parte del Team 7. Il mio sensei è Kakashi Hatake, anche detto “Copy Ninja”, ed i miei compagni sono Sakura Haruno e Sasuke Uchiha: il mio rivale, il mio migliore amico, la mia famiglia e l’amore della mia vita.

Ora tocca a te, qual è il tuo nome? >>

Sasuke guardò Naruto sbalordito, poi decise di accontentare il suo insensato gioco, solo per il suo sorriso; il sorriso di Naruto era speciale anche sotto la pioggia, all’alba.

<< Mi chiamo Sasuke Uchiha, ci sono molte cose che non mi piacciono e non mi piace niente in particolare, inoltre… non lo chiamerei proprio sogno, ma ho un ambizione: dire ad uno dobe di mia conoscenza che lo amo, e lo amerò per sempre, anche quando mi rimprovererà perché non posso proprio lasciarlo andare. >>

Naruto non capì appieno il senso dell’ultima frase di Sasuke, si sporse solo ancora un po’ di più per far combaciare le loro labbra per la terza volta, forse la prima vera volta.

Avevano entrambi le labbra spaccate e sporche di sangue secco, che si sciolse quando l’umidità di entrambe si unì, eppure quel bacio non seppe nemmeno per un attimo di sangue, di terra, né di guerra. Aveva solo il loro sapore, un sapore dolce quanto amaro.

Il sapore dell’amore ritrovato e dell’imminente addio.

 

 

<< Ora posso andare, Sasuke. Ho risolto la mia questione.

Dì a Sakura-chan che le voglio bene, e dì ad Iruka, Yamato e Kakashi-sensei che li ringrazio di tutto, e che mi dispiace non poterli salutare di persona. Dì a Konohamaru di continuare ad essere l’eroe che è, e seguilo anche per me, e insegnagli tutto quello che sai, un giorno sarà l’Hokage. Dì a Shikamaru, Ino e Chouji che sono stati degli amici incredibili, e che sono i degni figli dei loro padri. Dì ad Hinata che mi dispiace non averla mai ricambiata, dille di essere forte anche per Neji, e dì a Kiba di prendersi cura di lei. Dì a Shino che non lo scorderò mai. Dì a Lee di continuare a combattere ed impegnarsi come Gai-sensei gli ha insegnato, ho imparato così tanto da loro. E dì a loro e Tenten che Neji non li lascerà mai, come io non lascerò te.
Dì a Gaara che è stato un caro amico, e che conserverò sempre un posto per lui nel mio cuore.
Dì a Konoha che li perdono per tutto, e ringrazia Bee.
E dì a Sai che è stato un grande compagno di squadra, che non è mai stato solo il tuo rimpiazzo, digli di prendersi cura di Sakura, e digli che l’ho considerato un amico fidato.
Dì a Tsunade che è stata la figura più simile ad una madre che abbia mai avuto, come Jiraya di un padre.

Ora, se non ho dimenticato nessuno, devo dirti addio per un po’, amore mio.
Ci rivedremo, spero tra tanto tempo. Sii felice, Sasuke, così che possa esserlo anch’io, mentre ti aspetterò, insieme agli altri… E sta’ certo che quando ci rivedremo sarà per sempre. >>

<< Naruto! >> gridò Sasuke, quando il biondo chiuse gli occhi.

<< Ti amo, Sasuke. Non dimenticarlo mai. >>

Gli sorrise per l’ultima volta.

La pioggia continuava a battere forte sui loro corpi, e Sasuke –facendo leva su una forza che non aveva- andò poggiare il capo sul petto ferito di Naruto, non percependone nessun movimento. Affannava, mentre le mani andavano a percuotere il corpo senza vita del compagno in un gesto disperato.

Ansimava, urlava, piangeva straziato.

Non accettò nemmeno per un attimo di dover lasciare andare il compagno, ed afferrò un kunai poco lontano da lui.

Affondò con forza nella ferita procuratagli da Madara andando a sporcare ancora di più il busto e il braccio di Naruto.

Faceva male, quel kunai.

Ma avrebbe fatto più male vivere una vita senza Naruto.

Sorrise, quando le forze gli mancarono, né fu felice come mai in vita sua.

Pensò ad Itachi, ricordò quando da piccolo il fratello tornava a casa e lui lo aspettava sulla soglia della porta: ora era Itachi ad aspettare lui, e lui a casa c’era quasi arrivato.

Pensò alla madre, al padre: l’avrebbero sgridato o sarebbero stati felici di vederlo?

Ma importava, in quel momento?

Avvertì la corsa di Sakura e Kakashi, le urla di lei gli bucarono i timpani e le sue lacrime trapassarono le ossa fino a farle diventare marce.

Ma nemmeno quello l’avrebbe convinto a tornare indietro.

<< S-scusa… Naruto… Non manterrò la promessa…  >>

Poi sentì le mani di Sakura cingergli le spalle, e vide Kakashi inginocchiarsi accanto al corpo senza vita di Naruto, dopo un attimo tutto divenne buio.

 

Afferrò la mano che Naruto gli offriva, intrecciò le sue dita a quelle ruvide di lui.

Corsero insieme verso le sei figure.

Mikoto sorrise felice, tra le lacrime.

Fugaku poggiò una mano sulla spalla della moglie e del figlio maggiore.

Kushina pianse, tanto, prima di dare un pugno al figlio.

Minato cercò di calmare la moglie, dopo aver stretto forte Naruto.

<< Sapevo che ce l’avresti fatta. >>

<< Grazie, papà. >>

Jiraya diede una pacca sulla spalla dell’allievo.

<< Sei cresciuto, figliolo. >>

<< Tu non sei cambiato, Ero-sennin. >>

<< Me lo dice spesso anche Nagato. >>

Scoppiarono tutti a ridere, e Sasuke guardò Naruto.

Naruto non lasciò la mano di Sasuke nemmeno per un secondo.

Nemmeno quando Sasuke vide Itachi piangere, l’aveva fatto solo una volta in vita sua.

<< Bentornato a casa, Otouto. >> sorrise Itachi, abbracciando il fratello.

<< Bentornato a casa, Naruto. >> gli disse Sasuke, felice per la prima volta dopo tanto, troppo tempo.

E Naruto sorrise, bello come sempre.

<< Allora, qui c’è l’Ichiraku? >> chiese Naruto, toccandosi la pancia.

<< Sei sempre il solito dobe. >> lo rimproverò Sasuke, con la calma di sempre.

“Non cambieranno mai” pensarono tutti, scuotendo la testa sconsolati.

Non sarebbero mai cambiati, nemmeno in quella situazione.

Sarebbero rimasti i soliti Naruto e Sasuke, per sempre.

 

Sasuke non esaudì nessuno dei desideri di Naruto.

Non disse mai ai suoi amici di essere forti, non disse a Gaara e Sakura che Naruto gli voleva bene, non ringraziò i sensei e la nonna Tsunade.

Non visse la vita che Naruto gli aveva chiesto di vivere, non sposò nessun’altra donna, non ebbe dei figli ed il Clan Uchiha ebbe la sua fine con Sasuke.

Sasuke morì quel mattino, se si può definire mattino un’alba appena accennata dai pochi colori dipinti all’orizzonte.

Morì sul corpo di Naruto; stremato, ma sorridente. Felice forse per la prima volta.

Trovò la sua redenzione solo con la fine del dolore.

E Sakura sapeva che la ferita all’addome di Sasuke non era mortale, ma quella al cuore sì.

 

 

Pianse gli uomini della sua vita alla commemorazione ai caduti in battaglia; continuò a piangerli per una vita intera.

Lei e Kakashi si sposarono pochi anni dopo, ebbero quattro figli: Rin, Obito, Sasuke e Naruto, e potevano giurare che ognuno dei loro figli avessero ereditato una delle doti che rendeva speciali i loro compagni; soprattutto Naruto, che sarebbe diventato l’ottavo Hokage di Konoha tempo dopo, nonché Jinchuuriki del Kyuubi.

Il matrimonio fu celebrato dal Settimo, il piccolo ed improbabile Konohamaru Sarutobi, allievo preferito ed unico di Naruto, Jinchuuriki del Kyuubi alla morte del maestro.

Il titolo di Sesto Hokage non fu mai assegnato, anche se tra i visi del passato appare anche quello di Naruto.

Gaara, dopo la morte di Naruto non fu più lo stesso. Lasciò l’incarico di Kazekage e Suna stessa, non ci ritornò mai più. Ancora oggi non si hanno sue notizie, i più dicono che si sia suicidato dopo aver lasciato il villaggio, altri giurano di averlo visto piangere sulla tomba di Naruto nelle notti di pioggia. Nessuno mai seppe che ne era innamorato.

In verità, Naruto incontrò Gaara nel suo cielo solo molti anni dopo.

Sai lasciò il villaggio quando la vita tornò tranquilla, si trasferì a Suna e sposò Temari, che morì poco dopo il matrimonio, dando alla luce il loro primo figlio: Gaara.

Shikamaru ed Ino si sposarono, ed ebbero una lunga e serena vita: non potettero mai avere figli propri, ma adottarono il figlio di Asuma e Kurenai, dopo la morte di lei.

La guerra avvicinò Hinata e Kiba, che si sposarono: il loro fu’ il primo matrimonio celebrato dopo la ripresa, insieme a Lee e Tenten. Hinata chiamò il suo primo figlio Neji, in onore del vero padre del bambino. Kiba non lo seppe mai.

La sorpresa più grande fu il fidanzamento di Shino e Chouji, che però non potettero mai sposarsi per ovvi motivi legali.

Konoha si riprese in fretta, e la vita tornò quella di una volta.

C'è chi dice che se si gira per le vie di ciottoli e terra o nel campo d'addestramento dell'ex Team 7, all’alba e nei giorni di sole, si può sentire ancora la risata di Naruto echeggiare, e Sasuke ammonirlo col solito “dobe”.


In quanto a Naruto e Sasuke, invece, loro sono felici.

Si lasciarono per un solo minuto, ma si congedarono dalla vita sereni e mano nella mano.

Riabbracciarono le loro famiglie ed amici quel giorno stesso, e trovarono nella fine la felicità che non avevano potuto avere in vita.

L’unica certezza che avevano è che nessuno mai gliel’avrebbe portata via, sarebbe stata loro.

Per sempre.









 


Se le mie preghiere a Jashin (ed il piccolo contributo economico...) sono serviti a qualcosa, siete sopravvisuti! Se invece non ho concluso niente, Hidan mi deve 50€. 
Vado a riscuotere (e percuotere Hidan), a voi gli insulti, miei sopravvisuti; mi raccomando: siate fantasiosi! :)

-Gun.

 
  
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