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Autore: moni93    22/05/2013    1 recensioni
Salve a tutti.
Premetto che questa one-shot è decisamente stupida e sciocca. Parla di me, dei miei sentimenti in particolare. Stranamente non è allegra, ma molto malinconica. Spero che potrete comunque apprezzarla, certo, magari a molti di voi non interesserà, ma se qualcuno di voi si è mai sentito solo, o stupido, o meglio ancora è stato rifiutato, beh, siate i benvenuti.
Parlerò di amore, quello che reputavo vero (ma non ne sono del tutto certa), e che però ho dovuto tranciare di netto con una falce.
Zac.
Non è stato per niente bello.
Oramai avrete capito bene o male di cosa parlo, per il resto, buona lettura.
Siate gentili e non linciatemi per questa storia-sfogo. Merci.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come scoprii che la vita non è mai come negli shojo-manga

 

Vorrei poterti raggiungere.

Vorrei poterti raggiungere e parlarti senza che la mia anima tremi come una bambina. In verità, vorrei non tremare affatto.

Vorrei guardarti negli occhi e dirti che ti amo, invece di osservare il cielo al di fuori della finestra. Vorrei anche evitare di massacrarmi i capelli, a furia di giocherellarci, con la convinzione che, districando quei nodi, possa magicamente cancellare le mie paure.

Vorrei abbracciarti, spiegarmi, convincerti in qualche modo a dirmi di sì, a farti capire quanto mi impegnerei, quanto cambierei, pur di farti ricambiare i miei sentimenti.

Nonostante tutta questa confusione, riuscii a parlarti ed il sogno incominciò.

Non mi sembrava reale, non credevo di aver fatto per davvero quello che, da non so quante notti, speravo di realizzare. L’ho detto, è stato imbarazzante e difficile, ma quelle cinque maledette parole te le ho dette. Facendole rotolare l’una sull’altra, da tanto velocemente le pronunciai, ma non era questo l’importante.

“Mi sono innamorata di te.”

C’è stato silenzio.

Mi sono celata il volto dietro le mani e ho chiuso gli occhi.

Magari non mi avevi sentita, magari facevo ancora in tempo a fingere, come sempre, che per me non eri altro che un amico.

Invece mi hai guardata e, con tono confuso e serio, mi hai posto la domanda più orribile.

“E, quindi, che vuoi che faccia?”

Avrei voluto gridare.

Avrei voluto arrabbiarmi e urlarti quello che sentivo da tempo.

“Abbracciami, fammi capire che per te valgo qualcosa!”

Invece, mi limitai a dirti, a mormorarti, di essere sincero.

E lo sei stato.

Amica, mi hai chiamata, sorella, mamma addirittura!

Sarei potuta scoppiare a ridere e, in effetti, un poco ho riso. Magari troppo, per celare il nervosismo, come mi hai fatto notare tu.

Mi vuoi davvero bene, l’ho capito, ne sono felice, ma non è abbastanza per me, mi dispiace.

Sono maledettamente egoista per questo pensiero, è brutto, è meschino, perciò ho cercato di renderti le cose più semplici.

Non ho pianto di fronte a te e non l’ho fatto nemmeno una volta tornata a casa. Né  starò male per te, tranquillo.

Starò bene, sto bene.

Anche se il cuore piange e si lamenta, anche se alle volte mi sembra che voglia farmi sprofondare nella tristezza, basta ignorarlo, voltare il capo da un’altra parte.

È talmente semplice, l’ho fatto così tante volte che non è un problema.

Va bene così, si vede che non ti meritavo, non ero abbastanza.

Abbastanza carina? Intelligente? O magari stupida? Interessante?

Non lo so, so semplicemente che non ero quello che cercavi.

C’è una cosa, però, che voglio dirti.

Grazie per l’affetto che nutri per me, e scusami per il pomeriggio incasinato che ti ho creato. Non lo meritavi e non volevo certo farti sentire in colpa. Sei stato anche fin troppo gentile, al punto tale, che io ho dovuto consolare te! Mi viene da ridere, ripensandoci...

Ti vorrò sempre bene, non temere.

Non posso smettere di amare la persona meravigliosa e speciale che sei.

Solo, sarà un amore diverso, più simile a quello che tu nutri nei miei confronti.

Un po’ mi spiace pensare che non proverò più quel batticuore, quella sensazione di estasi pazza e malsana che mi avvolgeva il cuore e lo stomaco ogni volta che entravi in una stanza.

Ci farò l’abitudine.

Nella vita, ci si adegua sempre.

Grazie, quindi, e perdonami se tutto questo lo custodirò dentro di me e non te lo confesserò mai a parole.

Capiscimi, sono una vigliacca: l’unico modo che ho per spiegare me stessa, è intrappolare una parte di me tra il bianco e il nero di un foglio di luce.

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE:

 

Scusatemi davvero tanto.

Scusatemi per queste due pagine di Word tanto stupide e malinconiche, ma era l’unico modo che avevo per far uscire un po’ del veleno che mi si era formato. Se ve lo chiedete, sì, ho fatto la mia prima confessione amorosa e, no, non è andata bene.

Tutto schifosamente vero.

Lo so, sono una sfigata, eh beh, che volete che vi dica? C’est la vie!

Non pretendo certo recensioni o altro, come ho già detto, questa storia è per me. Scusatemi, dunque, solitamente scrivo per gli altri, ma oggi mi sentivo particolarmente egoista. Mi perdonate?

Grazie a tutti quelli che hanno letto, facendosi carico di un piccolo peso che avevo nell’anima. Ne avevo davvero bisogno, grazie.

 

Moni =)

 

P.S.: E, comunque, amo gli shojo-manga, anche se trattano di mondi paralleli e irreali. ;p

   
 
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