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Autore: LammermoorLace    22/05/2013    2 recensioni
-I'm happy you're here with me, Damon. To my last chapter...-
Elena abbassò le palpebre.
-Addio, Damon.-
-Addio, Elena.-
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elena affrettò il passo lungo il marciapiede, mentre nella sua testa rimbombavano le immagini di quella sera.
Lei, Stefan, e poi lei che lo implorava di restare. Poi, la forza di quel bacio, così intenso, così all’improvviso… I loro passi sulle scale, le loro labbra ansiose che lottavano in baci sempre più lunghi, le mani di Stefan che finalmente le sfilavano la maglietta e poi…bum. Quella foto. Katherine che la fissava seducente e bellissima dalla carta ingiallita. Identica a lei.
Il mascara le colava dagli angoli delle palpebre mentre allungava le falcate, per allontanarsi da tutti, da Stefan e dallo spettro di Katherine che la fissava dalla fotografia.
Abbassò la testa in prossimità dei lampioni, che gettavano sprazzi di luce gialla sul marciapiede: non voleva essere vista piangere, anche se sapeva che difficilmente avrebbe incontrato qualcuno, a quell’ora tarda della notte. Lascò che i capelli le coprissero il volto e continuò a camminare in fretta fino al posto dove, quella che le sembrava un’eternità prima, aveva parcheggiato l’auto.
Entrò, accese il motore e partì. Non aveva idea di dove andare, voleva solo andarsene. La consapevolezza di essere stata usata le martellava in testa provocandole ondate di rabbia alternate ad altre di sofferenza. Le lacrime le appannavano la vista, che era già compromessa da quando aveva imboccato l’autostrada buia e deserta. La strada era crepata e bagnata in più punti e la macchina di Elena procedeva con qualche scossone dovuto al cattivo stato dell’asfalto. Le mani della ragazza tremavano malferme sul volante, scosse da brevi e frequenti tremiti. Come ha potuto, come ha potuto…mi ha usata…presa in giro…
Tutt’a un tratto si sentì stremata, stanca. Non aveva più forze, come se il suo dolore le avesse prosciugate tutte, fino all’ultima goccia. Aveva amato troppo Stefan. Lo amava ancora. Troppo.
Aveva riposto troppe speranze, tutta la sua fiducia sul loro amore. E lui…l’aveva usata. Ingannata. Tradita…
Quasi non ci fece caso quando la macchina sbattè contro qualcosa e uscì dalla carreggiata violentemente… Le sue mani persero la presa sul volante impazzito, e poi il mondo si capovolse due o tre volte, finchè un dolore lancinante alla testa la trascinò nel buio dell’incoscienza.
 
Stefan tornò dal bagno pensando al corpo caldo e minuto di Elena, che tante emozioni gli aveva procurato nelle ultime ore…tante come non ne aveva provate da molto, molto tempo. Il ricordo di Katherine lo sfiorò per un attimo, ma Stefan lo respinse. Lei non aveva niente a che fare con Elena, si disse. Quando entrò nella sua camera, però, capì subito che qualcosa non andava. Elena non c’era.
-Elena…- diede una rapida occhiata per estinguere ogni dubbio, e la sua sensazione si rivelò esatta. Se n’era andata. Aggrottò la fronte e camminò ansioso per la stanza.
Cosa…perché…?
Poi si fermò davanti alla scrivania, dove uno scintillìo attirò la sua attenzione.
Non può essere…
Il ciondolo con la verbena era lì, sulla foto di Katherine ingiallita dal tempo.
L’ha scoperto…Ora sa.
Si maledisse in silenzio e si frugò nella tasca per pendere il cellulare, e compose il numero di Elena.
 
Damon passeggiava vigile al limitare del bosco, fermandosi di tanto in tanto per annusare l’aria e tentare di rintracciare l’odore del vampiro che stava braccando. Da alcuni minuti lo aveva individuato, ma il vento rendeva la scia confusa e difficile da seguire. Quegli omicidi a Mystic Falls avevano ostacolato i suoi piani, e l’insorgere di complicazioni non l’aveva certo reso allegro. Doveva essere stato un vampiro giovane, trasformato da poco. Meno di un mese, forse, altrimenti avrebbe coperto meglio le sue tracce.
La luce di due fanali in lontananza gli segnalò l’arrivo di un’automobile, e Damon si apprestò a nascondersi fra i cespugli lungo la strada quando uno sbuffo d’aria gli riportò la traccia del vampiro, solo che stavolta era molto più vicina, vicinissima.
Con una rapida occhiata intravide la sua sagoma scura che sfrecciava dall’altro lato dell’autostrada.
Con un balzo istintivo Damon si fece avanti per inseguire il vampiro sconosciuto, ma l’auto gli piombò addosso e lo scaraventò a terra togliendogli il respiro. La vettura uscì di strada e rotolò più volte, fino a fermarsi capovolta.
Lentamente Damon riuscì a rimettersi in piedi, e secondo dopo secondo il suo corpo sovrannaturale guariva spontaneamente, lasciandogli solo una vaga sensazione di indolenzimento agli arti. Damon mosse alcuni passi verso la vettura, e si chiese se fosse il caso di controllare se il conducente era ancora vivo e tentare di salvarlo.
Facendo attenzione ad evitare i frammenti di parabrezza sparsi sull’erba, Damon si inginocchiò e diede uno sguardo all’interno.
Quando la vide, rimase agghiacciato.
Era Elena.
 
Stefan tentò di chiamare Elena ancora una volta, facendo squillare la suoneria per lunghi istanti. Forse lei non aveva il cellulare con sé. Stefan sospirò.
Doveva essere davvero arrabbiata con lui.
Fu in quel momento che il telefono cellulare vibrò all’arrivo di un messaggio. Il nome “Damon” lampeggiò sullo schermo.
Stefan lo aprì e lo lesse.
Autostrada ovest. Prima che puoi. Elena è
Stefan uscì e mise in moto l’auto; Damon aveva scritto “Elena”.
E non aveva terminato la frase.
 
In preda a un’emozione folle, Damon tirò fuori la ragazza dall’auto semi-distrutta, facendo a pezzi con un pugno quello che restava del finestrino. Si accorse inorridito del vero aspetto di Elena solo quando fu illuminata dalla luce della luna: rivoli di sangue le correvano lungo il viso e le guance erano di un pallore mortale. Sembrava uno spettro.
Con il respiro affannato, Damon la prese tra le braccia e la depose qualche metro più in là, inginocchiandosi sull’erba e facendole posare la testa sulle sue gambe. Si accorse di tremare. Aveva la sua bella Elena lì, tra le braccia, incosciente e ferita.
E completamente coperta di sangue.
Ma il vampiro non permise alla Fame di dominarlo, non quella volta.
Colpito da un pensiero, estrasse il cellulare dalla tasca della giacca per scrivere un messaggio a Stefan. Lui sarebbe arrivato, lui l’avrebbe salvata, lui…
Autostrada ovest. Prima che puoi. Elena è
Che cos’era Elena? Ferita. Sì, ferita. Non morta.
Non poteva essere morta.
In quell’istante la ragazza ebbe un improvviso sussulto e tossì. Dalla bocca le uscì sangue.
Damon inviò il messaggio, Stefan avrebbe capito.
Intanto Elena sembrava aver aperto gli occhi. Ce li aveva socchiusi; niente avrebbe potuto far intuire che era viva, tranne il suo cuore.
Damon lo sentiva, il suo cuore, ma sentiva anche i battiti farsi più lenti e deboli attimo dopo attimo.
-Ehi, Elena…- la chiamò piano, e lei sembrò riconoscerlo. Non era incosciente, quindi, non del tutto.
-Damon…-lei tossì un’altra volta e sputò ancora sangue, mentre una smorfia di dolore le si dipingeva sul viso. Damon si sentì raggelare.
-Cosa posso fare? Elena! Elena…!- La ragazza aveva abbassato le palpebre. -Svegliati! Dimmi…cosa fare… Dimmelo! ...-
Colpito da un’illuminazione, Damon si portò velocemente il polso alla bocca, si recise le vene e accostò il braccio alle labbra di Elena.
-Bevi!...Dannazione, Elena…bevi…- Ma la bocca di lei rimase chiusa. Damon premette con forza il polso sulle labbra fredde della ragazza, ma non ottenne alcun risultato.
Guardò ancora Elena morente, con il cuore che batteva a stento, le labbra e il volto cinerei e macchiati di sangue. Arriverà Stefan, pensò. Arriverà e risolveremo tutto.
Ma per quanto scrutasse l’autostrada, nemmeno usando la sua vista da vampiro Damon riusciva a scorgere la macchina del fratello.
Poi Elena tossì per l’ennesima volta e ridischiuse gli occhi. Sembrava che fossero come velati di lacrime, ma forse era solo l’effetto della luce della luna. La voce le uscì flebile e arrochita, e guardando la sua espressione di sofferenza Damon pensò che parlare le costasse uno sforzo immenso.
-It’s late, Damon. Too late.-
Una voragine si scavò nel cuore morto del vampiro. Damon rimase paralizzato, ma capì che quella…che quella era la verità. Stefan non sarebbe mai arrivato in tempo. Lui sarebbe rimasto con lei a vederla morire e…
Elena se ne sarebbe andata.
E’assurdo. No, no, tutto questo è assurdo, un’illusione, può essere qualsiasi cosa tranne che…
La realtà.
 
-Ma io ti amo- la voce di Damon sembrò quasi un singhiozzo; ora anche lui stava piangendo, un misto di sottili lacrime di rabbia e disperazione.
Elena ebbe un guizzo negli occhi. Guardava Damon sorpresa.
Lui sorrise amaro, fra le lacrime che gli rigavano il volto. –Ti amo- Le ripetè.
-Mi ami…-sussurrò lei. Gli sorrise, ma quel sorriso non riuscì a illuminarle il volto, che portava sempre più cari i segni di un addio.
-Non voglio andarmene-disse Elena -…ma non ho più forze, Damon. Non il tuo sangue, ne qualsiasi altra medicina potrebbe gurarirmi.- fece una pausa, e Damon ebbe paura che non avrebbe più detto nulla. Non era minimamente pronto a lasciarla andare. Era annientato, le iridi chiare sgranate dal dolore.
Elena alzò lo sgurado al cielo stellato che si stagliava immobile e lontano sopra alle loro teste. Il suo respiro era come un debole rantolo spezzato.
-I’m happy you’re here with me, Damon. To my last chapter.- disse. – Avrei potuto amarti, un giorno. Avrei potuto fare tante cose…-
Ci fu un lungo istante di silenzio, spezzato solo dai singhiozzi rauchi di Damon. Lui si chinò, trasse a sé Elena e la abbracciò. Se la strinse al petto, forte, e le accarezzò i capelli bagnati dall’umidità della notte.
-Devi dire…- Elena si sciolse delicatamente dalla sua stretta. Guardava il vampiro negli occhi e formulava le parole a fatica.
-…dire a Stefan che lo perdono per qualunque cosa si dovesse sentire in colpa. Promettilo.-
Damon assentì meccanicamente.
Con le mani tremanti Elena cinse il busto di Damon, poi appoggiò la testa al suo petto. Distrutto, Damon la sostenne con le braccia e le diede un bacio sulla fronte coperta di un velo gelido di sudore e sangue.
Elena abbassò le palpebre.
-Addio, Damon.-
Il suo cuore diede un ultimo, lieve battito e poi si fermò.
-Elena, no…- Ma Elena aveva chiuso gli occhi, aveva le guance rosse di sangue, la pelle pallida e fredda, le labbra chiuse non emettevano più un fiato.
Damon chinò la testa sul suo corpo immobile.
La luna brillava, pallida e lucente nel cielo nero, immenso e lontano. Damon si sentì l’essere umano più solo sulla faccia della terra. Perché ora, dopo secoli, si sentiva finalmente e totalmente umano.
Guardò la ragazza morta che teneva fra le braccia.
-Addio, Elena.-
L’auto di Stefan rombò sull’autostrada.
 
Dopo qualche istante la vettura arrivò. Stefan scese e, vedendo l’auto distrutta, si guardò in torno in cerca di Damon ed Elena.
Li trovò qualche secondo dopo. Damon era girato di spalle.
Stava piangendo?
-Too, too late, Stefan. Too late…- Damon si girò.
Aveva sul viso un’espressione allucinata. Mostrò a Stefan un gigno che doveva essere un sorriso, ma nei suoi occhi c’era una tristezza disarmante, infinita.
-She’s died.-
 
 
 ***
Ciao a tutti! Sono nuova su questo sito, ADORO The Vampire Diaries e mi piacerebbe sabere cosa ne pensate della mi prima one-shot! Vi prego, un piccola recensione...
Lo so lo so che sono stata cattiva con Elena (a proposito, questa one shot l'ho scritta quando ancora stavo guardando la PRIMA STAGIONE...quindi di Katherine non si sa niente ed Elena ha appena scoperto la vera identià dei Salvatore Brothers)...
Sì in effetti sarebbe stato crudele farla morire nell'incidente... ci perdevamo tutto il Delena!!! XD
Baci a tutti,
yours Lou <3
  
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