PROLOGO:
Nel secondo distretto di clampside 16 abitazioni erano poste in sequenza
liniare ai margini della strada principale. Solo pochi lampioni dottone
creavano una luce soffusa che permetteva ai passanti di godere di una
discreta vista anche durante la notte, ma in quella che si sarebbe rivelata
una lunghissima nottata questa strada avrebbe ospitato soltanto un
visitatore che perdipiù preferiva camminare al buio dei giardini
comunicanti delle villette anzichè essere investito dalla luce piena che si
abbatteva sul centro della strada. I passi nervosi del giovane uomo
penetravano nel silenzio notturno attraverso piccoli tonfi che tuttavia non
potevano essere uditi da nessuno se non che da lui stesso, quindi decise di
aumentare il ritmo così da raggiungere più velocemente il suo obiettivo.
Giunto dinnanzi al curato giardino della signora MC Dori la riposta
speranza che tutto si sarebbe concluso rapidamente andò subito in fumo e
un semplice sguardo rivolto verso l'abitazione gli fece comprendere che
un'altra attesa logorante lo aspettava, quindi si accostò alla panchina posta
di fronte ad essa e si sedette. La sua missione richiedeva che tutte le luci
della casa fossero spente e ancora che le due abitani fossero perse nella
profondità dei loro sogni,quindi completamente indifese; invece lì nella
stanza all'estrema destra dell'edificio una luce era ancora accesa.
Meredith era distesa sul letto a contemplare la solitudine, la quale nelle
ultime due settimane era stata l'unica compagna che le fosse stata
costantemente vicino, non per colpa di altri, lei stessa aveva deciso di
tenere tutti lontani compresa Judy che puntualmente, tornata da scuola,
chiamava per domandare alla madre come lei stesse.La risposta di
Caroline era quasi sempre la stessa
<< Judy Meredith ha bisogno ancora di spazio, non è un momento facile
per lei >>.
Di conseguenza l'amica salutava cortesemente la signora Mc Dory e
attaccava desolata il televono.
Mentre viaggiava nei sui pensieri colmi di rabbia e malinconia Meredith fu
sorpresa dalle vibrazioni del cellulare, così si sollevò dalla posizione
supina e lo raccolse per vedere chi fosse. Era ancora Judy che per la prima
volta da due settimane aveva avuto il coraggio di chiamarla direttamente
ed andare oltre i 5 messaggi di affetto che inviava giornaliermente.
Meredith decise allora di farsi forza e provare a rispondere all'amica con la
quale si sarebbe incontrata il giorno successivo a scuola poichè due
settimane di assenza erano il massimo che si potesse permettere e Caroline
la avrebbe portata a scuola con la forza questa volta. Meredith accettò la
chiamata ma non parlò, aspettando che fosse l'amica ad iniziare. Dovette
sbattere più volte le palpebre per sopprimere sul nascere altre lacrime.
<< Mer! >> tuonò con tono sorpreso Judy << Speravo che mi avresti
risposto e... ho saputo che domani torni a scuola...mi sei mancata >>.
Ci fu una lunga pausa poi Meredith non riuscì a trattenersi oltre e con
freddezza concluse la conversazione
<< Scusa Jud ma devo andare...a domani >>
L'ennesima crisi la travolse in pieno e la ragazza cercò di bloccare il pianto
affondando il volto nel cuscino.
Il giovane in attesa pur essendo ad una quindicina di metri da lei riusciva
ad udire tutto ciò che accadeva in quella stanza. Erano giorni che stava
pianificando il piano ma ora nulla importava e lui, in attesa che quella luce
si spegnesse era consapevole di aver già vinto.
Chole gli aveva chiesto di stare attento per non mandare tutto alla malora,
ma la sua non era presunzione piuttosto una profonda convinzione.
La luce si spense.
Non gli sembrava vero ,erano ore che aspettava. Attraversò la strada con lo
sguardo puntato sulla porta principale della villa dalle mura rivestite in
pietra, tuttavia si accorse che l'eccitazione stava prendendo il sopravvento,
già poteva sentire sulle sue mani il calore della pelle di Meredith ma non
doveva correre, non poteva sbagliare. In quel momento era ancora in
giardino in balia del vento, che impetuosamente urlava alla silenziosa notte
e cozzava con la sua giacca sollevandola. Il giovane riprese il controllo di
se stesso e proseguì, questa volta più lentamente, verso il suo obiettivo.
Sfiorò la maniglia e la porta precedentemente chiusa a chiave si spalancò
invitandolo ad entrare, un sorriso solcò il suo volto. All'interno dell'edificio
il buio regnava incontrastato ed i raggi lunari erano incapaci di penetrare le
solide mura abitative. Tuttavia per chi come lui avesse deciso di
abbracciare le ombre, il buio sarebbe diventato un complice e valido
alleato, quindi il giovane salutò il suo fidato amico e proseguì. Sotto lo
sguardo vigile del felino di casa giunse al primo piano e per lui individuare
la camera di Meredith fu semplice... la porta era socchiusa così il ragazzo
sperava di poterla aprire con un semplice tocco, ma qualcosa che lui non si
aspettava accadde e quando sfiorò la porta questa si chiuse di colpo
generando un tonfo che si diffuse per il corridoio. Ciò non sarebbe dovuto
accadere e tutto poteva andare in fumo. Questa volta fu la paura a prendere
il controllo e lui fu combattuto sul da farsi, in quel momento non sembrava
più tanto sicuro come lo era stato prima, anzi ora sarebbe fuggito
volentieri...ma era così vicino all'obiettivo che fuggire sarebbe stato uno
spreco, inoltre cosa avrebbero pensato gli altri di lui se avesse gettato la
spugna cosi facilmente? La signora Mc.Dory nonché Meredith stessa
dormivano ancora profondamente così il giovane decise di ritentare,
protese nuovamente la mano verso la porta ma un energia lo investi in
pieno scaraventandolo in terra, poi una voce diruppe nella sua testa
<< Non puoi procedere oltre >>.
Questa si ripeteva continuamente aumentando di un tono ogni volta sicché
divenne un urlo. Del sangue incominciò a colargli dalle orecchie e lui
riuscì a sopprimere un urlo di dolore solo mordendosi con prepotenza il
labbro inferiore. Con movimenti instabili si alzò e di corsa scese le scale
cercando di lasciare quell'inferno nel tempo più breve possibile, così
attraversò di nuovo l'uscio, ma, con un'espressione cupa questa volta..Lo
sguardo del giovane ragazzo si accese e un brivido attraversò il suo corpo,
aveva compreso che nulla gli avrebbe permesso di completare la missione
in quel momento e che la sola cosa che potesse fare per ora era rinunciarvi.
Successivamente la porta della stanza al primo piano si sbloccò e nello
stesso istante nei sotterranei della vecchia cattedrale del quarto distretto di
Clampside il fuoco di venti candele si spense lasciando cinque figure
incappucciate nonché l'intera stanza completamente al buio. Poi una voce
si levò dal fitto silenzio
<< Ha fallito >> .
Su di una quercia spoglia piantata nel giardino posto sul retro della chiesa
un gufo osservava tutto intorno con aria curiosa emettendo di tanto in tanto
un richiamo diretto ai suoi eguali, poi senti un rumore di battito d'ali
sferzare l'aria e avvertì la presenza di un maestoso gufo cornuto, il quale si
poggio sullo stesso appiglio, i due si scambiarono uno sguardo complice e
presero il volo...La caccia era iniziata.
*messaggio ai lettori:
Questo che avete letto sopra è appunto il prologo del racconto che seguirà.questa storia è orientava verso il genere fantasy ma non mancano copiose sezioni mistery. Spero che gradirete l'evoluzione del personaggio e che mi accompagnerete fino in fondo a questo proggetto.
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esiste la possibilità che alcuni di voi nella lettura ricordino di aver già visto la maggior parte del prologo in quello di un'altra storia d...questo perchè tale racconto nasce da una improvvisa ispirazione che mi venne a gennaio e che mi portò a pubblicare immediatamente il prologo..tuttavia il processo di gestazione della trama è stato molto più lungo e continua a proseguire tuttora...dato che i nomi di alcuni personaggi sono cambiati, che ho realizzato numerose aggiunte al prologo e considerata la data vecchissima della prima pubblicazione(febbraio), ho deciso di ripubblicare la storia
ps:anche il titolo è variato