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Autore: Claire91    23/05/2013    0 recensioni
Probabilmente questa sarà la solita trita e ritrita versione di TVD con aggiunta di un nuovo personaggio, ma mi sono voluta ugualmente cimentare in questa nuova fanfiction. In questa storia vengono narrate le mille peripezie dei nostri personaggi preferiti con l'aggiunta di un nuovo personaggio: Katy Pierce, cugina di Elena e Jeremy. Bella e completamente fuori di testa, vive con loro da quando, a dieci anni, suo padre James Pierce è morto. Prendendo come spunto le puntate di TVD dalla prima serie e oltre, le avventure dei Salvatore e amici verranno leggermente rivisitate e viste dal punto di vista della ragazza.
Genere: Drammatico, Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Caroline/Damon, Damon/Elena, Elena/Katherine, Elena/Stefan, Katherine/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un anno incredibile e spettacolare

Il quadrante segnava le dieci in punto. Tre giovani ragazze se ne stavano sedute a un tavolo, all'aperto. Kate, infatti, era totalmente e irrimediabilmente dipendente dal fumo. Il che era curioso per sua cugina, che ovviamente non fumava. Elena, davvero, non poteva capacitarsi come fosse possibile che Meg nonostante ingollasse tonnellate giornaliere di anidride carbonica potesse stare così bene: era sana come un pesce.

Il cielo era completamente terso, pieno di stelle, ma la luce abbagliante del tondo lampione, che si innalzava proprio sulle loro teste, rubava loro ogni naturale splendore. C'erano fiori ovunque. Qualche coppietta camminava in mezzo alla strada o sul marciapiede oppure se ne stava seduta sulle panchine della piazza principale.

C'era davvero poco da fare in quel buco di città. Davvero poco. Qualsiasi cosa potesse esserle apparsa minimamente interessante, lei l'aveva già fatta. Alla bellezza di 17 anni compiuti la vita sembrava non poterle offrire niente di più interessante di una cittadina dai tremila abitanti o giù di lì, dove ogni sguardo incrociato per strada non era altro che il riflesso di un uomo già conosciuto che niente aveva più da offrirle se non il ricordo di qualcosa ormai sfuocato nella memoria, se non l'impronta di un desiderio inestinguibile che mal si incastrava in quella città troppo piccola per lei.

Eppure, questa era una sera importante, una notte carica di elettricità. Ed eletrizzata se ne stava seduta, abbandonata sulla sedia, con le sue due amiche. Con aria di sfida si accese un'altra sigaretta, flettendo leggermente la testa. Ma se davvero Bonnie pensava di intimidirla con quel suo sguardo tra l'indagatore e il severo, si stava sbagliando di grosso. Nessuno le avrebbe tolto di dosso il buon umore e nessuno poteva dirle che cosa fare o che cosa non fare. O come doversi sedere. “Potresti almeno avere la decenza di coprirti, Kate” notò, indignata. Roteò gli occhi. Per un po' di carne in bella vista, che problema poteva mai esserci.

“Non sapevo fossimo tornati nel 1800...e in ogni caso tu riusciresti ad essere comunque molto più intransigente degli stessi padri secessionisti”. Piegò leggermente la gamba destra e il vestitino giallo scese di parecchi centimetri, lasciando intravedere uno scorcio di slip. “Sono giovane, non lo sarò in eterno", disse, mentre si appoggiava allo schienale della sedia con fare seducente "voglio poter godermi la vita in santa pace”.

E tutte due, all'unisono, scossero la testa, esasperate. Bonnie non rideva, Elena sì. Era davvero piacevole vederla ridere. Ormai si era dimenticata che avesse persino dei denti.

“Sì, ma messa così sembri una sgualdrina”, puntualizzò.

“Solo invidia”, rispose, piegando leggermente la testa "Sii meno impostata, Bonnie: guarda come si diverte Elena". La fulminò: "lo sai bene come andrà a finire...".

"Mi dovrai portare a casa con una paletta", ammise Elena annuendo.

"Per fortuna", disse ridendo "che al contrario di voi due io reggo l'alcool: vederete vi porterò a casa sane e salve". Si guardarono. "Sarà un primo giorno di scuola memorabile: imbottite di farmaci da post-sbornia!". E tutte insieme scoppiarono a ridere.

"Dobbiamo brindare", disse Kate, improvvisamente, sventolando una mano in aria. L'argomento scuola le aveva acceso una lampadina in testa.

Sospirarono sconfitte. Quello del brindisi era una tradizione. Non si scampava.

Elena aggrottò le sopracciglia. Aveva un'espressione perplessa: in effetti che cosa c'era mai da festeggiare, ora? Ma bisognava pur dare uno scossone alla serata.

“Domani è un giorno importante e lo sapete anche voi”. Bonnie roteò lo sguardo. “Domani è il primo giorno di scuola...sai che novità e comunque non possiamo festeggiare senza Caroline...”.

“Con lei festeggeremo domani a scuola”. Si rimise con la schiena appoggiata allo schienale, agitando la sua sigaretta. “Domani non è solamente il primo giorno di scuola, è il primo giorno, il primo giorno di tutto....domani è il primo giorno del nostro nuovo anno e sarà...”.

“Fammi indovinare...incredibile e spettacolare?”.

“Puoi starne certa”, rispose abbandonandosi totalmente sulla sedia, tendendo le gambe appoggiate a un vaso. Domani era il giorno, il primo di tutti quelli che sarebbero venuti poi, il primo di qualcosa che sarebbe stato di certo incredibile. Elena era ancora più perplessa di prima: che cosa poteva esserci mai di così tanto bello nel primo giorno di scuola? In quel primo giorno di scuola per di più? Già si immaginava le espressioni forzatamente contrite dei suoi compagni di scuola.

Le sfiorò leggermente la spalla: qualsiasi cosa le sarebbe successa lei sarebbe stata lì.

“Il fatto è che ogni hanno ripeti sempre lo stesso brindisi”, disse Bonnie con i pugni sotto il mento “e immancabilmente non succede mai niente”. Kate inarcò leggermente le sopracciglia. Dipende sempre da cosa intendi per niente...Quell'anno sfortunatamente erano successe anche fin troppe robe. Robe alle quali preferiva non pensare.

"Qui c'è bisogno di altro alcool", disse Kate alzandosi.

Avevano già finito la loro seconda mandata. Ormai da un po'. Matt stava andando a rilento e qui bisognava mettere un po' di legna sul fuoco altrimenti rischiavano davvero di tornare a casa sobrie.

Scrollò la testa e si appoggiò al bancone, mostrandosi il più gentile possibile. Non era sicura che Matt sarebbe stato abbastanza remissivo da poterle concedere un terzo giro. "Matt...", accennò, con un sorriso caldo e amichevole e uno sguardo pieno di sotto intesi.

"Kate...ti prego", disse lamentandosi.

"Dai...". Lo sguardo triste funziona sempre.

"Va bene", alla fine hai ceduto "ma se vi succede qualcosa tornando a casa perchè siete ubriache fradice, sappi che la colpa è tua".

"Che noioso".

Tutto iniziò così: con un brindisi, il solito brindisi. La solita speranza: che quell'anno potesse essere incredibile e spettacolare. E Kate sentiva che lo sarebbe stato.

  
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