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Autore: casstheliar    23/05/2013    2 recensioni
«Ero immerso nelle coperte del mio letto, sentivo solo il rumore della pioggia che incessante sbatteva contro la finestra della mia camera. Era una notte infernale e mi sentivo terribilmente in pensiero. Nonostante provassi ad addormentarmi non ci riuscivo, non so per quante volte mi rigirai nel letto, sbuffando, stringendo gli occhi e sperando di essere accolto dalle braccia di Morfeo. Ero perfettamente consapevole del fatto che se avessi voluto dormire avrei dovuto spegnere il cervello, interrompere definitivamente il flusso dei miei pensieri»

Zayn/Liam • Zayn's pov
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Can I take you home?

Ero immerso nelle coperte del mio letto, sentivo solo il rumore della pioggia che incessante sbatteva contro la finestra della mia camera. Era una notte infernale e mi sentivo terribilmente in pensiero. Nonostante provassi ad addormentarmi non ci riuscivo, non so per quante volte mi rigirai nel letto, sbuffando, stringendo gli occhi e sperando di essere accolto dalle braccia di Morfeo. Ero perfettamente consapevole del fatto che se avessi voluto dormire avrei dovuto spegnere il cervello, interrompere definitivamente il flusso dei miei pensieri. Mi ero coricato presto: non mi andava assolutamente di mettermi con gli altri sul divano facendo finta di godermi la serata, tra l'altro li avevo sentiti uno dopo l'altro uscire seguendo l'esempio di Liam. A loro non importava che diluviasse fuori, a me sì. Non sopportavo l'odore della pioggia, non sopportavo l'umidità che ti si appiccica alla pelle e ti rovina i capelli. Io, comunque, dopo aver visto Liam uscire con un enorme sorriso stampato sulle labbra, salii di corsa le scale che portano al secondo piano e mi chiusi nella mia stanza. Non avevo voglia di fare granché, ascoltare il rumore della pioggia mi bastava. Nessuno venne a disturbarmi né ad avvertirmi, era come se mi fossi estraniato dal mondo, 'Zayn? Quale Zayn? Io non conosco alcun Zayn', volevo che fosse realtà. E poi nel corso della serata li avevo sentiti far ritorno a casa, sentivo le loro voci, scherzavano, c'erano tutti meno che Liam. Mi rigirai, coprendomi le orecchie col piumone, non li volevo sentire. Feci finta di non udire qualcuno bussare alla mia porta, ma a quel qualcuno la mia risposta non importava, entrò lo stesso.
Zayn?”, il mio desiderio di essere sparito dalla faccia della terra non si era realizzato, malgrado le mie preghiere. Rimasi in silenzio.
Zayn lo so che non dormi, inutile fingere”, volevo che andasse via, continuai a rimanere in silenzio. Passarono i minuti, ma non accennava ad andarsene, “Che c'è?”, sbottai.
Perché usi la tecnica del silenzio?”, 'perché la mia testa è un casino e non riesco a formulare pensieri concreti', avrei voluto rispondere, lasciarmi andare ma scossi la testa e mi voltai verso la finestra.
Credi che questo atteggiamento serva a qualcosa?”
“Senti Louis può capitare che qualcuno voglia stare un po' da solo, non è che siccome stiamo sempre insieme debba condividere con voi tutto”, mi guardò contrariato, l'avevo ferito e forse era nelle mie intenzioni.
Volevo soltanto sapere come stai”
“Male”, tagliai corto, ero rude, acido ma era così che mi sentivo, che motivo avevo per mentire? Alcuno.
Non credo che tu ne voglia parlare”, lo guardai, mi fece tenerezza lì sulla soglia della porta, in penombra. Capii in quel momento perché tutti avevano la tendenza a lasciarmi da parte, il mio carattere era una merda, trattavo male le persone, soprattutto quelle che più tenevano a me e nonostante ne fossi consapevole continuavo imperterrito a ferirle.
Mi dispiace, Lou”, biascicai, abbassando la testa, non riuscivo più a guardarlo.
Dispiace a me, Zayn. Dispiace per davvero”, senza aggiungere altro, aprì la porta e uscì dalla mia stanza. Mi sentivo ancora più svuotato. Tenevo le imposte aperte, ogni notte. Proprio davanti alla mia finestra c'era un lampione che rendeva tutto meno tetro, meno buio. Improvvisamente la luce se ne andò, fui l'unico ad accorgermene visto che non sentii mormorii provenire dalle altre stanze. Il cuore batteva all'impazzata, mi sentivo nervoso e per niente a mio agio, recuperai il telefono dal comodino e lo accesi, almeno quella lucina mi avrebbe tenuto compagnia. Era davvero molto tardi, ogni trenta secondi premevo il tasto centrale del telefono, il tempo iniziava a scorrere sempre più lentamente, finché, senza accorgermene mi appisolai.
Mi risvegliai di scatto: avevo sentito un rumore assordante provenire dall'interno della casa, e poi un altro, porte che sbattevano quindi conclusi che Liam fosse finalmente rientrato. Non mi sentii sollevato ma la luce era tornata, perciò poggiai il telefono sul comodino. Preso da non so cosa, usando la scusa del bagno, mi alzai dal letto e aprii la porta, rimasi fermo immobile per qualche istante a guardare dinanzi a me, aspettavo che da un momento all'altro Liam uscisse, non so perché ma dentro di me riponevo questa speranza. Stancamente mi trascinai verso il bagno, tirai lo sciacquone senza fare nulla e ripercorsi i miei passi. Indugiai di nuovo davanti alla porta di Liam ma decisi di lasciar perdere. Il letto ora mi sembrava più duro, più freddo, meno ospitale. Il sonno arrivò, seppur con molta fatica.

 

Svegliarmi fu ancora più faticoso che addormentarmi, era ormai ora di pranzo ma non avevo fame, un bisogno impellente di andare in bagno sì. Mi guardai allo specchio inorridito da me stesso, i capelli erano come un nido di corvi, gli occhi contornati da due profonde e scure occhiaie, testimoni della notte insonne. La casa era silenziosa, speravo che non ci fosse nessuno. Aprii la porta della stanza di Harry e lo vidi ancora addormentato, scossi la testa contrariato. Scesi al piano inferiore, iniziai ad avere un certo languorino, perciò mirai dritto al frigo.
Ehi”, era Liam, non ero pronto ad affrontarlo, non dopo quella notte passata a dannarmi.
Ehi”, risposi senza guardarlo, trafficando nel frigo alla ricerca di chissà cosa. La conversazione morì così. Io non avevo assolutamente nulla da dirgli ed evidentemente nemmeno lui. Portai la mia tazza piena di cereali in sala, accesi la tv ma non la guardai. Di sottecchi osservavo Liam, il suo sguardo vago, perso nel vuoto, non prometteva nulla di buono. Sbuffò un paio di volte, poi mi raggiunse sul divano.
Hai una pessima cera, amico”, mi disse, buttandola così sullo scherzo.
Ma senti chi parla”, risposi alzando un sopracciglio, lo guardai, lui si passò una mano tra i capelli, annuendo, “Devo darti ragione mi sa”. Si teneva ad una certa distanza rispetto al solito, cosa che mio malgrado notai e che mi ferì profondamente. In quel momento rincasarono Louis e Niall, di ritorno dalla loro corsa mattutina, invidiavo il loro essere attivi, la loro gioia di vivere e il loro sonno notturno. Liam poggiò una mano sul mio ginocchio, io istintivamente lo ritirai, mi guardò con aria interrogativa, mi alzai in piedi imbarazzato.
Zayn, ti va di farci un giro?”
Adesso?”
“Adesso.”, suonava stranamente autoritario, come se il no non fosse contemplato tra le risposte possibili alla sua domanda. Annuii. Incrociai per un attimo lo sguardo di Louis, non avevo idea di cosa passasse per la testa di quel ragazzo, era indecifrabile, sembrava onnisciente ma anche tonto. In quattro anni non lo avevo ancora capito. Cosa nascondeva lo sguardo di Louis? Cosa sapeva effettivamente di me? Quanto aveva intuito della mia anima? Probabilmente tutto, ma tutti lo sottovalutavamo. Mi infilai una felpa pesante e seguii Liam fuori dalla casa. Si diresse verso il garage: aveva voglia di andare lontano. Per tutto il tragitto non mi parlò, io guardavo fuori dal finestrino pensando a quanto cambiasse il paesaggio dopo una notte di pioggia, il cielo ora era limpido ed azzurro e del diluvio della notte precedente rimanevano soltanto delle fastidiose pozzanghere qua e là. Ero spaventato da quello che Liam mi avrebbe detto, ma in realtà sapevo già tutto, sapevo che avrei sofferto, che avrei dovuto togliermi dalla testa il suo nome, il suo volto, lo avrei dovuto dimenticare perché non era giusto che considerassi mio qualcosa che effettivamente non lo era. Mi portò in un parco fuori da Londra, sembrava un posto tranquillo, senza pretese. Non c'erano molte persone in giro: qualcuno che faceva jogging, qualcuno a spasso col cane, qualche mamma con passeggino. Liam si sedette su una panchina, io lo imitai. Si tormentava le mani, palese segno che qualcosa non andasse per il verso giusto, morivo dalla voglia di stringerle nelle mie, quelle mani, ma mi trattenni.
Perché sei così nervoso? - gli domandai alla fine, lui sbuffò – se siamo venuti qui per guardare il panorama beh io avevo cose migliori da fare, quindi non sbuffare e parla”, a stento riuscivo a riconoscere quel ragazzo così diverso da quello che solo la sera precedente era uscito con un sorriso in grado di mandarti in frantumi il cuore.
Sai quando sono uscito ieri pensavo che sarei tornato a casa al settimo cielo, il programma era quello di svegliarvi e di darvi la buona notizia, festeggiare con voi..”, la voce si incrinò.
Cos'è successo?”, il cuore prese a battermi più velocemente, lui mi guardò e quello che vidi sul suo volto non mi piacque per nulla: era l'immagine della sofferenza.
Io ero lì, avevo organizzato tutto alla perfezione, lei era davanti a me, bella come sempre. Ero fottutamente emozionato, Zayn. Tu lo sai come stavo, no? Si vedeva da miglia e miglia di distanza che ero su di giri, lei invece era insolitamente taciturna. Che avesse intuito qualcosa? Alla fine gliel'ho chiesto, 'mi vuoi sposare?', diretto, semplice, conciso come i miei sentimenti per lei. Mi aspettavo lacrime, mi aspettavo che mi saltasse addosso in preda ad una gioia irrefrenabile. Non è stato così. Mi guardava con degli occhi incredibilmente tristi e lì ho capito di aver commesso un grande errore. Mi sono affrettato a dirle, 'non ti spaventare, non c'è bisogno che tu mi risponda subito, siamo giovani abbiamo tutta la vita davanti, voglio solo che tu sappia che nella mia di vita io vedo te'. Cazzo che poeta, ho pensato di me. Credevo che fosse semplicemente spaventata, presa alla sprovvista. E poi, 'Liam sei il ragazzo più dolce che io abbia mai conosciuto, il fidanzato migliore che abbia avuto ma non posso risponderti di sì', non me l'aspettavo ma ho cercato comunque di ragionare dicendole: 'rispondimi forse', ma lei, 'è no'. Ti lascio immaginare come mi sia sentito..”.
In verità capii bene le sue sensazioni, si sentiva dilaniato, distrutto, tradito, lo stesso identico modo in cui mi sentii io quando per la prima volta, un mese prima, mi accennò di voler sposare la sua fidanzata storica. Cercai di dissuaderlo in mille e più modi ma era inamovibile, d'altronde era Liam e da lui non ci si poteva aspettare altro. Era testardo ed una volta che un'idea gli si palesava nella mente non l'abbandonava, andava sempre fino in fondo, e il risultato era quello: sofferenza, sempre e solo.
Devi darle più tempo, l'hai soltanto sorpresa, vedrai che tra un po' ti chiama e ti dirà di sì, d'altronde chi riesce a dire di no a Liam Payne?”
Tu me lo hai detto no..”
“Ma io sono io”
Avrei dovuto darti ascolto quel pazzo giorno in cui decisi che sposarmi mi avrebbe reso felice”
“Vedrai che tornerà tutto come prima”, dire quelle parole consolatorie feriva il mio orgoglio. Lo strinsi a me e rimanemmo per qualche minuto in silenzio. Lo sentii tirare su col naso: stava piangendo. Mi spiazzò.
Non tornerà tutto come prima – biascicò, per la prima volta lo vidi così vulnerabile, il cuore mi andò in mille pezzi – è finita. Mi ha lasciato nello stesso istante in cui le ho chiesto di sposarmi. Che cazzo vivo a fare?”, mi staccai da lui e feci in modo che mi guardasse negli occhi, “Tu vivi per me – feci una breve pausa – vivi per me e per gli altri, per noi che stiamo vivendo il nostro sogno, per quello che abbiamo costruito nella nostra vita, vivi per la gente che ti ama e ti supporta e non per chi non ti sa apprezzare, per chi si spaventa, per chi non ti capisce e non ti ama”, riuscii a far cessare le sue lacrime, ma la sua espressione mi distruggeva. Lo abbracciai forte e lui ricominciò a piangere, questa volta tacqui, aveva bisogno di sfogarsi.
Mi sarei dovuto sentire sollevato, avevo pregato per giorni e giorni affinché lei dicesse di no, ma vederlo in quello stato mi fece pensare a che persona orribile io fossi in realtà. Quando mi parlò delle sue intenzioni, celai i miei veri pensieri dietro ad un finto sorriso e finsi di essere felice per lui, ero il suo migliore amico, ed è questo che ci si aspetta dai migliori amici. Io, meglio di chiunque altro, sapevo quanto Liam la amasse, quanto fosse preso, quanto la sua testa fosse piena di lei, almeno quanto la mia fosse piena di lui. Mi chiesi che reazione avrebbe avuto se gli avessi confessato i miei sentimenti celati per tanto tempo, mi morsi la lingua per quel pensiero così egoista. Liam rialzò la testa, “Grazie”, mormorò.
Il mio corpo è sempre pronto per consolare qualche donzella triste”, scherzai pizzicandogli le guance, lui rise e questo dolce suono mi aprì il cuore, sorrisi. Si staccò da me, si sfregò gli occhi con le mani e mi guardò fisso negli occhi. Deglutii a forza, incapace di sorreggere quello sguardo così triste ma nel contempo così caloroso.
Questa notte ho preso una decisione”, disse all'improvviso. Avevo un pessimo presentimento.
Che decisione?”, esitavo, non avevo realmente voglia di ascoltarlo.
Torno a Wolverhampton”, lo guardai confuso: avevamo ancora due settimane di pausa prima di riprendere il tour, un break magari gli avrebbe fatto bene anche se non ero esattamente pronto a staccarmi da lui.
Ah beh, sì puoi..”, non suonavo molto entusiasta, ma mi sforzai al massimo per appoggiare la sua decisione.
Torno a Wolverhampton, per sempre”. Ero sotto shock, avevo davvero udito quelle parole?
Cosa?”, feci finta che quello fosse un brutto sogno, un brutto sogno da cui svegliarmi al più presto.
Hai capito bene”
Non sapevo bene come reagire, se alzarmi e prenderlo a pugni, se gettarmi a terra in preda alle lacrime, se ridergli in faccia. Non riuscivo a capire cosa avesse nella testa Liam. Ci misi un paio di minuti per ingoiare la notizia, la sua decisione che, come al solito, si rivelava un'immensa cazzata.
No - dissi alla fine con la voce rotta – no, no, assolutamente no”
Ho già preso la mia decisione, Zayn”
“E io ti dico di no, non te ne puoi andare, non puoi, cazzo Liam che hai in testa?”, alzai la voce più del dovuto, qualche vecchietta si voltò per guardarmi.
Abbassa la voce, Zayn”
“Abbassa la voce sto cazzo, Liam. Come puoi pensare una cosa così egoista? Non te ne importa nulla di me, di noi, di tutto?E tu pensi che io non ci abbia riflettuto abbastanza?”
“Penso di no, visto che sei arrivato a questa conclusione in una nottata, per di più dopo aver subito un trauma”
“Non è una cosa che ho partorito in una notte”, mi sentii incredibilmente ferito, “E quando l'avresti decisa?”
“è da un po' che ci penso in verità e credo di essermi stancato di questa vita stressante, questa vita che non mi permette di avere rapporti umani degni di essere chiamati tali”
Vaffanculo – sbottai – vaffanculo proprio. E il nostro rapporto come lo chiami? Io e gli altri cosa siamo per te? Non siamo una famiglia? Non siamo tutto?”, urlavo per far sì che le lacrime non sgorgassero imperterrite dai miei occhi, urlavo perché era troppo forte la disperazione, urlavo noi ma nella mia testa c'eravamo solo io e Liam.
Non ho intenzione di interrompere i rapporti con voi ma con questo mondo che non mi appartiene!”
Rovinando il nostro sogno, la nostra avventura, tutto ciò che abbiamo costruito insieme e tutto per una puttanella qualunque”, probabilmente non avrei dovuto pronunciare quelle parole, anche lui si infervorò esattamente come me, “Allora non mi ascolti, Zayn. Ti sto dicendo che non ce la faccio più, ho bisogno di staccare e magari cambierò idea ma adesso non ce la faccio ad indossare una maschera, sorridere e fingere che tutto vada bene, non ce la faccio proprio. Non sono come te, io!”
Cosa intendi?”, chiesi con un filo di voce, sentii tutta la stanchezza accumulata in una notte insonne crollarmi sulle spalle.
Io ti conosco meglio di chiunque altro, Zayn. Riesco a vederlo quando soffri ma cerchi di celarlo il più possibile, sei un bravissimo attore ma non mi inganni, spesso sono stato tentato dal chiederti quale fosse il tuo problema, perché fossi triste nonostante la vita fantastica che stavamo vivendo, finché, finché non mi sono reso conto di essere anche io triste, per niente soddisfatto. Non era questo che avevo immaginato per me, per noi in quel lontano giorno in cui ci siamo conosciuti..”
E allora perché vuoi lasciarmi qui, così?”, incastonò gli occhi scuri nei miei, scosse la testa, “Ho bisogno di un taglio netto, mi dispiace Zayn”
Perché se eri consapevole del fatto che non fossi felice non sei mai intervenuto? Perché, Liam, perché?”
“Perché.. non ho mai pensato di essere la persona giusta per questo genere di situazioni, d'altronde tu hai Perrie che sicuramente ti capisce meglio di me e ti starà vicino ora”
Io non ho parole.. Perrie? Ma come ti viene in mente”, avrei dovuto aggiungere che io volevo solo lui, che solo lui si era reso conto di come mi sentissi, ma tacqui.
Vorrei che ci fossi questo pomeriggio quando lo dirò ai ragazzi, ho bisogno del tuo supporto”
“Io non ti appoggerò in questa idea malsana”, corsi via, lui prese a seguirmi ma io correvo troppo veloce, cosa che sorprese anche me. Dopo un po' lo seminai, decise di lasciarmi il mio spazio.
Non mi fermai finché non mi prese un crampo alla coscia, mi accasciai sul marciapiede per riprendere fiato. Mi chiesi se la surreale conversazione avuta con Liam fosse stata frutto della mia fervida immaginazione, magari un incubo creato dal mio subconscio. Mi cullai in questa idea per qualche istante: una volta svegliato sarebbe tornato tutto alla normalità, avrei fatto colazione sul divano accanto a Liam e poi avrei giocato ai videogames con Niall. Quando riaprii gli occhi, però, mi ritrovai seduto su un lercio marciapiede della periferia di Londra, sperso, stanco e affamato. Sperai che nessuno mi riconoscesse, ero conciato davvero male e stento a credere che qualcuno vedesse in me il perfetto Zayn Malik della televisione o del web. Non sapevo dove andare e mi pareva di essere lontanissimo da casa. Tra l'altro non volevo tornare nel posto in cui Liam stava rovinando la vita anche gli altri, dopo aver preso la mia e averla calpestata ripetutamente. Mi calai il cappuccio sulla faccia e mi rimisi in piedi, camminando senza meta per le vie secondarie della città. Per caso mi ritrovai nel quartiere dove abitava Perrie, la fidanzata che mi aveva appioppato il management un po' per pubblicità un po' per taciti accordi che non volevano comunicarmi. Decisi di controllare se fosse a casa. Fu oltremodo gioiosa quando citofonai e mi disse di salire immediatamente. Presi l'ascensore e mi guardai allo specchio, tentando di dare una sistematina a quel casino che chiamavo faccia, ero così scosso e provato che persino una un po' tonta come Perrie si sarebbe accorta del mio stato d'animo. Mi accolse con un abbraccio e un bacio, le chiesi di poter andare in bagno e vi passai dentro più di un quarto d'ora.
Ehi Zayn, tutto ok lì dentro?”
Sì tutto perfetto”, risposi ironicamente, mi soffiai il naso con della carta igienica e mi sciacquai nuovamente il viso per cercare di mascherare gli occhi arrossati dalle lacrime. Quando uscii, mi avventai sulla mia ragazza: la baciai senza lasciarle il tempo di rifiatare, la presi lì sul pavimento cercando una soluzione ai miei problemi nel sesso, 'magari questa volta cambio idea, riesco a togliermi Liam dalla testa, Liam Liam Liam'. Mi stesi sul freddo marmo e ripresi fiato, vergognandomi profondamente di me stesso.
P prendimi una sigaretta, per favore”, me la accesi e la fumai lentamente, godendola appieno. Poi mi rivestii.
Vai già via?”, mi domandò lei con un'espressione triste, non era antipatica o cattiva o brutta, soltanto non era lei che aveva rubato il mio cuore.
Sì, e non credo che tornerò più”, chiusi la porta dietro di me, non avevo voglia di assistere ad alcuna scenata, lei non mi rincorse, in fin dei conti forse mi aveva capito almeno un po'.
Rincasai molto tardi quella sera, con un taxi. La casa era immersa in un buio spettrale, era silenziosa, tutti erano nelle proprie stanze. Salii facendo meno rumore possibile le scale e mi fiondai in bagno, concedendomi una buona ora di doccia bollente. Tornando nella mia stanza, avvertii delle voci provenire dalla stanza di Harry, furtivamente mi avvicinai e mi misi in ascolto. Louis stava tentando di consolare il ragazzo, mi sentii in colpa senza una particolare ragione, avevo voglia di prendere Liam e picchiarlo violentemente. Mi fermai davanti alla sua stanza e bussai, ma non ottenni alcuna risposta, riprovai diverse volte, sbattendo il pugno contro il legno sempre più vigorosamente.
“Zayn smettila, Liam non c'è”, Niall si affacciò dalla sua stanza, soffocando uno sbadiglio.
Dov'è?”
In hotel, ha pensato che non fosse il caso di rimanere qui dopo.. beh dopo oggi”
Ah..”, lui tirò un sorriso, “'notte”, richiuse la porta dietro di sé. Sbattei piano la testa contro la porta della stanza di Liam, realizzando per la prima volta concretamente che era finita.


Era passato un mese da quando Liam ci aveva detto addio, lasciandoci in un enorme casino. Restavamo chiusi in casa per la maggior parte del tempo, nessuno era in grado di affrontare la realtà. Io più di tutti passavo il mio tempo chiuso in camera, sul letto a fissare il soffitto. Finché quel pomeriggio Louis decise per tutti che dovevamo finirla di comportarci in quel modo. Irruppe nella mia stanza ma non ci feci caso più di tanto, troppo preso dalle mura candide della camera.
Dobbiamo parlare”
Mmh”
Sono serio, Zayn. Guardami”, si sedette sul mio letto e fui costretto a poggiare gli occhi su di lui: era distrutto, quasi irriconoscibile.
Dimmi”, mi misi a sedere.
è ora di reagire – esordì – questa situazione ci sta uccidendo”
“Non possiamo farci nulla noi”
Invece sì, cazzo. Sembriamo un gruppo di ottantenni reduci di guerra con gli occhi vacui persi a pensare vecchi momenti”
è inutile che ti infervori tanto, Lou. Non possiamo fare nulla”. Da quanto mi avevano raccontato gli altri ragazzi, Liam aveva detto loro che si sarebbe preso soltanto una piccola pausa di riflessione, che sarebbe tornato presto: balle, soltanto balle.
Ha detto che sarebbe tornato, è passato un mese..”
“Forse ha bisogno di più tempo – mentii – anche se non so se tornerà a questo punto..”
“Devi andarlo a riprendere!”, il suo suonò come un ordine, lo guardai perplesso, “Cosa?”
Solo tu puoi portarlo indietro”, lo disse con un'espressione seria, convinta ma io scrollai la testa, “Forse un tempo ma ora non più”
“Rimarrai sempre il suo migliore amico”
“Ti dico che le mie parole non servirebbero a nulla. Credi che non abbia cercato di fermarlo? Non mi ha dato per niente ascolto”
“Ma ora è passato un mese e ha avuto tutto il tempo per riflettere, non credo che sia ancora sotto shock – sgranai gli occhi, non pensavo che Liam avesse parlato loro di cosa era effettivamente successo quella sera – non fare quella faccia, lui non ci ha detto nulla. Però insospettito ho chiamato la sua ragazza che mi ha spiegato tutto. Sai Zayn io pensavo che ce l'avesse davvero con noi quando ha fatto quella scelta, ho pensato che fosse davvero finita ma dopo quella chiamata mi sono sentito sollevato ho pensato: c'è ancora una speranza. Scommetto che non hai mai smesso di sperare nonostante la maschera di duro che indossi”, mi passò una mano tra i capelli con fare fraterno, gli sorrisi leggermente, “Non saprei nemmeno cosa dirgli per farlo tornare indietro”
Sono sicuro che le parole ti verranno in mente non appena incrocerai il suo sguardo”, e in quel momento mi resi conto che Louis sapeva quello che cercavo di nascondere da anni, volevo chiedergli come avesse fatto a scoprirlo, ma era Louis e mi avrebbe sicuramente risposto con un sorrisetto strafottente.
Potrei provare a chiamarlo..”, tentai una via di fuga.
Ah ci ho già provato io ma deve aver cambiato numero, non risponde. Non prendermi per fesso, che fesso non sono”. Restammo in silenzio per qualche istante ma all'improvviso sentimmo un rumore assordante provenire dal piano inferiore: ci precipitammo giù dalle scale. Ai piedi di Niall c'era un bicchiere frantumato in mille pezzi, l'acqua si stava propagando velocemente sul pavimento, “Non volevo.. non volevo”, biascicava il biondo. Si chinò per raccogliere i pezzi e finì col ferirsi, “Niall lascia stare, faccio io”, dissi, essendo di gran lunga più tranquillo di lui in quel momento. Harry era steso sul divano e guardava impassibile la scena, aveva uno sguardo vuoto, irriconoscibile.
Ehi Niall, non è successo nulla, devi stare solo più attento”, Louis gli diede un paio di pacche sulla spalla ma il ragazzo era ancora troppo scosso.
Che è successo?”, domandai, rivolgendomi a Harry, lui fece le spallucce, “Niall è spaventato dalla realtà”
“Realtà? Che realtà?”, chiese Louis, continuando a consolare il biondo.
Beh che Liam è andato via per sempre, non tornerà più semplicemente perché si è stancato di noi. Basta. Fine”
Non è così – persi il controllo – non sparare cazzate!”
“è finita, Zayn”, annuì Harry, avevo una voglia matta di prenderlo a pugni in faccia ma mi trattenni anche per evitare di sconvolgere Niall ancora di più. Louis si avvicinò a me, “Sai quello che devi fare, qui ci penso io”, mi sussurrò nell'orecchio senza che gli altri sentissero. Annuii, riconobbi a Louis il fatto di essere il più maturo del gruppo, da solo stava tenendo sotto controllo meglio che poteva una situazione ingestibile. Uscii furtivamente mentre Louis cercava di calmare quelli che, più che ottantenni, sembravano bambini dell'asilo. Non mettevo piede fuori da troppo tempo, l'aria gelata mi fece rabbrividire. Chiamai un taxi e mi feci portare alla stazione più vicina. Non prendevo un treno da anni ed anni e mi chiesi se fossi ancora capace. Temevo di essere riconosciuto, mi coprii la testa col cappuccio della felpa e indossai gli occhiali scuri, probabilmente davo più nell'occhio in quel modo, ma l'avevo visto fare in tutti i film. Per tutto il viaggio non feci altro che pensare alle parole da dire a Liam, come l'avrei convinto a tornare? Non mi veniva in mente. Le due ore e mezza di treno si rivelarono inutili.
Ricordavo alla perfezione dove andare, ero stato lì solo un paio di volte ma era come se fosse la mia seconda casa. Camminai per un quarto d'ora circa e mi ritrovai davanti ad una casa, uguale a tante altre case lì attorno ma ero perfettamente sicuro che si trattasse della sua. Cosa avrei fatto adesso? Mi tolsi gli occhiali da sole e li ficcai nello zaino, tentai di aggiustarmi i capelli, ero particolarmente nervoso.
Non avevano un citofono, quindi bussai un paio di volte contro il portone. Dopo qualche istante venne ad aprirmi Liam, “Zayn!”, sfoderò un sincero sorriso e io sentii le gambe cedermi: non lo vedevo da così tanto tempo e non mi aspettavo che venisse proprio lui ad aprirmi. Mi abbracciò e io a malapena riuscii a rispondere all'abbraccio. Mi invitò ad entrare, io annuii e lo seguii. Mi guardai un po' attorno, aspettando di vedere la madre di Liam, “Se cerchi mia madre è via”, mi disse lui infine.
Mi fece cenno di sedermi accanto a lui sul divano, io mantenni le distanze perché non ero sicuro di come avrebbe reagito il mio corpo alla sua vicinanza.
Allora che mi racconti? Tutto ok a casa?”
Se così si può dire..”, mormorai io in risposta, senza guardarlo.
Zayn non sai quanto mi dispiace..”, a questo punto alzai lo sguardo, lo vidi davvero dispiaciuto ma questo non bastò a placare il rancore accumulato in quel mese.
Lo so che ti dispiace, dispiace anche a me”
“Gli altri come stanno?”
Perché me lo chiedi? Ti interessa?”, non potei far a meno di rispondergli acidamente.
Zayn smettila di comportarti in questo modo, è ovvio che mi interessa, a me.. mancate tutti”, la sua voce si incrinò, era consapevole del fatto che la sua scelta danneggiava sia se stesso sia le persone a lui più care.
Beh più o meno stiamo tutti bene, sì ecco.. in verità sono qui per una ragione”
“Dimmi”, mi guardò con fare incoraggiante, la cosa non mi aiutò.
Avrei voluto dirti che ti odiamo per quello che hai fatto, che ci hai delusi, che non vogliamo più avere niente a che fare con te. Hai preso la decisione più egoistica possibile non pensando a noi, alla tua famiglia, ma solo pensando a te stesso. All'inizio credo che insieme all'incredulità, qualcuno di noi ti abbia odiato, un po' di rancore continua ad esserci, ma chi puoi biasimare? Però, Liam, abbiamo bisogno di te, sappiamo che non è ancora finita”, avevo il fiato corto e il cuore in gola mentre gli parlavo, aspettai la sua reazione per un paio di secondi: scosse la testa. “Non posso davvero, non posso”
Cosa te lo impedisce? Ti sei davvero stancato di tutto questo?”, mi stavo innervosendo, come poteva non capire? Pensavo di conoscerlo, ma forse mi sbagliavo.
Non mi sono stancato.. solo che non posso, non posso proprio – si alzò e prese a camminare avanti e indietro per la stanza – tu non puoi capire..”
“Se magari mi spiegassi! Sono o non sono il tuo migliore amico?”
Lo sei, lo sarai per sempre – sospirò – ma non posso né dirtelo né tornare indietro”
“Nessuno ce l'ha con te, Liam. Non farmi implorare, ti prego”
“Lo stai già facendo, Zayn”, mi prese in giro, si avvicinò e mi passò una mano tra i capelli. Io sbuffai e mi stravaccai sul divano, all'improvviso mi sentivo terribilmente stanco.
Prima stavo per farmi una doccia, mi aspetti qui?”, non risposi perché quello che udii effettivamente non arrivò al mio cervello che era già salito sul treno dei sogni.
Fui risvegliato dalla mano di Liam che mi scuoteva la spalla con decisione, “Zayn, ehi Zayn svegliati”, il suo viso era vicinissimo, potevo sentire il profumo della sua pelle appena lavata, gli risposi con un sorriso, ancora impossibilitato ad aprire gli occhi. “Vado a preparare qualcosa da mangiare”
“Mh”, fui assolutamente d'accordo.
Dopo aver mangiato, Liam propose di andare a fare un giro, io ero stanco ed assonnato ma non gli risposi di no, mi diedi una rinfrescata in bagno, indossai una delle sue t-shirt e uscimmo.
Ti va di andare in bici?”, mi chiese sorridendo Liam, io alzai le spalle, tutto era meglio che camminare, “E bici sia..”, dissi con non troppo entusiasmo.

Attraversammo una leggera boscaglia per fermarci, poi, davanti alle sponde di un laghetto: qualcuno dal lato opposto stava pescando, c'era anche qualche barchetta e tante papere che, ogni tanto, starnazzavano freneticamente. Liam buttò la bici a terra e corse verso l'acqua, io non potei fare a meno di imitarlo. Salì su un piccolo molo di legno, si tolse le scarpe e si sedette, lasciando penzoloni le gambe, i suoi piedi sfioravano l'acqua. Mi misi accanto a lui, restammo a lungo in silenzio. Non ero tranquillo, quella situazione idilliaca mi rendeva ancora più irrequieto. Mi stavo dilaniando le mani, e Liam se ne accorse, “Cosa c'è che non va?”
“Eh? Ah nulla..”, mi afferrò il polso, per farmi smettere, “Non mentire..”, provai a divincolarmi, senza successo.

Ti ho detto nulla”
“E io ti ho detto di non mentirmi, credi che non ti conosca?”
“Esatto credo che tu non mi conosca, - affermai, ero stanco di tenermi tutto dentro – altrimenti non mi avresti mai lasciato indietro così, se mi avessi realmente conosciuto avresti saputo che ci sarei rimasto malissimo, che avrei pianto. Non ho fatto altro che pensare a te, Liam. E non da quando te ne sei andato, ma da sempre, da quattro anni a questa parte. Quindi vaffanculo le tue stronzate, i tuoi non posso, metti da parte l'orgoglio e parlami seriamente. Dimmi perché hai lasciato la band, dimmi perché mi hai lasciato da solo”, ero sull'orlo di un precipizio: la sua risposta avrebbe potuto tirarmi in salvo oppure farmi cadere nelle viscere della terra. Presi coraggio e lo guardai negli occhi, nei suoi occhi marroni, profondi e mi chiesi quali emozioni potessero celare. Ero stato inopportuno? Cosa aveva capito delle mie parole?
Non so se sono davvero pronto”, mormorò a mezza voce, stava cedendo.
Sai che puoi dirmi tutto, a volte posso essere scontroso e impaziente, ma ti ascolterò, prometto che lo farò senza attaccarti e se vorrò farlo mi morderò la lingua, quindi parlami”, lo stavo pregando, ma non ero più in grado di reggere quella situazione. Liam rise, forse per il nervosismo, e solo in quell'istante mi accorsi che non aveva ancora lasciato il mio braccio, arrossii violentemente. Si guardò attorno, “Forse è meglio se torniamo a casa”
“Hai delle cose da dirmi!”, protestai.
Non mi va di dirtele qui”, si alzò e fui costretto a seguirlo. Il viaggio di ritorno fu ancora più silenzioso di quello di andata, la mia testa era piena di quesiti a cui non trovavo risposta. Ero leggermente spaventato da quello che Liam stava per dirmi, come sarebbe cambiato il nostro rapporto? Avevo davvero così tanta voglia di sapere la verità? Mi aspettavo di trovare sua madre, ma della donna nessuna traccia. Mi invitò al piano di sopra, nella sua stanza. Le mani mi stavano sudando. “Allora?”, chiesi nervosamente, dopo essermi seduto sul suo letto.
“Sei davvero impaziente”, sospirò lui, alzando gli occhi al cielo.
Sei tu a tirarla troppo per le lunghe, mi metti ansia”
Creo un po' di atmosfera”, la buttò sullo scherzo, gli diedi una pacca sulla testa, “Avanti”.
Allora – prese un respiro e mi guardò – è una storia lunga e complicata e anche parecchio imbarazzante. Ancora non sono molto sicuro di volertela raccontare, però mi obblighi e non ho scelta, giusto?”
“Giustissimo”
Tempo fa ti ho detto che avevo già da tempo meditato se lasciare la band, è così. È stata la decisione più sofferta che abbia mai preso visto che adoro quello che facciamo e voglio bene ad ognuno di voi. Ti ho detto che questa vita mi stava uccidendo, troppo stress, troppo fiato sul collo, nessuna libertà. Mi ero sicuramente soffermato solo sulle cose negative che il nostro lavoro comporta. Ci ho pensato a lungo, per mesi e mesi, ho pensato ad una scusa, ad un pretesto per poter lasciarmi tutto alle spalle senza trovare mai niente. Mi interrogavo notte e giorno, volevo davvero abbandonare quella vita? No, assolutamente no, ma ero obbligato a farlo..”
“Non ti seguo, perché eri obbligato?”, gli strinsi istintivamente una mano nella mia, il suo viso era corrucciato.
è difficile da spiegare, stavo vivendo una situazione ingestibile dal mio fisico e della mia psiche, stavo cedendo”
“Non mi stai rendendo le cose più chiare, te ne rendi conto?”
E allora mi venne in mente quella fantastica idea – ignorò completamente la mia domanda, tornando a dar voce al suo flusso di pensieri – ho pensato che se avessi sposato la mia ragazza avrei potuto dare un taglio a quella vita, un taglio non netto, ma un taglio sì. In fondo le volevo bene, quindi si poteva fare. Avrei lasciato la casa, mi sarei preso un po' di pausa ma comunque non avrei lasciato la band, saremmo stati tutti più felici così. In realtà la notte, quando mi ritrovavo da solo nel letto e avevo occasione di riflettere al meglio sapevo di sbagliare, era tutto sbagliato, ma di giorno facevo finta di niente. Avevo organizzato tutto alla perfezione e quando lei mi ha detto di no, tutte le mie bugie, le mie aspettative mi sono crollate addosso. I miei programmi, tutto era sfumato con quell'unica parolina. Cosa avrei dovuto fare? Lasciare la band mi è sembrata l'unica decisione plausibile”, abbassò lo sguardo, io mi sentivo più confuso di prima. Passarono alcuni secondi, lentamente. Respirava piano e stringeva la mia mano, attraverso la quale potevo sentire il suo battito cardiaco, forte, dirompente. Stavo per disotterrare la verità. Rimasi in silenzio, aspettando che a lui tornasse la voglia di parlare.
è stata una decisione sofferta, ma in quel momento mi sembrava davvero la più plausibile. Adesso credo di aver cambiato idea ma non so se posso tornare sui miei passi”
“Nessuno ti criticherà, noi ti vogliamo bene, Liam e ti accoglieremo a braccia aperte”, 'io soprattutto', pensai ma mi trattenni dal dirlo.
Come posso tornare in un posto dove non mi sento a mio agio? Dove non mi sento me stesso?”, quelle parole mi ferirono, deglutii a forza, “Perché non ti senti a tuo agio? Perché non ce ne hai mai parlato? Perché non me l'hai mai detto?”, il tono della mia voce rasentava l'isterismo.
Perché.. mi sono innamorato di.. te”, fu un mormorio quello che uscì dalle sue labbra ma mi travolse come un fiume in piena, lo guardai incredulo, con gli occhi sgranati come se mi avesse parlato in una lingua a me sconosciuta, e probabilmente l'aveva fatto.
Cosa?”
Hai capito”, la sua espressione era triste e rassegnata, mentre io non riuscivo a dare una forma ai miei pensieri, alle mie sensazioni. Stavo per rispondergli quando ricominciò a parlare, “L'ho capito tempo fa, l'ho capito subito che stava succedendo qualcosa di cui mi sarei amaramente pentito poi. E tentai di bloccare questo sentimento sul nascere, ma cresceva a dismisura e non avevo né la forza né la voglia di imbrigliarlo. Mi crogiolavo al tuo pensiero, catturavo ogni tuo sguardo, sorriso, frase anche detta alla leggera. E assieme a questo sentimento nacque la gelosia, nei confronti dei ragazzi, nei confronti di Perrie, nei confronti dell'aria che respiravi. Eri il mio migliore amico, avevo il diritto di avere queste pretese su di te? Potevo volerti tutto per me? Assolutamente no. Sapevo, anzi so che tu mi vuoi bene, so che mi consideri il tuo migliore amico, ma quello che provo io per te va ben oltre l'amicizia, per questo ho dovuto lasciare la band. Tutto questo mi stava uccidendo”, non potevo credere alle mie orecchie, quella di Liam suonò come una vera e propria dichiarazione ed ero allibito: da anni sognavo una situazione del genere, sognavo di sentirmi dire queste parole e immaginavo me stesso che felice come non mai gli sarei saltato al collo, l'avrei travolto con la mia incontenibile gioia. Ma in quel momento riuscii soltanto a guardarlo negli occhi, ammutolito per un po', “Io e Perrie non stiamo più insieme, ho rotto con lei subito dopo che mi hai detto che avresti lasciato la band, io non l'ho mai amata e dovresti saperlo”, dissi alla fine, era inappropriato ma fu l'unica cosa che il mio cervello in panne riuscì a formulare.
Mi fa piacere”, mormorò lui. Dovevo assolutamente dire qualcosa, mi sforzai cercando le parole giuste, ma nulla mi sembrò appropriato. “Dovresti tornare a casa con me, dico sul serio”
“Ma non hai ascoltato una parola di quelle che ti ho detto? Guarda che non stavo scherzando”
“Lo so e ti ho ascoltato e la mia soluzione è: torna a casa, con me. Devi farlo perché, ecco, io provo.. le stesse cose per te e nel corso degli anni è stato così difficile e solo adesso mi rendo conto che anche tu hai sofferto con me, per lo stesso identico motivo. Non è tragicamente divertente?”
Mi prendi in giro?”
Ho la faccia di uno che potrebbe prenderti in giro? Su avanti, non scherziamo”, gli diedi un pugno leggero sulla spalla, lui mi afferrò il polso con decisione ma senza farmi male e fissò intensamente negli occhi. Non ero in grado di reggere quello sguardo, mi stava esplorando l'anima, la stava sconquassando con quegli occhi marroni. Avvicinò il viso al mio e prima che potessi rendermene poggiò le sue labbra sulle mie. Avevo immaginato quel momento milioni di volte ma la mia fantasia non era nulla se confrontata con la realtà. Chiusi gli occhi e mi lasciai baciare, mi passò una mano delicatamente sul viso per poi fermarsi. Mi guardò negli occhi, stava sorridendo, “Allora è vero?”, lo spinsi di lato, “Certo che è vero!”, affermai, fingendo di essermi offeso. Mi abbracciò e non mi lasciò andare per diversi minuti, “Allora torni a casa?”, gli chiesi, speranzoso.
Sì, ma non subito”
Che vuol dire non subito?”, mi staccai da lui, cosa c'era ora che non andava? Lui continuò a sorridere, aveva un che di strafottente e mi chiesi cosa avesse in mente.
I miei sono via per un po', che ne dici di rimanere da me un paio di giorni? Poi ti prometto che torniamo a Londra e mi comporterò bene”, persi un battito per la sua proposta, accettai di buon grado, avevo terribilmente voglia di passare un po' di tempo da solo con lui.
Ah però devo fare una chiamata”
Chi devi chiamare?”
Lou”
“E che gli devi dire?”, aggrottò le sopracciglia, io sorrisi e gliele spianai con un lieve tocco.
Che è andato tutto bene”. Uscii dalla stanza, scesi le scale e mi diressi verso il giardino che dava sul retro della casa, pescai il telefono da una tasca dei pantaloni e attesi che Louis mi rispondesse.
Zayn?”, la sua voce era preoccupata.
Lou! È andata, Liam tornerà è tutto perfetto”
“Dici sul serio? Tornate a casa?”
“Beh ecco, non.. non subito”, esitai, sorridendo tra me e me.
Capisco. Vado a dare la buona notizia ai ragazzi, voi non divertitevi troppo, mi raccomando”, interruppe la chiamata, Louis era davvero più perspicace di quando desse a vedere.
Tornai in casa e trovai Liam steso sul suo letto, sotto le coperte. Senza farmi troppi problemi, mi misi accanto a lui. Mi strinsi contro il suo corpo, lui mi passò una mano nei capelli, “Te li sei fatti crescere?”
“Sì – annuii – non è che sia uscito molto spesso di casa ultimamente”Ti stanno davvero bene”, sussurrò nel mio orecchio, sentii i brividi lungo la colonna vertebrale. Mi voltai per guardarlo in faccia, aveva un'espressione beata, sorridente e ringraziai non so chi per aver fatto in modo che quel momento diventasse realtà. In quell'istante non pensai ad altro che non fosse Liam, a noi due, a quello che il tempo ci avrebbe riservato. E per la prima volta mi sentii davvero felice, soddisfatto di quello che ero, di chi avevo scelto di diventare. Ci addormentammo abbracciati, un dolce epilogo di una giornata che cambiò per sempre l'andamento delle nostre vite.
_________

Nda
Non scrivevo una Fan Fiction da diversi anni, poi però ho visto questi due e mi sono sentita ispirata, quindi ecco cosa ha partorito quel malato del mio cervellino.
Vi ringrazio se siete riusciti a leggere questa enorme One Shot, dovete sapere che le mie storie inizialmente devono sempre essere brevi, poi mi faccio prendere la mano ed ecco cosa accade: si trasformano in epopee. Ammiro il vostro coraggio e la vostra costanza, quindi se vi è piaciuta, se vi ha fatto schifo, se vi ha fatto provare qualsiasi cosa sarei davvero felice di leggere i vostri commenti. Con questo chiudo, e magari ci si vedrà prossimamente con un'altra storiella.

Can I take you home? è dedicata a quella bellissima della mia ragazza che passa il tempo a sbarellare (come me, del resto) dietro a Larry e Ziam.
Adios

 

  
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