23/05/2013
0 recensioni- L'osmosi degli obelischi secolari.
Atomi speculati sui ritorti asfalti viscerali,stringhe di parallelismi ai pedici delle trasfusioni acide
e nettari ancestrali depredati alle genetiche ascendenze,
alle primogenite antefisse di ramificazioni d’ambrosia,
alle congenite protuberanze dei natali uteri detonati.
Circoscrizioni agnostiche alle collaterali collisioni,
ai frutti primari delle deflagrazioni curative.
Sindromi catartiche inclinate ai cursori dei giganti,
porcellane al Prozac di cleptomani iniezioni
e translucide simulazioni di cicliche fecondazioni
in vetrine di cloni mercantili agli sbocchi metropolitani.
Contusioni aristocratiche sulle rive degli obelischi raziocinanti;
carezza l’emissario d’elisir il pugilatore del predominio solare.
Lacerazione; madre in inganno è degustata dagli sputi dei veggenti.
Corpuscoli di miasmi produttivi eclissano ombre torrenziali;
eppur amletiche oscillazioni inoculano, i fulcri in meditazione,
in contorsioni metalliche dalle atmosfere ibridate
e repulsioni gioviali di ceneri notturne nei crocevia equanimi.
Erosione al tempo, profondono venti antartici nei deserti.
Allucinazioni rarefatte sulle pendici delle apocalissi ripetute,
deliri in combustione dai falò d’eruzioni emozionali cagionati.
Enigmi umanistici prolassati nei campi ululanti,
nelle redenzioni materne dei germogli remoti del pianto,
nei vuoti siderali delle incomprensioni al principio,
e cristalli intangibili dai genocidi dei continenti orchestrali.
Osmosi d’armonico esordio s’effonde nelle funeree cere,
e riverberano i borghi negli ospizi dei roghi accesi.
Genitrice dei preamboli, sorgi.
Ammalia i lobi stradali il grappolo concezionale.
Sindromi catartiche inclinate ai cursori dei giganti,
porcellane al Prozac di cleptomani iniezioni
e translucide simulazioni di cicliche fecondazioni
in vetrine di cloni mercantili agli sbocchi metropolitani.
Contusioni aristocratiche sulle rive degli obelischi raziocinanti;
carezza l’emissario d’elisir il pugilatore del predominio solare.
Lacerazione; madre in inganno è degustata dagli sputi dei veggenti.
Corpuscoli di miasmi produttivi eclissano ombre torrenziali;
eppur amletiche oscillazioni inoculano, i fulcri in meditazione,
in contorsioni metalliche dalle atmosfere ibridate
e repulsioni gioviali di ceneri notturne nei crocevia equanimi.
Erosione al tempo, profondono venti antartici nei deserti.
Allucinazioni rarefatte sulle pendici delle apocalissi ripetute,
deliri in combustione dai falò d’eruzioni emozionali cagionati.
Enigmi umanistici prolassati nei campi ululanti,
nelle redenzioni materne dei germogli remoti del pianto,
nei vuoti siderali delle incomprensioni al principio,
e cristalli intangibili dai genocidi dei continenti orchestrali.
Osmosi d’armonico esordio s’effonde nelle funeree cere,
e riverberano i borghi negli ospizi dei roghi accesi.
Genitrice dei preamboli, sorgi.
Ammalia i lobi stradali il grappolo concezionale.