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Autore: GretagGrace    23/05/2013    3 recensioni
Il peggior ricordo di Severus Piton visto da un inusuale punto di vista: quello di Lily.
Che cosa pensava, davvero, la giovane Grifondoro quando ha pronunciato davanti al ritratto della Signora Grassa quel "non m'importa" che mise fine alla sua amicizia più importante ?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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E' giusto così

 

-Schifosa Mezzosangue!

Quelle parole le rimbombavano ancora nella mente e non accennavano a volersene andare. A pronunciarle era stato proprio Severus, il suo Severus.

Quello che, al contrario di molti altri, da sempre in lei aveva visto solo la magia e non la provenienza da un altro mondo. Lo aveva notato subito e anche con il passare degli anni le cose non erano cambiate. Persino i ragazzi della sua casa, che per definizione non dovrebbero badare a cose come la purezza di sangue, ogni tanto, scherzosamente, accennavano al suo sangue sporco.

E la persona, invece, che non ne aveva mai parlato, nemmeno per gioco, era proprio il suo Severus, un Serpeverde coi fiocchi.

Lui le era sempre accanto, da quel lontano pomeriggio nel parchetto dietro casa, quando le aveva rivelato la sua natura di strega.

In cuor suo, Lily sapeva che le cose non potevano continuare ancora a lungo tra loro, un'amicizia no, sicuramente.

Lo aveva capito da come la guardava, da come sorrideva impacciato ogni volta che lei pronunciava il suo nome. Lo aveva capito da quando il Cappello Parlante l'aveva smistata in Grifondoro e il suo migliore amico era diventato un Serpeverde. Un' amicizia tra loro era difficile ed impegnativa. Lei che doveva sopportare in silenzio tutte le critiche per quell'amicizia, e lui, che per guadagnarsi il rispetto dei suoi compagni,doveva insultare quelli come lei.

Un legame poteva esserci tra una Grifondoro e un Serpeverde ? Sì, poteva esserci, ma richiedeva molto coraggio, coraggio che Lily non si sentiva in corpo. Era più facile, più naturale essere una delle tante ostili alla casa di Salazar; essere amica di Severus era tutta un'altra storia, non era né facile, né naturale.

Significava avere la forza di andare controcorrente, contro tutto e tutti, contro qualsiasi morale o buonsenso. E ci voleva anche dell'altro. Un qualcosa che smuovesse tutto questo coraggio. La forza che secondo il Preside era la magia più forte di tutti: l' Amore. L'Amore che Lily vedeva brillare nel fondo degli occhi neri di Severus. Che non vedeva nei suoi, la mattina quando si guardava allo specchio. Non che non volesse vederlo, anzi.

Ogni giorno voleva, sperava, desiderava con tutto il suo cuore di salutare Severus in Sala Grande per la colazione e vedere non solo il suo migliore amico ma anche il suo ragazzo. Allora si, se l'amore che Severus provava avesse bruciato anche dentro di lei, il coraggio di ignorare cattiverie e malelingue l'avrebbe avuto. Ma mai, nessuna mattina aveva visto il fuoco nei suoi grandi occhi verdi.

Aveva visto solo una quindicenne egoista, che faceva del male al suo migliore amico perché non voleva lasciarlo andare.

La situazione in cui si trovavano da tempo non era che un limbo, un intermezzo instabile e pericoloso, perché creava in loro la speranza che potesse andare avanti per sempre così. Ma era solo un'illusione, bellissima sì,ma pur sempre un' illusione.

Sapeva che in un modo o nell'altro doveva staccarsi da lui, doveva chiudere la loro amicizia e farla appartenere al passato. Era difficile e doloroso, voleva molto bene a Severus ma proprio per questo motivo doveva uscire dalla sua vita Non poteva dargli quello che voleva e rimanergli amica significava solo alimentare le sue speranza e fargli condurre una vita a metà, fatta solo di sogni irrealizzabili.

Ci aveva pensato a lungo, non voleva vederlo soffrire; doveva fargli credere che di lui e della loro amicizia non le importasse più nulla. Era l'unico modo.

Far la parte della cattiva meschina e permettergli di tornare a vivere, di imparare a vivere e non solo a sognare.

Lo faceva da tempo, criticava i suoi amici e passava meno tempo con lui ma la faccenda si era rivelata molto più complicata del previsto. Severus riconduceva il cambiamento nell'atteggiamento di Lily ad un suo errore e non ad una presunta cattiveria della ragazza. Non avrebbe mai voluto, ma doveva dargli una prova tangibile ed inequivocabile di quanto fosse malvagia e crudele, e fine della storia.

L'occasione si era presentata, proprio verso la fine dell'anno, quando la ragazza sperava di poter ritardare il momento dell'addio e godersi ancora un'estate con il suo Severus.

Avevano appena terminato i G.U.F.O. e tutti stavano uscendo nel parco a godersi l'aria fresca e il sole. Poi era accaduto tutto molto velocemente; Potter e Black avevano attaccato Severus senza nessun motivo logico, come al solito del resto.

Aveva deciso di non sfruttare la simpatia di Potter per lei per farlo smettere, le altre volte facevano così, e poi con il suo migliore amico rideva alle spalle di quell'arrogante; il fatto di non intervenire doveva dimostrargli di non valere niente, di non essergli più amica, ma era dura!

Restarsene ferma a fissare il lago mentre il suo migliore amico veniva affatturato e umiliato pubblicamente era decisamente dura.

Così alla fine aveva ceduto, proprio non ce la faceva; era corsa da lui e aveva intimato, con quanto più fiato aveva in corpo, a Potter di smetterla.

Sapeva che era sbagliato, che in quel modo alimentava solo le sue speranze, ed era proprio quello che si era ripromessa di non fare, ma non poteva lasciarlo là a gambe all'aria il balia di quei due bulletti, che non avevano nemmeno il coraggio di affrontarlo se non erano almeno in due. Severus era molto più abile di loro, lo sapevano tutti; non passava le lezioni a chiacchierare o a giocare con quel suo stupido boccino, lui studiava sul serio, ma disarmato non poteva fare molto, dopotutto.

Era riuscita a convincere Potter a lasciarlo in pace e quelL'arrogante per riprendersi dalla figuraccia di aver interrotto l'attacco solo per lei, aveva, probabilmente senza volerlo, con una sola frase, ferito Severus più di quanto non avesse mai fatto: aveva ferito il suo orgoglio.

-Ti è andata bene che ci fosse la Evans, Mocciosus.

Così aveva detto. E lui umiliato e furente aveva reagito, sputandole addosso quella frase imperdonabile che ancora le rimbombava nella testa.

Imperdonabile siì ma solo di facciata. Lily lo capiva benissimo, e lo avrebbe anche perdonato, se non fosse che il perdono non era la strada giusta. Doveva lasciarlo andare.

Aveva persino usato il terribile nomignolo che gli avevano affibbiato i Malandrini; tanto valeva fare le cose per bene si era detta!

Era stata male tutto il pomeriggio e non aveva voluto scendere dal letto per nessuna ragione al mondo. Tutte le sue amiche la credevano disperata per le parole che le aveva rivolto il suo migliore amico, ma in realtà si sentiva in colpa per quello che lei aveva detto. Usare il soprannome coniato dai Malandrini; aveva fatto un ottimo lavoro! Ora Severus probabilmente la odiava, ma lei gli voleva ancora molto bene ed era chiaro il dolore che gli aveva provocato con quella semplice parola; aveva quasi sentito il rumore di qualcosa che si spezzava.

Lei che conosceva Severus da tanti anni, nei quali aveva imparato a vedere nei suoi occhi neri, per tutti freddi e glaciali, l'affetto e il calore che provava per lei, in quel momento nel parco aveva saputo coglierne il dolore.

 

***

Era notte fonda e tutti nel castello dormivano, tutti tranne Lily Evans.

Nel suo letto a baldacchino Lily era sveglia e combatteva contro la palpebre che volevano chiudersi. Sapeva che cosa avrebbe visto appena chiusi gli occhi. Avrebbe visto se stessa sbattere la porta in faccia a Severus, al suo migliore amico. Al suo ex-migliore amico.

Era sprofondata nel cuscino di piume, in modo da attutire il rumore dei suoi continui singhiozzi, come se quel fiume di lacrime potesse cancellare i sensi di colpa che le stringevano il cuore.

Mary,la sua amica Grifondoro, le era venuta vicino e le aveva detto che Severus era davanti al quadro della Signora Grassa e minacciava di dormire là fuori se non fosse uscita. La ragazza era spaventata e al contempo contenta; il suo Severus non era arrabbiato se era ancora disposto a fare quelle pazzie per lei ma questo voleva dire che non era riuscita a separare le loro strade per farlo vivere davvero. Si era asciugata le lacrime, sperando che nel buio del corridoio non si vedesse quanto aveva pianto. Era stata meschina e cattiva, proprio come si era ripromessa di fare. Un'ottima attrice davvero. Ma avrebbe voluto non esserlo. Quanto le aveva costato rispondere -Non m'importa! - a tutto il mare di scuse di Severus: non gli aveva nemmeno lasciato il tempo di scusarsi e giustificarsi e quando, guardandolo negli occhi aveva visto il terrore, lo sconforto e il dolore che gli stava causando, si era girata ed era sparita dentro al ritratto della Signora Grassa, per non scoppiargli in lacrime davanti.

Si era seduta a terra, poggiando la schiena sulla cornice del ritratto, abbastanza vicino da sentire il respiro affannoso di Severus, rotto ogni tanto da qualche piccolo singhiozzo che il giovane mago non riusciva più a controllare. Era paradossale, gli era così vicina, forse come mai prima d'ora, schiena contro schiena con solo una tela a dividerli, ma nello stesso tempo erano lontani, dolorosamente ed irreversibilmente lontani.

 

Non aveva il coraggio di sfidare tutti i pregiudizi e di rimanergli amica o di innamorarsi di lui, no, quel tipo di coraggio non lo aveva, ma aveva il coraggio per dirgli sconsolatamente addio, per dargli l'opportunità di vivere un vita di fatti e non di sogni irrealizzabili. Doveva avere il coraggio di lasciarlo andare. Perché era giusto così.

  
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